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Nella notte fra domenica e lunedì scorsi s'è svolto uno strano conflitto a fuoco su una statale dell'Italia settentrionale. Vi sono ancora parecchi lati oscuri di quest’azione, che ha visto ben quattro morti, due agenti della Polizia di Stato italiana, un reduce della Restore Hope in Somalia, già guardia del corpo del leader del movimento populista Lega Nord Padania (che fa parte della coalizione del Governo Berlusconi) Umberto Bossi e la misteriosa figura di Galina Chafranek, un'ebrea ucraina. Quest'ultima, sicuro perno di questa vicenda, è stata sbrigativamente indicata dalla stampa italiana come prostituta anche se l'età della donna, 31 anni, senza dubbio, per una straniera, un'età "avanzata" per esercitare il meretricio ed il fatto che la stessa fosse vestita normalmente al momento della sparatoria dimostra chiaramente che la Chafranek tutto poteva essere tranne quello indicato. Nei fatti, poveri al momento, nella loro ricostruzione, Andrea Arrigoni, un uomo indicato nella cerchia dei suoi conoscenti come retto e di buoni principî, nella serata di domenica si sarebbe improvvisamente spostato nella città di Verona da quella di Bergamo, ove viveva colla famiglia. Nella città sull’Adige, importante snodo di collegamento fra l’Europa germanica ed il meridione del continente, Arrigoni si sarebbe incontrato colla Chafranek a tarda notte. Il parà, negli ultimi tempi, era molto vicino ad Alleanza Nazionale, il movimento politico italiano di destra nazionale guidato dall’attuale Ministro degli Esteri Gianfranco Fini, che negli ultimi mesi è giunto ad un acritico (ed a volte entusiasta) sostegno ai circoli giudaici euro-americani e all’entità sionista. Questo partito lo aveva perfino fatto relatore in una commissione parlamentare riguardo la discussa legge in gestazione sulle polizie private; Andrea Arrigoni, già “camicia verde” della Guardia Nazionale Padana, una sorta di servizio d’ordine della Lega Nord, era, infatti, il tuttofare di un’associazione d’investigatori privati, il cui Presidente onorario è Maurizio Gasparri, Ministro italiano delle Comunicazioni, responsabile del controllo dell’ente televisivo di Stato RAI. Un primo elemento alquanto strano è la macchina colla quale Arrigoni si sarebbe spostato, la distanza fra le due città non è enorme ma è significativa. Il parà ha utilizzato una piccola utilitaria, una Panda della FIAT, pur disponendo d’altre vetture, senza dubbio più confortevoli. Perché Arrigoni affronta un viaggio in piena notte con simile bagnarola? Per quale motivo si sarebbe fermato colla Chafranek in una piazzola di servizio di una statale abbastanza trafficata alle due e mezza di notte? Certamente il parà non si sarebbe fermato volontariamente in una zona alquanto illuminata e per giunta video-sorvegliata. L’ebrea Chafranek era un agente di collegamento di qualche servizio? Ed Arrigoni per quale motivo doveva vederla così in fretta, anche se armato di una Glock? Per conto di chi il parà avrebbe affrontato quell’avventura notturna? Chi è il misterioso “Goran” verso il quale sono partite le ultime telefonate dell’apparecchio mobile della Chafranek? È stata veramente l’ebrea a chiamare l’Arrigoni alle undici di sera passate? Per quale motivo i due poliziotti si sarebbero portati lì compiendo pare perfino acrobazie di manovra, giacché provenivano dalla carreggiata opposta? Inoltre è la dinamica stessa di questa sparatoria a lasciare alquanto allibiti; la Polizia italiana ha diramato una ricostruzione che pare romanzesca tanto è incredibile. Diciannove colpi sono stati sparati dagli agenti, che in Italia hanno regole d’ingaggio molto rigide e non sparano ad altezza d’uomo senza un fondato motivo, ben dieci avrebbero colpito l’Arrigoni, che si trovava a parecchi metri dall’automobile della Polizia. Pare che i due poliziotti abbiano sparato, riparato dalla portiera lato guida probabilmente l’autista del mezzo mentre il secondo si sarebbe spostato dietro il mezzo compiendo una corsa d’alcuni metri, il tutto mentre continuava a sparare. Dal canto suo il parà sarebbe rimasto impassibile all’esterno della sua vettura sparando a ripetizione dodici colpi, di cui ben dieci a segno perfetto sui poliziotti, per giunta nella ripartizione, cinque ad uno, cinque all’altro. È troppo fantastico immaginare un uomo colpito in pochi secondi da dieci pallottole che resta in piedi e senza tentennamenti dispensa un caricatore, centrando dieci volte su dodici gli obiettivi. Come si può osservare solo lo sviluppo dei fatti, così com’è riportato, genera parecchi dubbi. Nel contesto della visita in Europa del satrapo americano, dopo l’azione del MOSSAD a Beirut contro Rafik Hariri, uomo di fiducia del Presidente Chirac, incredibilmente prono a Bruxelles verso l’Imperatore e mentre l’entità sionista, che s’è servita dell’Ucraina e dell’anti-democratica “rivoluzione arancione” per tallonare a più miti consigli il Presidente russo Vladimir Putin, che sta cercando di smarcarsi dall’abbraccio mortale cogli Stati Uniti (come già cercò di fare l’Eliseo), è divenuta subdolamente infame nella sua protervia verso il nobile ed oppresso popolo palestinese, perfino una strana sparatoria su una statale italiana che vede coinvolti l’ebrea Galina Chafranek e un parà con molti collegamenti, può essere il campanello di qualcosa di molto importante che starebbe coinvolgendo l’Italia, potenza occupante in Iraq.
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