repressione
LA LEGGE NON ………. LEGGE !!!
Lunedì 20-12-2004 è stata effettuata una perquisizione nella sezione speciale (composta da 14 detenuti fra politici e non), del carcere di Biella, da parte della polizia penitenziaria agli ordini del comandante, da poco arrivato in questo carcere. Ritornati nelle celle i detenuti hanno trovato non solo tutto sottosopra, con modalità particolarmente barbariche, ma quel che è peggio e più importante, era stata fatta una vera e propria “razzia”. E’ stato portato via tutto quanto di scritto abbiano trovato (blok notes, posta), tutte le foto dei familiari, gli atti giudiziari; cartoline, buste da lettera, francobolli, musicassette (tranne alcune), gran parte del vestiario, coperte (ne hanno lasciate due, come pare da regolamento interno, sufficienti a parer loro a far fronte al clima gelido di Biella!). E, cosa più importante, libri e riviste, dalla Bibbia al capitale di Marx ( han portato via anche i libri presi in prestito dalla biblioteca di Biella!), lasciandone in tutto solo 4, cioè 2 libri e 2 riviste o 1 libro e 3 riviste, 2 libri e 2 riviste….. In tutta la loro esperienza carceraria i compagni non ricordano un fatto del genere: neanche nei momenti peggiori, in cui tutto gli era stato tolto, è stata messa in discussione la possibilità di leggere e studiare. Anche la storia ci ricorda come, durante il ventennio fascista, persino a Gramsci non avessero imposto limitazioni sulla quantità di libri da utilizzare. L’assunto, da parte della direzione carceraria è che, intanto, i libri si leggono uno alla volta! Poco inclini alla lettura, non sanno che per chiunque studi o legga, 2 libri e 2 riviste non sono nulla e ci si fa ben poco. E’ chiaro che togliere ai compagni (alcuni dei quali stanno vivendo da più di vent’anni questa condizione), la possibilità di leggere e studiare equivale a togliergli praticamente tutto. Va precisato che è stata offerta la possibilità di richiede ulteriori libri o riviste oltre i 4 concessi, a condizione però che i compagni ne facciano esplicita richiesta motivata alla direzione, la quale deciderà se soddisfarla o meno (in base a cosa?...umore del mattino, gradimento delle letture, simpatia…????). Appare evidente quanto questa nuova prassi, non risponda a nessun criterio o logica di tipo organizzativo, gestionale o di sicurezza, ma abbia come unico scopo, quello di instaurare un clima di subordinazione, riverenza totale all’”autorità” carceraria. Peraltro, anche in barba al “garantismo totale”, tutto il materiale è stato portato via in sacchettoni neri dell’immondizia e prelevato senza nessuna notifica di verbale di sequestro. Ad ulteriore sostegno di questo esercizio di “stile” già all’inizio della perquisizione era stato portato in isolamento un detenuto comune senza alcuna motivazione, se non quella di essersi rifiutato di spogliarsi completamente per la perquisizione. Si tenga conto che quella stessa mattina lo stesso aveva chiesto di essere sottoposto a visita medica perché non stava bene. Giovedì, dopo 4 giorni di isolamento è stato riportato in sezione. Si evince chiaramente l’atteggiamento provocatorio, in assenza di una qualsivoglia motivazione, anche nei confronti degli altri prigionieri di quella sezione e in generale nei confronti di tutti gli altri detenuti del carcere, sottoposti la mattina di giovedì 30 a loro volta a perquisizione. Va sottolineato che tutta “l’operazione” è stata svolta in un clima di assoluta quiete, in assenza cioè di situazioni conflittuali o dimostranze in atto, che possa “giustificare” un intervento del genere.
Non sappiamo se questa sia stata un’iniziativa intrapresa autonomamente da zelanti esecutori locali o disposta a livello ministeriale, certo è, che quest’azione aderisce perfettamente alla figura e allo spessore del ministro leghista Castelli e alla sua gestione politica del carcere, che va dall’avvallo e mistificazione dell’operato dei suoi “uomini” durante i selvaggi pestaggi al G8 sino alle recenti rivolte carcerarie. Non ci stupirebbe, quindi, che le direttive finalizzate alla privazione di quelle poche cose indispensabili alla sopravvivenza, così come la negazione di ogni legame con la realtà attraverso la limitazione della conoscenza, l’informazione, la cultura, provengano direttamente dal Ministero di grazia e giustizia. D’altronde comprendiamo che, per il ministro Castelli e i suoi accoliti, leggere un libro alla volta, almeno che non si tratti di letture pornografiche, le uniche forse a non richiedere ulteriori consultazioni, sia già un’impresa titanica e comprendiamo ancor di più, che si stupiscano che qualcuno riesca a leggere più di 4 libri alla volta! Del resto, anche S.Tommaso diceva: “Diffida dall’uomo che legge un solo libro”. CONTRO: .i reiterati insulti all’intelligenza; .i censori tentativi di impedire di allargare e approfondire la conoscenza soggettiva; .la volontà di svuotare le nostre menti da ogni pensiero di ribellione o trasgressione all’ordine vigente INVITIAMO tutti ad aderire all’iniziativa promossa da chi è abituato a leggere “un libro in più di Castelli”, ad inviare con raccomandata più libri e/o riviste possibili al carcere di Biella, in particolar modo alla sezione speciale, ai seguenti nominativi: Nicola De Maria Cesare Di Lenardo Ario Pizzarelli Casa circondariale Via Dei Tigli, 14 13900 Biella
Amici e familiari dei prigionieri rivoluzionari email: unlibroinpiu@libero.it
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