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Folgore! Aiutateli!
by mazzetta Tuesday, Feb. 22, 2005 at 8:18 PM mail:

Dopo traumi del genere, staranno tutti bene?

Qualche giorno fa, raccontando delle gesta della Folgore e dei nostri militari in Somalia, a proposito dei reduci che avevano dato tali e tanti segni di inadeguatezza ed impreparazione psicologica, scrivevo:” …nessuno pensò ad alcun sostegno psicologico o terapia per menti tanto sconvolte; una procedura comune nei paesi civili, da noi non ci ha pensato nessuno.”

Lamentavo che alcuni di questi fossero poi stati protagonisti di alcune pagine nere della nostra storia recente, quali ad esempio quelle scritte durante il massacro di pacifici manifestanti a Genova in occasione del G8 più “cileno” della storia.
Una constatazione forse banale, tanto che ha trovato urgente conferma dalla strage combinata da un altro reduce della Somalia, quell’Arrigoni che ha da poco trascinato alla morte con sé, una prostituta e due poliziotti sul bordo di una buia strada del Veneto, in una sparatoria assurda che ha assunto la dimensione della strage.
Adolescenti nei fantastici anni ’80, militi onnipotenti abbandonati senza controllo e senza guida tra i neri inferociti negli anni ’90; parecchi di loro hanno tratto dall’addestramento nella Folgore conoscenze e motivazioni che li hanno spinti inevitabilmente verso il disastro.
Come fu rilevato dallo studio che condusse allo scioglimento dei paracaduti canadesi, macchiatisi di delitti simili a quelli compiuti laggiù dai nostri, l’addestramento delle unità aerotrasportate è fonte di gravi squilibri psicologici. La costante esaltazione del gruppo e delle sue peculiarità belliche e bellicose, non viene bilanciata da una corretta educazione civica, un atteggiamento incompatibile con la creazione delle “spietate macchine da guerra” che devono diventare i parà professionisti, o in generale i militari dei corpi speciali. La banalizzazione del valore della vita dell’altro, del nemico, viene instillata negli addestrati; nessuno si preoccupa di rimuoverla a lavoro terminato.

“Gli danno le ali, gli insegnano a saltare da un aereo e a ritenersi i migliori”, questa la descrizione dell’addestramento nelle parole di un deputato canadese; una realtà che ci viene riproposta in decine di film guerreschi, che combinata al forte spirito identitario, sollecitato perché funzionale alla resa dell’unità di combattimento, crea spesso personalità disadattate alla vita civile.
Per questo il Canada sciolse la sua Airborne, per questo gli Stati Uniti prevedono un programma obbligatorio di osservazione per i reduci.
Con la fine dell’esercito di leva il problema ha assunto ancora maggiore rilevanza. Se prima infatti la selezione avveniva tra una massa di volontari indistinta ed in qualche maniera bilanciata, ora avviene tendenzialmente tra persone originarie di piccole realtà, non in grado di fornire valide alternative occupazionali al servizio militare. Zone povere dalle quali provengono persone che hanno avuto scarse opportunità formative sul territorio di origine, e che assumono gran parte della loro conoscenza del mondo e dei valori in questo contesto molto particolare. Se l’esercito trae ormai linfa principalmente dalla Sardegna, non è certo perché i sardi nascano sognando la divisa.

L’influenza dell’addestramento e dell’esperienza nella Folgore su Arrigoni è evidenziata dalla cronaca della strage, che riporta come egli abbia agito senza esitazioni, svuotando il caricatore della sua Glock sui poliziotti intervenuti dopo che aveva ucciso una prostituta. Un tipo di pistola che rappresenta essa stessa un oggetto di feticismo tra gli appassionati, unita ad una reazione scevra di emotività, come dimostrano i centri sugli sfortunati poliziotti.

Non è solo colpa dello sdoganamento di tanti comportamenti al di là della decenza e del contegno democratico, avvenuto grazie al martellamento mediatico delle destre e dei loro camerieri, non è solo colpa dell’avanzamento della vuota cultura della destra italiana, che si risolve nell’esaltazione dell’incultura.
Non è solo colpa dei film hollywoodiani, una conclusione che potrebbe essere buttata lì per non indagare oltre. Non è colpa della generica cultura da caserma che porta i miles gloriosus a picchiare o stuprare le donne e la figura mistica dell’ufficiale gentiluomo; quello succede anche tra i non militari piagati dalla proposta pressante di modelli maschili caricaturali e fascisteggianti.
Altri campioni ed interpreti della new wave militar-patriottica con spruzzi di impotenza machista di ritorno, delirano quotidianamente senza sparare a nessuno.
Uno dei mercenari italiani presi in ostaggio in Iraq, per esempio, ci mostra come non necessariamente la confusione mentale tipica dei figli della TV e della falsa retorica destrorsa, porti alla generazione di mostri violenti.
Stefio ci mostra sul sito internet che ha aperto, come i prodotti di quella cultura possano essere pittoreschi, ma inoffensivi. I deliri del blog di Stefio sono simili a quelli rinvenibili nel sito di Arrigoni, o in quelli di tanti ex appartenenti alla Folgore, ma la sua impreparazione militare lo confina allo sproloquio inoffensivo.
Vedere la sua foto all’investitura da templare, leggerlo strologare di patria acclamato come un eroe da altri prodotti della stessa sottocultura, rende immediatamente la dimensione di quanto possa essere inoffensivo, e buffo, uno che oggi si firma “Comandante di Delta 15”.
Dio, Papi, Vescovi, Patrie ed Onori, Nobiltà e Fede e Anticomunismo, tutto maiuscolo; tanto la fatica è la stessa ed il ridicolo uno sconosciuto.

La differenza tra Stefio ed Arrigoni la fa l’addestramento; da semplice piantone di aeroporti quello di Stefio, da assassino quello di Arrigoni. Entrambi hanno vissuto esperienze traumatiche: Arrigoni ha vissuto l’incubo somalo; Stefio ha subito la prigionia nelle mani di quegli islamici che ora mostra di disprezzare e temere
Se nel caso di Stefio, libero di perdere la faccia e non far male a nessuno, si può provare commiserazione, gli Arrigoni mettono invece preoccupazione e rappresentano un pericolo reale.
La circostanza che migliaia di reduci della Somalia, e non solo, ed ex appartenenti alla Folgore (della quale fu chiesto più volte lo scioglimento anche in sede parlamentare), si aggirino armati ed ignorati tra i cittadini comuni, e spesso ricoprano ruoli di responsabilità, dovrebbe essere fonte di preoccupazione per tutti.
L’esercito professionale non deve significare lo sfruttamento dei nostri giovani più deboli. L’esercito non può comportarsi come un’azienda, prelevando i più ingenui rodomonti per abbandonarli al loro destino dopo averli addestrati ad uccidere; macellarli con l'imposizione di un'enfasi efficientista e suprematista nell'esercizio della violenza, senza prevedere per loro alcuna assistenza o percorso terapeutico che li ancori alla realtà.
I nostri reduci di guerra meritano un trattamento degno di una paese civile, ma in Italia questa assistenza viene negata e considerata una vergogna, mentre negli altri paesi è parte integrante del programma. Essi sono al tempo stesso strumenti e vittime dei disegni dei soliti noti.

