MERSE, DUE STUDI IN PERFETTO ACCORDO
Le due ricerche commissionate in anni diversi (1997 e 2001) portano agli stessi risultati
IL CITTADINO OGGI Martedi 20 Luglio 2004 pag.14
MERSE, DUE STUDI IN PERFETTO ACCORDO Le due ricerche commissionate in anni diversi (1997 e 2001) portano agli stessi risultati
VALDIMERSE In seguito nel convegno di Palazzetto di Chiusdino del 20 settembre 2003, il Coordinamento Merse, tramite Elisabetta Menchetti, non riscontrando nei fatti nel commissario Giovanni Barca la volontà di considerazione di tutti gli atti rilevanti ad una corretta stesura del piano di Caratterizzazione (impegno che lo stesso Barca si era preso durante l’incontro), inviò una lettera il cui oggetto era la consegna allo stesso di tutti i documenti in questione. Vennero inviate “le testimonianze dei minatori degli atti del processo penale di Grosseto e le informative dell’Ufficiale di Polizia giudizaria, Sandro Tassoni, che rendeveno noto le varie modalità di immissione in miniera delle ceneri di pirite; l’immissione mai autorizzata dalla regione dei fanghi di depurazione delle acque di eduzione della miniera di Campiano; le modalità della stessa immissione priva di ogni misura di impermeabilizzazione e a quote più superficiale rispetto alle ceneri di pirite”. L’insistenza su questi punti era dovuta al fatto che nello studio di Geoscience non si faceva menzione della presenza di fanghi in miniera. Altre preplessità nei confronti dello studio, nascevano “dalle ipotesi fondanti sulle quali si strutturava lo studio Geoscience giungendo a conclusioni non condivisibli: come confermato infatti dalle testimonianze allegate, le ceneri di pirite non erano state collocate in camere di coltivazione come prescritti dalla Dgrt 5067/89, adottando sistemi possibli atti ad isolare dall’ambiente circostante le camere oggetto del riempimento”. Fatto peraltro, che veniva confermato anche da due consulenze tecniche commissionate dalla procura di Grosseto agli atti del procedimento penale 1151/96: la relazione di C.T. a cura del professor Sanna e del dottor Floccia del dicembre 1997 e la relazione di C.T. del geologo Sommaruga dell’agosto 2001. Sia dal primo che dal secondo studio, pur essendo l’uno precedente, l’altro successivo alo sversamento dell’aprile 2001, si ricavano le stesse conclusioni in merito all’accaduto. A prova di ciò, si citano le testuali parole; “Situazione diversa si avrebbe invece se tali acque (di miniera) comportassero non solo la semplice lisciviazione dei rifiuti, ma anche il loro tracinamento in sospensione. Questa situazione è anche ipotizzabile in considerazione del fatto che, in contrasto con quanto prescritto nella autorizzazione rgionale del 12/06/1989, come detto, non si è proceduto alla impermeabilizzazione delle camere in cui sono state depositate le scorie ematitiche non rendendole quindi stagne” E ancora “le acque sotterranee naturalmente presenti all’interno della ex miniera (.) infiltrandosi attraverso i rifiuti costituiti dalle ceneri ematitiche e altro (materiale fine di pirite - pirite frazionata), non solo lisciviano le sostanze ma, a causa dello stato fisico sciolto dei materiali, ne determinano anche il trascinamente in sospensione”. Inoltre, nel periodo successivo al settembre 2001, come emerso dallo studio del professore Riccobono si rilevò un notevole cambiamento nello stato delle acque: il particolato in sospensione era andato diminuendo grazie all’apporto di acque acide proveniente dalla miniera del Merse che lo solubillizzava. “L’acqua della miniera del Merse, come giustamente sottolineato dallo studio Geoscience, - si concludeva- è tipica di un drenaggio acido di miniera, ma non è questo la causa principale dell’elevato carico di elemente pesanti presenti nelle acque in uscita da Campiano: dalla studio Riccobono si evince che il contributo della miniera del Merse sul totale dell’acqua in uscita da Campiano è assai minoritaria” . ( Continua 11)
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