La magistratura pisana ha ipotizzato un nuovo reato, più grave (l'intenzione di sovvertire l'ordine democratico) e lo fa esattamente sulla base degli stessi dati di cui era in possesso prima, dati che avrebbero dovuto comportare la scarcerazione dei due indagati.
Avevano chiesto una proroga per completare le indagini sul DNA e le
prove dattiloscopiche su centinaia di corpi di reato. Per Alessio e
William questo rappresentava una speranza: finalmente la possibile
conferma per la loro uscita dal carcere. Non è andata
così, anzi. E' vero, non vi sono tracce del loro Dna né
vi sono le loro impronte sui reperti analizzati. E questo avrebbe
voluto dire in un paese "civile" e "democratico" che non vi erano
più possibilità per tenerli in carcere. E invece la
magistratura pisana ha ipotizzato un nuovo reato, più grave
(l'intenzione di sovvertire l'ordine democratico) e lo fa esattamente
sulla base degli stessi dati di cui era in possesso prima, dati che
avrebbero dovuto comportare la scarcerazione dei due indagati.
Naturalmente la stampa si è di nuovo guardata bene dal leggere
gli atti, non chiedendo neppure i risultati del test del Dna e delle
prove dattiloscopiche.
Dalla stampa:
L'INCHIESTA Associazione sovversiva
Accuse più pesanti per i capi delle Cor Frediani e Perondi
La prosecuzione delle indagini affidata alla Procura Distrettuale
Antimafia competente per i reati di eversione
di Giuseppe Meucci
PISA - Sovversivi e pericolosi, è bene che rimangano in carcere.
Per il vertice delle Cor (Cellule di Offensiva Rivoluzionaria) le cose
si complicano. A William Frediani e Alessio Perondi, che sono detenuti,
ma anche a tutti gli altri giovani coinvolti nell'inchiesta è
piovuta una nuova tegola fra capo e collo. Il Gip Luca Salutini ha
infatti accolto la richiesta del pubblico ministero Antonio Di Bugno
che aveva ipotizzato per loro una imputazione diversa dall'associazione
per delinquere contestata nella prima fase dell'inchiesta, insieme a
quelle più specifiche relative agli attentati e alle minacce.
Salutini ha condiviso la richiesta del Pm ed ha formulato una nuova
accusa di associazione con finalità di eversione dell'ordine
democratico. Questo ha comportato la notifica al Frediani e al Perondi
di un nuovo ordine di custodia cautelare e la contestuale trasmissione
degli atti alla Direzione Distrettuale Antimafia che ha sede presso la
procura di Firenze ed è competente a indagare sui reati di
eversione e terrorismo.
La nuova imputazione contestata fa sfumare per entrambi la speranza di
ottenere in questi giorni la libertà provvisoria. Secondo il Gip
Luca Salutini non è difficile identificare una vera e propria
azione sovversiva nell'attività svolta negli ultimi mesi dalle
Cor di cui è evidente la linea politica finalizzata al
sovvertimento dell'ordine democratico.
Così come è altrettanto innegabile, sempre secondo il Gip
e il pubblico ministero, che il Prediani e il Perondi, oltre ad essere
Soci particolarmente attivi del circolo anarco-ambientalista «II
Silvestre» che agiva alla luce del sole, erano anche direttamente
presenti nei ranghi delle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria. Quelle
Cellule che, secondo la relazione semestrale dei servizi segreti al
Parlamento, «si sono assunte la paternità di una serie di
azioni terroristiche dal luglio 2003 ad oggi e sono state senza ombra
di dubbio il gruppo più attivo nell'ambito della propaganda
armata in Italia».
Parole pesanti, che hanno poi trovato puntuale riscontro nelle
valutazioni che la procura della repubblica prima e poi l'ufficio del
giudice per le indagini preliminari hanno fatto del gruppo eversivo
pisano. Un gruppo all'interno del quale esistevano diversi livelli di
responsabilità e di coinvolgimento ed il cui capo riconosciuto
era proprio William Frediani, subito dopo il quale si collocava il
Perondi. Sul ruolo del Frediani, estremista di destra (ai tempi del
liceo) poi approdato all'estrema sinistra ed alla convinzione che si
stia avvicinando il momento di riprendere la lotta armata propria delle
Brigate Rosse, i magistrati non hanno avuto dubbi. Non solo è
pacifica la sua appartenenza alle Cor insieme al Perondi ed agli altri
indagati, ma in lui si può riconoscere «l'ispiratore,
l'ideologo, l'organizzatore del gruppo».
Le Cellule di Offensiva Rivoluzionaria si presentarono sulla ribalta
toscana più di un anno fa quando prese il via una lunga serie di
attentati incendiari alle auto e alle abitazioni di esponenti politici
di Alleanza Nazionale. Alle Cor viene anche attribuita la
responsabilità delle minacce ai sindacalisti, ai giornalisti ed
alla vedova del tenente Fregosi morto a Nassirya.
