Che scifo compagni, le rassomiglianze 'ideologiche' tra Hitler e Bush sono fin troppo marcatamente evidenti.
Ecco una breve biografia del più grande assassino europeo e mondiale che ricevvette tra gli altri aiuti per attuare il suo olocausto dal nonno dell'attuale presidente yankee stelle&strisce George Walker Bush (ex alcholista!), dai Rotshild, dalla I.B.M. (computers anche negli anni 1920-40!) e tutta l'alta finanza nord amerikana mentre intere generazioni di loro giovani morivano nella guerra per liberarci per l'appunto di ...HITLER !!!
Hitler come guida religiosa Il Nazismo Esoterico
Ben lungi dall'essere una personalità completamente oscura, il Fiuhrer ha sempre avuto una sorta di seconda faccia quasi «femminile», con interessi romantici e vagamente decadenti. Ricordiamo, ad esempio, che uno dei suoi quadri preferiti era L'Isola dei morti di Boecklin. In modo perfettamente coerente con questo tipo di carattere, egli coltivò fin da giovanissimo un forte interesse per un esoterismo un po' a la page, fatto di frequentazioni prototeosofiche e attenzione verso leggende piene di mistero come quella della lancia di Longino.
Una volta giunto al potere Hitler dovette, almeno ufficialmente, prendere le distanze dal sottobosco esoterico in cui si era formato: per mantenere una Germania forte e unita sotto il suo controllo era infatti necessario trattare con cattolici e protestanti. Essi non avrebbero di certo potuto appoggiare un capo di Stato esoterista e mago. Intanto, però, Himmler e 1'Ahnenerbe continuavano a lavorare, all'interno delle SS, a un'altra immagine del Fiuhrer, più che mai intrisa di misticismo e messianesimo. Era quella del leader para-religioso the fondava il mito del1'Uomo Nuovo, in grado di ricreare a propria immagine la Germania e il mondo intero. Vi era, insomma, una sorta di « corpo doppio» di Hitler. Da una parte quello ufficiale, il capo di stato accorto, duro ma non brutale, sicuro di se e innamorato del suo popolo. Dall'altra parte il Messia, il fondatore di un neopaganesimo superomista che avrebbe dovuto travolgere ogni altraspiritualità e ogni altra religione al mondo. Hitler, comunque, di per se era immune dal rischio di divenire seguace dell'uno o dell'altro culto esoterico, in quanto considerava se stesso come un Eone messianico al quale era stata affidata la missione divina di salvare la Germania dal Male, incarnato nel giudaismo internazionale. Paradossalmente questa stessa matrice era improntata, per via di lasciti folcloristico-culturali, a un modello del “Salvatore” e del «popolo eletto» già fortemente giudaizzata. Il messianesimo iranico-giudaico quindi, dopo essere stato capovolto, veniva ora rimosso e rigettato come altro da se. Quel che Nietzsche aveva anticristicamente predetto verrà incarnato dal Fiuhrer, nuovo empito creatore per un mondo nuovo: il Verbo del Mein Kampf si fa carne in lui, ed egli annunciò se stesso come «sovrano della sinarchia ventura», come chakravarti e saoyshant, `unto del Signore', come maytra, `confortato' (così come si evince dagli scritti di Degrelle sul Reich millenario e dalle analisi di Savitri Devi Maharani, che riconosceva in Hitler lo swastikaChakravarti, `volgitore della ruota celeste'). Non stupisce pertanto il fatto the egli si paragonò a Gesù Cristo. Il suo pensiero é prigioniero del riscatto dalla modestia piccolo-borghese che spense gli empiti liberatori della sua giovinezza in Austria, trascorsa fra modeste mancanze di riconoscimenti e frustrazione della vocazione del genio. Una volta sul finire degli anni Venti, mentre faceva schioccare la frusta che portava di solito con se, disse: “Scacciare i Giudei mi fa pensare a Gesù nel tempio”. Oppure: “Cosi come fu per Cristo, anch'io ho un dovere verso il mio popolo”. Alla celebrazione di Natale nel 1920, egli sottolineò nuovamente il paragone tra la sua importanza storica con quella di Gesù. Cristo aveva cambiato la concezione del tempo e così avrebbe