Vogliamo il pane, ma anche le rose.
"volevamo braccia, sono arrivati uomini"
-"Macarrone, black dago, ding, green horns, mafia-mann , napoletano, polentone, wop, sono solo alcuni dei molti nomignoli offensivi che sono stati usati nei nostri confronti in giro per il mondo. Wop, ad esempio, nei paesi anglosassoni era molto in voga e sottolineava che eravamo senza documenti, senza passaporto."-
Mentre le cronache registrano quotidianamente la morte in mare di molti esseri umani considerati "clandestini" i media agitano( a seconda delle convenienze del governo) lo spettro di un'invasione di poveri e "nemici sociali" provenienti dal "terzo mondo". Nella societa' italiana si fanno sempre piu' strada sentimenti di chiusura ed esclusione a cui non e' estranea la "riscoperta" di un sentimento di "appartenenza nazionale", di "patria", di "Europa-Nazione Gli squilibri nella distribuzione della ricchezza che attraversa il nord e il sud del mondo, la miseria, la fame, le carestie, le catastrofi ambientali, le guerre che stanno alla base delle migrazioni vengono spesso e volentieri taciute quando si parla della "questione immigrazione".La costituzione di una società multietnica viene trattata come una "scelta" tra le tante possibili mentre e' un fatto ineludibile.
Se tutti i migranti decidessero di creare uno stato a sé, darebbero vita al quinto paese più grande del mondo. Una persona su trentacinque, al mondo, è migrante. (dal Rapporto mondiale sulle migrazioni 2003, presentato a Roma dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni -Oim).La libertà di movimento comincia ad essere definita come "il principale fattore di stratificazione" nelle società contemporanee e uno dei criteri fondamentali attorno a cui si definiscono le nuove gerarchie sociali"(Bauman 1998, p. 4)
Il "ministro delle riforme" Bossi nella trasmissione "Porta a Porta" propone il parallelismo tra merci e immigrati" : "L'import e l'immigrazione sono due facce dello stesso problema: bisogna quotare sia gli immigrati in entrata sia le merci altrimenti è il caos sociale.Ci sono le quote per gli immigrati e le quote per le merci. Non l' ho deciso io, lo dice la legge e non c'é niente di offensivo". Purtroppo la stampa e i media in questo paese non hanno tempo per mettere in discussione la preventiva, automatica diffamazione degli stranieri.Su una disinformazione "che prima si è inchinata alle paranoie di quartiere e poi ha finito per alimentarle, che dedica pagine intere ai pirati albanesi, ma trova poco spazio per gli stranieri assassinati. Una disinformazione talmente velenosa da riprendere le stesse parole con cui agli immigrati del sud, quarant'anni fa, venivano attribuite le nefandezze che oggi sono associate sempre agli stranieri."
Il Tavolo Migranti dei Social Forum, riunitosi a Firenze in occasione del F.S.E.(Fortezza da Basso, 8-9 novembre 2002) ha sottolineato non solo la centralita' del tema migrazioni per il movimento "no-global", ma anche come "il protagonismo dei migranti che si sta' esprimendo in tutta Europa e' fondamentale per la crescita di tutto il movimento che si batte per i diritti dei migranti e contro il razzismo" e che proprio per questo le esperienze di autorganizzazione(non solo a carattere "confessionale", ma anche laico, democratico, di sinistra dei migranti vanno sostenute con forza.("Il forte movimento antirazzista di questi anni ha dimostrato come fra i migranti trovino ampio spazio le istanze laiche e libertarie"-che hanno notevoli difficoltà logistiche sede, mezzi di comunicazione, fax)
La discussione di Firenze si è impegnata a riflettere fondamentalmente su tre temi:
-sulla nuova organizzazione della "funzione politica del confine"che si e' affermato in Europa: mentre la libertà di movimento comincia ad essere definita come "il principale fattore di stratificazione" nelle società contemporanee ( uno dei criteri fondamentali attorno a cui si definiscono le nuove gerarchie sociali"-Bauman 1998, p. 4) la cittadinanza proposta nella Carta europea dei diritti è una cittadinanza escludente, riconosciuta solo a chi ha la nazionalità degli stati-membri.
- "sui movimenti dei migranti e per i diritti dei migranti che si esprimono in Europa,delle loro caratteristiche, sfera d'azione , forme di mobilitazione.
-lavoro migrante, di cui sono state evidenziate l'esemplarità e la rilevanza crescente all'interno della composizione della forza lavoro europea.
Su quest'ultimo tema si puo' rilevare che molte aree del"movimento" e' ormai diffusa la consapevolezza che un fattore che determina strutturalmente l' inadeguatezza delle politiche sull'immigrazione dipende dal fatto di considerare l'immigrazione come un fenomeno solo e puramente economico( domanda di lavoro...) e non anche come in effetti e' un fenomeno prevalentemente umano.
