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Maremoto travolge la prigione
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nontutto il mare viene per nuocere Sunday, Dec. 26, 2004 at 7:07 PM |
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alè!
COLOMBO - C'è chi nella tragedia forse ricorderà con piacere il devastante maremoto che ha sconvolto le coste del sud-est asiatico: in Indonesia, nella provincia di Aceh (all'estremità meridionale di Sumatra), le onde gigantesche dello tsunami hanno abbattuto le mura esterne di una prigione; e molti dei 204 detenuti hanno approfittato dell'occasione per darsela a gambe. "I prigionieri sono fuggiti; e sembra che qualcuno abbia voluto mettersi in salvo", ha spiegato Ali Taruna Jaya, capo della polizia nella città di Pidie
(26 dicembre 2004) da repubblica.it
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Ma che notizia di merda
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gyjnjuk Sunday, Dec. 26, 2004 at 7:51 PM |
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Bella notizia di merda. Magari uno di quelli che è scappato di prigione aveva appena stuprato una bambina. Mi farebbe ridere se, adesso che è libero, stuprasse anche la sorella di quel coglione che scrive "non tutto il male viene per nuocere". Deficiente!
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non tutto il mare
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etcetera Monday, Dec. 27, 2004 at 7:49 AM |
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non mi risulta che i prigionieri siano morti, solo fuggiti. per chi dice che la notizia è una stronzata, i prigionieri dei stupratori, e via sminchiando, un articolo su aceh. se vi interessa fatevi le ulteriori ricerche del caso, magari iniziando da qui http://acehnet.tripod.com/asnlf.htm corro, ché devo andare a lavorare.
-------------------------------------------------------------------------------- Tortura sistematica contro i prigionieri di Aceh Aceh Inviato da Ornella Sinigaglia mercoledì, 06 ottobre 2004 21:32
I soldati indonesiani ricorrono abitualmente alla tortura nei confronti dei prigionieri sospettati di essere miliziani del GAM, il movimento armato per l'indipendenza di Aceh. A farne denuncia è l'organizzazione Human Rights Watch, che per redarre il rapporto ha intervistato 35 sospetti ribelli imprigionati, tra i quali anche due adolescenti. Bruciature di sigarette, privazione del sonno, percosse, umiliazioni, scosse elettriche. Di questo sono accusati i vertici militari, che non sono nuovi alle accuse ma continuano a negarle.
Il rapporto ha anche sottolineato le sistematiche violazioni nel corso degli arresti, della detenzione e dei processi ai sospetti ribelli del GAM. Nella maggior parte dei casi le forze di sicurezza indonesiane hanno arrestato i sospettati senza accertare la colpevolezza, e il consiglio per la difesa non prendeva parte al processo; nel corso dei processi inoltre non si portavano prove delle dubbie confessioni e non si facevano controlli incrociati sulle evidenze di innocenza.
Sebbene essere membri del GAM non sia un crimine per la legge indonesiana, centinaia di persone in Aceh sono state processate e condannate con l’accusa di makar, traducibile come “ribellione”. Ma il crimine di makar è una definizione ampia e dai contorni mal definiti, che rende molto difficile la difesa giudiziale e che diventa per questo un capo d’accusa abusato.
“Dopo l'arresto sono stato portato in una base illegale. Era una sede per le torture. Sono stato interrogato e maltrattato, mi hanno legato le mani e mi hanno bendato, e poi hanno iniziato a picchiarmi, mi hanno applicato degli elettrodi e hanno abusato di me finché sono diventato livido”. Questa è solo una delle numerose testimonianze contenute nel rapporto di oltre 50 pagine.
Sopyani, un ragazzo di 16 anni, è stato condannato a tre anni di detenzione. Non ha potuto difendersi e la sua condanna è basata sulle confessioni estorte a suon di bastonate e colpi con il calcio dei fucili. Ha avuto paura di trattare la sua condanna per timore che venisse ampliata. E non può vedere la sua famiglia, perché è rinchiuso a 1.100 chilometri da casa sua.
“Al mattino ero picchiato da due uomini, alla sera ero picchiato dal celerino. Mi colpivano con un pezzo di legno, uno usava il calcio del fucile e un altro mi prendeva a calci. Sono stato picchiato per tre giorni e tre notti, e ci praticavano l’elettro-shock”, ha raccontato Sopyani a un incaricato di Human Rights Watch.
Il tipo di torture e il fallimento dei processi documentato dall’organizzazione umanitaria dimostra che non si tratta semplicemente di abuso di potere da parte degli ultimi anelli della catena militare. I casi di tortura documentati sono tristemente simili a quelli commessi dalle forze di sicurezza indonesiane in Aceh e in altre regioni del paese.
Ironicamente, in primavera i portavoce del governo indonesiano avevano criticato il comportamento degli Stati Uniti in Iraq e il ricorso sistematico alla tortura nel carcere di Abu Graib.
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d'accordo ma un po' di intelligenza pero'...
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Antonio5 Monday, Dec. 27, 2004 at 3:59 PM |
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si non metto in dubbio che nelle carceri avvengano i sopprusi, se avvengono in Italia dove ci dovrebbe essere maggior controllo figuriamoci in quei paesi, ma non puoi impostare una news scrivendo che non tutto il mare vien per nuocere perchè i prigionieri sarebbero stati liberati dalle onde, dai la notizia e non metterci un commento cosi' idiota
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