COMUNICATO SUL CORTEO DI BIELLA DI DOMENICA 6 FEBBRAIO 2005
Domenica 6 febbraio 2005, si è svolta a Biella un’importante mobilitazione in solidarietà con i detenuti che nelle ultime settimane avevano subito una serie di restrizioni a causa dell’introduzione di un nuovo regolamento carcerario. Immediata nei giorni successivi era stata la risposta fuori e dentro il carcere; da un lato i detenuti avevano organizzato svariate iniziative di lotta e dall’altro il Comitato dei familiari e amici dei rivoluzionari prigionieri aveva promosso una campagna di solidarietà che si era poi estesa ad altre città. Il momento più significativo ieri, con un corteo di un migliaio di compagni e compagne giunti da diverse città del nord e centro Italia, che hanno risposto all’appello del comitato e di tutte quelle realtà antagoniste, antimperialiste, libertarie, che nelle scorse settimane avevano sostenuto la campagna di controinformazione sulla situazione all’interno del carcere e di solidarietà attiva nei confronti dei detenuti. Partito dal centro di Biella, il corteo ha attraversato la città per giungere fin sotto le mura del carcere. Qui si è espressa solidarietà ai detenuti e a tutti i compagni e le compagne colpiti anche in questi ultimi tempi dalla repressione con arresti, processi e detenzioni, riuscendo a farsi sentire dai prigionieri che hanno risposto a loro volta agli interventi, agli slogan e alla musica, salutando i compagni e le compagne all’esterno e sventolando fuori dalle sbarre improvvisate bandiere e cartelli. Oltre alla solidarietà, la rabbia dei partecipanti al corteo si è espressa contro il carcere e le guardie chiamate a proteggerlo. Al termine della manifestazione, il corteo, in procinto di rientrare, è stato fatto oggetto di lanci di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine intenzionate a disperdere i partecipanti che sono invece rimasti uniti e compatti. Quella di ieri è stata una significativa dimostrazione di solidarietà e di legame che si può creare tra il dentro e il fuori le mura del carcere. Ancora una volta si è espresso un forte rifiuto dell’istituzione totale rappresentata dalle carceri all’interno delle quali vengono rinchiusi tutti/e coloro non si allineano e non si adeguano ai diktat della società capitalista, coloro che si ribellano in armi o attraverso forme di antagonismo al suo potere costituito qui nell’occidente della democrazia della guerra imperialista. Solidarietà a tutti i detenuti/e anticapitalisti e antimperialisti in Italia, in Europa e nel mondo.
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