--
L' inchiesta.
Il 24 gennaio del 2004 grazie ad un'intervista rilasciata al Secolo XIX,
secondo la quale due agenti di polizia penitenziaria avrebbero ammesso di
aver visto picchiare nella caserma di Bolzaneto i manifestanti arrestati
durante il G8, si riapre l'inchiesta sulle torture all'interno della
caserma.
Si tratterebbe della prima ammissione esplicita sulle violenze a
Bolzaneto, giunta alla fine dello scorso novembre, quando ormai l'
inchiesta dei pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri
stava per chiudersi con l' invio di 43 avvisi di chiusura indagini nei
quali si ipotizzavano pero' solo reati come abuso d'autorita' sui
detenuti, abuso d'ufficio e falso ideologico. In particolare erano state
accertate "angherie nei confronti dei manifestanti arrestati, ma non vere
e proprie violenze fisiche".
Le rivelazioni dei due agenti ''pentiti'' hanno portato alcune settimane
fa all'invio di avvisi di comparizione al generale della polizia
penitenziaria Oronzo D'Oria ed all' allora ispettore del Dipartimento di
amministrazione penitenziaria, il magistrato Alfonso Sabella, attualmente
pm a Firenze.
A marzo dello stesso anno salgono a 47 gli indagati complessivi dell'
inchiesta sulle violenze e torture, avvenuti nella caserma, durante i tre
giorni del G8, dove passarono circa 300 manifestanti arrestati.
Tra gli avvisati figurano anche cinque medici, tra cui Giacomo Toccafondi,
responsabile sanitario della struttura, Aldo Amenta e Sonia Sciandra,
accusati a vario titolo di abuso d'ufficio, lesioni personali in concorso,
minacce e omissione di referto. Il reato piu' grave, l' abuso d' ufficio,
previsto dall' articolo
323 del codice penale, prevede una condanna da 6 mesi a 3 anni di
reclusione.
Altri avvisati sono Alessandro Perugini, all' epoca numero
due della Digos di Genova, in quanto funzionario con il grado piu' alto
nella struttura, Biagio Antonio Gugliotta, ispettore della polizia
penitenziaria, responsabile della sicurezza del centro di detenzione
provvisorio allestito nella caserma, due tenenti dei carabinieri, e altri
componenti delle forze dell' ordine.
Al medico Toccafondi i pm hanno contestato, oltre ai reati, anche
violazioni all' ordinamento penitenziario e della convenzione per la
salvaguardia dei diritti dell' uomo e delle liberta' fondamentali.
In particolare gli e' stato contestato di ''aver effettuato egli stesso ed
avere comunque consentito che altri medici effettuassero i controlli e il
cosiddetto 'triage' e le visite mediche al primo ingresso con modalita'
non conformi ad umanita' e tali da non rispettare la dignita' della
persona visitata, cosi' sottoponendo le persone ad un trattamento
penitenziario anche sotto il profilo sanitario inumano e
degradante''.
L'11 maggio i sostituti procuratori hanno firmato 47 richieste di rinvio a
giudizio per le violenze ai manifestanti del G8 detenuti nella caserma
della Polizia di Bolzaneto. Le accuse diventano piu' pesanti e sono a
vario titolo quelle di abuso d'ufficio, violenza privata, abuso di
autorita' contro detenuti o arrestati, violazione all' ordinamento
penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'
uomo e delle liberta' fondamentali.
Le parti lese nel procedimento sono 255, 150 sono manifestanti di cui 40
sono quelli picchiati prima dalla polizia nella scuola Diaz e poi
trasferiti nella caserma di Bolzaneto. Figurano inoltre tra le parti lese
anche tre ministeri, della Giustizia nella persona del ministro Roberto
Caselli, dell'Interno, e della Difesa.
Della polizia penitenziaria ci sono inoltre Daniela Maida, gli operatori
del servizio matricola Giuseppe Fornasiere, Giovanni Amoroso, Marcello
Mulas, Michele Colucci Sabia; gli agenti Giuliano Patrizi, Alfredo
Incoronato, Daniela Cerasuolo, Antonio Biribao, Vittorio Bertone, Barbara
Amadei.
Nella polizia, oltre a Perugini e all' ispettore Anna Poggi, vicequestore
a Torino, figurano Antonello Gaetano, Massimo Luigi Pigozzi, Massimo
Salomone, Antonello Talu, Aldo Tarascio (sindacalista Silp-Cgil),
Francesco Paolo Baldassarre Tolomeo, Mario Turco, Paolo Ubaldi, Franco
Valerio, Giovanni Pintus, Natale Parisi, Matilde Arecco.
Gli 11 carabinieri sono Piermatteo Barucco, Gianmarco Braini, Mario
Fonicello, Giovanni Russo, Pietro Romeo, Maurizio Piscitelli, Ignazio
Mura, Antonio Gavino Multineddu, Corrado Furcas.
I medici sono invece Giacomo Toccafondi, Aldo Amenta, Adriana Mazzoleni,
Sonia Sciandra e Marilena Zaccardi. Il medico Toccafondi, responsabile del
servizio sanitario all' interno della struttura, e' accusato tra l' altro
di aver insultato direttamente le persone visitate con espressioni quali
''abile arruolato'', ''pronti per la gabbia'', ''benzinaio'',
''accoltellatori'' e di aver offeso con frasi di scherno, ad esempio il
giovane Hermann J., con riferimento alla fede politica e la sfera
sessuale. Toccafondi, a cui i pm hanno contestato 102 capi di imputazione,
e' accusato inoltre di non aver denunciato che nelle celle venivano
spruzzati contro i detenuti gas urticante-asfissiante, omettendo di
segnalarlo all'autorita' giudiziaria.
Al generale Oronzo Doria invece, i pm hanno contestato di aver tollerato e
comunque non impedito che le persone detenute presso la caserma subissero
umiliazioni, offese e insulti in riferimento alle loro opinioni politiche,
quali ''zecche comuniste, ''bastardi comunisti'', ''ora chiama
Bertinotti'' ''te lo do io Che Guevara e Manu Chao'', ''Popolo di Seattle
fate schifo'' e di aver permesso che i detenuti fossero costretti a
gridare ''Viva il Duce'', ''Faccetta nera bella abissina '' , ''Un due tre
viva Pinochet quattro cinque sei a morte gli ebrei''.
Il 30 giugno viene nominato il GUP per le indagini preliminari Maurizio De
Matteis.
|