fatto anche Hitler: la vittoria finale sul giudeo sarebbe stata 1'inizio di una nuova epoca nella storia del mondo. «Quello the Hitler aveva cominciato, Hitler avrebbe finito». Chiuso in una prigione utopico-ideologica, egli non riusciva a immaginare il mondo dopo di lui. Lo stesso Goebbels sostenne: «I tedeschi sono indegni del Fiuhrer, e senza di lui la Storia non e degna di essere vissuta». Hitler ordinò inoltre che all'annuncio della sua morte venisse trasmesso il Gottesdaemnerung di Wagner. In un discorso del 10 febbraio del 1933 parodià il Pater Noster promettendo che sotto il suo governo un nuovo regno sarebbe venuto sulla terra e che questa sarebbe stata -la forza e la gloria, amen-. E aggiunse che, se non avesse adempiuto la sua missione, avrebbe dovuto essere crocifisso. A Hitler piaceva ricordare ai suoi seguaci 1'importanza simbolica del 1919, anno in cui decise di intraprendere la sua missione. Raccontò un suo aiutante che, durante la degenza in un ospedale militare, egli aveva addirittura avuto una visione soprannaturale che gli ordinava di salvare la Germania. In un discorso ai comandanti generali delle Forze Armate, i123 novembre del 1939, egli affermò: «Quando cominciai il mio lavoro politico nel 1919 lo concepii come una lotta eterna fra contrapposti principi. Dopo diventai un politico e cominciai la lotta contro il mio nemico». In fondo quella era una data importante: aveva trent'anni, la stessa età simbolica del compimento dei tre gradi di Apprendista, Compagno e Maestro, la stessa età in cui Gesù Cristo cominciò la sua missione per salvare l'umanità dall'ipocrisia giudaica. L’idea di idealizzarsi come una sorta di vicario di Dio e di identificarsi con il Cristo si manifestò in varie occasioni. Scrisse nel Discorso del 14 marzo del 1936, a Monaco: «Prendo la strada che la Provvidenza mi detta con tutta la fiducia di un sonnambulo». In quello del 31 luglio del 1937 a Breslau: «Dio ha creato questa gente ed è cresciuta secondo la sua volontà. Secondo la nostra volontà, rimarrà e non morirà». E in quello del 9 aprile del 1938, a Vienna: «Io credo che sia stata la volontà di Dio a mandare un ragazzo nel Reich, che e cresciuto per diventare il Fiuhrer della Nazione». A Hitler non piaceva sentir dire che le strade di Dio non gli fossero state rivelate. Guai a contraddirlo nella sua funzione di interprete dei disegni reconditi della Provvidenza. Una volta un aiutante gli fece notare che «Dio non lascia la gente guardare nelle Sue carte». Hitler andò su tutte le furie fino al punto di temere un attacco cardiaco. Ordinò all'aiutante di non ripetere mai più quella frase offensiva alla sua « augusta presenza». La sensazione autoipnotica che derivava dal ritenersi guidato dall'alto si intensificò col passare del tempo. L'11 settembre del 1935 disse: «Ciò che è stato negato a milioni di persone ci è stato dato dalla Provvidenza, e il nostro lavoro verrà ricordato dai nostri ultimi posteri». In un discorso nella sua città di Linz, il 12 marzo del 1938: “Quando una volta partivo da questa città, portavo con me la stessa confessione di fiducia che mi riempie oggi [...] Se la Provvidenza mi aveva chiamato per uscire da questa città [...] allora la Provvidenza mi deve aver dato una missione”. Le sue convinzioni si rafforzarono viste tutte le volte che sfuggì miracolosamente all'assassinio. Dopo la disfatta del complotto dei generali Wehrmacht del 20 luglio del 1944, affermò: “Ora l'Onnipotente ha fermato le loro mani un'altra volta. Non pensi anche tu che lo devo considerare come un segno del destino che intende preservare un compito per me?”. Il suo cameriere lo ricordava molto calmo quando sosteneva: «Questa è una nuova prova che sono stato selezionato tra gli altri uomini dalla Provvidenza per guidare la Germania verso la vittoria. Ebbene sono stato salvato, mentre altri avrebbero dovuto morire: è più chiaro che mai che il destino della Germania è nelle mie mani».
