Ultime pietre nella costruzione della cosiddetta inchiesta sulle COR: ingegneri, geometri, muratori e manovali.
Le Cor
"Nel loro documento programmatico scrivono: 'Siamo una organizzazione
di proletari comunisti, anarchici e antimperialisti che hanno colto che
il divisionismo settario è la causa della debolezza del fronte
rivoluzionario nei confronti del padronato e della sbirraglia'.
Colpisce l'età media degli arrestati: 25 anni. E' una leva
giovane che teorizza il superamento degli steccati ideologici tra le
varie componenti eversive: 'Ideologismo, dogmatismo e settarismo hanno
portato una divisione corpuscolare all'interno della componente
comunista extra-parlamentare legale. La nostra critica oggettiva va
anche all'ala legalitaria anarchica e così pure a quella
nostrana antimperialista." (6)
L'impegno
degli inquirenti
"'…l'impegno è stato di massimo livello. Non abbiamo avuto
nessun tipo di parsimonia né sul fronte degli uomini -
poliziotti e carabinieri che hanno lavorato per circa un anno giorno e
notte - né sull'utilizzo delle strumentazioni tecniche'" (7)
" Su Frediani dunque si concentrano le indagini della Digos. Il giovane
viene pedinato 24 ore su 24." (8)
" William Frediani…. da un mese e mezzo era pedinato giorno e notte
dalla Digos che non lo perdeva d'occhio. E i carabinieri, allo stesso
tempo, stavano seguendo i movimenti di altri due giovani" (11)
"Lo studente .. è stato pedinato giorno e notte. Ogni volta che
usciva da casa, senza che lo sapesse, i suoi movimenti venivano
monitorati: la polizia lo ha pedinato ovunque, anche al supermercato,
al punto che un investigatore butta lì, come una battuta, la
frase 'sapevamo anche cosa mangiava'."
Si ricorda l'accusa di aver appiccato il fuoco al portone di Giovanna
Fusco: forse durante un attimo di distrazione dei pedinatori che lo
seguivano giorno e notte e durante il periodo di non funzionamento
della telecamera posta davanti casa.
Puntualità
negli arresti
"Nel giorno della relazione dei Servizi sulla politica informativa e
della sicurezza, i magistrati di Pisa arrestano tre militanti delle
COR" (6)
"La relazione dei servizi è stata consegnata proprio mentre a
Pisa finivano in manette William Frediani, Giuseppe Bonamici e
Francesco Gioia" (15)
Conferma
dell'ipotesi dei servizi segreti (con contraddizioni)
"Le Cor, secondo la relazione degli 007, rivelano 'una discreta
potenzialità di contaminazione, in grado di trovare terreno
fertile nel panorama attuale dell'eversione, caratterizzato
dall'assenza di gruppi fortemente strutturati sotto il profilo
ideologico e organizzativo e da un diffuso microterrorismo di
ispirazione prevalentemente anarchica. L'ipotesi di una possibile
'contaminazione' tra esperienze anarcoinsurrezionaliste e della
sinistra antagonista radicale di matrice comunista ha trovato ieri, con
gli arresti di Pisa, una prima conferma. Uno dei tre militanti delle
Cor, pur avendo un trascorso di destra, dopo essere transitato per il
circolo anarchico 'Il Silvestre', che sembra essere la fucina delle
Cor, era approdato alle Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza
per il comunismo" (6)
"E' partito dall'estrema destra negli anni del liceo, ha fatto una
capriola finendo nei gruppi dell'estrema sinistra, ed è poi
approdato nelle file del neoribellismo di marca ambientalista e
anarchica". (8)
" Il fulcro sarebbe dunque il Silvestre, come si è sempre
sospettato?"
"Tutti gli arrestati sono attivisti noti da anni o partecipanti alle
iniziative di questo Circolo, che si presenta come ecologista ma in cui
gravita anche un gruppo che si definisce anarchico, gli Incontrolados e
dove nascono due pubblicazioni episodiche, Terra Selvaggia e Mamora".
(1)
Associazione
a delinquere
"..per i magistrati di Pisa, le Cor non sono un'associazione
sovversiva: ai suoi militanti sono stati contestati solo reati di
associazione a delinquere e di fabbricazione di ordigni esplosivi… 'Le
Cor - scrive il gip - non sono una organizzazione terroristica od
eversiva in quanto pacificamente non connotata da finalità di
terrorismo e nemmeno da chiare finalità di eversione
dell'assetto democratico e pluralista dello Stato, ma soltanto
un'associazione a delinquere volta alla commissione di una
pluralità di reati di danneggiamento e di minaccia grave posti
in essere anche mediante violazioni della normativa in materia di
armi'". (6)
"La procura di Pisa non ha mai ipotizzato l'associazione terroristica o
eversiva come tutti si aspettavano. In quel caso il fascicolo sarebbe
passato automaticamente alla procura di Firenze, competente sulle
organizzazioni terroristiche operanti in Toscana. E forse il timore di
dover cedere un lavoro di anni svolto in silenzio, prima di
raccoglierne i frutti, ha spinto gli inquirenti pisani ad essere
particolarmente cauti nella formulazione dell'ipotesi di reato" (9)
"difficile pensare che il terrorismo, in questa vicenda, non c'entri
nulla. Il documento programmatico delle Cellule di offensiva
rivoluzionaria è stato spedito anche alla brigatista Nadia
Desdemona Lioce nel carcere di Sollicciano: ' La nostra ambizione
è costruire un'organizzazione che sia anello di congiunzione
delle componenti rivoluzionarie comuniste combattenti, anarchiche,
insurrezionali e antimperialiste. Ci piace ricordare la definizione che
si dettero le Brigate Rosse: gruppi di proletari che hanno capito che
non serve a niente minacciare a parole e di tanto in tanto esplodere in
uno sciopero, ma hanno capito anche che i padroni sono vulnerabili
nelle loro persone, nelle loro case…' (9)
"E' lo stesso sostituto procuratore Antonio Di Bugno, nella sua
richiesta di arresto al gip, a spiegare che il 'primo documento
chiarificatore' apparso per la prima volta il 4 giugno 2004 e firmato