Rivelazioni. Su un sito internet William Frediani spiega la sua
strategia per "strappare il mondo dalle mani degli imperialisti"
PISA - Ma che cosa sono esattamente le Cor e quali obbiettivi si
propongono? Su Intemet è possibile trovare ampi stralci di
lettere e interventi di William Frediani che, evidentemente hanno letto
e valutato anche i magistrati. Dopo aver premesso che «partecipa
con il cuore e con la militanza giornaliera alla causa della lotta
antimperialista e della resistenza al crimine capitalistico, William
Frediani aggiunge «che le masse popolari possono farcela a
strappare il mondo dalle mani degli imperialisti. Chi lotta per la
libertà, l'uguaglianza e l'autodeterminazione dei popoli non
può essere fermato. Occorre farla finita con le fobie anti-arabe
propagandate dai missionari razzisti della 'civiltà bianca'.
Occorre spazzare via il loro credo antiterroristico e affermare
chiaramente che i popoli che resistono, in particolare quelli iracheno
e palestinese, non sono 'terroristi', ma uomini e donne gloriosi in
lotta per il fondamento della libertà:
l'auto-determinazione». Questo atteggiamento fìloarabo e
di aperta condivisione degli attentati compiuti in Irak sarebbe stato
all'origine - secondo i magistrati – di uno degli episodi moralmente
più censurabili fra quelli attribuiti al Frediani: la lettera di
pesanti minacce alla giovane donna di fede ebraica, vedova del tenente
Fregosi ucciso a Nassirya.
Il capo delle cellule contesta i giudici e lancia proclami
"Vittima della repressione in un paese in guerra"
PER DUE VOLTE — spiega William Frediani in una lettera apparsa su
Internet nei giorni scorsi — mi sono avvalso della facoltà di
non rispondere e continuerò a farlo. Non ho niente da dichiarare
e del resto trovo ingiusto per la mia persona parlare con chi mi ha
privato della libertà. Sarebbe fare un torto a me stesso e, in
fondo anche alle mie idee. Che siamo un paese in guerra mi sembra
sciocco ricordarlo. Che in un paese in guerra la repressione contro gli
oppositori al sistema sia intensificata fino alle sue estreme
conseguenze, mi sembra altrettanto superfluo da scrivere».
Ieri un comunicato stampa diffuso dalla Procura della Repubblica
informa che «le molteplici azioni poste in essere dalle Cor in
Pisa, Roma e altre località, relative a fatti già
contestati agli indagati e confermati con ordinanze del Tribunale di
Firenze, sono state giuridicamente riqualificate quale associazione con
finalità di eversione, imputazione che riguarda tutti gli
indagati»
Articolo della Nazione 7 novembre 2004
Attentati, per le Cor scatta l'accusa di terrorismo
Restano in carcere Frediani e Perondi: il gip convalida le richieste
del pm
di Candida Virgone
PISA. Il gip Luca Salutini ha confermato le richieste del pm Antonio Di
Bugno: per i giovani pisani accusati di far parte delle Cor, le Cellule
di offensiva rivoluzionaria, è scattata l'accusa di terrorismo
prevista dal 270 bis. Sarà ora la procura distrettule di
Firenze, competente in materia, ad occuparsi del caso che ha visto a
Pisa il verificarsi di una ventina di episodi di minacce e attentati
incendiari. Attentati contro sindacati, giornalisti, esponenti di
partiti politici, aziende, società interinali. Restano dunque in
carcere Alessio Perondi, 21 anni, e William Frediani, 28 anni,
arrestati nell'ambito dell'inchiesta sul gruppo eversivo che si ritiene
legato al circolo anarco-ambientalista n Silvestre, inchiesta che da
giugno ad ora ha portato dietro le sbarre ben otto persone, tutti soci
o simpatizzanti dell'associazione ecologista che ha sede in via del
Cuore. Ieri mattina così ai due giovani pisani, che senza il
provvedimento sarebbero stati scarcerati a giorni, è stata
notificata in carcere la nuova ordinanza di custodia cautelare con
l'accusa di associazione a delinquere con finalità di eversione.
Una pesante accusa di terrorismo. A notificare l'atto i carabinieri del
Rono, il reparto opera• tivo del nucleo operativo diretto dal maggiore
Eugenio Bonacci, e gli agenti della Digos, diretta dal dottor Salvo
Calabrese, nel carcere di Pisa a Frediani ed in quello di Torino a
Perondi.
La stessa imputazione riguarda tutte le persone indagate nel corso di
questa inchiesta. Per tutti dunque l'accusa è di terrorismo.
Come si ricorderà le indagini portarono dietro le sbarre il 6
giugno scorso Alessio Perondi, cascinese, studente universitario di
scienze naturali, accusato di un attentato avvenuto a Navacchio al
cantiere della Edilcostruzioni per la ristrutturazione di una palazzina
dell'Arma: ad inchiodarlo un filmato compromettente. Pochi giorni dopo,
in un casolare di Agnano, furono arrestate altre 4 persone: Leonardo
Landi di 37 anni, Gioacchino Somma, 33, e Benedetta Galante 25.
