La Thyssen Krupp conferma la chiusura di alcune produzioni strategiche per il sito e lavoratori si mobilitano con determinazione per difendere le acciaierie e l'intera comunità locale
L'arrogante presa di posizione della multinazionale Thyssen Krupp ha di nuovo fatto precipitare la trattativa in corso già rinviata dalla Presidenza del Consiglio il 23 novembre scorso, chiedendo alle parti di trovare possibili intese sul tavolo aziendale.
Questo non è stato possibile perchè la T.K. ha smentito l'ipotesi di accordo raggiunto il 27 giugno presso il Ministrero dellla Attività Produttive. Un accordo che prevedeva il mantenimento della produzione di acciao magnetico a partire da 71.000 tonnellate per arrivare nel 2008 a 85.000.
La T.K. ha dichiarare che il piano industriale presentato a giugno non rientrava nei piani della multinazionale ed era soltanto una iniziativa autonoma del vecchio presidente del comitato di sorveglianza (ancora oggi a capo della TK Italia). Su queste basi viene presentato un nuovo piano industriale che conferma, anzi peggiora, l'impostazione di un anno fa: chiusura del magnetico entro settembre 2005, vendita della Società delle Fucine o in subordine la chiusura e per Titania 2 anni di vita e poi chiusura. Il bluff della T.K. inizia da qui spiegando che le sopraccitate produzioni impediscono all' Inox (unico core-businnes) di crescere sia in termini finanziari che logistici e che comunque i lavoratori dovevano essere tranquilli perchè nessuno sarebbe licenziato.
GRANDE BUGIA !!!!
Infatti quando la T.K. parla di non licenziare nessuno pensa ad un piano sociale che trovi la soluzione per allontanare i lavoratori vicini alla pensione e riassorbire in altri reparti soltanto i lavoratori con contratto a tempo indeterminato lasciando senza prospettive tutti coloro che sono a tempo determinato, interinali e i lavoratori delle ditte terze e degli utilizzatori.
Nonostante quello che dice T.K. (scrivendo a tutti i lavoratori e regalando 250 €) questa scelta scellerata produrrebbe una perdita secca di 500 lavoratori ed il doppio in prospettiva. L'altro aspetto da sottolineare è che viene messo in discussione il sito ternano nel suo complesso nei prossimi anni, infatti, la forza delle acciaierie di Terni è sempre stata da un lato l'eccellenza delle produzioni e dall'altro la polisettorialità.
Questo secondo elemento verrebbe cancellato prevedendo per l'Ast la sola produzione di INOX, e così ci presenterebbe il "problema Cina" paese che sta crescendo con una media del 10 - 12% annuo. Cosa succederà quando la Cina riuscirà a compensare le proprie esigenze interne di inossidabile e sarà n grado di immettere quote sui mercati europei ad un prezzo sicuramente più vantaggioso?(La cancellazione dei diritti dei lavoratori e le centrali nucleari pagano..... Sig!)
Ai lavoratori dell'AST non rimane che rispondere a questa arroganza della multinazionale con la mobilitazione e la lotta, chiedendo che il tavolo torni su uno scenario nazionale, perchè c'è bisogno che il Governo Italiano dica chiaramente la sua posizione (Presidente Berlusconi la produzione di acciaio magnetico è ancora strategico per questo paese? E' ancora vero che il 60% degli utilizzatori Europei sono Italiani, oppure no?....) Il Governo deve rispondere alla multinazionale con determinazione avendo come obbiettivo il mantenimento di tutte le produzioni strategiche per Terni e per il paese, anche attraverso un intervento diretto.
La settimana scorsa sono state proclamate 8 ore di sciopero con una manifestazione per la città e il blocco della stazione di terni, per questa settimana sono proclamate altre 8 ore ed altre iniziative di lotta incisive che possano "far male" a questa azienda cialtrona, in attesa del 25 gennaio, giorno in cui è prevista una grande manifestazione nazionale a Roma (Piazza S. Apostoli) con la rappresentanza dei lavoratori dei maggiori siti siderurgici Italiani.
MOBILITIAMOCI TUTTI PER DIFENDERE LE ACCIAIERIE DI TERNI E L'INTERA COMUNITA' LOCALE
- IMPEDIAMO CHE SI CANCELLINO 120 ANNI DI STORIA INDUSTRIALE -
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