congiuntamente dalla cellula toscana e romana, nel quale si incitava
alla ripresa della lotta armata, non ha avuto alcun riflesso
sull'attività del gruppo. Le azioni poste in essere
successivamente a quel documento - scrive il pm al gip che dovrà
decidere sulla richiesta di arresto - che volevano essere una dura
risposta all'azione repressiva abbattuta sui compagni Perondi, …
'svelano appieno l'inconsistenza operativa di quel programma che
è rimasto, come era prevedibile e auspicabile, nel limbo delle
velleitarie ambizioni di questa organizzazione criminale. Il tutto si
è ridotto nello spedire per lettera delle minacce'. La
dimostrazione, secondo il pm, arriva dal fatto che le Cor si
preoccupano di sottolineare la loro attenzione per il rischio di un
eventuale coinvolgimento di persone e abitazioni diverse da quelle
avute di mira, 'preoccupazione che smentisce l'inizio di una fase di
lotta armata e guerriglia urbana'". (9)
"… la Procura esclude l'ipotesi di 'terrorismo ed eversione' preferendo
contestare l'associazione a delinquere, perché il 'programma'
non metterebbe in 'pericolo' le istituzioni." (14)
"Per il PM Antonio Di Bugno …. il documento programmatico delle COR
inviato al Il Tirreno di Livorno con cui le Cellule di Offensiva
Rivoluzionaria tentarono il salto di qualità non era che 'una
macedonia culturale politico-ideologica senza un filo logico, che
poteva aver maggiore apparenza di serietà, ma nessuna
novità. Accusavano la stampa di volerli appiattire sul
cliché delle Br…'" (1)
Si
continua a costruire il personaggio-chiave
"e' il Frediani, comunque, il personaggio-chiave di questo nuovo
capitolo sull'eversione toscana. Sembra sia lui il vero capo del
circolo 'Il Silvestre' alias Cellule di Offensiva Rivoluzionaria ed
appare decisamente interessante il suo percorso politico. E' partito
dall'estrema destra negli anni del liceo, ha fatto una capriola finendo
nei gruppi dell'estrema sinistra, ed è poi approdato nelle file
del neoribellismo di marca ambientalista e anarchica". (8)
"Un capo, lasciano capire gli inquirenti. Forse, addirittura il capo.
(21)
Il parere del PM. "E' un gruppo criminale senza vertici, che si
sviluppa orizzontalmente per aggregazione momentanea e spontanea …" (1)
Compagni
di classe
"E così la Digos, analizzando gli iter scolastici e universitari
di alcune 'vittime' … si sono resi conto di un particolare
'inquietante': per un certo periodo .. tre (poi diventati quattro)
avevano frequentato la stessa classe al liceo classico" (8)
"Uno era stato in classe con esponenti della destra finiti nel
mirino"(1)
"… Giovanna Fusco, (sua ex compagna di classe)" (13)
"SOLIDARIETA'. «Willy siamo con te». Dato che in questo
momento non abbiamo altro modo di comunicare con te, vogliamo comunque
esserti vicini esprimendoti il nostro affetto. I tuoi compagni di
classe ed amici del liceo ricordano la tua sensibilità,
generosità, disponibilità e la solidarietà
che hai sempre dimostrato verso chiunque. Anche per queste
qualità, che hai mantenute invariate negli anni, ci auguriamo di
poterti riabbracciare presto. Laura Bellucci, Elisa Ciabatti, Alessia
Gambassi, Irene Del Chicca, Graziella Ripoli, Sara Benedetti e altri
amici del Liceo 'Galilei' sezione B" (22)
La verità dei reali compagni di classe (quelli dei registri):
solo Mannocci è stato nella stessa classe e per pochi giorni.
Le
prove decisive
"…per Frediani e Gioia - contro i quali ci sono prove decisive" (1)
Che naturalmente non vengono spiegate nell'articolo. Si noti come
interpretazioni arbitrarie e labili indizi diventino prove decisive,
senza specificare niente.
La
sola "prova decisiva" contro Frediani e Gioia, ovvero l'intercettazione
ambientale
"Gli investigatori avrebbero infatti raccolto le prove di una loro
precisa responsabilità e diretta partecipazione all'attentato
del 5 aprile scorso quando venne data alle fiamme l'auto del presidente
provinciale di An, Marco Meucci" (21)
Ecco la prova decisiva da cui si evince anche l'accusa di
fabbricazione, detenzione e trasporto di materiale esplosivo.
"Frediani: 'Facciamo stasera la cosa?'. Gioia: 'Quando questa sera?'.
F. 'Si va a piedi, l'unica cosa è quella lì'. G. 'Se
c'hai il motorino a casa quanto ti ci vuole a prenderlo'.
'Da questa conversazione - spiega il gip - si evince come i due
indagati avrebbero dovuto quella sera compiere un'azione certamente
illecita in quanto non avevano intenzione di utilizzare la vettura del
Gioia (ndr: sic!) che è stata parcheggiata in Piazza San
Silvestro ma piuttosto un altro mezzo di trasporto che era da loro
stato individuato in un motorino'. Il gip ritiene quindi valida la
ricostruzione dei fatti del pm in base ai quali il Frediani avrebbe
utilizzato per raggiungere la casa del Meucci il ciclomotore della
fidanzata…" (7)
La
sola "prova decisiva" contro Bonamici e Gioia
"Dalla conversazione telefonica intercettata il 7 giugno scorso,
cioè dopo gli arresti in flagranza di …., emergono anche i
commenti degli indagati dopo aver visto la televisione. Giuseppe
Bonamici telefona al Gioia e dice: 'Ho visto ora il tg,
dicono…arrestato un cascinese per questa storia qui e poi dice … le Cor
fanno capo al Silvestre, figurati!'. E dopo aver affrontato altri
argomenti: ' Ora come gruppo siamo proprio sputtanati capito? Hanno
detto al tg che facciamo capo al Silvestre, capito?'. ' Il gruppo che
sarebbe stato sputtanato dalla notizia riportata in televisione -
spiega il gip - non può che identificarsi nelle cor'." (7)
La
"prova decisiva" sulle lettere minatorie
"1) Dall'esame della cifra '3', facente parte degli indirizzi apposti
sia sulle buste con cui furono spedite alcune rivendicazioni […] sia
sulla busta con cui fu spedita la lettera di minaccia a Logli Gino (..)
