IL Tribunale del Riesame di Firenze ha negato la scarcerazione a William Frediani e Alessio Perondi, indagati nell'ambito dell'inchiesta sulle COR.
Di seguito il comunicato del Comitato contro la repressione di Pisa
Il 17 Gennaio il Tribunale del Riesame di Firenze ha respinto la richiesta di scarcerazione per William Frediani e Alessio Perondi, arrestati in Luglio nell’ambito dell’inchiesta sulle C.O.R. e accusati di “Associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico” (Art 270bis). La conferma della carcerazione preventiva è arrivata nonostante in questi mesi non sia emerso alcun elemento che supportasse le accuse inizialmente rivolte a Frediani e Perondi. E’ bene ricordare che l’accusa iniziale, fondata su debolissimi indizi, era “associazione a delinquere”. In seguito, nonostante le uniche novità dell’indagine avessero fatto segnare dei punti alla difesa (i test del DNA che avrebbero dovuto rappresentare l’arma principale dell’accusa sono risultati tutti negativi) l’imputazione è stata convertita nella più grave “Associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico”. Questo cambio di imputazione, effettuato non a caso alla scadenza dei termini della carcerazione preventiva, ha avuto il solo scopo di tenere a tutti i costi in carcere gli accusati. Questa linea persecutoria, inaugurata dal PM Di Bugno e dal GIP Salutini e proseguita dal PM fiorentino Fleury, ha dunque trovato conferma presso il Tribunale del Riesame. E questo nonostante che pochi giorni prima, durante la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario, il Procuratore Generale Giorgio Brignoli avesse di fatto attaccato la condotta dell’inchiesta dichiarando che le indagini svolte sui cosiddetti gruppi anarcoinsurrezionalisti "non hanno trovato conferme idonee a qualificare tali aggregazioni come organizzazioni terroristiche". Riteniamo importante citare questo fatto perché evidenzia ancor di più le forzature operate da chi ha in mano questa inchiesta, ed il ruolo di ispirazione e gestione degli apparati statali che rispondono a logiche politiche che vanno ben oltre le vicende della città di Pisa. Tanto per far capire come vanno le cose, è bene che si sappia che la notizia del rifiuto della scarcerazione è stata appresa dagli avvocati difensori da alcuni articoli di stampa. La notizia è stata dunque comunicata prima ai giornali che agli stessi imputati. Ci sembra questo un altro clamoroso esempio di come funziona la "giustizia" e su quale sia il suo rapporto con la stampa in Italia. La cosa non stupisce perché i giornali sono uno degli elementi fondamentali di questa manovra politica; fin dal primo momento infatti, i giornali locali pisani si sono impegnati a fondo nell’infame ruolo della creazione di mostri. Evidentemente il compito a loro assegnato è quello di convincere l’opinione pubblica della pericolosità di quelli che si vorrebbero dipingere come criminali incalliti. Mentre accade tutto questo, i due compagni incarcerati vengono sottoposti a varie ed allucinanti vessazioni. Pur prescindendo dai problemi di salute e dalla situazione nelle celle, non possiamo tacere il repentino trasferimento in carceri speciali, sotto regime d’elevata sorveglianza, la non partecipazione all’udienza del Tribunale del Riesame, e pochi giorni fa, senza alcuna giustificazione, la lunga perquisizione delle celle. Molte lettere e documenti ricevuti sono stati sequestrati e con essi l’indirizzario. In questo modo è stata di fatto impedita una parte di comunicazione con l’esterno. Queste vessazioni, assolutamente gratuite e ingiustificate, sembrano avere il solo scopo di fiaccare il morale dei compagni in cella, facendogli capire quanto barbaro ed incivile possa essere il potere con chi gli si oppone seriamente. Come Comitato contro la Repressione denunciamo con forza queste pratiche degne di un regime dittatoriale sudamericano. Ancora una volta chiediamo l’immediata scarcerazione per Alessio e William e giustizia per tutti gli indagati di quest’inchiesta farsa.
Le idee non si processano! Libertà per Alessio e William!
COMITATO CONTRO LA REPRESSIONE - PISA
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