La sua versione della storia umana era essenzialmente una mitologia del solipsismo religioso e dell'individualismo post-protestantico. Hitler credeva che un popolo tedesco puro fosse vissuto in un anteriore Giardino dell'Eden. Ma questa razza pura era stata attaccata dal Maligno Ahriman, il nemico delle forze messianiche, che sarebbe diventato il diavolo del Cattolicesimo, incarnato nella forma del giudeo errabondo e trasformista, ingannatore dei popoli europei. Diceva infatti in modo alquanto esplicito: «Il giudeo è la personificazione del Diavolo e di tutto il male». La logica conclusione era che annientando il judentum si cooperasse al lavoro dell'Onnipotente. Nella teologia di Hitler, un peccato originale diverso sostituiva quello commesso nel Giardino dell'Eden biblico. “Il miscuglio delle razze è il peccato originale di questo mondo [...]. I peccati contro il sangue e la razza sono i peccati originali di questo mondo”. Pensava alla Guerra Mondiale per il Lebensraum in termini escatologici, e vedeva se stesso come il comandante delle forze del Bene che si appostavano ad Armageddon per combattere le forze di Satana: “Spesso mi sembra come se fossimo tutti messi alla prova da Satana: dobbiamo attraversare 1'inferno insieme per poi raggiungere finalmente la vittoria definitiva”. Non considerava il Partito e il Reich come organizzazioni meramente secolari ma, al contrario di Mussolini, non sottoponeva le organizzazioni iniziatiche locali al controllo di partito, lasciando convivere ispirazioni esoteriche distinte. Se Mussolini brandì la Spada dell'Islam, facendo dono alla Moschea di al-Agsa di alcune colonne in marmo di Carrara, Hitler riceverà dal Mufti Amin al-Husseini il titolo di “pellegrino onorario della Mecca”. Nel Mein Kampft scrisse: “Considero quelli che fondano e distruggono una religione molto più grandi di quelli che fondano uno Stato, per non parlare di un partito”. Anni dopo raccontò ai suoi seguaci: “Non siamo un movimento, siamo piuttosto una religione”. L'assetto istituzionale che ammirava come modello per il suo nuovo Ordine era quello della Chiesa romana antimodernista e controriformista, che lo aveva affascinato fin da ragazzo. Da giovane, infatti, fantasticava di diventare un abate e quando diventò Fiuhrer continuò ad avere della Chiesa cattolica una buona considerazione, tanto che essa fu di fatto 1'unica potenza con cui egli negoziò mirando alla pace e non alla guerra. La Chiesa protestante, al contrario fu sottoposta al vecchio parroco amico, d'improvviso proclamato Vescovo Generale del Terzo Reich e primate della Chiesa Tedesca. In un incontro del 1930 riservato ai soli membri del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi, presso la Casa Bruna, Hitler equiparò se stesso a un Papa e i suoi fedeli a un concilio di cardinali. Disse: “Pretendo, per me stesso e per i miei successori alla guida del Partito la rivendicazione dell'infallibilità politica. Spero che il mondo impari a rispettare questa rivendicazione come fa con le rivendicazioni del Santo Padre”. Si sentiva anche guida religiosa del mondo non-cristiano che intendeva conquistare. Scrisse nei Diari: “Diventare una figura religiosa. Presto sarò il grande capo dei Tartari. Già gli arabi e i marocchini includono il mio nome nelle loro preghiere”. Hitler vedeva dei paralleli perfetti tra il suo Ministero di Propaganda e Istruzione e la Congregazione della Chiesa per la Propaganda della Fede (Congregatio de Propaganda Fide). Osservava che il suo compito non era comunicare conoscenza “ma seria convinzione e fede incondizionata”. Di lui narrano: «Vedeva i 25 articoli dello Statuto del Partito come il "dogma della nostra Fede e la rocca su