La deriva di quelli che ogni giorno ci cantano la paura del terrorismo, che battono la grancassa della sicurezza, ha creato un esercito di precari improvvisati, spesso armati. La pessima situazione economica nel nostro paese spinge questo esercito verso situazioni di stress facilmente pronosticabili. C’è chi accetta, sprovveduto, di andare in Irak, e chi accetta lavori per i quali non è minimamente qualificato, chi si limita a fare il body guard e chi il guardiano. Per ironia della sorte Arrigoni, che nell’ambiente veniva scambiato per uno colto, chiedeva a gran voce una regolarizzazione del suo settore, quello delle investigazioni, divenuto nel nostro paese il paradiso degli improvvisati.
La grande maggioranza di questa gente cerca semplicemente di mettere insieme pranzo e cena, altri si aggirano come bombe innescate tra di noi; a queste persone va data assistenza ed attenzione.
Qualcuno abbia pietà dei ragazzi della Folgore, è una questione di giustizia nei loro confronti e una sana tutela nei confronti della collettività. Se non si vuole sciogliere il corpo, almeno si prevedano controlli ed assistenza specialistica per i congedati, uniti ad una severa disciplina per il porto e la detenzione delle armi una volta congedati.

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complimenti
by congedato (ma non parà) Tuesday, Feb. 22, 2005 at 8:55 PM mail:

Hai dannatamente ragione, temo di averne incrociati parecchi di questi "Arrigoni", ce n'è dappertutto: per la maggior parte del tempo sembrano normali, ma...
Ci vorrebbe un'assistenza qualificata e "obbligatoria" per i reduci dalle zone di guerra, e poi tenerli d'occhio periodicamente.
Il problema è che le forze armate e i politici del ministero dovrebbero fare un salto culturale di almeno un secolo per capire l'importanza di un trattamneto di sostegno; e anche se riuscissero a capirlo, farlo sarebbe politicamente sconveniente; e anche se lo volessero fare, con la disorganizzazione cronica, figurati.

Peccato, tocca aspettare la prossima esplosione di follia

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mazzetta
by mazzetta fun club Wednesday, Feb. 23, 2005 at 1:41 AM mail:

negli stati uniti adesso sperimenteranno il recupero dei soldati con stress post traumatico con MDMA, ovvero ecstasy.

potrebbe funzionare a breve termine ma credo che sul lungo sortirebbe effetti peggiori. Queste persone hanno bisogno di cure e visite mediche gratuite e di qualita' perenni.


--

US soldiers to receive ecstasy to fight combat trauma
Sat, 19 Feb 2005 12:16:33 -0600
Summary:

Several studies in the US are planned or are under way to investigate whether MDMA, LSD and psilocybin, the active ingredient in magic mushrooms, can treat conditions ranging from obsessive compulsive disorder to anxiety in terminal cancer patients.
[Posted By ShiftShapers]
By THE GUARDIAN, LONDON
Republished from Taipei Times
Soldiers traumatized by fighting in Iraq and Afghanistan are to be offered the drug ecstasy to help free them of flashbacks and recurring nightmares.

US soldiers traumatized by fighting in Iraq and Afghanistan are to be offered the drug ecstasy to help free them of flashbacks and recurring nightmares.

The US food and drug administration has given the go-ahead for the soldiers to be included in an experiment to see if MDMA, the active ingredient in ecstasy, can treat post-traumatic stress disorder.

Scientists behind the trial in South Carolina think the feelings of emotional closeness reported by those taking the drug could help the soldiers talk about their experiences to therapists.

Several victims of rape and sexual abuse with post-traumatic stress disorder, for whom existing treatments are ineffective, have been given MDMA since the research began last year.

Michael Mithoefer, the psychiatrist leading the trial, said: "It's looking very promising. It's too early to draw any conclusions but in these treatment-resistant people so far the results are encouraging."

"People are able to connect more deeply on an emotional level with the fact they are safe now."

He is about to advertise for war veterans who fought in the last five years to join the study.

According to the US national center for post-traumatic stress disorder, up to 30 percent of combat veterans suffer from the condition at some point in their lives.

Known as shell shock during the first world war and combat fatigue in the second, the condition is characterized by intrusive memories, panic attacks and the avoidance of situations which might force sufferers to relive their wartime experiences.

Mithoefer said the MDMA helped people discuss traumatic situations without triggering anxiety.

"It appears to act as a catalyst to help people move through whatever's been blocking their success in therapy."

The existing drug-assisted therapy sessions last up to eight hours, during music is played.

The patients swallow a capsule containing a placebo or 125mg of MDMA—about the same or a little more than a typical ecstasy tablet.

Psychologists assess the patients before and after the trial to judge whether the drug has helped.

The study has provoked controversy, because significant doubts remain about the long-term risks of ecstasy.

Animal studies suggest that it lowers levels of the brain chemical serotonin, and some politicians and anti-drug campaigners have argued that research into possible medical benefits of illegal drugs presents a falsely reassuring message.

The South Carolina study marks a resurgence of interest in the use of controlled psychedelic and hallucinogenic drugs.

Several studies in the US are planned or are under way to investigate whether MDMA, LSD and psilocybin, the active ingredient in magic mushrooms, can treat conditions ranging from obsessive compulsive disorder to anxiety in terminal cancer patients.

http://www.gnn.tv/headlines/1197/US_soldiers_to_receive_ecstasy_to_fight_combat_trauma

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no ai folgorati!
by si agli arditi Wednesday, Feb. 23, 2005 at 1:09 PM mail:

no, infatti noi siamo gente seria e facciamo parte di COMSUBIN

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- arditi + bruciati
by soluzione finale Wednesday, Feb. 23, 2005 at 3:28 PM mail:

e meno spese per i dottori

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povero mazzetta
by si riprenderà un giorno? Friday, Mar. 11, 2005 at 11:21 AM mail:

Rif. Folgore! Aiutateli! (Mazzetta)

