La carrellata storica lunga due anni delle fasi giudiziarie che rimarca una volontà persecutoria contro chi ha voluto esprimere il proprio dissenso.
Cosenza, ecco le principali tappe
- 15 novembre 2002: 18 attivisti del movimento meridionale sono tratti in arresto per vari reati associativi (associazione sovversiva, cospirazione politica, attentato agli organi costituzionali dello stato).
- Dicembre 2002: Il Tribunale della libertà di Catanzaro produce una sentenza che, oltre a rimettere in libertà tutti gli arrestati, demolisce dalle fondamenta l’impianto accusatorio del provvedimento. "Esprimere il dissenso non è reato" è il messaggio cardine delle motivazioni di quella sentenza.
- Maggio 2003: Nonostante la richiesta dello stesso procuratore generale di rigettare il ricorso presentato dal Pm titolare dell’indagine, la Cassazione annulla la sentenza del Tdl di Catanzaro per esclusivi vizi di forma, mentre i contenuti della sentenza contestata non sono minimamente messi in discussione.
- Luglio 2003: Il Pm Fiordalisi presenta una “memoria” in cui ribadisce la volontà di arrestare nuovamente tutti e 20 gli indagati, ed estende all’intero movimento le accuse già formulate contro il Sud Ribelle. Fiordalisi chiede di depositare decine di migliaia di pagine contenenti "nuove" prove: si tratta essenzialmente di altre intercettazioni telefoniche riciclate (e molte di queste palesemente manomesse dalla digos di Cosenza) da altre procure che le avevano dichiarate inutili e insignificanti, ma per Fiordalisi sono una conferma: le contestazioni al G8 di Genova erano un attacco al governo Berlusconi. Secondo lui, gli indagati volevano "turbare l’esecuzione delle funzioni del governo italiano, sovvertire violentemente l’ordinamento economico costituito dello Stato, sovvertire la globalizzazione economica”.
- Novembre 2003: Nuova sentenza del tribunale della libertà di Catanzaro. A carico di cinque su diciotto già scarcerati, rimangono i gravi indizi di colpevolezza. A tre di loro viene addirittura imposto l’obbligo di firma (Caruso, Cirillo, Santagata); per tutti gli altri cade ogni contestazione.
- Aprile 2004: Richiesta di rinvio a giudizio per tredici degli indagati, due dei quali completamente estranei fino a quel momento a tutta la vicenda giudiziaria (Luca Casarini e Alfonso De Vito). Le posizioni di altri 41 indagati vengono archiviate. Solo per 11 dei 18 arrestati nel novembre 2002, è stata presentata richiesta di rinvio a giudizio; cinque di quelli che finirono nelle carceri speciali vedono cadere ogni contestazione a proprio carico. Fiordalisi aggiunge il reato di associazione a delinquere. Quindi non solo sovversivi e cospiratori, ma anche delinquenti.
- Maggio 2004: Prima udienza preliminare. I legali si oppongono alla costituzione di parte civile presentata dalla presidenza del consiglio e dai ministeri dell'interno e della difesa, che è stata però accolta. Il governo chiede cinque milioni di euro di risarcimento per i danni non patrimoniali, cioè d’immagine, subiti in occasione dei vertici di Napoli e di Genova. Ma il Gup respinge questa e tutte le altre eccezioni della difesa, e prim’ancora fissa il calendario del dibattimento, stralciando la perizia sulle intercettazioni (che sono il cuore del “teorema Fiordalisi”). Gli imputati, dinanzi a questo atteggiamento del Gup, che mostra già di aver deciso l’esito dell’udienza, chiedono la ricusazione del magistrato. - Giugno 2004: La corte di appello rigetta la ricusazione del Gup fatta dagli imputati e ristabilisce il collegio. Gli imputati che hanno firmato la richiesta di ricusazione vengono anche multati di 1500 euro ciascuno.
- Giugno 2004: La Corte di cassazione rigetta il ricorso presentato da Caruso e Santagata contro l’obbligo di firma che li costringe ormai da nove mesi a firmare in caserma. Oltre al rigetto, i due imputati sono condannati ad una multa di 500 euro ciascuno.
- Luglio 2004: il Gup deve decidere sul rinvio a giudizio, che comporterebbe l’apertura di un processo in corte d’assise. Le pene previste per i suddetti reati, vanno da 12 a 15 anni di carcere. A Roma nasce l’Osservatorio parlamentare sul diritto al dissenso: seguirà il processo di Cosenza. I firmatari sono 12 deputati e due senatori.
- 2 DICEMBRE 2004: DATA DI INIZIO DEL PROCESSO IN CORTE D'ASSISE PRESSO IL TRIBUNALE DI COSENZA.
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