cui il Partito e costruito"». La proclamazione del Reich millenario aveva ancora evidenti risonanze di religiosità rexista. Gli piaceva anche parlare della “Trinità inseparabile” di Stato, Movimento e Popolo. Come segno e simbolo della sua organizzazione Hitler scelse un tipo particolare di croce e modificò personalmente il disegno dell'Hakenkreuz, la colossale Sala di Assemblea progettata per la sua nuova capitale della Germania, che, secondo lui, doveva essere vista come una cattedrale secolare piuttosto che come un palazzo civile. La cupola doveva risultare abbastanza larga per poter superare sette volte (numero favorito dal Destino) quella di San Pietro. Come ha notato Albert Speer: “Era fondamentalmente una sala di culto [...]. Senza questo significato sacro la motivazione per la struttura principale di Hitler sarebbe stata senza senso e ininteleggibile”. Ricordandosi delle istituzioni e delle idee che lo avevano influenzato, Hitler confessava che doveva molto al terrorismo marxista, ai Padri della Chiesa e ai Liberi Muratori. Ma concludeva sempre: « Soprattutto ho imparato dalla Compagnia di Gesù». Il giuramento di fedeltà al Fiuhrer ricorda in modo palese la formula del voto speciale di obbedienza che i gesuiti riservano alla persona del Papa. Hitler parlava delle sue SS come di un'«elite che porta il simbolo sacro ed e vestita di nero, allo stesso modo del1'Ordine ignaziano», ed esortava gli ufficiali a studiare gli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola per esercitarsi nella disciplina della fede. Lo stretto parallelo fra fede verso Dio e il sacro giuramento di obbedienza a Hitler è descritto in un articolo sul giuramento nel giornale nazista «Volkischer Beobachter»: «Una giornata storica come quella di ieri ha testimoniato la professione della religione del sangue in tutta la sua realtà imponente. [...] Chiunque abbia giurato la sua obbedienza a Hitler si impegna fino alla morte per questa idea sublime». Le intimidazioni di scomunica e anatemi che Hitler lanciava contro eretici e non-credenti erano molto simili a quelle scagliate da Gregorio VII contro i suoi nemici. Di quanti lo tradirono Hitler dirà: « Quelle persone hanno commesso un peccato, un peccato contro tutta la vita. [...] E’ un miracolo di fede che la Germania sia stata salvata. Oggi più che mai è compito del Partito ricordare questa confessione nazionalsocialista di fede e portarla come il segno sacro della nostra lotta e della nostra vittoria». E come ogni sistema religioso, anche il Nazionalsocialismo ebbe profeti, santi e martiri. Il Fiuhrer infatti fece addirittura santificare i protomartiri nazionalsocialisti che erano caduti nel Putsch di Monaco. Secondo le sue parole la loro morte avrebbe portato a «una vera fede nella resurrezione del loro popolo. [...] Il sangue che hanno versato diventa 1'acqua del battesimo del Terzo Reich». Ad un certo punto della sua ascesa, Hitler sostituì ai giorni festivi tradizionali e religiosi quelli nazionalsocialisti. In particolare: il 30 gennaio, giorno in cui il Fiuhrer ascese al potere nell'«anno sacro di Nostro Signore, il 1933». Il 20 aprile, il suo compleanno, giorno in cui la gioventù hitleriana veniva confermata nella sua fede. Il 9 novembre, il "Venerdi Santo" del Partito, celebrato come il Giorno Testimone di Sangue del Movimento nazionalsocialista. Hitler aveva pensato anche a delle Sacre Scritture per la sua nuova religione: e il Mein Kampf, sostituendo la Bibbia, ben presto prese il posto d'onore nelle case di migliaia di famiglie tedesche. I nazionalsocialisti lo raccomandavano addirittura come regalo di nozze per le giovani coppie. Il parallelo fra Hitler e il Messia veniva