Caro Mazzetta,
mentre navigavo su internet mi sono casualmente imbattuto nel suo “articolo” relativo alla Folgore e ai reduci della Somalia, allorché non ho potuto fare a meno, seppur tardivamente, di esprimere un mio commento su quanto lei asserisce.
Ho sentito la necessità e il dovere di scrivere queste righe in quanto, ciò che lei dice, mi tocca direttamente sotto diversi punti di vista.
Mi chiedevo quale eccelsa cultura o quali esperienze l’abbiano portata ad elaborare una così profonda disamina relativa ai reduci della Somalia e ad alcuni aspetti sociali del nostro paese. E soprattutto cercavo di capire in quale ambito malsano possa essere maturata una linea di pensiero tanto irrazionale quanto spudoratamente schierata.
Ebbene, vorrei in primo luogo respingere la sua pietà nei confronti dei ragazzi della Folgore, in secondo le consiglio vivamente di sottoporre se stesso ad una profonda terapia di psicanalisi poiché (ma è solo una mia impressione) il suo è un tipico profilo psicologico di ometto “politicizzato”, capace di trasformare persino una discussione gastronomica in un dibattito politico, ovvero tendente a ricercare una componente politica in qualsiasi argomento si prenda in considerazione con l’inevitabile conseguenza di esternare opinioni quantomeno discutibili.
Chi sono io? Sono un normale cittadino che lavora, che ha famiglia e che normalmente non va in giro con una pistola col colpo in canna pronto ad effettuare una strage al primo intoppo che gli si presenta. Strano, eppure ho prestato servizio militare nella Folgore, sono un reduce della Somalia e per giunta conoscevo Andrea Arrigoni in quanto mio ex commilitone.
No, non sono un leghista o un attivista di qualsiasi altra natura (come qualcuno potrebbe pensare…), e tantomeno intendo schierarmi per partito preso, infatti voglio subito precisare che condanno assolutamente ciò che è successo a Verona a prescindere da motivazioni, responsabilità e situazioni più o meno chiare di cui si è tanto parlato.
La cosa che più mi infastidisce è che un illustre sconosciuto voglia, in maniera assolutamente gratuita, appiopparmi l’etichetta di mentecatto assimilabile a una bomba innescata che potrebbe esplodere da un momento all’altro causando disastri come quello di Verona.
Vede, proprio lo scorso ottobre, in occasione della festa dei paracadutisti, mi trovavo a Livorno, poiché, dopo la bellezza di 11 anni, un amico ex collega ha pensato bene di rispolverare una vecchia agenda telefonica e di contattare più persone possibili, tra coloro che avevano svolto servizio militare assieme a noi, per organizzare una classica rimpatriata di vecchi amici.
La cosa ha avuto un certo successo poiché all’iniziativa abbiamo aderito in numero abbastanza consistente, circa 35 persone provenienti da varie regioni d’Italia. E non nascondo che è stato molto emozionante ritrovarsi lì, dove c’eravamo lasciati tanti anni fa tra saluti, abbracci e promesse di rivederci presto.
Ora viene il bello! Non ci crederà mai se le dico che la maggior parte di noi si è tranquillamente inserita nella società, ha un normalissimo lavoro, una moglie, dei figli, ecc. Pensi un po’, uno gestisce un bar, un altro fa l’impresario, un altro ancora lavora per conto di un’azienda; e poi c’è il dipendente statale, l’artigiano, il geometra, il consulente commerciale, l’autista, il carabiniere, l’operaio e via dicendo.
Ora che ci penso c’era anche un investigatore privato. Un tipo tranquillo, affabile, simpatico ma anche abbastanza riservato. Quella che comunemente verrebbe definita una persona normalissima insomma. Niente poteva lasciar presagire che nella sua mente si insidiasse il germe della follia che lo ha portato a compiere un gesto così aberrante.
Però, caro Mazzetta, se lei godesse di maggiore elasticità mentale, probabilmente sarebbe in grado di capire che un’esperienza militare simile alla nostra, che può essere stata più o meno traumatica per alcuni di noi, non debba necessariamente costituire fonte di squilibrio mentale, caratterizzato da una certa propensione all’omicidio.
O meglio, il fatto che Arrigoni abbia fatto parte della Folgore, sia stato sottoposto ad un particolare addestramento e abbia vissuto il cosiddetto incubo somalo, non significa che queste esperienze abbiano costituito l’elemento scatenante che ha dato origine alla triste vicenda.
Semplicemente, considerando la natura della psiche umana e soprattutto quanto poco si conosce di essa, penso sia molto più probabile che le ragioni di quel gesto abbiano origini molto ma molto più lontane e recondite, e che l’esperienza militare sia stata solo una fra le tante componenti che hanno causato un simile disagio psicologico.
Anche perché mi risulta che simili tragedie non siano proprio rare nel nostro paese. Vedi il marito geloso che ammazza moglie, suocera, cognata e poi si toglie la vita. Vedi impiegato modello che un giorno si reca in ufficio e fa strage di colleghi. Vedi poliziotto che inspiegabilmente stermina la propria famiglia e poi si uccide. Ma, guarda caso, nessuno di questi aveva mai avuto a che fare con la Folgore o con esperienze militari che potevano ritenersi traumatiche. Viene da se che il fatto che Arrigoni fosse un ex parà della Folgore sia una semplice coincidenza.
Pertanto, le rinnovo il consiglio di riflettere un po’ più a lungo prima di lasciarsi andare a banali esternazioni cervellotiche a dir poco disgustose, e concludo facendole notare che il concetto che lei ha dei sardi e della Sardegna è alquanto vetusto, e che forse può trovare qualche riscontro nella situazione socio-economica in cui versava l’isola nell’immediato dopoguerra.
Le posso infatti garantire, essendo nato e vissuto Sassari ma avendo anche conosciuto molte altre realtà della nostra penisola, che la mia regione, in materia di occupazione, benessere sociale, livello culturale e qualità della vita in generale, non ha nulla da invidiare a molte altre regioni italiane sia meridionali che settentrionali.
Certo, la carriera militare costituisce una valida alternativa, ma da qui a descrivere la Sardegna come terra capace di sfornare solo contadini o soldati mi sembra alquanto eccessivo.
Cosa vuole, se alcune persone imparassero ad essere un po’ meno arroganti e presuntuose, e anziché limitarsi a sputare frettolose sentenze dedicassero più tempo a se stessi nel tentativo di liberarsi dall’ottusità che attanaglia le loro idee e di innalzare il proprio livello culturale e soprattutto quello intellettuale, forse la nostra sarebbe una società migliore.
Capisco che per soggetti come lei la cosa potrebbe richiedere uno sforzo insostenibile, però con un po’ d’impegno magari… chissà!!!

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caro lei
by mazzetta Friday, Mar. 11, 2005 at 11:49 AM mail:

Non ho alcuna idea precostituita dei sardi, ho solo citato un dato statistico conosciuto ed evidenziato dagli stessi militari. Nessuna descrizione della Sardegna, nessun aggettivo o retropensiero sui sardi, sono tutte cose che mette lei.

Quanto al resto, non ho affatto affermato che tutti color che hanno vissunto la vicenda della Folfore siano rimasti soggetti a traumi psicologici, ma come nessun presidio sanitario sia stato predisposto per i reduci delle nostre mezze guerre, considerazione estesa a tutti i corpi, e non solo alla Folgore.

Quanto alla banalizzazione, non è esatta, la strage di polizioti, per fortuna non ha numeri sufficienti per consentire a lei, come a me, una statistica in questo senso senso; ancora una volta ho segnalato un problema, non ho accusato la Folgore di coltivare stragisti.

Se lei, da ex-militare, non coglie la necessità di questo atto di civiltà e di tutela nei confronti prima di tutto della salute di chi ha servito il paese, non è colpa di nessuno.

Mi pare sia lei, a muoversi da posizione preconcette, attaccandosi a pretesti per rifiutare riflessioni che invece avrebbero bisogno di un campo il più possibile sgombero da tifoserie e posizioni di bandiera,

Si ritenga comunque libero di esaurire l'argomento fantasticando sulle mie qualità morali, evidentemente condivise in Canada quanto disprezzate da alcuni italiani.

