PISA
Tornano le «Cellule», con una lettera al manifesto: «Colpiremo in tutt'Italia»
Le Cellule di offensiva rivoluzionaria di Pisa (Cor) tornano a farsi sentire per la prima volta dopo gli arresti del luglio scorso. Lo fanno con due documenti recapitati contemporaneamente alle redazioni de il manifesto, il Tirreno e la Nazione ieri mattina. Tre lettere spedite tutte da Torino due giorni fa, il 27. che hanno lasciato di stucco soprattutto gli inquirenti di Pisa. «Con gli arresti di luglio eravamo praticamente certi di aver fermato tutto il gruppo - spiega un investigatore - a questo punto l'ipotesi è che il gruppo si sia ristrutturato, forse con dei nuovi militanti». Il primo testo, due pagine, è il bilancio di «Un anno di attività», in cui le «cellule» si dicono soddisfatte dei risultati ottenuti con la «campagna Pisa» che ha creato «un clima di totale panico tra le fila dei nuovi nemici del proletariato nella provincia», ma promettono che d'ora in poi le azioni si svolgeranno anche nel resto d'Italia «per essere in ogni luogo ma allo stesso tempo in nessun luogo». Segue una lettera di minacce ai magistrati responsabili degli arresti di luglio. Se i «compagni reclusi», che all'inizio della lettera sono definiti «sconosciuti all'organizzazione», non saranno scarcerati la punizione sarà la morte o la gambizzazione. Fino ad oggi le Cor non hanno mai dimostrato di poter arrivare ad azioni tanto pericolose. Anzi, fino ad un mese fa i nove arrestati come militanti delle Cor erano accusati di «associazione per delinquere» e non di «associazione sovversiva» perché la portata delle azioni compiute non era tale da far pensare a un vero e proprio disegno di eversione dello Stato. Sta di fatto che la lettera di ieri è un pessimo regalo per i «compagni detenuti». E dire che proprio ieri Adriano Sofri aveva scritto una lettera al Tirreno in difesa di William Frediani, uno degli arrestati, spiegando che anche se gli indizi contro di lui fossero confermati sarebbe giusto e utile liberarlo.
|