G8: DIAZ; PM, A GIUDIZIO I POLIZIOTTI, HANNO MENTITO /ANSA 'NON CHIEDIAMO PROCESSO PER LEGGE DEL CONTRAPPASSO' (di Paola Mattarana) (ANSA) - GENOVA, 27 SET - I pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini hanno ribadito e formalizzato stamani nell' udienza preliminare la richiesta di rinvio a giudizio per 28 poliziotti, tra dirigenti, funzionari, capisquadra e agenti, per la sanguinosa irruzione della polizia nella scuola Diaz, avvenuta il 21 luglio del 2001 durante il G8. La richiesta e' stata fatta stamane davanti al gip Daniela Faraggi al termine della requisitoria del pubblico ministero Cardona Albini, che ha anche depositato numerosi filmati provenienti da varie fonti, anche amatoriali. La scorsa udienza i pubblici ministeri avevano depositato una memoria di 261 pagine con le motivazioni dei vari capi d'accusa. I poliziotti sono imputati a vario titolo di falso, calunnia, lesioni gravi, falso ideologico, furto, e irruzione arbitraria nella scuola Pascoli. Secondo l' accusa, ''alla base dell' eccezionale 'debacle' sul piano giudiziario di un'operazione avvenuta sotto le luce dei riflettori'' vi era ''una inquietante eppure semplice risposta: 'i poliziotti dovevano aver mentito' ''. ''Non si e' chiesto - hanno scritto i magistrati nella memoria dell' accusa depositata venerdi' scorso - il rinvio a giudizio degli imputati per veder loro applicato una sorta di contrappasso, ma si e' cercato al contrario di distinguere ed analizzare le responsabilita' in un modo che non e' stato certamente usato nei confronti delle vittime della operazione Diaz''. Intanto nella prossima udienza del 2 ottobre cominceranno gli interrogatori di alcuni imputati su richiesta dei difensori tra cui l' ex vice questore della Digos di Genova Carlo Di Sarro, difeso dagli avvocati Giuseppe Giacomini e Pier Giovanni Junca, e quattro capisquadra, assistiti questi ultimi dall' avv. Piero Porziani. L' avvocato Alfredo Biondi, difensore del vice questore romano Pietro Troiani, il poliziotto che porto' le due bottiglie molotov all' interno della scuola, al termine dell' udienza ha contestato i metodi dell' accusa. I pubblici ministeri infatti si erano opposti alla richiesta dell' avvocato Pier Giovanni Junca di poter utilizzare per l' interrogatorio del suo assistito, il vice questore Carlo Di Sarro, alcuni filmati depositati oggi dall' accusa. A quel punto, il giudice Daniela Faraggi ha deciso un uso limitato dei filmati, di stretta attinenza alla posizione processuale dell' imputato. ''I pubblici ministeri in questo modo hanno cercato di condizionare la difesa'', ha commentato Biondi che ha poi sottolineato: ''Non so se accettare questa liturgia puramente formale, come se la difesa fosse ospite dell' accusa e non parte del processo''. ''Con questo criterio - ha concluso - penso proprio che non faro' interrogare i miei assistiti''. Il pm Enrico Zucca, in merito alle dichiarazioni dell' avv. Biondi, ha ribattuto che ''l' eccezione sollevata dall' accusa, riguardo l' utilizzo dei filmati da parte delle difese, era puramente tecnica''. ''Si tratta comunque - ha aggiunto - di normali schermaglie procedurali tra accusa e difesa, non certo di condizionamenti o censure''. I pm, nella loro memoria al gip, hanno inoltre spiegato: ''L'indagine conclusa ha permesso di verificare la sussistenza di obiettivi elementi che consentono di ritenere adeguata ed esaustiva la risposta agli interrogativi principali che sembravano destinati a rimanere insoluti, proprio per la prevedibile reazione tesa a confondere nella massa indistinta le responsabilita'''. ''A prescindere dai riscontri che sono rappresentati dai numerosi documenti filmati - hanno scritto - di cui e' stato possibile avere la disponibilita', le dichiarazioni delle persone offese costituiscono ancora un dato processuale suscettibile di evoluzione perche' soltanto dal pieno dispiegarsi della prova orale nel dibattimento potra' apprezzarsi con quale livello di dettaglio e' possibile ricostruire gli avvenimenti occorsi all'interno della scuola Diaz e cosi' valutare pienamente la incongruenza e la assoluta inverosimiglianza di ogni dichiarazione offerta dagli imputati''. Nella memoria viene ancora sottolineato :''Si potra' comprendere quanto fragili siano le dichiarazioni di non aver visto, di non poter direttamente testimoniare, si potra' quindi comprendere la ragione della redazione di atti che e' sostanzialmente priva di autore. L'impossibilita' di verifica delle operazioni compiute da parte dei pubblici ufficiali apparira' nel suo pieno significato di copertura dei comportamenti illegali che ciascuno degli imputati ha fatto propri, ponendoli a giustificazione dell'arresto degli occupanti''.
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G8: DIAZ; COMITATO TORNA A CHIEDERE DIMISSIONI POLIZIOTTI (ANSA) - GENOVA, 27 SET -
Il Comitato Verita' e Giustizia per Genova torna a chiedere, in occasione della richiesta di rinvio dei 28 poliziotti per l'irruzione nella scuola Diaz, ''al ministro dell'Interno, al capo della Polizia, agli stessi indagati, come ritengano compatibili le posizioni degli altissimi dirigenti di polizia per i quali e' stato appena chiesto il rinvio a giudizio, con l'esigenza di tutelare la credibilita' e l'onorabilita' delle nostre forze dell'ordine e delle nostre istituzioni''. ''Perche' - si chiede il Comitato - questi dirigenti non fanno un passo indietro? Perche' non si dimettono in attesa della conclusione del giudizio? Perche' non dimostrano con questo gesto di avere rispetto per la divisa che indossano e per gli obblighi che hanno verso i cittadini?''. ''Il giudice dell'udienza preliminare - conclude il Comitato - dovra' presto decidere se rinviare a giudizio i 28 agenti: si trova a farlo con altissimi dirigenti che, continuando a mantenere i loro importanti e delicati incarichi, fanno pesare in aula tutto il potere che rappresentano. Non si rendono conto che stanno esercitando un'indebita pressione? Perche' non si mette il giudice nelle condizioni di decidere con la massima serenita'?''.
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