la situazione di oggi da rassegna.it e l'analisi di un operaio Fiat...
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FIAT MIRAFIORI (TO), OGGI NUOVO SCIOPERO
Seconda giornata di sciopero nello stabilimento Fiat di Mirafiori (Torino). Un corteo di un migliaio di lavoratori (circa 400, pari al 20 per cento del totale, secondo l'azienda) è uscito dalla Porta 3 e si sta recando al Palavela, dove incontrerà il sindaco di Torino Sergio Chiamparino. 'L'annuncio dell'accordo in Iran - sottolinea il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo - è stata la goccia che ha fatto emergere tutta l'insicurezza che grava da oltre due anni su tutti i lavoratori di Mirafiori e degli altri stabilimenti italiani. Marchionne non può rassicurare solo la finanza e le banche, servono gesti concreti: nuovi investimenti, nuovi modelli, un nuovo motore che diano sicurezza sulla permanenza dell'Auto in Italia e Mirafiori. E' per questo che i lavoratori stanno scioperando'.
28/01/2005 10.34
FIAT, MARCHIONNE: DA IRAN NESSUN IMPATTO SU MIRAFIORI
La protesta dei lavoratori di Mirafiori 'é un fraintendimento', 'mi dispiace molto'. Così l' amministratore delegato del Fiat, Sergio Marchionne, risponde a margine del World Economic Forum di Davos alla mobilitazione dei lavoratori. E assicura che dagli accordi stipulati con l' Iran non ci saranno contraccolpi in Italia: 'L' intenzione è chiaramente quella di non togliere volumi a Mirafiori. Categoricamente non ci saranno ripercussioni in Italia. Gli impegni che abbiamo preso noi verso Mirafiori e verso gli stabilimenti italiani rimangono intatti'.
28/01/2005 13.20
FIAT: OPERAI MIRAFIORI INCONTRANO PRODI
Gli operai di Mirafiori incontreranno oggi pomeriggio Romano Prodi, che partecipa al Lingotto di Torino, all'assemblea nazionale della Margherita. Parteciperanno all'incontro anche il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, e Mercedes Bresso, candidata del centrosinistra alle Regionali del Piemonte. A Mirafiori è in corso uno sciopero anche da parte dei lavoratori del secondo turno. I lavoratori lasceranno in corteo la fabbrica e raggiungeranno il Lingotto.
28/01/2005 14.46
OPERAI FIAT IN LOTTA TRA CRISI E RISTRUTTURAZIONE
Con una produzione attorno ai sessanta milioni di pezzi all’anno, tra vetture e camion e trattori, e l’impiego di milioni di operai nel mondo, l’industria dell’auto occupa tuttora un posto di tutto rilievo nelle economie dei paesi sviluppati, attorno al 10 per cento del prodotto interno lordo, e svolge un ruolo importante anche sotto il profilo sociale e politico. Ma quest’attività, nata all’inizio del 1900 e che è stata capace di superare le diverse temperie del capitalismo con guerre e distruzione di forze produttive occorse nel ventesimo secolo, oggi mostra la corda. I margini di profitto medio appaiono in discesa irrefrenabile, passati da più del 20 per cento all’epoca della sua giovinezza, negli anni Venti, a valori attorno al 10 per cento durante il boom del secondo dopoguerra (anni Sessanta) fino a scendere attualmente a meno del 5 per cento, con bilanci che per alcune grandi case (FIAT in italia) continuano a rimanere in rosso.