è emerso, confrontandole con la medesima cifra facente parte
delle date manoscritte sui due ritagli di stampa sequestrati [al
Frediani] che tutti quei caratteri grafici provenivano 'da un medesimo
parametro ideativo'. Detto 'parametro ideativo' appare riferibile al
Frediani in quanto la raccolta degli articoli di stampa fotocopiati era
stato[a] curata personalmente dal medesimo indagato.
….
Giova, peraltro, aggiungere che, anche qualora non si volesse acceder
alla conclusione che precede, si dovrebbe, comunque, ritenere che il
Frediani avesse ricevuto, a conferma della sua appartenenza alla COR, i
documenti sequestrati da colui che aveva proceduto alla loro raccolta
nonché alla compilazione dei relativi documenti minatori.
….
2) fra le lettere manoscritte di minacce sono riconducibili alla grafia
del Frediani quelle dirette a….
In proposito deve essere aggiunto che anche le altre lettere minatorie
appaiono scritte con la stessa mano grafica;
3) la lettera "n" facente parte degli indirizzi apposti sulle buste
contenenti le lettere di minacce a …. evidenziano qualitativamente una
corrispondenza con la grafia di … [la ragazza di Frediani], anche se
non del tutto sufficiente dal punto di vista quantitativo, in
considerazione delle poche buste riportanti quel tipo di lettera "n",
per giungere ad un giudizio di sicura attribuibilità.
Del resto se le lettere erano state scritte dal Frediani appare
verosimile che gli indirizzi fossero stati apposti dalla sua
fidanzata".
Ordinanza N. 2505/04 R.G. GIP (Ordinanza applicativa della misura
cautelare degli arresti domiciliari)
La
Procura si appella contro i domiciliari
Attualmente solo Alessio Perondi - il primo ad essere preso - si trova
al carcere Don Bosco. Gli altri sono tutti ai domiciliari: più
precisamente quattro in luoghi diversi dal domicilio e gli ultimi
presso la loro abitazione. Ma è proprio contro questa misura -
concessa dal gip Leonardo Degl'Innocenti - che intende ricorrere la
Procura di Pisa. L'ufficio dei PM titolari dell'inchiesta - il
procuratore Enzo Iannelli e il sostituto Antonio Di Bugno - ha
annunciato che predisporrà tempestivamente, già da
domani, gli atti per appellarsi al Tribunale del Riesame di Firenze.
Secondo la procura di Pisa - che aveva inoltrato le richieste di
custodia cautelare già da dieci giorni - esistono motivi di
'rilevante pericolosità' degli ultimi tre soggetti arrestati
tali da richiedere e giustificare ampiamente la necessità della
custodia cautelare in carcere. (5)
"' Crediamo che l'unica misura da adottare in questo caso sia la
custodia cautelare in carcere' - ha spiegato il magistrato [Di Bugno].
'L'emissione da parte dei giudici per le indagini preliminare degli
arresti domiciliari a tutti gli indagati è decisamente un
provvedimento che si discosta dalla nostra linea di azione e di
pensiero… non siamo stati né seguiti né compresi e
proprio per questo motivo faremo immediatamente appello al Tribunale
del Riesame di Firenze'. Per gli inquirenti non è chiaro la
diversa misura cautelare applicata a tutti gli indagati. perché
Alessio Perondi è l'unico ad essere rimasto in carcere mentre
gli altri hanno avuto dai gip una misura cautelare meno restrittiva.
'William Frediani e Francesco Gioia sono sullo stesso piano di Alessio
Perondi' - ha sottolineato il sostituto procuratore pisano - 'i primi
due sono responsabili dell'attentato incendiario all'auto di Marco
Meucci, l'altro invece di quello alla costituenda caserma dei
carabinieri di Navacchio'. (7)
I
difensori
"i difensori degli arrestati sono comunque pronti a dare battaglia
ritenendo 'tutte da dimostrare' le tesi accusatorie del pubblico
ministero" (5)
"'Le accuse formulate dalla Procura sono tutte da dimostrare: una cosa
sono le ipotesi, una cosa sono i fatti e le prove' Così
l'avvocato Massimo Focacci…'Secondo il PM le COR sarebbero un nucleo
formatosi all'interno de Il Silvestre, ma non è così: si
tratta di due storie distinte e separate'" (5)
E
finalmente: "Le COR sono Frediani"
Secondo gli investigatori della Digos le Cor sono William Frediani. O
viceversa. Secondo quanto emerso dalle indagini sarebbe proprio il
ventisette studente di Lettere… la 'mente' del gruppo eversivo… Ma come
si è arrivati all'identificazione di quello che è
ritenuto il 'capo' delle Cor? Con una paziente e minuziosa
attività investigativa, usando una metodologia classica. … E
così la Digos, analizzando gli iter scolastici e universitari di
alcune 'vittime' .. si sono resi conto di un particolare 'inquietante':
per un certo periodo i tre (poi diventati quattro) avevano frequentato
la stessa classe al liceo classico. E tra i loro compagni c'era anche
un personaggio - appunto William Frediani - che ha destato sospetti: da
simpatizzante di frange dell'estrema destra. con il passare degli anni,
infatti si era spostato all'estrema sinistra per poi sposare gli ideali
anarcoinsurrezionalisti, come il suo amico Francesco Gioia con il quale
- come sostengono gli investigatori - mise a segno il 5 aprile scorso
l'attentato incendiario all'auto di Marco Meucci, segretario
provinciale di An. Rogo scoppiato a Calci, paese dove abita [Ndr:
abitava] l'ex fidanzata di Frediani, che ironia della sorta è
parente di Giacomo Mannocci [Ndr: Marco Meucci]. Su Frediani dunque si
