traduzione dell'articolo pubblicato il 7 ottobre 2004 dal quotidiano svizzero La Tribune de Généve - che ricostruisce il caso dei due ispettori contro indymedia nantes
L'FBI al soccorso di due poliziotti di Ginevra
Due ispettori della cellula "anti-G8" sporgono denuncia per ingiurie e minacce
articolo di Valérie Duby, pubblicato il 7 ottobre 2004
originale in francese: http://www.tdg.ch/tghome/toute_info/geneve_et_region/fbi_g8__7_10_.html
La celebre FBi si interessa a Ginevra. E più in particolare alle conseguenze del vertice del G8. E ancora più in concreto, a due ispettori della cellula anti-G8, creata in seguito alle degenerazioni durante le manifestazioni per arrestare i *casseurs*, la cui foto e' stata pubblicata su un sito no-global.
I retroscena di un affare svelato ieri dalla Radio Svizzera Romanda.
Come molti ricorderanno, in seguito alle manifestazioni di Ginevra la polizia aveva diffuso sul proprio sito Internet le foto dei *casseurs*. Un'iniziativa che aveva suscitato un'ondata di proteste e aveva costretto la polizia ad aggiungere una parola: "presunti" casseurs.
Un sito degli ambienti alternativi ha deciso di ripagare la polizia con la stessa moneta. E dopo qualche esitazione, alla meta' dello scorso settembre, ha pubblicato le foto di due ispettori incaricati di cercare i responsabili dei disordini del G8.
I due ispettori davvero non hanno gradito di ritrovarsi fotografati. Ma soprattutto, non e' loro andato giu' il testo che accompagna le immagini. Un libello firmato da un tale Jackouille che in particolare segnala l'indirizzo di casa di uno dei poliziotti e che esplicita delle minacce, appena velate, verso entrambi. "Significa consegnare alla vendetta pubblica e alla grande famiglia degli internauti due poliziotti che non hanno fatto altro che fare il loro lavoro, mettendoli cosi' in una condizione di estrema vulnerabilita'", commenta Marc Oederlin, l'avvocato dei due ispettori. I due, nonostante siano abituati ad essere criticati, hanno allora deciso di arrivare fino alla fine, in questa storia. Hanno depositato una denuncia contro sconosciuti per ingiurie e minacce e si sono costituiti parte civile,
Il Ministero Pubblico ha aperto una informazione giudiziaria (=un'inchiesta). L'affare e' ora nelle mani del giudice istruttore Isabelle Cuendet, purtroppo non raggiungibile fino all'11 ottobre prossimo.
Fornitori d'accesso oltre Atlantico
Ma torniamo all'FBI. Come si colloca l'intervento del celebre federal Buro of Investigation in questo affare tutto ginevrino? Semplice: il fornitore d'accesso al sito internet incriminato si trova oltre Atlantico.
Secondo informazioni da noi raccolte, la gerarchia della polizia di Ginevra sarebbe intervenuta presso alcuni contatti all'FBI per fare ritirare immediatamente le immagini dal sito. Missione evidentemente compiuta, e nel tempo più breve possibile: gia' il 22 settembre, il sito no global viene a sapere che il fornitore di accesso Internet che lo ospita ha ricevuto la visita degli agenti federali. Le foto e l'articolo vengono dunque rimossi dal sito. Ma due giorni dopo, riappaiono. stavolta, pero', *elaborate*. I volti dei poliziotti in borghese non sono mascherati, ma rimpiazzati con altri, fra cui le immagini di due celebri attori di una serie poliziesca.
Il sito no global non lo nasconde: teme che molte decine di altri siti vengano "arbitrariamente chiusi" a causa di questa storia. E commenta: "E' il regno dell'arbitrio, non ci possiamo difendere ne' argomentare. Possiamo solo piegarci a questa richiesta".
Una commissione rogatoria
Ma se i volti dei due ispettori sono ormai modificati, tuttora restano i testi e possono essere letti nella loro integrita'.
L'avvocato Marc Oederlin aspetta oggi che la giustizia ginevrina consegni una commissione rogatoria agli Stati Uniti. Lo scopo: identificare il fotografo e soprattutto il fornitore di accesso. L'avvocato e' consapevole che le procedure rischiano di durare mesi. Ma, dice, "e' un fatto molto pericoloso, la pubblicazione delle foto di due poliziotti che fanno il loro lavoro, ed e' un fatto inedito. Che si iscrive nella volonta' di nuocere alla cellula pensata dalla presidente del Dipartimento di giustizia e polizia, Micheline Spoerri, e all'efficacia dell'istituzione della polizia, in quanto tale".
Intervistato dalla Radio Svizzera romanda, il deputato verde Antonio Hodgers, mediatore durante le manifestazioni contro il G8, ritiene che si tratta di una "minaccia grave" quella verso due poliziotti "che fanno solo il loro lavoro". E ricorda che "nell'ambiente no global, ci sono anche persone pericolose".
Sciolta nel dicembre 2003 e poi riattivata nel dicembre 2004 (errore della giornalista eh) a causa di nuove informazioni, la cellula G8 della polizia di Ginevra ha gia' reso possibili 204 arresti.
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