Secondo gli organizzatori i partecipanti sono 500 mila. Il padre Franco alla testa del corteo. L'abbraccio con Prodi. Pier Scolari: mi sento bene.
ROMA - Dopo il caos iniziale, dovuto alla grande quantità di persone radunatesi in piazza della Repubblica, il corteo per la liberazione di Giuliana Sgrena è partito. Alla testa della folla, i familiari e il compagno di Giuliana con la redazione e lo striscione del manifesto. Una marcia silenziosa, piena di speranza e di vicinanza umana, che alla fine del lungo serpentone diventa colorata e chiassosa, per la presenza di gruppi dei centri sociali. Al passaggio dello striscione del manifesto, le persone radunate sul marciapiede applaudono.
TUTTI I COLORI DELLA PACE - A parlare sono soprattutto i vessilli, tanti e diversi: bandiere della pace, delle confederazioni sindacali, dell'Ulivo, dei Verdi, della Quercia, dei Comunisti italiani e di Rifondazione. Non mancano ritratti di Che Guevara e riproduzioni del «Quarto Stato» di Pellizza da Volpedo. Molte anche le bandiere curde con volto di Ocalan. A dominare su tutti, un'immensa quantità di cartelli dell'Arci che, sotto la foto di Giuliana, chiedono di stare «dalla parte giusta, quella delle vittime». Una nota particolare arriva a piazza Venezia dalle «Donne in nero». Una distesa di striscioni neri allineati occupa l'intero fronte dell'altare della Patria. Al centro, sempre su fondo nero, campeggia la scritta «Io donna contro la guerra». Un gruppo di pacifisti americani sfila con lo striscione «Not in our name!». La testa del corteo, intanto, è già arrivata a via del Teatro di Marcello, non lontana dal traguardo. Secondo gli organizzatori, sono 500 mila le persone che stanno prendendo parte al corteo. Ne erano attese 200 mila.
LEADER DEL CENTROSINISTRA - Tanti i politici presenti, da Fassino a Castagnetti, da Pecoraro Scanio a Boselli. «Oggi non è giornata di polemiche - ha detto Fassino - dobbiamo lavorare tutti per la liberazione di Giuliana». «Questa è una manifestazione che chiede la libertà di una persona e la libertà di una persona non è mai una manifestazione di parte» ha detto Walter Veltroni, sindaco di Roma presente al corteo, riferendosi alla mancata adesione del centrodestra alla mobilitazione. «La Cdl è in prima linea per la liberazione di Giuliana Sgrena - ha immediatamente risposto la vicepresidente dei deputati di Forza Italia Isabella Bertolini -. Mentre c’è chi legittimamente manifesta in piazza, nelle stesse ore il Governo Berlusconi, con assoluto riserbo, sta facendo l’impossibile per riportare a casa sana e salva la giornalista del manifesto».
IL PADRE: OTTIMISTI - «Vedendo tutte queste persone e tutti questi giornalisti, oggi siamo ancora più ottimisti di ieri». Così il padre di Giuliana Sgrena, Franco, alla testa del corteo partito intorno alle 14.30. Anche la moglie Antonietta si è detta stupefatta della quantità di persone giunte a Roma per la manifestazione. Con i genitori e il compagno di Giuliana, anche il direttore del Manifesto, Gabriele Polo. IL COMPAGNO - «Come mi sento? Mi sento bene perché dopo 15 giorni mi trovo in mezzo a tanta gente che vuole la liberazione di Giuliana, e speriamo che avvenga presto». E’ quanto ha affermato afferma Pier Scolari, il compagno di Giulia Sgrena in testa al corteo conlil grande striscione con la scritta «Liberiamo Giuliana, liberiamo la pace».
L'ABBRACCIO CON PRODI - «Io immagino che oggi qui siano tutti presenti anche se poi non ci sono tutti fisicamente». Così il leader dell'Unione Romano Prodi risponde al cronista che gli chiede come giudica l'assenza dal corteo per la liberazione di Giuliana Sgrena di esponenti del governo. «Non posso immaginare - ribadisce Prodi che è accompagnato dalla moglie Flavia - che non ci sia una completa unità». Romano Prodi è stato abbracciato calorosamente dal padre di Giuliana, Franco Sgrena. La troppa ressa di cronisti, fotografi e cineoperatori che si sono concentrati sul leader dell'Unione ha poi costretto il professore a lasciare il corteo. Davanti all'assalto dei cronisti, che impedivano alla manifestazione di procedere, Prodi si è sfilato dal corteo all' altezza di via Cavour e, per una via laterale, si è allontanato, sempre inseguito dai cronisti. Prodi avrebbe dovuto comunque lasciare il corteo per tornare a Napoli, dove partecipa al congresso dell' Udeur.
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