Finì in carcere impropriamente in quella occasione anche una
ragazza pisana ventenne che però è risultata totalmente
estranea alle indagini e che era andata nel cascinale a trovare un
amico.
Qualche settimana dopo lo stesso provvedimento scatta per l'affittuario
del cascinale, esponente di spicco del Circolo, Costantino Ragusa.
A fine luglio, dopo l'attentato incendiario ad una giovane esponente di
An, nella sua casa di Porta a Lucca, Giovanna Maria Fusco, finì
agli arresti domiciliari William Frediani, studente di Conservazione in
beni culturali. Stesso provvedimento fu preso per altri due
simpatizzanti del Silvestre, Giuseppe Buonamici e Francesco Gioia, 25
anni, di Rosignano. Il 6 agosto per Frediani però scattò
l'arresto e la detenzione in carcere, mentre Gioia sparì di
casa: il giovane si troverebbe ora in Spagna da dove su un sito
internet avrebbe mandato un messaggio agli amici. Gli atti dunque sono
stati trasmessi alla procura della Repubblica di Firenze, competente
per i rati di eversione e terrorismo.
Da Il Tirreno 7 dicembre 2004
Gli anarchici di Pisa diventano terroristi
Arrestati in estate per le «Cor», ora sono accusati di
eversione. Rimarranno in carcere
Alessio Perondi sarebbe uscito dal carcere questa mattina, William
Frediani avrebbe dovuto aspettare ancora un mese. Entrambi erano stati
accusati nell'estate scorsa di far parte di quelle «Cellule di
offensiva rivoluzionaria» con base a Pisa, che nell'ultimo anno
hanno rivendicato una ventina di piccole azioni soprattutto nei
confronti di esponenti di An, sedi di Cisl e Uil, agenzie di lavoro
interinale e caserme. Da ieri, però, l'imputazione per loro,
come per gli altri dieci indagati, è «associazione
sovversiva finalizzata all'eversione» (270bis) con il risultato
che i due rimarranno in carcere almeno per altri sei mesi. Quando
furono arrestati dai carabinieri di Pisa - Perondi il 7 giugno Frediani
e Francesco Gioia (ora latitante) ad agosto - i tre, insieme ad una
decina di indagati, erano tutti accusati di «associazione per
delinquere finalizzata al confezionamento, la detenzione e il trasporto
in luogo pubblico di esplosivi». Proprio l'Arma aveva tenuto a
specificare che le azioni degli arrestati «non sono (erano ndr)
finalizzate a creare terrore diffuso» e che quindi l'idea di
accusare questo gruppetto, composto per lo più da anarco
ambientalisti vicini al centro sociale Silvestre, di essere dei
terroristi non stava né in cielo né in terra.
A sei mesi da quella valutazione la procura pisana cambia idea. Lo fa
sulla base di un documento che aveva in mano da luglio scorso. Un
documento programmatico, non un semplice volantino, in cui le Cor
auspicano l'unione delle differenti sigle «rivoluzionarie»
anarchiche e antagoniste in un'unica organizzazione antagonista. In
realtà di testi altrettanto pesanti ma meno articolati le Cor ne
hanno firmati tanti nel corso della loro carriera. Alcuni inneggiavano
perfino al «compagno Mario Galesi» (il neo Br ucciso
durante la sparatoria che ha preceduto l'arresto di Nadia Lioce).
Eppure fino all'estate scorsa, quelle parole ai magistrati non erano
sembrate sufficienti per parlare di eversione.
La decisione di ieri da parte del gip Luca Salutiniè l'ultimo
atto firmato a Pisa. Per il reato di associazione sovversiva l'indagine
passa a Firenze. Sarà questa procura a dover giudicare gli
elementi raccolti fin ora. Perondi, 21 anni, è finito in carcere
il 7 giugno, incastrato da una telecamera a circuito chiuso che lo
immortalava mentre acquistava una delle taniche utilizzate
nell'attentato del 30 ottobre 2003 contro la caserma dei carabinieri in
costruzione a Navacchio. Massimo Focacci il suo avvocato ha spiegato
più volte che Perondi è gravemente malato ed avrebbe
bisogno di uscire dal carcere.
William Frediani, 28 anni, è considerato il capo del gruppo.
Passato dall'estrema destra all'estrema sinistra e quindi agli
anarchici, secondo la procura avrebbe scritto al proprio computer il
documento che rivendicava una molotov lanciata contro l'abitazione di
Giovanna Fusco, giovane esponente di An a Pisa. (1)
SA. M.
Il Manifesto
(1) Il Comitato ha inviato alla giornalista la richiesta di rettifica
in quanto tracce del documento di rivendicazione dell'atto incendiario
al portone dell'abitazione di Giovanna Fusco sono state rinvenute, non
sul computer dell'indagato, come erroneamente riportato, ma su un
computer della città, ad accesso libero.
Come si vede negli articoli citati non si trovano tracce di DNA. E la
cosa è ovvia, tutti si rifanno alle soliti fonti, che si
guardano bene dal dirlo, anzi di proposito talora forniscono
informazioni inesatte.
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