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al grande reduce
by sardo Friday, Mar. 11, 2005 at 11:59 AM mail:

diciamo che ha dimenticato di specificare la cosa piu importante perche ando in somaliland,i soldini,che probalbilmente lo aiutarono a metter su casa,anche se sicuramente dira che non erano niente paragonati ai bombardamenti e attentati quale egli fu esposto giornalmente per anni,per difendere l onore della sua patria e della folgore,ora sappiamo chi ci difende e possiamo stare tranquilli.

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per mazzetta
by reduce Monday, Mar. 14, 2005 at 9:49 AM mail:

E già, tra un po’ va a finire che il sottoscritto non ha interpretato nella maniera giusta le sue argomentazioni e, lasciatosi trasportare da una qualche mania di persecuzione, ha dato un significato completamente distorto a quelli che erano i suoi reali intendimenti.

La realtà è che evidentemente, essendo trascorsi diversi giorni dalla pubblicazione del suo pezzo, forse il ricordo che lei ha di ciò che ha scritto non è più tanto nitido e cristallino.
Pertanto mi sono permesso di riportare qui sotto alcuni passaggi del suo articolo sgombero da preconcetti, tifoserie e posizioni di bandiera:

“Parecchi di loro hanno tratto dall’addestramento nella Folgore conoscenze e motivazioni che li hanno spinti inevitabilmente verso il disastro”.
“L’addestramento delle unità aerotrasportate è fonte di gravi squilibri psicologici”.
“La banalizzazione del valore della vita dell’altro, del nemico, viene instillata negli addestrati”.
“Con la fine dell’esercito di leva la selezione ora avviene tendenzialmente tra persone originarie di piccole realtà, non in grado di fornire valide alternative occupazionali al servizio militare. Zone povere dalle quali provengono persone che hanno avuto scarse opportunità formative sul territorio di origine, e che assumono gran parte della loro conoscenza del mondo e dei valori in questo contesto molto particolare. Se l’esercito trae ormai linfa principalmente dalla Sardegna, non è certo perché i sardi nascano sognando la divisa”.
“L’influenza dell’addestramento e dell’esperienza nella Folgore su Arrigoni è evidenziata dalla cronaca della strage”.
“Non è solo colpa dell’avanzamento della vuota cultura della destra italiana, che si risolve nell’esaltazione dell’incultura”.
“I deliri del blog di Stefio sono simili a quelli rinvenibili nel sito di Arrigoni, o in quelli di tanti ex appartenenti alla Folgore”.
“Arrigoni ha vissuto l’incubo somalo; gli Arrigoni mettono preoccupazione e rappresentano un pericolo reale”.
“Migliaia di reduci della Somalia, e non solo, ed ex appartenenti alla Folgore (della quale fu chiesto più volte lo scioglimento anche in sede parlamentare), si aggirano armati ed ignorati tra i cittadini comuni, e spesso ricoprano ruoli di responsabilità”.
“L’esercito non può comportarsi come un’azienda, prelevando i più ingenui rodomonti per abbandonarli al loro destino dopo averli addestrati ad uccidere”.
“Essi sono al tempo stesso strumenti e vittime dei disegni dei soliti noti”.
“La deriva di quelli che ogni giorno ci cantano la paura del terrorismo, che battono la grancassa della sicurezza, ha creato un esercito di precari improvvisati, spesso armati”.
“La grande maggioranza di questa gente cerca semplicemente di mettere insieme pranzo e cena, altri si aggirano come bombe innescate tra di noi”.
“Qualcuno abbia pietà dei ragazzi della Folgore, è una questione di giustizia nei loro confronti e una sana tutela nei confronti della collettività. Se non si vuole sciogliere il corpo, almeno si prevedano controlli ed assistenza specialistica per i congedati, uniti ad una severa disciplina per il porto e la detenzione delle armi una volta congedati”.

Ma sa che ha ragione signor Mazzetta? Effettivamente c’è da dire simili affermazioni lasciano molto spazio ad eventuali fraintendimenti…
Non credo sia il caso di aggiungere altro o rettificare alcunché di quanto ho già scritto nel mio precedente intervento. L’unica cosa che un po’ mi dispiace (anche se ero praticamente certo che ciò avvenisse) è che la redazione di Assoreporter abbia censurato la mia lettera non inserendola nell’apposito spazio “Lettere al Direttore” al quale l’avevo indirizzata.


P.S.: x quello che si firma Sardo
Il tuo commento non merita alcuna risposta visto che è privo di qualsiasi nesso con l’argomento in questione. Mi chiedo solo come fai a non sentirti in imbarazzo quando apri bocca!

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caro lei
by mazzetta Monday, Mar. 14, 2005 at 5:35 PM mail:

comincio dal fondo, assoreporter (almeno poteva scrivere il nome correttamente), non ha censurato un bel niente, e le dico che gia il termine censura mi indispone.
semplicemente visto che le avevo gia risposto qui, non ho ritenuto di rispondere anche la', ne ho informato il direttore e fine.

quanto al resto, le confermo la mia impressione, lei ha interesse solo nel difendere la folgore, della salute dei reduci non le interessa niente.
Come pare completamento disinteressato alla vasta letteratura in materia, di origine statunitense, che sottolinea le criticità che ho voluto sottolineare.

lei è un altro dei fissati con la Folgore, e non arriva a capire come i problemi di un esercito professionale, e della gestione degli ex militari smobilitati, non siano una questione di corpo.

La Folgore rappresenta solo un esempio, estremo, innegabilmente estremo per la lunga storia di "incidenti" dei quali è stata protagonista, utilizzato per evidenziare queste criticità, proprio perchè crea una eletta schiera di gente come lei, accecata dallo spirito di corpo e poco incline a riconoscere le critiche; più propensa a chiedere azione che riflessione.

Quindi, mi perdoni, ma gli unici censori attorno alla faccenda sono quelli che negli anni hanno voluto occultare le responsabilità dei nostri comandi militari sulla questione.

Parlando di censura e di Folgore, mi viene in mente di chiederle cosa ne pensa degli episdodi di sturpi e torture ai somali che ho riportati in un articolo precendete.
E' quello l'addestramento che avevano ricevuto i suoi commilitoni?

Dove sono le scuse per aver coperto il paese tutto di disonore mentre era impegnato in una missione di peacekeeping?

Perchè -tutti- i siti di ex parà -mentono- su quei fatti, occultandoli o addirittura ribalntando le conclusioni di inchieste e e commissioni parlamentari?

http://italy.indymedia.org/news/2005/02/728744.php

si faccia una cultura e poi torni a riportarmi il suo genuino sdegno, prima di parlare a vanvera di censure.

Glielo traduco: la Folgore non è importante, a nessuno importa della Folgore, è una questione che attiene alla civiltà giuridica del nostro paese, non ai giochini di voi parà, e nemmeno le vostre baggianate sull'onor militare, e nemmeno quelle sull'onore del corpo.

mens sana in corpore sano, perchè ne dimenticate sempre un pezzo?
Se non riesce a capirlo, non è colpa di nessuno, si vede che il suo universo è limitato a quello.
Visto che ne sa più di me, non dimentichi di illuminarmi sui miei "reali intendimenti", e impari, nel frattempo, ad evitare i comici riferimenti alla censura.