Proprio in una ricerca dell'Irres(2001- dal titolo "Immigrazione irregolare e clandestina in Umbria ")oltre ad evidenziare la differenziazione tra irregolare e clandestinomette in rilievo ed analizza questa dimensione umana del fenomeno immigrazione. Quello che Cecilia Cristofori definisce: <"progetto migratorio", che getta luce su quale motivazione spinga gli immigrati a lasciare il proprio paese. Non è solo fuga dalla povertà, ma anche bisogno di sicurezza, e di migliorare le condizioni di vita immateriali, quale quella di vivere in un paese libero>
Una interpretazione economicista-lavorista dell'immigrazione non favorisce certo la soluzione dei problemi di integrazione: "genera squilibri a causa dell'eccessiva selezione dell'immigrazione (solo maschi per l'industria, solo donne per i lavori domestici, solo persone in età di lavoro...). Produce segregazione e precarietà nei rapporti sociali e lavorativi. Induce a forti oscillazioni di domanda di immigrazione, con il rischio di dover mettere in opera azioni di espulsione a ogni .(...)Se l'immigrato è solo un lavoratore, la sua presenza è tollerata durante il lavoro e mal sopportata fuori del lavoro. La politica dell'abitazione si riduce, nel migliore dei casi ai dormitori vicino ai luoghi di lavoro. Senza essere inserito in una comunità articolata, l'immigrato avrà una difficile vita sociale. Non si integrerà se non avrà alcuni diritti civili fino a quello di cittadinanza, sia pure con specifiche regole per ottenerlo.fase negativa del ciclo economico, quando si riduce la domanda di manodopera.(...) Legare il permesso di soggiorno al contratto di lavoro scontenta gli imprenditori e feudalizza il rapporto tra lavoratore e padrone, concedendogli la possibilità di ogni arbitrio e ricatto. Si continua a non riconoscere il diritto all'uguaglianza tra lavoratori, il diritto a un «progetto migratorio» di chi sceglie di lasciare il proprio paese per cercare condizioni di vita migliori, o semplicemente accettabili" (il manifesto - 25 Settembre 2002-I servi della legge di Dino Greco)
Dietro la retorica della fermezza, gli inviti di attuali forze del governo all'uso repressivo della marina militare contro le zattere dei dannati della terra, in realta' si nasconde una programma politico di negazione dei diritti del lavoro. Si copre la necessita' "dell'azienda italia"( per ragioni di competitivita' internazionale)di "drogare" il mercato del lavoro spingendo i lavoratori immigrati nella clandestinita',in condizioni di assoluto sfruttamento e privi di alcuna tutela o possibilita' di organizzazione sindacale.
La legge "Bossi-Fini" che istituisce un "contratto di soggiorno" dei migranti rigidamente legato alla loro condizione occupazionale viene usato per dare agli imprenditori un enorme potere di ricatto e anche di controllo sui processi di ristrutturazione del mondo del lavoro in italia e contribuisce ad accellerare le dinamiche di precarizzazione e flessibilizzazione senza diritti dei rapporti di lavoro.
Alle politiche del governo Berlusconi improntate al liberismo di Reagan e Thatcher, agli accordi di Schengen- "fortezza Europa" , il FSE-tavolo dei migranti oppone un progetto di costituzione Europea che consideri i migranti come individui liberi che riconosca la liberta' di movimento come un diritto universale (Nessuna ragione economica, politica o sociale può giustificare la privazione della libertà di emigrare, diritto riconosciuto a tutti gli uomini e le donne dagli artt. 13 e 14 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.).Una costituzione Europea che riconoscendo il valore sociale della presenza dei, la centralita' politica del lavoro dei migranti e dell'esercizio del diritto d'asilo non tratti l'immigrazione come un problema di ordine pubblico. ("Le questioni che pongono i movimenti migratori riguardano direttamente la società europea tutta: la costituzione europea dovrebbe parlare alle persone -autoctone, migranti, stanziali o nomadi che siano - senza differenze di appartenenza nazionale")
Da tempo all'interno del movimento le esperienze pratiche e le richieste dei migranti hanno imposto di riflettere sui migranti come "soggettività autonoma" potenzialmente in grado di mettere in discussione tanto "le forme di appartenenza istituzionalizzate, quanto le pratiche politiche e organizzative della nostra tradizione."Proposte demagogiche come quelle di Alleanza Nazionale, del voto amministrativo agli immigrati, servono oggi ad aggravare la differenzazione tra regolari e irregolari((" il secondo avverte maggiormente la condizione di "fuori legge" e ciò lo rende invisibile e refrattario ai contatti") a diffondere una idea di "cittadinanza astratta" e a neutralizzare la ricchezza e l'autonomia politica dei migranti legandola alla carta di permesso di soggiorno.