istituzionalizzato nelle scuole tedesche. Il 16 marzo del 1934 gli scolari scrivevano il seguente dettato (approvato dal Ministero di Istruzione e Propaganda di Hitler): «Gesù è come Hitler. Cosi come Gesù ha liberato la gente dal peccato e dall'Inferno, cosi Hitler ha liberato il popolo tedesco dalla distruzione. Gesù e Hitler vennero perseguitati, ma mentre Gesù è salito sulla croce, Hitler è salito alla Cancelleria del Terzo Reich. Gesù combatteva per il cielo, Hitler per la terra tedesca». La Lega delle Ragazze Tedesche sviluppò una nuova versione del Pater Noster che era una supplica non solo per il Fuhrer ma a lui diretta come una divinità: «Adolf Hitler, Voi siete un grande Fiuhrer. Il Vostro nome fa tremare il nemico. Il Vostro Terzo Reich verrà, solo la Vostra volontà e legge per la terra. Fate sentire ogni giorno la Vostra voce e comandate come il nostro Fuhrer, cui obbediremo fino alla fine e sacrificheremo persino la nostra vita. Vi lodiamo! Heil Hitler! ». E ai bambini veniva insegnato a recitare questa preghiera prima dei pasti: «Fuhrer, Fuhrer mio, mandato a me da Dio, proteggetemi e mantenetemi per tutta la mia vita. Voi che avete salvato la Germania dal bisogno più profondo, Vi ringrazio oggi per il pane quotidiano. Rimanete al mio fianco e non mi lasciate mai, Fuhrer mio, la mia fede, la mia luce. Heil, mein Fuhrer!». Canzoni popolari furono riviste e reinterpretate dai discepoli di Hitler, come nel caso del bravo natalizio favorito del popolo tedesco, Stille nacht:
Notte silenziosa! Notte sacra!
Tutto è calmo. Tutto è gloria.
Oggi è il Fuhrer che veglia su noi
E dischiude la gloria del Reich
Chiamaci per la battaglia
Pronti noi obbediremo.
E’ vero che, nel suo celebre testamento, il Fuhrer fece appello agli Arii (compresi i non-tedeschi) «dei secoli a venire», esortandoli a «conservare puro il loro sangue», a combattere le dottrine sovversive - in particolare il marxismo - e a rimanere fiduciosi in se stessi e invincibilmente attaccati all'ideale aristocratico per il quale egli stesso aveva lottato. Il Partito Nazionalsocialista poteva essere sciolto, il nome del Fuhrer poteva essere proscritto, i suoi fedeli braccati, costretti al silenzio, dispersi, ma I'hitlerismo, nutrito alla «fonte della conoscenza sovrumana» non poteva morire. Ed è pur vero che gli uomini del Supremo Consiglio dell'esoterismo nazista, l'Ahnenerbe, non furono, dopo il 1945, impiccati come criminali di guerra o uccisi a fuoco lento nelle segrete o nei campi di concentramento dei vincitori. Alcuni godettero di una strana immunita perfino davanti ai giudici del Processo di Norimberga. Forse alcuni di essi, tramite un altro Supremo Consiglio, quello di S. Giovanni di Scozia, furono recuperati all'Occidente in funzione anticomunista, e pronti nuovamente ad agire sul campo, già nel 1951, in occasione del Convegno svoltosi a Roma presso Motel Parco dei Principi. La sezione del1'Ahnenerbe che si occupava in modo particolare di dottrine esoteriche aveva, secondo Andrè Brissaud, «un eminente collaboratore nella persona di Friedrich Hielscher, amico dell'esploratore svedese Sven Hedin, di Karl Haushofer, di Wolfram Sievers, di Ernst Ringer e persino di Martin Buber, filosofo ebreo», uno dei padri sacri del Sionismo contemporaneo. Cosa vi è di strano in tutto ciò, dato che questo ebreo, il mite Buber, aveva raggiunto un certo grado di conoscenza nella metafisica pura e non svolgeva alcuna attivita politica? D. H. Lawrence non scrisse da qualche parte che «i fiori si incontrano e mescolano i loro colori alla sommita»? Se si vuole parlare della somiglianza spirituale esistente fra hitlerismo e Induismo non bisogna certo pensare alle filosofie della non