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X Mazzetta
by X Mazzetta Monday, Mar. 14, 2005 at 6:02 PM mail:

Ma perchè invece di parlare in generale non rispondi a qulello che ti dicono perchè liquidi il tutto con un lei è un fisstao della folgore?
Rispondi a quello hai scritto di cui la metà sono stronzate.
Ma perchè non metti il tuo cervello a servizio di qulacosa meno schierato? Smpre a daer conto e critacare ma di costruttivo che fai oltre spare merda su persone che non conosci?

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????
by mazzetta Monday, Mar. 14, 2005 at 6:09 PM mail:

beh

principalmente perchè nessuno ha posto domande

poi se vuoi indicarmi "la metà" falsa in quanto ho scritto, ne discuto senza problemi.

quanto alla merda da sparare, mi pare sia una tua infelice intuizione, a chi avrei sparato merda?

quanto a cosa faccia io, non credo sia cosa che ti riguardi, mi sento assolutamente in pace anche sul versante "costruttivo".
p.s. ti ho dato una risposta anche se non la meriti, essendo chiaro che il tuo messaggio è un semplice sfogo dal nulla, è fin troppo chiaro che rispondere a critiche motivate chiedendo "cosa fai tu?" sia una maniera per eluderle.

io finora ho letto solo vaghezze, quando avrete qualcosa da dire rispondero', di certo non amo rispondere ai deliri.

ah, io sono al servizio solo di me stesso e delle mie convinzioni, se qualcuno sente l'esigenza di sentirsi servo per esistere, mi spiego perchè poi faccia fatica a capire certi discorsi........

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X mazzzetta
by X mazzetta Monday, Mar. 14, 2005 at 6:14 PM mail:

Ma dai che sappiamo tutti a chi fai il servo oltrettuto pagato da noi cittadini smettila di fare l'autonomo colui che non è servo di nessuno.
Se così ofsse non spareresti a zero sui reduci dalla somaglia. Dimmi quanto oltre ad arriggoni hanno fatto stragi o ucciso o sono psicolabili tu che sai tutto lo sai? Non ragionare a livello generale teorizzando su quello che potrebbe essere. Mi sembri certa gente che fa di tutta un'erba un fascio che teorizzano teorizzano ma poi in pratica non fanno nulla. Me teoria più pratica.

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???
by mazzetta Tuesday, Mar. 15, 2005 at 11:11 AM mail:

senti piccolo mostriciattolo calunnioso, io non sono mantenuto da alcuno, tantomeno dai contribuenti.

mi pare che oltre a non capire che non sparo sui reduci, ma su chi li ha abbandonati a se stessi, tu non abbia letto nulla di quanto ho scritto, diversamente non avresti posto una domanda che ha gia una risposta, e avresti imparato che Somalia non si scrive con il gl......

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X mazzetta
by X mazzeta Tuesday, Mar. 15, 2005 at 11:16 AM mail:

E allora ho scritto somalia con la gl io sbaglio visto che scrvo veloce certe volte diventico pure le lettere.
Comuqnue non l'ho detto io che fai un lavoro pubblico ma l'hai detto tu a risposta di un mio precedente post quindi ho hai detto palle prima oppure le dici ora.
Ho letto benissimo quello che hai scritto tu ma si tratta solo come ti ho scritto di tue teorie i pratico non c'è nulla portami prove circostanziate che c'è bisogno di cure riabilitative per i reduci della SOMALIA (adesso sono stato attento)

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poco attewnto
by mazzetta Tuesday, Mar. 15, 2005 at 11:22 AM mail:

tu vaneggi

trova dove avrei detto che faccio un lavoro pubblico (o dove mai abbia parlato del mio lavoro), avrai le tue belle difficoltà......
quanto alle prove -circostanziate- se avessi letto prima di criticare, avresti capito che queste attenzioni per i reduci in Canada ed Usa (noti paesi comunisti)sono -la regola-, proprio per i contesti -stressanti- (commissione Gallo) nei quali sono chiamati ad operare i corpi da combattimento.

poi se pensi che gente che usa i razzi per stuprare le ragazzine sia gente che non ha bisogno di cure, libero di sostenere la tua opinione-

p.s. se anche lavorassi nel pubblico, o di mestiere facessi la puttana, cambierebbe qualcosa della sostanza di quello che scrivo?

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sempre
by incursore Tuesday, Mar. 15, 2005 at 11:32 AM mail:

voi folgorati
siete tutti scoppiati,
senza mitraglietta in mano
l acchiappate tutti nell ano,
ora su fai il bravo
se no ti mandan allo zavo,
e ascolta mazzetta
invece della mitraglietta!!!!!!!!!!!!!

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X mazzetta
by X Mazzetta Tuesday, Mar. 15, 2005 at 11:32 AM mail:

Dove parli del tuo lavoro? n un post precedente mi hai detto chje leggi 20 giornali al giorno e io ripondevo o che lo facevi per lavoro oppure eri uno statale che non faceva altro che leggere gionali al lavoro. Tu mi hai risposto che sen fosse non doveva interessarmi.
Comuqnue quello che fanno Usa e Canada mi per forza dobbiamo farlo anche noi. Chi ha detto che è giusto quello che fanno loro? E poi allora sai quanta gente dovremmo curare? Sai quanti che stuprano o fanno altre cose di questo genere e non sono militari? Mi spieghi perchè ti butti contro i militari che ti ahanno fatto?

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ue' suonato :)
by mazzetta Tuesday, Mar. 15, 2005 at 11:40 AM mail:

prima dici che io ho detto che lavoro faccio, e poi che ti avrei risposto senza dirtelo, mettiti d'accordo con te stesso, no?


per il resto......che ti rispondo a fare?

ancora non hai capito che è un problema di sistemna, e non un problema di astio mio verso la Folgore?

se ti fosse sfuggito, poi, chi compie reati di solito viene punito, e in alcuni casi curato, se la tua morale prevede fregarsene, non è la mia

è questo che ti disorienta, hai poche idee, ma confuse, leggi qualcosa anche tu, ti farà bene ;)

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X Mazzetta
by X Mazzetta Tuesday, Mar. 15, 2005 at 11:46 AM mail:

Ma mi spieghi perchè dovremmo curare gente che non presenta disturbi? Facciamo come la guerra preventiva?
Quelli che hanno commesso reati purtroppo è di moda oggi farli passare per malati psichici così la pena non la scontano.
Non ho detto che so che lavoro fai solo che eri uno statle il che è diverso. L'ho presunto dalle tue riposte e poi in un altro post mi avevi accennato a delle ricerche universitarie che avevi fatto. Quindi il suonato sei tu non io o ti inventi talmente tante palle che non te le ricordi

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problemi di comprensione
by a.d.a. Tuesday, Mar. 15, 2005 at 12:05 PM mail:

Qualcuno qui non riesce a distinguere tra le psicopatologie (e gli atti criminali conseguenti) in generale e le psicopatologie indotte -o aggravate- per conseguenza del servizio prestato presso reparti combattenti.

Quel qualcuno non e' mazzetta.

Esistono psicopatologie di tutti i tipi e di tutte le origini, ma qualcuno preferisce rimuovere il fatto banale ed incontestabile che tra queste esistano quelle derivanti da stess da battaglia (e di preparazione alla battaglia stessa).