Sono molte e molti i soggetti politici che in italia hanno commesso l'errore di guardare alla questione "emigrazione" prevalentemente da una prospettiva "economica" o di "ordine pubblico". La legge Turco-Napolitano ha concesso eccessivi poteri discrezionali alle forze dell'ordine nella gestione della "regolarizzazione" degli immigrati(ricongiungimento familiare ecc) e nella repressione dei cosiddetti"clandestini".Soggiacendo alla "sindrome da invasione" e alla "voglia di sicurezza"( la legge ha istituito i cpt-centri di permanenza temporanea) la Tuco-Napolitano ha lasciato aperto spazi repressivi che l'attuale governo ha usato per annullare completamente quella parte della legge che avrebbe dovuto favorire l'integrazione, l'accesso alla parità di diritti civili e sindacali lavoro dell'immigrazione.
Un extracomunitario su quattro in Umbria è clandestino e viene impiegato prevalentemente nell'assistenza agli anziani e in lavori definiti invisibili.( ricerca dell'Irres(2001) "Immigrazione irregolare e clandestina in Umbria"-http://www.societaprotezionecivile.it/umbria/immigrazione/immigrazio ne.html) provocatoriamente si potrebbe chiedere ai comuni e alle regioni di concedere il diritto di essere eletti consiglieri comunali e deputati regionali agli immigrati"clandestini" o "irregolari". Ma a parte le "provocazioni" oggi sarebbe importante che tutte le forze della sinistra ridiscutessero del tema migrazione da una prospettiva che tenga conto anche delle determinazioni soggettive che sono alla loro base del fenomeno, delle domande di liberta' di cui cui sono portatori i migranti.
"Vogiiamo pane, ma anche rose" : questa frase fu scritta per la prima volta su un cartello impugnato da una filandina napoletana durante i terribili scioperi di Lawrence( Massachusetts, del 1912) quando noi italiani emigrati eravamo considerati la feccia del pianeta.Quando eravamo poco piu' che Wop-senza carta di soggiorno/dei senza documenti-e non potevamo mandare i nostri figli alle "scuole dei bianchi" in Lousiana,alla stazione di Basilea ci era vietato l'accesso alle sale d'aspetto di terza classe e venivamo considerati "non bianchi" nelle sentenze in Alabama e, pertanto possibili oggetto di ogni tipo di discriminazione.
Gia' sarebbe un dato positivo il ri-cominciare a discutere di immigrazione recuperando la memoria storica di "un'italia paese di emigranti" , ricordandosi che l'accoglienza oggi riservata ai migranti nel nostro paese è la stessa subita dai nostri emigranti all'estero.Stando ai dati del demografo Antonio Golini, infatti, sono ben 27milioni gli italiani che hanno lasciato il paese tra il 1876 e il 1988; circa la metà di essi sono emigrati in via definitiva. Tra i nostri connazionali che vivono all'estero, i loro figli e i loro nipoti c'è un'altra Italia sparsa nel mondo...
Noi (G. Bertelli - I. M. Zoppi)
Noi che sui moli per cent'anni di voci sparse e silenzi nelle attese di pianti, che tutto si può piangere speranze aperte e vite amare spese
Noi che nella scia di cento navi di giorni lunghi, tracce sparse al sole abbiamo appeso al colmo di ogni prua stracci di sorrisi e di parole
Speranze appese e stracci di sorrisi vite amare spese di parole passi stesi intorno alla stazione per figli dottori e case nuove.
Noi che abbiamo venduto i nostri figli comprato sogni spenti all'imbrunire e abbiamo accolto uomini già vinti tornati alla terra per morire
Noi da sguardi freddi e pane duro cresciuti di violenze senza nome di cose amare e armati di paure di passi stesi intorno alla stazione
Speranze appese, stracci di sorrisi vite amare spese di parole passi stesi intorno alla stazione per figli dottori e case nuove.
Noi che con le mani o nelle strade soldi avvelenati e salvatori odiato prezzo dato e mal pagato per case nuove e figli dottori
Ora dalle tavole imbandite con la memoria corta, addormentata abbiamo fretta di ricominciare dall'altra parte della barricata.
Voglio cantare canti in nuove lingue e ascoltare suoni mai suonati voglio toccare gesti in nuovi giochi perdermi con ritmi mai danzati
Voglio sentir pregare in cento lingue cento dei diversi eppure uguali voglio veder giocare cento giochi da uomini diversi eppure uguali.
Cento dei diversi eppure uguali uomini diversi eppure uguali
link approfondimenti:
"Affinchè le Terre di Nessuno si estendano per tutto il pianeta..." http://www.tmcrew.org/border0/
Cestim è un sito di documentazione per una corretta rappresentazione degli attuali fenomeni migratori http://www.cestim.org/
http://italy.indymedia.org/features/migranti/ sezione di indymedia specifica sulle questioni riguardanti l'immigrazione e le lotte che sviluppano sul territorio]
http://www.inafrica.it/tamtam/associazioni.html l tam tam di inAfrica.it è il portale dei popoli Africani in Italia
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