violenza, distaccatesi dal tronco brahmanico, o alle sette indù dissidenti e protestantizzanti, ma al Brahmanesimo più antico e più rigoroso. L'uno e 1'altro sono incentrati sull'idea di purezza di sangue e di trasmissione indefinita della vita sana - soprattutto della vita del1'elite razziale, della vita da cui può uscire l'uomo che la padronanza di se stesso eleva al rango di un Dio. L'uno e 1'altro esaltano la guerra con un atteggiamento distaccato - la «guerra senz'odio», poichè «niente di meglio può capitare allo Ksautriya - o al perfetto guerriero SS - che un giusto combattimento». L'uno e 1'altro propongono alla Terra - come fanno d'altra parte tutte le dottrine tradizionali - un ordine visibile ricalcato sulle realtà cosmiche e sulle Leggi stesse della Vita. Il culto del Fuhrer come «volgitore della ruota», prolungato nelle Indie a dispetto di tanta propaganda nemica al di la del disastro del 1945, è una prova di più - se ne occorreva una - che 1'hitlerismo, spogliato da quello che la sua espressione tedesca può avere di contingente, si ricollegava, esso stesso, alla tradizione primordiale iperborea, di cui il Brahmanesimo sembra - per ammissione di Guenon - essere la forma vivente più antica. Esso vi si ricollega senza dubbio attraverso ciò che è, malgrado 1'imposizione del Cristianesimo, sostituitosi in Germania ad una forma tradizionale molto antica e propriamente germanica, derivante da una fonte comune: dalla santa «Patria antica» dei Veda e dell'Edda. E’ impossibile dire con certezza in quale misura la Thule Gesellschaft fosse in possesso di questa eredità inestimabile, venuta dalla notte dei tempi. Senza dubbio alcuni suoi membri - come Dietrich Eckart e Rudolf Hess - lo erano. Uno dei tratti propri all'iniziato e la capacità di dissimulare, tutte le volte che lo giudica conveniente ai suoi disegni, la collera, la follia, 1'imbecillità ed ogni altro stato umano. Ora il Fuhrer si costringeva, lo dice lui stesso, a «sembrare duro». E i suoi troppo famosi eccessi di furore - sul1'esistenza dei quali il nemico si è gettato con diletto, come su una fonte di ridicolo, sfruttabile ad infinitum - erano, secondo Rauschning, « accuratamente premeditati» e «destinati a sconcertare il sub entourage e a costringerlo a capitolare». Quanto a Rudolf Hess, la «commedia dell'amnesia» , così magistralmente recitata al Processo di Norimberga, ingannò gli psichiatri più accorti. E il tono normale, talvolta anche vivace, delle sue lettere alla moglie e al figlio - sconcertante se si pensa alla sua lunga prigionia - basterebbe a provare la sua «sovrumanità» da iniziato. In effetti solo un iniziato poteva scrivere, dopo tre decadi passate in cella, nello stile leggero e distaccato di un marito e di un padre in vacanza lontano dalla sua famiglia per tre settimane. Il Fuhrer, con ogni evidenza, superò i suoi maestri della Society di Thule (o di altri centri sacri), ed e riuscito a sfuggire all'influenza che alcuni di loro - non si saprà mai precisamente quali - avrebbero voluto avere su di lui. Doveva farlo, essendo sovrano, e volendo mantenersi fedele alla missione di essere uno dei «Volti di Colui che ritorna». E se, improvvisamente, la guerra prese una piega irreparabile a Stalingrado (che, secondo alcuni, sarebbe stato il luogo stesso dell'antica Asgard, fortezza degli Dei germanici), era senza dubbio per il fatto che, per qualche ragione nascosta, così doveva accadere. E il giovane Adolf non ne aveva forse avuto la rivelazione sotto il cielo notturno, sulla sommità del Freienberg, alle porte della sua cara città di Linz, all'età di sedici anni? La causa materiale immediata, o piuttosto 1'occasione della svolta fatale non doveva