La struttura dell’informazione in Iraq e la libertà di stampa
di Hisam as-Saffar
Secondo dichiarazioni di ambienti ufficiali vicini al governo provvisorio, e secondo fonti del consiglio dei ministri, il governo si appresta ad emanare un insieme di norme repressive e di severe direttive che saranno imposte ai mezzi di informazione iracheni. Queste norme rappresentano una minaccia ed una svolta pericolosa che lascia presagire un’ingerenza nella sfera dell’informazione democratica. Quest’ultima ha prevalso in Iraq dopo la caduta del precedente regime dittatoriale, il quale annoverava fra le sue caratteristiche più evidenti la soppressione delle libertà di opinione e di espressione, e la violazione dei più elementari diritti umani. Ora tali norme restrittive avranno come risultato quello di ridurre un paese di più di 25 milioni di abitanti a continuare a leggere soltanto un numero limitato di giornali, ovvero solo quelli che suoneranno il tamburo al servizio del regime e del suo presidente. Cadranno vittima di questi provvedimenti non poche persone fra coloro che hanno osato scavalcarli. Noi non vogliamo di certo dichiararci contrari all’emanazione di norme che contribuiscano a regolamentare la pubblicazione dei giornali e a disciplinare la creazione di altri mezzi di informazione, poiché siamo contro ogni tipo di anarchia all’interno del paese. Tuttavia rifiutiamo con grande fermezza qualsiasi provvedimento o intimidazione che limiti la libertà di espressione e la libertà di stampa. Noi lavoriamo affinché vi sia nel nuovo Iraq un quarto potere reale che svolga il suo ruolo al servizio del popolo iracheno ed in cui le attività dei mezzi di informazione siano regolate ed organizzate in base a principi etici, e non in base a norme repressive e sotto la minaccia di una chiusura definitiva. Che si tratti di giornali o di altri mezzi di informazione, se essi non potranno usufruire di una effettiva libertà, non faranno che ritornare alle condizioni in cui si trovavano sotto il regime dittatoriale passato. Noi siamo assolutamente persuasi che il governo provvisorio non riuscirà ad imporre queste norme, essendo l’Iraq diventato un terreno di lotta per la costruzione di una stato democratico, come richiesto da tutti gli iracheni. Queste intimidazioni senza dubbio deluderanno le speranze di molti fra giornalisti ed operatori dell’informazione i quali si attendevano invece delle misure di sostegno alla stampa ed al sistema dell’informazione, per incoraggiare il cammino democratico ancora incerto dell’Iraq. Tuttavia noi affermiamo che in qualità di giornalisti iracheni ci opporremo a qualsiasi tentativo di pregiudicare la nostra libertà. La nostra lotta sarà pacifica ed il nostro obiettivo sarà quello di costruire una stampa irachena libera ed imparziale.
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