Il Tribunale di Livorno ha stabilito che la morte di Marcello Lonzi è avvenuta per cause naturali, pertanto non ha ritenuto necessario aprire alcuna indagine.
Nessuna degna risposta è giunta alle 22 domande formulate dall’avvocato Trupiano, legale di Maria Ciuffi, madre di Marcello.
Dunque la legge non chiarifica e non documenta i suoi verdetti, ma consiste semplicemente nell’applicazione di un potere assoluto, discrezionale, eternamente schierato dalla parte dei poteri occulti statali.
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L’avvocato Trupiano ha commentato l’incredibile sentenza sostenendo che il caso Lonzi a questo punto è entrato a fra parte dei Misteri d’Italia insieme alle stragi di Piazza Fontana, dell’Italicus e dai tanti altri episodi che hanno marchiato con il sangue i momenti politici particolari attraversati dall’Italia.
Non potendo accettare un’archiviazione senza risposte ai dubbi e alle prove che ne smentiscono la fondatezza, Trupiano ha dichiarato che si rivolgerà subito al Consiglio Superiore della Magistratura.
Il clima di scoramento è grande. Questa sentenza è la riprova che il carcere Le Sughere di Livorno è stato circondato da un muro di gomma. Né verità, né giustizia per chi varcherà quella soglia. Né verità, né giustizia in questo Stato corrotto e marcio dove la mafia di regime troneggia e brutalizza senza ritegno tutti i viventi.
Per comprendere appieno la grave ingiustizia e la violazione della verità a cui ci troviamo di fronte, vi proponiamo il testo consegnato questa mattina dall’avvocato Trupiano al GIP presso il Tribunale di Livorno. La lista di domande, dubbi e richieste è stata quasi totalmente ignorata. Un altro piccolo pezzo di Resistenza oggi è stato ucciso dallo Stato e dalle sue rappresentanze parlamentari unite nell’inazione e nell’insabbiamento della verità storica.
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