concentrano le indagini della Digos. Il giovane viene pedinato 24 ore
su 24. E' lui - come confermerebbe anche la perizia calligrafica,
l'autore delle (numerose) lettere di rivendicazione delle 'imprese'
delle Cor inviate ai giornali. Un'attenzione - quella del Frediani nei
confronti dei mass media - testimoniata anche dal ritrovamento, tra le
sue carte, di un'accurata, poderosa e aggiornatissima rassegna stampa
sull'attività delle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria. (8)
"Si
apre il carcere per Frediani" (11)
"Contro di lui, gli investigatori avrebbero raccolto le prove che gli
attribuiscono l'attentato all'abitazione di Giovanna Fusco, rivendicato
dalle Cor [Ndr: si tratterebbe del ciclomotore che risultava spostato
rispetto ad un precedente sopralluogo e con il motore ancora
tiepido. Si tratta dunque di una "prova" che scaturisce da una
forzatura di interpretazione - poteva essere nadato dovunque - e basata
sulla sensibilità tattile di chi è intervenuto]. Il
giovane appartenente alle Cor è anche accusato di propaganda
sovversiva per la rivendicazione dell'attentato a Giovanna Fusco via
e-mail. Frediani si era recato presso la biblioteca del centro
Maccarrone [Ndr: come faceva sempre] e da un computer aveva inviato
l'e-mail di rivendicazione [Ndr: interpretazione dei fatti supposta o
immaginata; chi lo pedina non le vede al computer]. Pertanto, ieri
pomeriggio alle 16,30, due pattuglie della Digos e altrettante del
reparto operativo dei carabinieri si sono recate presso l'abitazione di
William Frediani … dove il giovane si trovava agli arresti domiciliari
dal 30 luglio scorso" (11)
"In mattinata William Frediani, Francesco Gioia e Giuseppe Bonamici
avevano fatto scena muta. All'interrogatorio di garanzia svoltosi a
Palazzo di Giustizia davanti al gip Luca Salutini (che ha sostituito il
collega Leonardo Degl'Innocenti), infatti, i tre giovani aderenti al
gruppo narco-insurrezionalista 'Il Silvestre' si erano avvalsi della
facoltà di non rispondere" (13)
"Le indagini di carabinieri e polizia si erano concentrate fin
dall'inizio sul Frediani ma la conferma ai sospetti è arrivata
il 29 luglio scorso - giorno precedente all'arresto di Frediani e di
altri due militanti del «Silvestre», Giuseppe Bonamici e
Francesco Gioia - con la rivendicazione dell'attentato alla posta
elettronica di alcuni quotidiani: il «Corriere della Sera»,
«Repubblica», «Libero», al
«Tirreno» di Pisa, Livorno e Massa e al giornalista di
Repubblica Vittorio Zucconi.
Nell'arco di poco gli investigatori sono stati in grado di risalire al
computer da cui era partito il messaggio di rivendicazione, dalla
biblioteca provinciale Centro Maccarone. All'ora in cui è
partita la e-mail Frediani si trovava proprio nella biblioteca."
I
contatti con l'Islam: Il Corano e Forattini.
Titolo: "William Frediani ha portato in carcere una copia del Corano.
Sottotitolo: "Gli investigatori lo ritengono un vero e proprio
'pericolo pubblico'. Ha una vasta e variegata biblioteca "
Inizio articolo: "In carcere con il Corano. A portare il sacro testo
dell'Islam in una cella del Don Bosco è stato William Frediani,
28 anni, lo studente pisano di lettere - un «pericolo
pubblico» lo ha definito ieri un investigatore - ritenuto la
'mente' delle Cellule di offensiva rivoluzionaria finito venerdì
pomeriggio dietro le sbarre … (2)
"Quando i carabinieri e poliziotti sono andati a prenderlo - per
eseguire l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip
Luca Salutini (in cui viene accusato di danneggiamenti, incendio e
attività sovversiva) - gli hanno detto di prepararsi una borsa
con indumenti ed effetti personali, ma lui ha risposto: "Non importa,
porto solo questo", e ha mostrato appunto il Corano." (2)
Titolo: "Il militante COR in carcere con il Corano" (3)
Inizio articolo: "Sarà il Corano a fare compagnia in carcere a
William Frediani…. Quando i carabinieri sono andati a prelevarlo a casa
per trasferirlo in carcere, lo studente ha voluto portare via solo il
libro sacro dell'Islam. I militari gli hanno detto di prepararsi una
borsa con indumenti ed effetti personali ma la sua risposta è
stata: "Non importa, porto solo il Corano". Il particolare è
stato reso noto dal comandante del Nucleo Operativo dei carabinieri di
Pisa, il maggiore Remo Robazza"
(3)
"Dal mese di maggio si innesta sull'indagine una proficua
collaborazione con la polizia, che stava seguendo la pista di Frediani
(il giovane si è portato in carcere un libro del Corano: ndr). E
questo porterà all'arresto congiunto polizia-carabinieri dello
studente (che si è portato in carcere un libro del Corano;
ndr) (4)
"'William Frediani? Un pericolo pubblico. Una persona glaciale, che
quando è stata prelevata a casa per andare ha preso solo una
copia del Corano'. Parla uno degli investigatori che indaga sulle
Cellule di Offensiva Rivoluzionaria" (ndr. Anonimo l'autore
dell'articolo. Tentativo di rendere anonimo l'informatore, il cui nome
dovrebbe essere ormai chiaro a tutti) (8)
Poi,
in un trafiletto sul Tirreno (ma non sulla Nazione e gli altri), la
smentita ufficiale:
"In cella con Corano e Inferno per preparare un esame. William Frediani
sta preparando un esame di letteratura per l'università. E'
questo il motivo per cui ha scelto di portare in carcere il Corano.