La Folgore, per la sua speciale natura, si trova piu' spesso ad essere un reparto combattente rispetto ad altri corpi e specializzazioni delle Forze Armate.
I personaggi psicolabili che si trovassero a prestare servizio nel Genio Ferrovieri avrebbero meno probabilita' di veder aggravate le proprie condizioni psicologiche e spichiatriche che se prestassero servizio in un reparto come la Folgore e per di piu' in zona di guerra.

Sembra banale dire tutto cio', ma e' a questo punto necessario ricordarlo a qualcuno che, addirittura, s'e' trovato non solo a far parte della Folgore stessa, ma ha persino prestato servizio in situazioni di guerra.

Per questo appare ancora piu' incredibile la negazione dell'evidenza assolutamente pacifica e incontestabile delle psicopatologie che di solito vanno sotto il nome di stress da battaglia e che comunque ne derivano.

Come appare sconcertante il disconoscimento del dovere dello Stato italiano verso il cittadino che, prestando servizio, ha contratto psicopatologie, o le ha viste aggravarsi, di riconoscere che tali patologie sono -per l'appunto- derivanti da causa di servizio.
E visto che tali patologie, a differenza di una frattura o di un mal di schiena, costituiscono per la loro peculiarita' una fonte di possibile pericolo per la collettivita, il mancato riconoscimento della causa di servizio e il mancato supporto verso il militare (o ex) affetto da problemi psichiatrici non solo sono ignominiosi verso il cittadino che ha perduto la salute per aver servito lo Stato, ma rappresentano una grave forma di irresponsabilita' nei confronti di tutta la collettivita'.

Se poi a qualcuno piace ficcare la testa nella sabbia e rimuovere queste evidenze banali ed ovvie, il problema e' tutto suo. Sviare il discorso elucubrando sulle convinzioni politiche di questo o il lavoro svolto da quell'altro sembra solo il sintomo di una carenza assoluta di argomenti, di onesta' intellettuale e, credo, anche di amor proprio.

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X A.D.A
by X A.D.A. Tuesday, Mar. 15, 2005 at 12:15 PM mail:

Ancora una volta come ho detto a Mazzetta portami prove ben specifiche che queste cose sono avvenute.
Chi disconosce? Che non crede Tu dfai tutto per scontato tu hai delle prove dei riscontri veri? Allora mettili a disposizione di tutti. Non fantasticare e dire per certo che tutti hanno delle psico patologie contratte perchè della folgore oppure aggravate dal stare nella folgore in zone di guerra. FATTI NON PAROLE c'è già troppa gente che vende fumo.

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x mazzetta
by reduce Tuesday, Mar. 15, 2005 at 12:19 PM mail:

Vede Mazzetta, a me pare che lei abbia qualche problemino (e forse qualcosa di più) di comprendonio. Continua a parlarmi del mio solo interesse nel difendere la Folgore, del mio spirito di corpo e dell’onor militare di noi (ex) parà anche se nei miei precedenti interventi non vi è traccia alcuna di simili atteggiamenti ne espliciti ne tantomeno nascosti tra le righe.
Volevo semplicemente farle notare che di lei non si capisce bene se sia un giornalista prestato alla politica o un politico che di tanto in tanto si diverte a fare il giornalista. E poi, un’altra cosa che indispone fortemente chi legge i suoi articoli (molto più di quanto possa indisporre l’uso che io faccio del termine censura) è il suo ostinarsi a fare di tutta l’erba un fascio, così come ha giustamente puntualizzato l’autore di uno dei precedenti interventi.
In merito ai fatti poco edificanti avvenuti in Somalia, che innegabilmente si sono verificati, le ricordo che nell’arco dell’intera missione, durata circa 15 mesi, si sono avvicendati qualcosa come 10.000 soldati italiani. Anche un bambino sarebbe in grado di rendersi conto che le malefatte di poche decine di imbecilli non possono in alcun modo infangare e screditare l’onestà e il lavoro svolto da migliaia di altre persone.
E poi proprio lei, che probabilmente non ha mai messo il naso aldilà della propria scrivania, vorrebbe rivolgere l’invito di farsi una cultura a persone che laggiù hanno vissuto alcuni mesi dalle propria vita e che sanno benissimo come sono andate le cose? Per cortesia, eviti lei di dire baggianate e cerchi piuttosto di riappropriarsi di quelle qualità (ammesso che le abbia mai avute) che realmente sono indispensabili per poter svolgere correttamente il suo lavoro, ovvero professionalità, obbiettività e soprattutto libertà!
Per chiudere, l’unica cosa davvero comica di questo dibattito è il suo fare da Don Chisciotte che, tutto preso dalla sua personalissima battaglia contro i mulini a vento, non si rende conto di quanto ridicolo e penoso possa rendersi alla vista di chi gli sta attorno.

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manie di persecuzione?
by a.d.a. Tuesday, Mar. 15, 2005 at 12:54 PM mail:

In risposta a "x a.d.a":

"Ancora una volta come ho detto a Mazzetta portami prove ben specifiche che queste cose sono avvenute."

Io non sono mazzetta, ne' il suo avvocato.

Lui pensa con la sue testa, io con la mia.

Di quali cose che io avrei citato dovrei portare le prove?

Dell'esistenza dello stress da battaglia?
Delle psicopatologie sofferte da chi a questo stress e' stato sottoposto?

Io di questo ho parlato, e di questo, nond i altro, rispondo.

La bibliografia e' infinita in materia, non credo io potrei mai aiutarti di piu' a interessarti della materia di quanto non possa fare google.

"Non fantasticare e dire per certo che tutti hanno delle psico patologie contratte perchè della folgore oppure aggravate dal stare nella folgore in zone di guerra."

Dove avrei mai scritto che "tutti" i reduci della folgore avrebbero psicopatologie? DOVE? DOVE? DOVE?

"FATTI NON PAROLE c'è già troppa gente che vende fumo."

Ma stai parlando di te stesso, non e' vero?

Lo stress da battaglia esiste. Puo' generare o aggravare altre psicopatologie. Alcune innocue per gli altri (demenza), altre no. Sono fatti noti, arcinoti, scontati, incontestabili se si rimane su un piano di serieta'.
Che non riguardano necessariamente tutti i reduci della Folgore. E neanche certo solo la Folgore.
Ma anche la Folgore, si'.

La cosa piu' ridicola e' che qui abbiamo dei supposti reduci della Folgore che danno in escandescenze se io mi lamento del fatto che lo Stato non riconosce ed assiste i reduci della Folgore. Ossia si lamentano del fatto che io difenda i diritti di questi reduci, e della collettivita'.

