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Siamo degli amici e compagni di Willy, Alessio e Francesco; siamo attivisti della sede anarchica ecologista di via del Cuore. Alcuni di noi, secondo un ovvio copione della magistratura, sono tra gli indagati dell'inchiesta sulle C.O.R. Abbiamo letto l'articolo della superstar Sofri riguardo ai nostri amici e da dentro di noi nasce inevitabile la necessità di esprimerci a riguardo, parlando solamente a nostro nome. Dove Sofri voglia andare a parare con le sue argomentazioni cariche di infamie, bassezze ed ipocrisia è chiaro. Assurdo vedere con quale arroganza Sofri ritiene di potersi permettere di scrivere un paginone intero sul quotidiano locale dopo che nelle prime righe aveva esordito così: “non ho alcuna autorizzazione a parlarne, immagino che me ne diffiderebbe”!! Complimenti per il rispetto portato verso un altro detenuto. Questo fenomeno da baraccone parla di una persona come se fosse a conoscenza di quello che c'è dentro il cuore di qualcuno solo perché l'ha visto due-tre volte di sfuggita in carcere! Non ci aspettavamo nulla di diverso da un individuo che negli ultimi anni della sua “carriera” non ha perso occasione per schierarsi dalla parte di coloro che hanno rinnegato i propri sogni, che si sono scordati dalle lotte del passato e si adoperano costantemente a fiaccare e deridere chi ai propri sogni di sconvolgimento sociale e liberazione, continua a dare voce nonostante tutto. Noi pensiamo che questa società sia marcia fino al midollo, che nel suo progresso non faccia altro che distruggere l'ambiente naturale e sfruttare e gettare nella disperazione più atroce la maggior parte delle persone. Abbiamo sempre sostenuto che questa situazione non si può riformare, ma deve essere la lotta radicale e autogestita delle persone a creare la possibilità di un'esistenza diversa. Lotta che riteniamo del tutto legittima anche quando si esprime al di fuori della legalità. Le visioni buoniste e riformiste del caro Sofri dimostrano tutta la sua ipocrisia quando scrive: “che una cosa sia armata basta e avanza a condannarla, senza bisogno di chiamare in causa la propaganda”. Peccato che poche righe prima avesse invece inneggiato alla massima espressione della violenza armata, quella dello Stato, con queste banali parole “La morte del maresciallo Fregosi e dei suoi commilitoni a Nassirya merita solo di essere onorata”. Ecco i 'due pesi due misure': Sofri si scorda che gli eserciti, nella più totale legalità, hanno sulla coscienza milioni di morti. Si fa così sostenitore della violenza quando è riconosciuta dall'autorità dello Stato, ma ne fa una cosa obbrobriosa e tragica quando sono gli individui ad impiegarla. I ragionamenti che Sofri scacazza sulle pagine del Tirreno tendono a presentare certi fatti che succedono come il frutto della cattiveria o della stoltezza di alcune persone, volendo nascondere che se ci sono certi conflitti nella società è perché esistono mille ingiustizie, oppressioni, brutture e violenze necessarie e benvolute per far funzionare bene questo sistema. Tutti i buonismi di mille Sofri messi insieme non serviranno a convincerci ad accettare passivamente questo stato di cose. Anche per questo motivo esprimiamo, ancora una volta, solidarietà a tutti i ribelli rinchiusi in carcere. Non abbiamo mai dubitato dell'innocenza di Sofri, infatti non avevamo nessuna simpatia per lui e tantomeno l'avremo d'ora in avanti.
Anarchici ed anarchiche di via del Cuore – PISA
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