Tant'è vero che ha portato con sé anche l'Inferno di
Dante. L'esame che Frediani sta preparando prevede l'individuazione e
lo studio all'interno del capolavoro dantesco dei possibili richiami
del Corano. Nessun legame o quant'altro delle Cor con il mondo
islamico. Un elemento che viene confermato dalla stessa Digos che … non
ha mai riscontrato alcun collegamento con la comunità islamica"
(18)
Feroce
satira di Forattini: è qui la base degli amici di Bin Laden
(13)
PISA - La nostra
città legata da vincoli di
amicizia e
complicità addirittura con Bin Laden, lo sceicco del terrore, il
nemico giurato degli Usa e dei loro alleati. E' quanto traspare, in
maniera fin
troppo esplicita, dalla vignetta che Giorgio Forattini … ha firmato per
l'ultimo numero di Panorama.
La scena non lascia dubbi: il principe del male è ritratto in
una grotta, il suo nascondiglio segreto. Barba lunga e turbante, in una
mano il mitra e nell'altra un telefono cellulare che squilla. L'anonimo
interlocutore è proprio un pisano e dice: «Pronto,
compagno Bin? Qui Pisa. Quand'è che ti decidi a far fuori
Berlusconi?». E lui, freddo e cinico, risponde: «Come e
quando lo decido io, compagni! Io vi pago solo per segnalarmi i suoi
spostamenti». Dunque, Pisa come base di amici fidati e sodali di
Bin Laden. La vignetta è satira, ma la matita pungente di
Forattini ha lasciato comunque il suo segno. Perché proprio
Pisa? Lo abbiamo chiesto direttamente a Forattini: «E' semplice.
In questi giorni su tutti i giornali - spiega dalle vacanze - si
è parlato dei gruppi e delle frange anarco-insurrezionaliste che
a Pisa hanno trovato un terreno fertile per svilupparsi. Nella vostra
città è da sempre attiva una grossa attività
'gruppettara' contraria agli Usa e ai loro alleati e quindi amica di
Bin Laden e di chi predica il terrorismo. Nuclei eredi delle Br o che
in qualche modo ad esse si ricollegano inneggiando alla lotta armata
con proclami di vario segno». Un giudizio severo che, anche se
reso mediante una vignetta satirica, non mancherà di far
discutere.
Senza
prove perché "E' stata un'indagine faticosa: non usavano
telefoni e si muovono quasi sempre a piedi" (3)
«L'indagine non è stata facile - ha spiegato un
investigatore - perché queste persone vivono in modo maniacale,
non usano cellulari, fanno poche conversazioni telefoniche e
soprattutto organizzano contropedinamenti quando si spostano per capire
se sono seguiti». (2)
"E' stata un'indagine lunga, faticosa e difficile - ha dichiarato il
comandante del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Pisa, il maggiore
Remo Robazza - Queste sono persone che vivono in maniera quasi
maniacale, non usano telefoni, si muovono soltanto a piedi o in
bicicletta e si contropedinano da soli" (3)
"Da molti mesi - spiega il maggiore Robazza - eravamo sulle tracce di
questo gruppo. Un'indagine particolarmente difficoltosa, anche
perché la maggior parte di questi ragazzi non ha telefonino, si
sposta senza auto, insomma bisogna fare i conti con comportamenti non
convenzionali, e anche molto sospettosi." (4)
Ed
invece:
"Non hanno mai usato troppe precauzioni i giovani del Cor. Mentre i
brigatisti parlavano soltanto con i cellulari di organizzazione e
buttavano via le schede prepagate per non farsi scoprire, loro si
chiamavano dai telefoni di casa. Sin troppo sicuri, forse convinti che
alla fine non sono queste le cose che contano" (10)
Pericolo
pubblico, ovvero come arrestare e offendere senza conoscere
William Frediani, 28 anni, lo studente pisano di lettere - un
«pericolo pubblico» lo ha definito ieri un investigatore -
ritenuto la 'mente' delle Cellule di offensiva rivoluzionaria finito
venerdì pomeriggio dietro le sbarre … (2)
"E' un pericolo pubblico - ha detto di Frediani il maggiore Robazza -
lui è il responsabile degli attentati incendiari all'auto di
Marco Meucci e all'abitazione di Maria Giovanna Fusco…" (3)
L'obiettivo
sventato
"Le Cor avevano già individuato il prossimo obiettivo: il dottor
Luciano Bassi, medico legale di Pisa che fu incaricato delle perizie
sulla morte di Marcello Lonzi, avvenuta nel 2003 quando era detenuto a
Livorno. Nei suoi confronti, ritiene il gip, il gruppo stava svolgendo
un'attività 'istruttoria' preliminare a un atto dimostrativo: '
Si può ritenere che l'attività minatoria del gruppo nei
confronti del dottor Bassi - spiega il gip Leonardo Degl'Innocenti
nell'ordinanza di custodia … - nel momento in cui avessero superato la
fase preparatoria, come tale non punibile, fosse finalizzata al
compimento di atti di danneggiamento'. Sui muri dell'istituto di
medicina legale, ripercorre il gip, sono apparse diverse scritte contro
il dottor Bassi e sulla morte del detenuto il 5 e il 9 luglio scorso,
al circolo Il Silvestre di Pisa si sono tenute diverse riunioni,
sfociate poi nella manifestazione, il 10 luglio scorso, davanti al
carcere di Livorno. Nel corso di un'attività di pedinamento
è poi emerso che il 14 luglio il Frediani e il Gioia si erano
recati con il motorino ad Antignano, luogo di residenza del dottor
Bassi. Così come il 22 luglio scorso il Frediani si era recato
presso l'istituto di medicina legale di Pisa e aveva preso le targhe
delle auto parcheggiate intrattenendosi per oltre due ore sul posto. E
nel corso di un pedinamento è stata sequestrata della
documentazione buttata via dal Frediani dove c'era un volantino a firma
'anarchici e anarchiche di via del Cuore', in cui era leggibile
parte dell'indirizzo del dottore". (7)
La
fuga di Gioia
"Francesco Gioia è fuggito dagli arresti domiciliari… Si
è scatenata la caccia all'uomo di carabinieri della compagnia di
Cecina, reparto operativo dell'arma di Pisa, Digos e squadra mobile
pisana…. posti di blocco sono stati organizzati in tutte le strade
intorno a Rosignano, un elicottero dei carabinieri si è alzato
in volo sorvolando al costa tra Pisa e Rosignano, poliziotti sono stati
sguinzagliati nel centro di Pisa e nei dintorni. La foto di Francesco
Gioia è sul cruscotto di tutte le auto pattuglie delle forze
dell'ordine. Una caccia che al momento non ha dato i suoi frutti…. La
tesi più accreditata è che sia scappato a piedi. Motorino
e auto sono al loro posto. E non avrebbe neanche preso i soldi. La
prima possibilità è la fuga in treno. La stazione non
è lontana…. Ma Gioua avrebbe dovuto passare vicino alla caserma
dei carabinieri… Un rischio alto. In secondo luogo, Gioia potrebbe
essere salito su un autobus verso Rosignano o verso il mare. Da
lì cambiare destinazione di cui non si esclude la stessa Pisa.