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concordo con reduce
by altri Tuesday, Mar. 15, 2005 at 1:26 PM mail:

perfettamente d'accordo con reduce..la professionalità non esiste sono solo ..momenti di euforia declamatoria privi di senso, quelli di mazzetta, evidente segno di scarsissimo senso del dovere nonchè della responsabilità
inutile andare oltre

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concordo con reduce
by altri Tuesday, Mar. 15, 2005 at 1:26 PM mail:

perfettamente d'accordo con reduce..la professionalità non esiste sono solo ..momenti di euforia declamatoria privi di senso, quelli di mazzetta, evidente segno di scarsissimo senso del dovere nonchè della responsabilità
inutile andare oltre

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X ADA
by X ADA Tuesday, Mar. 15, 2005 at 3:02 PM mail:

Evidentemente non ci siamo rileggiti il mio post non ho mai pensato che tu fossi l'avvocato di Mazzetta Ho chiesto a te di portarmi le prove di quello che dici e scrivi dato che per te è tutto banale dovrebbe essere banale anche portare delle prove a sostegno delle tue dichiarazioni.
Sai secondo quello che dici tutti dovrebbe essere in analisi per curare le nostre psicopatologie visto come va il mondo oggi. Quindi mi sembra prestestuoso prendersela con il ogoverno perchè segue i reduci militari.
Qunindi se volete prendervela per qualsiasi cosa allora fatelo ma non vendete fumo perchè potrei portarti altri studi che dico l'opposto di quello che dici tu.

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Battle Stress Disorder
by a.d.a. Tuesday, Mar. 15, 2005 at 5:19 PM mail:

Dopo che avrai spiegato in base a cosa mi dai del "VOI", e che avrai smesso di rispondere in maniera evidentemente paranoica, ti prego di voler essere tanto gentile dal fornire le prove secondo le quali il battle stress disorder non esisterebbe o che i traumi psicologici derivanti dall'esposizione non solo al *bombardamento sensoriale* proprio della battaglia, ma anche agli orrori della guerra farebbero un baffo a chi ne e' coinvolto.

E' vero, certo, che l'addestramento militare, specialmente quello di certe unita', e' anche teso a ridurre il possibile impatto di tali stress (non a caso prima parlavo della preparazione alla battaglia).
Peccato che tale preparazione, oltre a infondere negli uomini concetti come il senso di "cameratismo", che serve, tra l'altro a non sentirsi mai soli in combattimento e ad avere il conforto della certezza sull'aiuto dei compagni, prevede anche la creazione dell'*abitudine* a considerare i propri simili, con divisa differente, dei meri bersagli sui quali sparare; per le unita' d'elite, poi, l'essere umano con diversa divisa puo' diventare, in addestramento, un sacco nel quale ficcare la baionetta (assalto a sentinelle).

A qualcuno, poi, viene in mente di poter continuare tali attivita' non solo in battaglia, ma anche nella vita civile.

Guardati non tanto le nostre statistiche, visto che siamo, per fortuna, percentualmente poco impegnati in battaglia.

Guardati piuttosto le statistiche Inglesi (circa 300 cause allo Stato per stress da Battaglia in corso da parte di reduci delle Falkland e della I guerra del golfo) e soprattutto quelle americane, sul numero di reduci finiti in galera per crimini comuni a matrice omicida o in ospedale psichiatrico per ossessioni varie, impossibilita' di dormire, incubi continui ecc.
Per non parlare del ricorso agli stupefacenti, che ora viene ipotizzato direttamente dal governo USA per combattere quello che tu consideri l'inesistente ed irrilevante stress da battaglia.
Infine io ho parlato di Stato, non di governo. Sono due cose diverse. Ma probabilmente la tua formazione politica non ti concede la capacita' di cogliere tale differenza. E non a caso mi dai del "voi" (immaginandomi parte di chissa' quale cospirazione o partito sovversivo) e mi tratti da "nemico".

Del resto -e cambiando discorso- la tua logica e' tanto distorta dal sostenere che le mele marce tollerate e non espluse d'iniziativa, bada bene, d'iniziativa, non a seguito di denunce esterne, non getterebbero fango su tutto il corpo.
Lo gettano eccome.
Loro, non certo chi ne denuncia, dall'esterno, l'esistenza!
Perche' se la denuncia arriva dall'esterno prima della sanzione dall'interno, allora significa e puo' significare solo e soltanto una cosa: che la struttura che tollera il marcio, che permette alle mele marce di godere della stessa liberta' e della stessa diginita' di chi e' onesto, e' a sua volta evidentemente marcia.
E per dimostrare il marciume presente a Pisa non serve ne' parlare di stress da battaglia, ne' di torture alle Somale, ne' della tempesta di fuoco mal gestita del check point pasta.

Basta ricordare la VIGLIACCHERIA e l'OMERTA' MAFIOSA (altro che spirito di corpo, altro che cameratismo, altro che vuote menate inconsistenti del genere) che ha contraddistinto la vergognosa copertura dell'OMICIDIO INFAME del povero SCIERI, oppure la RIDICOLA, ANTIMILITARE, INDISCIPLINATA, DISONOREVOLE BUFFONATA della "marcia punitiva dei 400 ULTRAS da STADIO usciti dalle caserme di Pisa e tallonati da auto di polizia e carabinieri mentre dimostravano tutta la propria puerile irresponsabilita' e imbecillita'.
Nonche' l'INVERECONDA difesa e VANTO della stessa buffonata da parte di un sito come BUNKER AFRICANO. Laddove non ci si accorge della propria IGNOMINIA quando ci si vanta di essere stati salvati dal meritatissimo scioglimento (400 buffoni impegnati a dimostrarne la giustezza), addirittura, dalla rivolta dei BOTTEGAI pisani.
Che pena.

Muti e rassegnati. L'hai mai sentita questa, in caserma?

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X ADA
by X ADA Tuesday, Mar. 15, 2005 at 5:33 PM mail:

Tutto questo che hai scritto è fumo negli occhi. perchè devo prendere in considerazione le statistiche Inglesi se siamo in Italia? Ho fatto una domanda che nessuno mi ha ancora risposto Quanti reduci dalla somalia sono psiolabili o hanno in prededa a raptus ha ammazzato persone?
Perchè non rispondete perchè prtate esempi di altri paesi? Perchè accanirsi su questo argomento quando ci sonoa ltre cose più imporatanti? Mi spiace ma in caserma non ci sono mai stato.Anche tu bolli la gente per qualche deficente sono utti uguali per te?

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bella reduce!
by mazzetta estasiato Tuesday, Mar. 15, 2005 at 5:56 PM mail:

>Vede Mazzetta, a me pare che lei abbia qualche problemino (e forse qualcosa di più) di comprendonio. Continua a parlarmi del mio solo interesse nel difendere la Folgore, del mio spirito di corpo e dell’onor militare di noi (ex) parà anche se nei miei precedenti interventi non vi è traccia alcuna di simili atteggiamenti ne espliciti ne tantomeno nascosti tra le righe.
- e questa, se rilegge sopra e mi spiega come fa a scriverla.......

>Volevo semplicemente farle notare che di lei non si capisce bene se sia un giornalista prestato alla politica o un politico che di tanto in tanto si diverte a fare il giornalista.
- ah beh, se era per questo, (antipatia) si poteva risparmiare il pippone, non sono un giornalista e neanche un politico, serve la patente per esprimere opinioni?
(lei scrive anche a gente come Ferrara e Fede tutti giorni, di conseguenza, vero?)