Un modo per far fronte agli investimenti a lungo termine da parte delle case automobilistiche è stato quello di emettere prestiti obbligazionari, che vanno di continuo rinnovati e comportano costi crescenti, classificati come sono quali “titoli spazzatura” ma questo non ha fatto altro che spostare ancora più avanti la crisi del capitale produttivo. infatti fondendolo con quello finanziario e le banche lo ha esposto ancora di più alle oscillazioni tremende del mercato cartaceo azionario mondiale, con un risultato ancora più instabile. MA E' UN GIOCO A SOMMA ZERO PERCHE' E IL SISTEMA PRODUTTIVO AD ESSERE INCEPPATO. C'E' UNA SOVRAPPRODUZIONE MONDIALE ED OGNI CONCORRENTE SCARICA GLI EFFETTI DELLA CRISI ECONOMICA SUI PROPRI OPERAI E QUINDI SULL'ALTRO CONCORRENTE, QUESTA E' LA COMPETITIVITA' INTERNAZIONALE. E, anche simbolicamente, dopo 100 anni di storia il 2004 è il primo anno nel quale gli stabilimenti Fiat fuori dall’Italia producono più vetture di quelle realizzate nel nostro paese: 970.000 all’estero, contro le 950.000 fatte in Italia, e non per far fronte a una crescita delle vendite in quei mercati, ma molto più banalmente per il calo delle quote in Europa e in Italia.
La strada delle “soluzioni locali” è finita anche per quelle strutture sindacali e quelle forze politiche d'opposizione e istituzionali che avevano giocato questa carta, sperando di salvarsi o di ridurre i danni: forse ancora oggi non tutti l’hanno compreso, ma Termini continua a fare tantissima cassa integrazione e Cassino non è da meno. A Pomigliano si comincia a fare i conti con un mercato dell’Alfa in grave difficoltà, sostenuto “disinvoltamente” dall’azienda con il solito trucco delle “kilometri zero”, Arese e' a zero ore da 2 anni, mentre la cassa ora arriva anche a Melfi, dove per fortuna gli operai, tutti, hanno cominciato a dire dei no alla Fiat. Anche a Torino, la scelta di Fim, Uilm e Fismic, con un no formale (cioe' senza organizzare la forza operaia con fermare scioperi ecc) della FIOM, d’assecondare il piano della Fiat firmando i licenziamenti, puntando ad avere in cambio garanzie per chi rimaneva al lavoro, con la promessa della Nuova Punto e della New Large assegnate a Mirafiori, è rapidamente tramontata e oggi Mirafiori senza motori (l’ultimo è stato portato in Argentina poche settimane fa) e senza le vetture di gamma alta, con una produzione di 800 vetture al giorno e 2.500 operai in cig al mese.
Per gli operai rimasti al lavoro pero' si profilano le Olimpiadi dello sfruttamento, il dispotismo e i ricatti aziendali aumentano, i dirigenti e gli azionisti maggiori di FIAT credono di avere un coperchio per ogni pentola ma si sbagliano. Già a novembre 2004 operai Fiat di tutti gli stabilimenti italiani si sono riuniti a milano in forma indipendente e combattiva ed hanno deciso di cominciare a costituire un coordinamento di lotta a scala nazionale che dica no ad ogni licenziamento operaio dovunque si trovi rifiutando senza appello il piano industriale di FIAT, hanno deciso che si faccia una battaglia seria per il salario operaio che è arrivato sotto la soglia di sopravvivenza, un recupero salariale di 250 euro slegato dalle balle del padrone.
C'erano molti aderenti allo Slai-cobas e alcuni delegati FIOM si è deciso di non fare problemi di sigla ma fare un lavoro politico generale per unificare tutti gli operai combattivi all' interno delle fabbriche. La prossima riunione autorganizzata sarà a breve per discutere una battaglia rivendicativa unificante di tutto il gruppo, non si fidano piu' di nessuno e vogliono agire con un proprio piano di lotta sul quale si impegnano. Sarà un inverno duro finalmente anche per i padroni se non si ciurla nel manico chiedendo "la propria salvezza" a discapito del resto della collettività operaia (che sia Prodi alternativamente a Chiamparino o governo berlusconi), se si riesce a tenere fuori la borghesia (sindacale e politica) dalle nostre fila che ci chiedono poi un soffocamento delle nostre lotte sull'altare della "pazienza" e "responsabilità" mentre il padrone fiat può manovrare e ristrutturare internazionalmente (vedi iran).
operaio Fiat contro
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