E' forse la via di fuga più attendibile. Ma Francesco Gioia
potrebbe anche essere risalito verso la variante" (15)
"E' scappato perché era terrorizzato, perché temeva che
le accuse contro di lui sfociassero in una condanna…. Secondo la
famiglia … questi sono i motivi che avrebbero spinto alla fuga …
Francesco Gioia. Anche se lui, davanti alla magistratura e alla propria
famiglia, 'ha sempre dichiarato la sua innocenza e quella dei suoi
amici'" (15)
"Francesco aveva paura di finire in carcere. E' stato abbastanza
tranquillo finché sabato non ha saputo che William Frediani era
stato portato in prigione - spiega il nonno … - e siccome
Francesco sosteneva che William non aveva fatto nulla di male, si deve
essere convinto che rischiava anche lui di finire in prigione" (19)
"Cor,
forse già in Francia il militante evaso"
"Potrebbe già essere oltre il confine, forse in Francia,
Francesco Gioia, il giovane di 25 anni, arrestato il 30 luglio
nell'ambito dell'inchiesta sulle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria.
(9)
Sentenza
del Tribunale del Riesame di Firenze: carcere da subito.
Il tribunale del riesame ha dato ragione al pm Antonio di Bugno che
aveva presentato appello contro la decisione del gip sugli arresti
domiciliari agli ultimi due presunti esponenti delle Cor finiti in
carcere, William Frediani … e Francesco Gioia … [Ndr. Si ricorda che
Francesco Gioia invece di finire ingiustamente in carcere
preferì la fuga]. Intanto la città continua ad essere
tappezzata di scritte contro la procura, vergate nottetempo con vernice
nera e firmate con sigle anarchiche." (24)
Sentenza
di Firenze (Moroni/Maresca/Rocchi), ovvero ciò che è
immaginabile e futuro diventa reale e presente.
"..in primo luogo l'evasione dagli arresti domiciliari da parte del
Gioia e la sua attuale irreperibilità dimostrano che il giudizio
sulla sua personalità e pericolosità era stato
troppo benevolo, non solo in relazione alla mancata prefigurazione del
pericolo di fuga, ma anche alle ulteriori esigenze cautelari di cui
all'art. 274 cpp (dovendosi dare atto che attualmente è ignota
l'attività dell'indagato, se cioè egli si sia limitato a
nascondersi o si sia attivato per proseguire nell'attività
delittuosa o per incidere sulle indagini in corso); in secondo luogo,
quanto al Frdiani, la nuova ordinanza, questa volta applicativa della
misura più grave della custodia in carcere, relativa ad un
ulteriore episodio di danneggiamento e alle conseguenti rivendicazioni,
mostra ancor più chiaramente la pericolosità del
soggetto, dedito stabilmente [Ndr: è accusato di due soli fatti]
ad azioni di questo tipo e, soprattutto, sorretto da convinzioni
ideologiche ben più pericolose ed estreme di quelle fino a
questo momento espresse dalle COR, [Ndr: si ricorda che Frediani era
stato dipinto sui giornali come il capo delle COR e quindi come
estensore dei documenti. Evidentemente per Firenze quando scriveva i
documenti si moderava. Oppure non è le COR] convinzioni che
mostrano l'adesione convinta alla lotta violenta [Ndr: Da quale
documento che si è dimostrato scritto da Frediani si deduce
questo?] di classe di radice comunista che - si potrebbe dire:
inevitabilmente - prevale sull'ispirazione anarchica [Ndr: mah!];
infine ulteriore elemento davvero preoccupante è la scoperta
[Ndr: Scoperta? Bastava chiederlo] che sia il Gioia che il Frediani
erano iscritti e frequentavano regolarmente [Ndr. come centinaia di
altre persone] il Tiro a Segno Nazionale di Pisa , esercitandosi
frequentemente con pistole di calibro 22: fatto di per sé del
tutto lecito, ma che suscita notevolissime preoccupazioni in ordine
alla possibilità che i due indagati, immersi in ideologie
farneticanti e via via sempre più sganciati dalla realtà,
[Ndr: Da dove ricavano questo? Hanno sentito il PM?] potessero
trasformare l'hobby della pistola in modalità operativa.
D'altro canto la debolezza argomentativi dell'ordinanza del GIP
appellata dal PM emergeva giùà anche prescindendo dalle
sopravvenienze ora evidenziate, proprio in relazione alla
capacità del Frediani e del Gioia di progettare ed eseguire le
azioni di danneggiamento e le successive rivendicazione. Se ciò
vale già con riguardo all'attentato ai danni del Meucci Marco
oggetto dell'imputazione di cui al capo B, fatto davvero grave e
ampiamente dimostra [Ndr: Dunque, nemmeno loro hanno letto gli atti! O
si riferiscono a quella incomprensibile intercettazione ambientale?]
ancor di più vale [Ndr qui inizia il processo alle intenzioni]
con riguardo all'attività preparatoria svolta nei confronti del
dr. Luciano Bassi.
