LE RAGIONI D’OPPOSIZIONE AL TERZO TRAFORO
DA PARTE DEL MOVIMENTO
La scelta dell’Abruzzo Social Forum di costituirsi in coordinamento dei sei Social Forum territoriali esistenti è maturata proprio dalla campagna contro il terzo traforo. Un coordinamento non “politico-istituzionale” quindi, ma di lavoro e di movimento su un preciso obiettivo: quello del blocco del traforo e della salvaguardia delle sue acque.
Obiettivo scelto in base ad alcune considerazioni: 1. è un tema effettivamente regionale vista la portata delle implicazioni ambientali, sociali e politiche che rappresenta; 2. il problema della difesa dell’acqua (non solo di quella del Gran Sasso ma anche di quella dei fiumi, vista l’intenzione di vendere l’acqua all’Acquedotto Pugliese in via di privatizzazione e di acquisto da parte di una multinazionale) è un tema sentito localmente ma ha anche una diretta connessione globale. Per questo abbiamo avviato la campagna “Acqua bene comune dell’Umanità, non privatizziamola” e portato la questione a Genova e ne abbiamo parlato a Porto Allegre; 3. la pericolosità ambientale, militare e politica dei laboratori di Fisica Nucleare per i territori e le persone 4. lo scontro oggettivo tra le decisioni di Lunari - Berlusconi sulle Grandi Opere e la opposizione di pezzi importanti di società, politica e d istituzioni alla realizzazione del Terzo Traforo indignati soprattutto per come è stato imposto alle popolazioni locali;
La battaglia contro il progetto di terzo traforo e ampliamento dei laboratori quindi diveniva non solo di generale difesa ambientale ma anche di impegno per la democrazia dal basso, contro le mire militaristiche e nucleariste, per la salvaguardia di un bene comune come l’acqua. Una vertenza territoriale che rimandava direttamente a quei processi di globalizzazione neoliberista e di guerra permanente contro l’umanità che sono stati alla base del movimento in Abruzzo a partire dal settembre 2000, quando contestammo la Banca Mondiale e il FMI, a Praga e contemporaneamente nei nostri territori. All’impegno del Comitato di Difesa delle Acque del Gran Sasso e a quello di alcune Istituzioni locali (Province di Teramo e Pescara e Comuni del comprensorio) non abbiamo quindi solo “aderito” ma partecipato aggiungendo tematiche e contenuti. Il contributo è stato concreto e tangibile allargando la partecipazione popolare anche alla Provincia di Chieti e a persone e Associazioni che mai sarebbero state coinvolte se non ci fosse stato l’impegno, la capacità di comunicare e l’organizzazione a rete dell’Abruzzo Social Forum che nei cortei e nelle iniziative, rappresentava metà dei partecipanti. Si è riusciti a fare dell’acqua un argomento non per specialisti ed affaristi ma una questione alla luce del sole su cui c’è la possibilità di intervenire socialmente, smascherando anche chi da sinistra ne vuole la riduzione a merce e propende per una possibile “privatizzazione dal volto umano”. Lavorando su un obiettivo comune, ma fuori dai giochetti partitici, mantenendo e costantemente sottolineando le connessioni globali della questione e la nostra diversità e irriducibilità a questo sistema, siamo riusciti a costruire reti di socialità ad alta densità umana e civile; siamo riusciti in molte occasioni a fare piani di azione politica nuovi nei quali generazioni diverse e nuovi soggetti sociali hanno realmente avuto la possibilità di contribuire a costruire dal basso un mondo diverso. Il risultato positivo raggiunto, che è l’attuale blocco della realizzazione dell’opera, non ferma la lotta visto che il ministro Lunardi continua a ripetere che comunque il terzo traforo sarà realizzato anche contro il parere delle popolazioni locali.
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