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William Frediani in carcere in quanto comunista. E' questa l'Italia del 2004
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Campo Antimperialista Wednesday, Sep. 29, 2004 at 10:22 PM |
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Per tenere William in carcere, i giudici fiorentini sono arrivati a scrivere che “la pericolosità del soggetto” deriverebbe dal fatto che egli (William Frediani) è: “soprattutto sorretto da convinzioni ideologiche ben più pericolose ed estreme di quelle fino a questo momento espresse dalle COR, convinzioni che mostrano l’adesione convinta alla lotta violenta di classe di radice comunista che – si potrebbe dire: inevitabilmente – prevale sull’ispirazione anarchica”.
Dunque: Frediani stia in carcere in quanto comunista!
Questo nell’Italia 2004!
LO SCRIVONO I GIUDICI: WILLIAM FREDIANI IN CARCERE IN QUANTO COMUNISTA. E' QUESTA L'ITALIA DEL 2004
William Frediani, militante del Campo Antimperialista, è in carcere a Pisa dal 6 agosto scorso. L’accusa è quella di far parte delle COR (Cellule di Offensiva Rivoluzionaria) che si sono assunte la paternità di alcuni atti incendiari avvenuti a Pisa, per lo più ai danni di esponenti locali di Alleanza Nazionale. E’ la stessa accusa che ha colpito, dal 7 giugno scorso, il gruppo Il Silvestre e che ha portato in carcere anche Alessio Perondi, mentre altri 5 compagni sono agli arresti domiciliari restrittivi ed un sesto, Francesco Gioia, ha deciso di sottrarvisi dopo l’ordinanza di custodia in carcere per William Frediani (in un primo momento anch’egli ai “domiciliari”). Con questa inchiesta, costruita su labilissimi elementi indiziari, si è voluto rispondere ad una domanda d’ordine sempre più sollecitata dalle forze reazionarie, dando così alimento ai teoremi di Pisanu e dei Servizi segreti. Nella relazione semestrale dei Servizi si indicano infatti come massimi pericoli per l’Italia “gli antimperialisti che sostengono la Resistenza irachena e gli anarco-insurrezionalisti”. In questo contesto le COR sembrano diventare il pericolo pubblico numero uno. Sugli arresti di Pisa è calato un pesante silenzio. La sinistra “politicamente corretta” nel migliore dei casi tace, mentre anche una parte di quella antagonista sottovaluta gravemente il significato di questa inchiesta. Non è facile dare la sveglia a chi non vuol sentire. Eppure gli elementi che dovrebbero dare l’allarme ci sono tutti. Per far capire la gravità di quanto sta avvenendo, citiamo un passo della sentenza del Tribunale del riesame di Firenze, del 16 agosto scorso, che ha accolto la richiesta del PM (carcere, anziché arresti domiciliari) nei confronti di William Frediani e Francesco Gioia. Per sostenere questa decisione, i giudici fiorentini sono arrivati a scrivere che “la pericolosità del soggetto” deriverebbe dal fatto che egli (William Frediani) è: “soprattutto sorretto da convinzioni ideologiche ben più pericolose ed estreme di quelle fino a questo momento espresse dalle COR, convinzioni che mostrano l’adesione convinta alla lotta violenta di classe di radice comunista che – si potrebbe dire: inevitabilmente – prevale sull’ispirazione anarchica”. Dunque: Frediani stia in carcere in quanto comunista! Questo nell’Italia 2004! Dovrebbe essere abbastanza perché tutti coloro che non si sono arresi a questo Stato di polizia, alzino la testa e facciano sentire la loro voce per esprimere la solidarietà a tutti i militanti antagonisti colpiti.
Libertà per tutti i compagni arrestati!
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Che cosa vi aspettate ??
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pasolini Thursday, Sep. 30, 2004 at 1:57 AM |
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.... dalla pericolosa deriva aturitaria in atto in italia? Questi al potere stanno lentamente trasformando tutto l'impianto di leggi liber-borghese piano piano in uno demo-liberistico-autoritario dove il potere deriva diretto dalla conta politica delle deleghe espresse ogni 5 anni, se ci saranno prossime libere elezioni. Sempre di piu' il sistema legislativo tende verso un completo appiattimento su quello espresso dall'ideologia confacente al sistema di riproduzione capitalistico globale. Ora, come il fascismo era il braccio violento e becero del capitalismo familiare del tardo ottocento e delle prime ristrutturazioni capitalistiche succedute alla 1^ guerra imperialista, cosi' ora il belusconismo-mafioso-pidduista e' il braccio autoritario dei cosiddetti "poteri forti", e cioe' della cricca che detiene il vero potere economico-politico in italia oggi e pienamente inseriti nel sistema globale-mondiale.
Quindi, e' ovvio che per SOLE espressioni ideologiche il sistema giudiziario ritiene sufficiete sbattere in cella i comunisti che si oppongono a viso aperto contro tali scelte. Cosa resta da fare ? Forse la clandestinità? o quanto meno la mimetizzazione? Oppure fare la fine Gramsci?
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Menzogne - nient'altro
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Orietta Lunghi Thursday, Sep. 30, 2004 at 2:42 AM |
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oriettalunghi@tin.it |
Già pubblicato qualche mesi fa, nessuna risposta...