Per quanto concerne quest'ultimo episodio non è davvero
condivisibile la convinzione del GIP secondo cui "le considerazioni che
precedono consentono di ritenere che l'attività minatoria sopra
descritta effettuata nei confronti del dr. Bassi Luciano fosse ..
finalizzata al compimento di atti di danneggiamento": il fatto che in
precedenza, solo atti di danneggiamento fossero stati eseguiti non
permetteva di giungere ad una previsione così ottimista,
escludendo l'eventualità che il Bassi potesse essere colpito in
un momento in. cui si tentava un'escalation delle azioni; il pericolo
di un'azione contro la persona del Bassi (e non solo contro le sue
proprietà) derivava anche dai motivi che lo avevano posto
all'attenzione degli indagati, vale a dire la sua presunta
"responsabilità" in relazione alla morte di un soggetto in
carcere avvenuta poco tempo prima: come poter escludere che un'evento
tragico come la morte di Lonzi Marcello inducesse gli indagati a
vendicare la sua memoria con un'azione violenta sulla persona?
In definitiva la misura richiesta dal P.M. nei confronti del Frediani e
del Gioia era sicuramente adeguata alla loro operatività in
momenti recenti, ai loro stretti legami, alla violenza delle
rivendicazioni e, inoltre, allo stato delle indagini ancora in corso
che facevano temere inquinamenti probatori."
In definitiva non è stato vagliato un solo indizio. Il giudizio
del Tribunale di Firenze è unidirezionale, secondo una linea
già tracciata. Si analizzano fatti nuovi (uno lecito e uno
immaginato) per comminare una carcerazione preventiva.
Melius
abundare quam deficere: Dopo 3 mesi di carcere preventivo, altri 45
giorni
Motivi
della proroga della custodia cautelare (N. 2505/04):
"Non occorrono particolari parole [Ndr sic!] per evidenziare l'estrema
gravità delle esigenze cautelari che militano nei confronti del
Frediani, quali illustrate nel provvedimento coercitivo adottato a suo
carico da questo Ufficio il 6 agosto 2004 [Ndr: incendio al portone
Fusco e rivendicazione: ossia motorino tiepido e visita al Centro
Maccarrone], che deve qui intendersi integralmente richiamato , e quali
anche indirettamente condivise dal Tribunale della Libertà di
Firenze nel provvedimento che riformava in pejus, sulla base della
ritenuta estrema pericolosità dell'indagato, la misura degli
arresti domiciliari applicata allo stesso Frediani nell'ambito di altro
procedimento.
basterà solo ricordare che l'attuale indagato rappresenta uno
degli elementi di spicco, se non addirittura il principale ispiratore
ideologico dell'associazione sovversiva [Ndr: Errore? L'associazione
è "pacificamente" delinquenziale] denominata Cellule di
Offensiva Rivoluzionaria resasi responsabile di un elevato numero di
attentati incendiari, e altri minori reati, commessi a Pisa e a Roma
nell'arco di quasi un anno.
Può aggiungersi che milita 4 carico del Frediani anche
l'esigenza di impedirne la fuga. prospettiva quest'ultima resa
estremamente concreta dai notori appoggi anche internazionali di cui
usufruiscono gli aderenti al movimento anarchico, dei quali si è
del resto avvalso anche il di lui complice Gioia Francesco, evaso dagli
arresti domiciliari e da allora resosi latitante.
Quanto alla pendenza di accertamenti istruttori particolarmente
complessi, questo Giudice non può che fare richiamo alle
considerazioni che lo hanno indotto a prorogare, con provvedimento in
data 7.9.2004, la custodia cautelare degli indagati Galante, Laudi,
Somma e Ragusa (anch'essi militanti delle C.O.R.), vale a dire- alle
numerose indagini (dattiloscopiche, genetiche, informatiche concernenti
ben 486 corpi di reato tempestivamente disposte già da luglio /
agosto dal P.M.,
alcune delle quali concernenti direttamente la posizione dell'odierno
indagato, come le indagini sul materiale informatico trovato in sua
disponibilità volte a ricercare riscontri alla tesi accusatoria
che lo vuole materiale estensore del messaggio e-mail oggetto
dell'odierno provvedimento cautelare.
E' appena il caso di notare che la sufficienza a fini cautelari degli
indizi di accusa raccolti a carico dell'indagato non esclude la
rilevanza di ulteriori acquisizioni probatorie nei suoi confronti.
E ancora, che sussiste l'esigenza di accertare, mediante le complesse
investigazioni di cui si è fatto cenno, se nel reato di
propaganda sovversiva oggetto dell'attuale procedimento abbiano
concorso col Frediani altri militanti delle C.O.R., la cui
individuazione finirebbe ovviamente per riversarsi sulla posizione
probatoria di questi (arg. da Cass. 22.2.1996 n° 5640 nonché
da Cass. Sez. Un. l1.9.2001 n° 33541)".
E
dopo tanto parlare, senza novità alcuna, la procura scredita le
sue affermazioni
Le
reazioni politiche
La
soddisfazione del Sindaco di Pisa
"Avevo chiesto a nome dell'intera città una svolta nelle
indagini. Lo stillicidio degli attentati e il rituale delle
rivendicazioni erano diventate uno spettacolo indegno per Pisa.
Restiamo in attesa degli sviluppi dell'inchiesta perché la
posizione di ciascuno sia chiarita. Ma spero proprio che si sia chiusa
una vicenda che ha avvelenato per un lunghissimo anno la vita della
nostra comunità" (5)
"Il sindaco Fontanelli intanto ha espresso soddisfazione per il lavoro
della Procura 'che si è mossa nella giusta direzione'" (16)
"Pieno appoggio e ringraziamento per l'azione svolta dalla procura e
dalle forze dell'ordine è espresso dal sindaco, Paolo
Fontanelli, che a più riprese, in questi mesi, durante lo
stillicidio degli at tentati firmati dalle Cor, aveva sollecitato gli
investigatori e chiesto il massimo impegno per arrivare a risultati
concreti e chiudere i conti con un fenomeno che «avvelena la vita
democratica e alimenta paure e inquietudini e che è
semplicemente indegno per una città come Pisa». Il sindaco
plaude ai risultati raggiunti e concorda con la procura, la quale
contesta a tutti e tre gli arrestati la partecipazione all'associazione
a delinquere Cor e a due di loro - Gioia e Frediani - anche il reato di
fabbricazione, detenzione e porto di ordigni esplosivi." (5).
