Gli organizzatori: «500 mila in piazza». Il padre Franco alla testa del corteo. L'abbraccio con Prodi. Presenti i leader del centrosinistra. Pier Scolari: mi sento bene.
ROMA - Un fiume di folla. Tutta riunita per un unico scopo. Ottenere la liberazione di Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto rapita in Iraq. Dopo il caos iniziale, dovuto alla grande quantità di persone radunatesi in piazza della Repubblica, il corteo per la liberazione di Giuliana Sgrena è partito. Alla testa della folla, i familiari e il compagno di Giuliana con la redazione e lo striscione del manifesto. Una marcia silenziosa, piena di speranza e di vicinanza umana, che alla fine del lungo serpentone diventa colorata e chiassosa, per la presenza di gruppi dei centri sociali. Al passaggio dello striscione del manifesto, le persone radunate sul marciapiede applaudono.
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TUTTI I COLORI DELLA PACE - A parlare sono stati soprattutto i vessilli, tanti e diversi: bandiere della pace, delle confederazioni sindacali, dei Cobas, dell'Ulivo, dei Verdi, della Quercia, dei Comunisti italiani e di Rifondazione. Dai centri sociali ai gruppi cattolici, il popolo che è sceso in piazza ricorda per varietà quelli che si erano visti durante il fulgore del movimento pacifista. Non mancano ritratti di Che Guevara e riproduzioni del «Quarto Stato» di Pellizza da Volpedo. Molte anche le bandiere curde con volto di Ocalan. A dominare su tutti, un'immensa quantità di cartelli dell'Arci che, sotto la foto di Giuliana, chiedono di stare «dalla parte giusta, quella delle vittime». Una nota particolare è arrivata a piazza Venezia dalle «Donne in nero». Una distesa di striscioni neri allineati occupava l'intero fronte dell'altare della Patria. Al centro, sempre su fondo nero, campeggiava la scritta «Io donna contro la guerra». Un gruppo di pacifisti americani sfila con lo striscione «Not in our name!». Sempre presente il ricordo degli altri rapiti in Iraq, dei quali si chiede oggi la liberazione: la giornalista di Libération Florence Aubenas e il suo interprete. Il corteo infine si è concluso al Circo Massimo, dove è cominciato un concerto che è terminato alle 20. Secondo gli organizzatori, sono state 500 mila le persone che hanno preso parte al corteo. Il comune di Roma parla di 200 mila. La Questura non rilascia numeri.
LEADER DEL CENTROSINISTRA - Tanti i politici presenti, da Fassino a Castagnetti, da Pecoraro Scanio a Boselli. «Oggi non è giornata di polemiche - ha detto Fassino - dobbiamo lavorare tutti per la liberazione di Giuliana». «Il senso di questa giornata - ha detto Guglielmo Epifani, leader della Cgil dal corteo - è quello di star vicino a Giuliana, alla famiglia, al giornale. Chiedere la sua liberazione anche attraverso questa partecipazione molto forte. E, naturalmente, l' impegno per la pace, perché finisca questo conflitto endemico». «Questa è una manifestazione che chiede la libertà di una persona e la libertà di una persona non è mai una manifestazione di parte» ha detto Walter Veltroni, sindaco di Roma presente al corteo, riferendosi alla mancata adesione del centrodestra alla mobilitazione. «La Cdl è in prima linea per la liberazione di Giuliana Sgrena - ha immediatamente risposto la vicepresidente dei deputati di Forza Italia Isabella Bertolini -. Mentre c’è chi legittimamente manifesta in piazza, nelle stesse ore il Governo Berlusconi, con assoluto riserbo, sta facendo l’impossibile per riportare a casa sana e salva la giornalista del manifesto».
IL PADRE: OTTIMISTI - «Vedendo tutte queste persone e tutti questi giornalisti, oggi siamo ancora più ottimisti di ieri». Così il padre di Giuliana Sgrena, Franco, che era alla testa del corteo Anche la moglie Antonietta si è detta stupefatta della quantità di persone giunte a Roma per la manifestazione. Con i genitori e il compagno di Giuliana, anche il direttore del Manifesto, Gabriele Polo. IL COMPAGNO - «Come mi sento? Mi sento bene perché dopo 15 giorni mi trovo in mezzo a tanta gente che vuole la liberazione di Giuliana, e speriamo che avvenga presto». E’ quanto ha affermato afferma Pier Scolari, il compagno di Giulia Sgrena in testa al corteo conlil grande striscione con la scritta «Liberiamo Giuliana, liberiamo la pace». Scolari ha poi sottolineato come la manifestazione non abbia avuto carattere di protesta contro il governo. «Non ci sono stati cori e slogan nè contro Berlusconi, nè contro la maggioranza, nè contro Bush, nè contro tutti coloro che hanno voluto e fatto questa guerra - ha ribadito ai timori di possibili strumentalizzazioni - è un segnale importante che arriva dalla piazza». Quale? «Che questa non è una manifestazione di parte» risponde convinto.
L'ABBRACCIO CON PRODI - «Io immagino che oggi qui siano tutti presenti anche se poi non ci sono tutti fisicamente». Così il leader dell'Unione Romano Prodi risponde al cronista che gli chiede come giudica l'assenza dal corteo per la liberazione di Giuliana Sgrena di esponenti del governo. «Non posso immaginare - ribadisce Prodi che è accompagnato dalla moglie Flavia - che non ci sia una completa unità». Romano Prodi è stato abbracciato calorosamente dal padre di Giuliana, Franco Sgrena. La troppa ressa di cronisti, fotografi e cineoperatori che si sono concentrati sul leader dell'Unione ha poi costretto il professore a lasciare il corteo
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