essere un errore di strategia da padre del Fuhrer, ma per un irrigidimento improvviso quanto infausto, nel sub atteggiamento di fronte all'avversario. Sigfrido, il superuomo, diede un tempo prova di una fierezza carica di conseguenze rifiutando, per non dare 1'impressione di cedere alla minaccia, di rendere alle figlie del Reno 1'Anello che apparteneva loro di diritto. Questo gesto avrebbe salvato Asgard e gli dei. Il rifiuto dell'eroe ne affrettò il crollo. Cosi come quello della tradizione, anche il nuovo Sigfrido, per non sembrare debole, rifiutò di sfruttare, come avrebbe certamente potuto fare, la buona volontà di quei popoli dell'Ucraina - antimarxisti, aspiranti alla loro autonomia - che avevano fin dal primo momento accolto i suoi soldati da liberatori. Che 1'abbia fatto coscientemente, rendendosi conto che la perdita della guerra, scritta negli astri, da sempre, era una catastrofe necessaria alla Germania e all'intero mondo ario, che solo la prova del fuoco ha potuto purificare? Solo gli dei lo sanno. La rapidità con la quale la Germania abboccò, dai primi anni del dopoguerra, all'esca della prosperità materiale priva di ideali, dimostra come, malgrado 1'entusiasmo dei grandi raduni nazionalsocialisti, essa fosse stata liberata solo in modo incompleto dal suo confortevole moralismo umanitario e dal suo provincialismo piccolo-borghese, e come fosse stata insufficientemente armata contro 1'influenza giudaica. Friedrich Hielscher, gia membro della Thule Gesellschalt, divenne poi un ufficiale superiore SS, svolse certamente un grande ruolo nell'attività esoterica dell'Ahnenerbe ed ebbe una grande influenza sul suo discepolo, Wolfram Sievers, Standartenfuhrer SS e segretario generale di questo Istituto. «Nel momento del processo di quest'ultimo a Norimberga - continua lo storico delle SS Andre Brissaud - Friedrich Hielscher, che non fu perseguitato, venne a testimoniare in modo curioso: fece delle digressioni politiche per distogliere 1'attenzione e tenne discorsi razzisti volontariamente assurdi, ma non disse assolutamente niente dell'Ahnenerbe. Nemmeno Sievers parlò. Ascoltò 1'evocazione dei suoi "crimini" con un apparente distacco e si sentì condannare a morte con una indifferenza totale. Hielscher ottenne dagli Alleati l'autorizzazione ad accompagnare Sievers alla forca e fu con lui the il condannato recitò le preghiere di un culto di cui Hielscher non parlò mai, ne nel corso degli interrogatori ne nel corso delle udienze processuali».Ci si può domandare quanti ex-SS, appartenenti come Hielscher a qualche sezione dell'Ahnenerbe, sfuggirono alla vendetta dei vincitori avendo salva la pelle. Nessun libro come quello di Andre Brissaud o di Rene Alleau o di altri storici ufficiali fornirà mai, a riguardo, altre informazioni. Per gli autentici discepoli del Fuhrer, sull'esistenza di una tale rete ultrasegreta non vi è alcun dubbio. La ragion d'essere di questa confraternita invisibile e silenziosa consiste - oggi come allora - nella conservazione di quel nucleo di conoscenza tradizionale sovrannaturale sulla quale s'incentrò 1'hitlerismo. Se la fede negli dei implica la conoscenza dell'ora inesorabile del loro crepuscolo, quest'ultimo è anch'esso ricompreso come transeunte ed effimero, non fine inesorabile di un mondo, ma preludio ad una rinascita ancor più possente e gloriosa. E il mito del secolo XX, ostracizzato, perseguitato e rimosso, ancora affiora prepotentemente alla coscienza di quanti si sentono votati a ciò che trascende 1'umano. In questo senso Nietzsche scrive: «Laddove vi sono morti vi sono anche resurrezioni».
http://www.thule-italia.com/ns/esoterico11.html
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