Altre
forze politiche
Forza Italia: "Adesso tutta la città spera che l'incubo sia
finito". "'Speriamo che l'incubo sia finito. Certo, ci si poteva
muovere più in fretta ed evitare che le COR mettessero a segno
così tanti attentati' dice il consigliere comunale di Forza
Italia Mariano Tramontana: 'Carcere o arresti domiciliari? La procura
sa evidentemente quello che fa'" (5)
"Larga soddisfazione fra le forze politiche di centrodestra dopo gli
arresti… 'Ci congratuliamo con le forze dell'ordine e la magistratura -
ha affermato il consigliere regionale di alleanza nazionale Achille
Totaro - per l'arresto compiuto nei confronti delle Cor…' Totaro ora si
augura che 'il tribunale del riesame di Firenze accetti la proposta
della procura della repubblica di pisa di trasformare gli arresti
domiciliari in detenzione in carcere. Questi delinquenti hanno usato la
violenza per intimidire chi non la pensa come loro e rischiavano di
commettere attentati che avrebbero potuto mettere a repentaglio la vita
di uomini e militanti di An in Toscana…' Concorda il capogruppo del
partito di Fini a Palazzo Panciatichi, Maurizio Bianconi: 'Siamo
soddisfatti che l'opera di investigazione abbia dato questo esito. A
questo punto l'efficienza delle forze dell'ordine speriamo serva a
scoraggiare questi mascalzoni. E' noto che se c'è la certezza
dell'impunità i fenomeni criminosi dilagano, se invece questa
certezza diminuisce e viene infranta, se farla franza è sempre
più raro, allora può servire da deterrente'. Anche
Lorenzo Zirri, capogruppo di Forza Italia in regione si è
congratulato con le forze dell'ordine… 'plaudiamo all'operazione che
è stata portata avanti, le indagini sono state importanti,
adesso speriamo che si restituisca serenità al confronto
pilitico… '. Zirri invita poi a non dare giudizi affrettati: 'Siamo
garantisti fino in fondo, riponiamo piena fiducia nell’operato della
magistratura'.." (7)
An, Marco Meucci esprime «soddisfazione per gli arresti compiuti
nell'ambito delle indagini sulle Cor. Ci auguriamo che alle indagini e
agli arresti seguano conseguenze serie e adeguate alla gravità
dei fatti, i quali si inseriscono in una precisa strategia eversiva.
Allo stesso modo speriamo che
sulla vicenda venga fatta piena luce individuando i responsabili
materiali e morali affinchè gli episodi che ci hanno riguardato
come vittime non abbiano a ripetersi». E a chi sottolinea
«la presunta passata militanza di uno degli arrestati all'estrema
destra» Meucci ricorda che «questi fenomeni di violenza non
sono altro che la punta dell'iceberg dell'intolleranza politica contro
la
destra a Pisa. E' un atteggiamento che ricorda quello degli anni '70
quando delitti contro gli esponenti della Destra venivano falsamente e
forzatamente ascritti a inesistenti faide interne.
Ringraziamo le forze dell'ordine per il lavoro diretto a garantire che
a Pisa si creino condizioni di vita democratica normale».
"' Grazie signor giudice di aver restituito la libertà ad un
giovane terrorista!'. Sconcerto e rabbia nelle parole di Virgilio
Luvisotti, consigliere regionale di Alleanza nazionale, alla notizia
della fuga di Francesco Gioia… 'Ci sono precise responsabilità
in questa fuga - afferma Luvisotti - e la città pretende delle
spiegazioni da parte di chi ha ritenuto non pericoloso questo
individuo, rigettando la richiesta di carcerazione del pubblico
ministero Antonio Di Bugno e del procuratore capo Enzo Iannelli. Come
possiamo continuare ad avere fiducia nella giustizia pisana se il metro
di giudizio è questo? E' accettabile che lo straordinario lavoro
di investigazione delle Forze dell'ordine, con l'appoggio della
magistratura, finisca per essere vanificato da decisioni così
deleterie per l'inchiesta in corso? Quello che è accaduto
è sconcertante e purtroppo prevedibile e solo un'ennesima prova
di efficienza degli inquirenti potrà portare, mi auguro nel
più breve tempo possibile, in carcere questo giovane. Una fuga
che dovrebbe a questo punto far cambiare idea a chi lo aveva giudicato
un soggetto non pericoloso'" (12, 18)
Bibliografia
(1) Tirreno 31 luglio 2004 (Candida Virgone)
(2) Nazione 8 agosto 2004
(3) Il Giornale 8 agosto 2004 (Simona Giuntini)
(4) Tirreno 8 agosto 2004 (Luciano Donzella)
(5) Nazione 1 agosto 2004 (Guglielmo Vezzosi)
(6) La Stampa 31 luglio 2004 (g.ru)
(7) Il Giornale 31 luglio 2004 (Simona Giuntini)
(8) Nazione 3 agosto 2004 (
(9) Il Giornale 10 agosto 2004 (AMoll)
(10) Corriere della Sera 5 agosto 2004 (F. Sar)
(11) Tirreno 7 agosto 2004 (Giovanni Parlato)
(12) Nazione 10 agosto 2004
(13) Nazione 7 agosto 2004 (Guglielmo Vezzosi)
(14) Manifesto 6 agosto 2004 (Alessandro Mantovani)
(15) Tirreno 9 agosto 2004 (Giovanni Parlato e Barbara Antoni)
(16) Tirreno 1 agosto 2004 (Scuglia)
(17) Giornale 7 agosto 2004 (Antonella Mollica)
(18) Tirreno 10 agosto 2004
(19) Nazione 9 agosto 2004 (L.F.)
(20) Tirreno 3 agosto 2004 (Giovanni Parlato)
(21) Nazione 31 luglio 2004 (Guglielmo Vezzosi)
(22) Nazione 6 agosto 2004
(23) Nazione 2 dicembre 2004
(24) Tirreno 3 settembre 2004 (Candida Virgone)
(25) Nazione 3 novembre 2004
(26) Tirreno 16 novembre 2004 (Giovanni Parlato)
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