Ai compagni William Frediani e Alessio Perondi, coinvolti nell'inchiesta sulle COR sono stati cambiati i capi d'imputazione. Da "associazione per delinquere" si è passati ad "Associazione sovversiva con finalità di terrorismo" ed è stato loro applicato l'articolo 270bis.
Mobilitiamoci per la loro immediata scarcerazione!
12 dicembre 2004 William Frediani e Alessio Perondi, si trovano in carcere (il primo a Pisa, il secondo a Torino) da circa sei mesi in attesa di un eventuale rinvio a giudizio, indagati nell’ambito dell’inchiesta sulle “COR”. In questi mesi non è emerso alcun ulteriore indizio a carico dei due arrestati, anzi le attese prove del DNA e dattiloscopiche, effettuate su 486 corpi di reato, avrebbero dovuto scagionarli. Ed invece il GIP pisano Luca Salutini ha accolto la richiesta del PM Antonio Di Bugno che riqualificava giuridicamente i fatti, oggetto dei precedenti provvedimenti coercitivi, attribuendo rilievo di associazione terroristica o eversiva all'associazione per delinquere semplice originariamente contestata, nonché assegnando finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico ai numerosi reati commessi dalla predetta associazione. In altre parole: l'articolo 270 bis, un'imputazione spropositata rispetto ai fatti oggetto dell'inchiesta. La strumentalità di questa nuova imputazione è attestata dal fatto che Alessio Perondi sarebbe stato scarcerato se, poche ore prima dello scadere dei sei mesi, non gli fosse stata notificata la nuova imputazione. Analogamente William Frediani sarebbe dovuto uscire il 21 dicembre prossimo, dopo essersi visto prolungare il periodo di carcerazione di 45 giorni in attesa dei risultati del test al Dna, test risultato negativo. In sostanza, visto che non sono emersi ulteriori indizi, si è deciso di accusarli di un reato ben più grave, in modo da prolungare ulteriormente i tempi della carcerazione preventiva. Tra l’altro la nuova accusa riguarda anche le altre persone coinvolte nell’inchiesta sulle “COR”. E’ da ribadire che agli imputati non è stato contestato alcun fatto nuovo che non fosse già contenuto nelle precedenti ordinanze. E' evidente che si tratta di una decisione politica, già presa da molto tempo, la cui gravità non ha bisogno di particolari commenti, se non quello di sottolineare come questa operazione giudiziaria sia stata organizzata e condotta secondo i canoni di un regime di polizia, calpestando norme e logica del diritto. Non indagini, ma processi a presunte intenzioni, alle idee, alla cultura e alla libertà di espressione.
All'attività degli inquirenti si è associato il tambureggiare dei media. Nei confronti di William Frediani, ad esempio, è stata messa in scena una precisa campagna mediatica, tesa ad accreditarlo come capo o ideologo delle “COR”, senza il benché minimo riscontro ed appiglio credibile. Ancora una volta, governo, polizia, magistrati e stampa hanno lavorato di concerto nello scegliere le vittime da sbattere, oltre che in cella, anche in prima pagina. Come Comitato ci chiediamo che diritto sia quello che ha come unico scopo tenere in carcere degli indiziati, su ricostruzioni dei fatti assolutamente arbitrarie. Libertà per William ed Alessio No alla carcerazione preventiva No ad inchieste costruite come risposta alla domanda di “ordine” Comitato contro la repressione - Pisa
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