Global Forum - Napoli - 17 marzo 2001
Global Forum
A Napoli, dal 15 al 17 marzo del 2001, organizzato dal governo italiano sotto l'egida del'ONU e con la collaborazione dell'Ocse e della Banca Mondiale, si svolge il terzo Global Forum, dopo gli analoghi appuntamenti di Washington nel 1999 e di Brasilia nel 2000. L'edizione di Napoli ha come tema l'applicazione delle tecnologie digitali alla pubblica amministrazione: vi partecipano 900 esperti provenienti da 122 paesi.
Il vertice si svolge a Palazzo Reale, nel cuore del centro storico cittadino, attorno al quale blindati, una rete metallica e un imponente schieramento di forze dell'ordine hanno dato vita ad una impenetrabile Zona Rossa.
L'appello alla mobilitazione arriva dal Network campano per i diritti globali, che riceve adesioni da tutta Italia.
Le contestazioni contro il vertice si fanno sentire gia' nei giorni precedenti alla manifestazione - prevista per il 17 marzo.
La sera del 15 marzo il comitato No Global Forum organizza una street parade musicale che partendo dalla facolta' di Architettura si snoda per le principali strade del centro di Napoli. Momenti di tensione si hanno quando una volante della polizia passa ad alta' velocita' all'interno del corteo ferendo un attivista, per fortuna in modo lieve.
A colpi di pertica e pennello il giorno dopo vengono oscurati con vernice nera gli obiettivi di alcune telecamere poste dalle forze dell'ordine al confine dell'invalicabile zona rossa. Due pecore ed un banchetto con freselle, caciotte e formaggi tipici campani arrivano in via Scarlatti, nel quartiere Vomero, davanti ad una sede del McDonald. Le vetrine del fast food vengono tappezzate con adesivi e manifesti, per ricordare la politica a favore degli OGM che la multinazionale porta avanti, nonche' le condizioni di lavoro precarie e disumane che impone.
Sabato 17 marzo 2001: il corteo
Il corteo parte alle 10.30 da piazza Garibaldi. Per tutto il tragitto polizia, carabinieri e finanzieri chiuderanno tutte le traverse laterali: una tecnica che non riuscira' a scoraggiare gli organizzatori del controvertice, decisi ad arrivare fino alla Zona rossa - dunque, in Piazza Plebiscito - per disturbare il Global Forum in corso a Palazzo Reale.
Arrivati in Piazza Municipio in circa 30mila manifestanti, si cerca di convincere la polizia ad autorizzare almeno l'ingresso di una delegazione di 200 persone. Niente da fare: per le autorita' la zona e' off limits. La piazza presenta uno schieramento impressionante di forze dell'ordine - in tutto, si tratta di circa 7000 agenti - schierati soprattutto all'altezza del Maschio Angioino, dove sono state allestite delle reti metalliche per respingere eventuali assalti.
Sono le 12,20 quando la situazione degenera completamente. Sul lato di via San Carlo un folto gruppo di manifestanti, protetti da maxiscudi di plexigas, comincia a premere contro i poliziotti in assetto antisommossa. Le forze dell'ordine caricano quasi subito in una piazza completamente chiusa, l'unica via di fuga in direzione del Rettifilo. Le cariche sono violentissime e colpiscono indiscriminatamente chiunque si muova. Le persone ferite si contano a decine. Molte non vanno in ospedale perche' hanno paura, ma si fanno curare in un ambulatorio allestito nella sede del centro sociale Ska. Le ambulanze, d'altronde, fanno fatica a passare perche' tutto intorno alla zona dove si svolge il Global Forum polizia e carabinieri hanno eretto barriere e cancelli in ferro.
Quasi subito tre persone sono trattenute in stato di fermo in un cellulare dei carabinieri parcheggiato sotto il palazzo Reale. I tre ragazzi, di età dai 20 ai 25 anni, sono feriti alle mani e al volto.
Gli agenti caricano i manifestanti da ogni lato di piazza Plebiscito.
Ogni via di uscita è bloccata: i pestaggi sono feroci, indiscriminati, la violenza cieca fino all’ottusità; sotto lo sguardo compiaciuto del questore di Napoli Nicola Izzo poliziotti, finanzieri e carabinieri si esercitano nel gioco brutale della forza, in una gara di sadismo e cinismo.
La violenza non finisce in piazza. I manifestanti feriti giunti ai presidi ospedalieri per farsi medicare sono condotti in caserma, ancora sanguinanti. Vengono fermati, perquisiti e identificati anche quelli che li accompagnano. In silenzio e al chiuso, per non disturbare il pomeriggio della Napoli "perbene" impegnata nei salotti pomeridiani, la polizia sottopone i fermati a insulti, minacce, percosse, perquisizioni anali, con il preciso scopo di intimidirli. Al riparo da fotografi e televisioni gli uomini della Digos possono sfogare le loro frustrazioni.
La decisione di caricare, disperdere, picchiare i manifestanti è stata una precisa scelta del questore di Napoli Izzo e dell'allora ministro dell'Interno Enzo Bianco nonche' del capo della polizia Gianni De Gennaro. Lo si capisce da come la piazza sia stata chiusa da ogni lato, da come ogni varco sia stato intenzionalmente chiuso a chi chiedeva di potersi allontanare. Hanno caricato tutti, senza distinzioni.
Foto e filmati testimoniano di pestaggi a ragazzi inermi, che indietreggiano con le mani alzate, si vedono celerini che si accaniscono in gruppo su manifestanti feriti e sanguinanti. Negli ospedali poi, presidiati sin dal mattino dalla polizia, il sadismo delle forze dell’ordine è proseguito senza freni. Tutti coloro che giungevano per farsi medicare le ferite, compresi i loro accompagnatori, sono stati condotti in stato di fermo nelle caserme Raniero e Pastrengo. Solo in rari casi l’opposizione di medici e personale paramedico è servita a evitare che la polizia conducesse via persone ancora bisognose di cure o per le quali era necessario un ricovero in osservazione. I più sono finiti nelle caserme - malamente medicati e ancora sanguinanti.
Alla fine della giornata il bilancio e' disastroso: due persone arrestate, un ragazzo di Bari e un giovane spagnolo accusati di lesioni, resistenza e violenza contro pubblico ufficiale; 72 persone identificate, 21 delle quali denunciate a piede libero. Feriti anche due ispettori in borghese della Digos di Napoli: uno al volto e uno alla bocca con rottura dei denti.
87 persone vengono portate nella caserma della polizia Raniero, tutte prelevate dagli ospedali sulla base di una disposizione formulata il giorno prima in una riunione in Questura e sulla base di un ordine reiterato via radio a mezzogiorno del 17 marzo. Alla Raniero finiscono i manifestanti feriti in manifestazione, i loro accompagnatori e anche "sfortunati passanti".
Il 19 marzo i due manifestanti arrestati vengono rilasciati per decisione del giudice Alberto Capuano (IV sezione penale). Per entrambi e' stata fissata la data del processo, che dovrebbe tenersi entro la fine di marzo, e l'obbligo contestuale di firma.
Il 27 marzo 2001 viene pubblicato un libro bianco con la raccolta di testimonianze, foto e un video per denunciare le violenze della polizia durante il corteo contro il Global Forum.
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Quei bravi ragazzi
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