AN e/o "communismo"?
Pasquinelli collaborava con esponenti AN, nello stesso tempo si è servito dei giovani anarchici per attaccarli
Ognuno sa che il Campo Antiimperialista ha avuto rapporti con la (estrema) destra, notariamente con esponenti di Alleanza Nazionale (AN); come il responsabile culturale della Provincia di Ferrara, l'avvocato Luca Tadolini, che è stato invitato tra altri a firmare l'appello per la manifestazione del 13 dicembre 2004 di Roma.
Qualche giorni fa 3 giovani anarchici di Pisa sono stato arrestati sotto l'imputazione di far parte delle Cor, accusati d'aver attacatti esponenti locali di AN e di averne incendiate case e macchine.
Il portavoce del Campo Antiimperialista, Moreno Pasquinelli, ci faceva sapere il 31 luglio (http://italy.indymedia.org/news/2004/07/594754.php) che uno degli arrestati faceva da 2 anni parte del Campo e che l'accusa non sarebbe vera, "se anche lo fosse si tratterebbe della restituzione di una infinitesima parte della violenza che questo sistema rovescia sugli oppressi, non solo in Iraq o in Palestina, ma pure in Italia."
Resta una domanda (sicuramente non riguardando affatto questi giovani): quale è la differenza tra un responsabile a livello provinciale di AN a Pisa e a Ferrara? Perché Pasquinelli invita quelli di Ferrara e pensa giusto di danneggiare gli altri? Perché tanta incoerenza politica da parte dei responsabili del Campo antiimperialista?
Orietta Lunghi
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Carriera di un Comunitarista
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Centro Documentazione Antifa Wednesday, Dec. 08, 2004 at 11:58 PM |
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LIBERI TUTTI, senza se e senza ma. Nonostante questo, non ci sembra inutile soffermarsi sul “percorso” politico-ideologico di uno degli arrestati a Pisa (assieme ai compagni de Il Silvestre), quale sospetto appartenente alla Cellule Offensive Rivoluzionarie, che il Campo Antimperialista rivendica come proprio militante. W.F. è infatti un “comunitarista” e la sua traettoria appare emblematica, sia per quanto riguarda lo strano cammino nazional-comunitario, che la superficialità con cui nel movimento antagonista si aprono le porte a soggetti inclassificabili. W.F. ha fatto le sue prime esperienze nel Fronte della Gioventù, poi nel ’95 all’età di 18 anni dopo la svolta finiana di Fiuggi passa al Movimento Sociale Fiamma Tricolore, candidandosi nelle liste di questo partito alle elezioni amministrative del ’98 a Pisa. Successivamente aderisce al Fronte Nazionale di Tilgher, costituendo una sua sezione pisana; tra le prime “uscite” in città si ricorda un manifestino razzista-differenzialista. Con la “scissione” interna al Fronte Nazionale dei Circoli Comunitaristi Nazionaleuropei, W.F. esce dal MSFT e nell’ottobre ‘99 entra a far parte della redazione di Rosso è Nero, il giornale di tale tendenza. Nel numero zero (fine ’99) di tale testata, divenuto mensile del PCN (Partito Comunitarista Nazionaleuropeo) W.F. scrive: “sono un nazional-comunitarista perché sono un ambientalista radicale”. Ma nello stesso articolo dichiara di volere “la statalizzazione della grande industria” e di auspicare l’avvento della Nazione Europa, attraverso “un movimento nazionalista che tuteli la propria identità”. Successivamente sulla rivista Comunitarismo (maggio-giugno 2000) W.F. sostiene che “L’innegabile differenza tra gli uomini appartenenti a razze diverse appartiene alla scienza etnologica. Confondere questa scienza accademica con la politica può produrre aberrazioni umane, come la tratta dei negri, l’apartheid in Sudafrica, Auschwitz-Birkenau, lo Stato di Israele”. Inoltre, citando il nazista Jean Thiriart, si dichiara favorevole a “l’obbligo del lavoro” e alla proprietà privata, seppur limitata dallo Stato. Nel numero del settembre-ottobre 2000 di Comunitarismo, W.F. (firmandosi come Circolo Comunitarista di Pisa) scrive un articolo apologetico di Saddam Hussein in cui tra l’altro si tessevano le lodi della sua “visione continentale, socialista e nazionale, unica forma realmente applicabile di lotta al dominio americano-sionista”. Appena un anno dopo però, su Prolet, voce dei giovani Comunisti Nazionalitari (ennesima trasformazione dei comunitaristi), giornale con redazione a Pisa e quindi ispirato direttamente da W.F., veniva esaltato il ruolo storico di Khomeini quale “leader rivoluzionario e portavoce degli oppressi del Medio Oriente”, mentre Saddam Hussein veniva ora definito “il nuovo fantoccio nelle mani del burattinaio statunitense” in antitesi alla rivoluzione iraniana del ’79 “unico vero esempio di spinta antimperialista negli ultimi 50 anni in Medio Oriente e forse nel mondo”. Che pensare? Ognuno tiri liberamente le proprie conclusioni.
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