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Il senato accademico di torino si pronuncia sul disegno di legge moratti (5/11/2004)
by tratto da retescuole Monday, Nov. 08, 2004 at 12:57 PM mail:  

Oggi (05/11/2004) il Senato Accademico dell'Università di Torino ha espresso all'unanimità il proprio giudizio fortemente negativo sul disegno di legge delega sullo stato giuridico e sul reclutamento dei professori universitari. In particolare il Senato Accademico denuncia la gravità delle conseguenze che l'eventuale applicazione di tale provvedimento produrrebbe nell'Università italiana.

Esso infatti:

a) pone le premesse per un grave scadimento della qualità complessiva del lavoro universitario, sia proponendo un ampio e quasi sistematico ricorso a forme di precariato sia prevedendo la possibilità dell'utilizzazione massiccia di professori a contratto, che determinano una netta e non accettabile discontinuità tra attività di ricerca e di didattica

b) eliminando la figura del ricercatore, prefigura percorsi di reclutamento precario per giovani studiosi, poco chiari nella sostanza, fortemente disincentivanti e non supportati da adeguate risorse

c) non sottolinea mai, all'interno dello stato giuridico, l'importanza della ricerca come dovere e compito istituzionale del docente insieme alla didattica

d) introduce l'ambigua figura del professore aggiunto, attribuita agli attuali ricercatori in ruolo ad esaurimento, i quali si troverebbero a dovere affrontare un giudizio idoneativo per accedere a condizioni di lavoro peggiori di quelle previste dalla attuale normativa

e) abolisce la distinzione tra tempo pieno e tempo definito, penalizzando fortemente i bilanci degli atenei e mortificando l'impegno di quanti hanno dedicato e dedicano la massima parte del loro tempo al servizio dell'istituzione universitaria

f) affronta con soluzioni di dubbio profilo il problema del rapporto tra organizzazione delle didattica e della ricerca e mondo della produzione.


Il Senato Accademico dell'Università di Torino lamenta inoltre che, in un momento i cui voci autorevoli e numerose hanno ribadito l'importanza decisiva della ricerca e della formazione per il futuro del nostro paese, la risposta in termini di intervento legislativo e di impiego di risorse in materia universitaria sembra tradursi in una limitazione ulteriore dell'impegno economico nel settore, già penalizzato al punto da collocare l'Italia agli ultimi posti nelle classifiche europee per i finanziamenti alla ricerca scientifica.

Il Senato Accademico sottolinea anche come il disagio che la prospettiva di approvazione del D.d.l. senza sostanziali modifiche rispetto al testo licenziato dalla VII Commissione della Camera dei Deputati si sommi alle difficoltà che il tuttora perdurante blocco delle assunzioni del personale docente e tecnico amministrativo (da troppo tempo in attesa di rinnovo contrattuale), vincitore di concorso od idoneo, e la finora non compiuta assegnazione delle risorse per le deroghe determinano da ormai troppo tempo nell'università italiana.

Il Senato Accademico chiede pertanto che il D.d.l. sia ritirato per essere sottoposto a profonda revisione attraverso un serrato, ampio e costruttivo confronto con tutte le componenti che operano nella realtà universitaria, e si augura che l'attenzione del Ministero voglia concentrarsi sulla necessità imprescindibile di consentire all'istituzione universitaria di continuare a svolgere la funzione - urgente e vitale per il paese - di principale motore per il progresso della ricerca e per la formazione culturale, civile ed etica dei cittadini.

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