>E poi, un’altra cosa che indispone fortemente chi legge i suoi articoli (molto più di quanto possa indisporre l’uso che io faccio del termine censura) è il suo ostinarsi a fare di tutta l’erba un fascio, così come ha giustamente puntualizzato l’autore di uno dei precedenti interventi.
- veramente non ha precisato un piffero, e ne a lei, ne al precisatore è venuto in mente di -provare- alcuna mia inesattezza (ne avrei preco atto senza problemi)

>In merito ai fatti poco edificanti avvenuti in Somalia, che innegabilmente si sono verificati, le ricordo che nell’arco dell’intera missione, durata circa 15 mesi, si sono avvicendati qualcosa come 10.000 soldati italiani. Anche un bambino sarebbe in grado di rendersi conto che le malefatte di poche decine di imbecilli non possono in alcun modo infangare e screditare l’onestà e il lavoro svolto da migliaia di altre persone.
- anche un bambino si rende conto, che i 12.000 transitati in Somalia sono stati mandati la allo sbando, come sottolineo (cfr com.Gallo), e che non si tratti di "mele marce", ma delle logiche conseguenze della cazzonaggine cosmica che animo' quella missione

>E poi proprio lei, che probabilmente non ha mai messo il naso aldilà della propria scrivania, vorrebbe rivolgere l’invito di farsi una cultura a persone che laggiù hanno vissuto alcuni mesi dalle propria vita e che sanno benissimo come sono andate le cose? Per cortesia, eviti lei di dire baggianate e cerchi piuttosto di riappropriarsi di quelle qualità (ammesso che le abbia mai avute) che realmente sono indispensabili per poter svolgere correttamente il suo lavoro, ovvero professionalità, obbiettività e soprattutto libertà!
- senta, moralista dei miei stivali, le ripeto l'invito a rivolgersi a chi ha nascosto per anni queste notizie e questi problemi.Quanto alla cultura aspetto accumulatya durante il servizio in Somalia, devo ancora vederne le manifestazioni, di che cosa sta parlando?

>Per chiudere, l’unica cosa davvero comica di questo dibattito è il suo fare da Don Chisciotte che, tutto preso dalla sua personalissima battaglia contro i mulini a vento, non si rende conto di quanto ridicolo e penoso possa rendersi alla vista di chi gli sta attorno.
- chapeau per la profondità delle affermazioni


infine, se voleva semplicemente farmi notare.....etc etc, si sarebbe risparmiato la messe di giudizi incongruenti che l'appaiano all'altro fan-non-richiesto perso nei suoi deliri

a tutti e due dico solo questo: gli articoli su folgore e somalia sonocorredati di ricche e numerosi riferimenti alle fonti. Sta a voi dimostrare chesi tratti di fonti non veritiere, o che io abbia raccontato balle; il resto èsolo tempo perso, per voi,e per me che vi rispondo pure.

p.s. bunkerafricano è un sito (di merda) mantenuto da un parlamentare di AN,che -NON è stato- in SOmalia, che famo?

infine domandina per il reduce:
lei l'ha capito che per me gli exmilitari,in particolare i reduci, sono vittime?
ha capito che chiedo per loro assistenz e non un tso punitivo come nell'idea del mattocchio?

e infine uno sfogo: è mai possibile che trattando certi argomenti, con dovizia di particolari e fonti, arrivi sempre il Don Chisciotte al cazzo (si, proprio lei), ferito nell'onore, e che questi cavalieri non portino mai 1 solo dato, ma offrano solo insulti e presunzioni su chi scrive e mai su cio' che è stato scritto?

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x mazzetta
by reduce Tuesday, Mar. 15, 2005 at 8:05 PM mail:

I) Vista la caduta di stile e soprattutto di linguaggio (ovvero le uniche cose positive che ti si potevano riconoscere) possiamo mettere da parte il “lei” perché non lo meriti.

II) Se gente come Fede o Ferrara facessero affermazioni deliranti, simili alle tue, su cose che in qualche modo mi riguardano direttamente, non avrei alcun problema a scrivere anche a loro.

III) Io non mi ritengo vittima di niente e di nessuno, caro il mio buon samaritano, mentre sono certo che tu sia vittima di te stesso.

IV) L’assistenza psicologica, che tu vorresti imporre a me come ad altre migliaia di persone, andrebbe garantita a chi ne ha realmente necessità. Per esempio gente come te.

V) Ancora una volta hai dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, che i tuoi ragionamenti del cazzo sono la logica conseguenza di un tuo chiaro schieramento politico.

VI) L’unico fatto su cui concordo è che entrambi stiamo perdendo tempo, pertanto mi congedo da questo discorso mandandoti serenamente tu sai dove e riservandomi di farlo anche in futuro.

Cordiali saluti

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sono più pericolosi i soldati o i cialtroni? (dedicato a mazzetta)
by un elettore di AN Tuesday, Mar. 15, 2005 at 8:28 PM mail:

visto che altri prima di me ti hanno già ampiamente sbugiardato, rigirandoti contro le TUE stesse sciocchezze, mi limito soltanto ad una breve osservazione.

tu hai scritto:
>>L’esercito non può comportarsi come un’azienda, prelevando i più ingenui rodomonti per abbandonarli al loro destino dopo averli addestrati ad uccidere

Io non so davvero se tu abbia mai vissuto anche solo 5 minuti in caserma (ovviamente come soldato, non come delinquente), e nemmeno m' interessa.
Ma io ti assicuro, caro mazzetta, che gli "ingenui rodomonti" non vengono abbandonati al loro destino dopo averli addestrati ad uccidere; Perchè se non avviene in loro la necessaria evoluzione richiestagli dall' esercito, al congedo non ci arrivano proprio.

E' una cosa che si chiama SELEZIONE. Mi rendo conto che per un comunista abituato a vedere la società come un' enorma massa informe ed omogenea possa esser dura da realizzare, ma il fatto è, semplicemente, che esistono individui in grado di farcela e individui che non ne sono capaci. E questi ultimi, come ti ho già spiegato, spesso non arrivano ad essere addestrati manco all' utilizzo delle pistole ad acqua.

Quindi è più probabile che gli uomini riusciti a passare brillantemente il loro addestramento, venendo da tale esperienza temprati e fortificati, siano invece meno pericolosi di molti altri, ivi compresi demagoghi da quattro soldi, parolai frustrati e pseudogiornalisti falliti.

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Kissinger
by 99 Wednesday, Mar. 16, 2005 at 12:04 AM mail:

Kissinger sui soldati ha detto:

"sono dei cerebrolesi che eseguono ordini. incapaci di pensare se quello che fanno è giusto o sbagliato. servono a questo"


e lui, di militari, se ne intende.

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scusate, ma....
by mazzetta Wednesday, Mar. 16, 2005 at 11:15 AM mail:

nessuno dei sublimi perditempo ha sbugiardato alcunchè, anzi, alla fine avete solo rivelato il pregiudizio alla base dei vostri interventi; siete davvero comici a darmi del comunista, e mostrate la corda con la sequela di insulti e anche la vostra disonestà di fondo, in particolare il reduce che alla fine si svela

vorrei sapere dove deriva che io:
IV) L’assistenza psicologica, che tu vorresti imporre a me come ad altre migliaia di persone, andrebbe garantita a chi ne ha realmente necessità. Per esempio gente come te.

chiunque può leggere, e l'ho ribadito più volte, che non si tratta di imporre assistenza psicologica, ma di inserirla a completamento di un percorso.

se la vostra cultura non è capace di darvi gli strumenti per capire che l'assistenza psicologica, come quella sanitaria, è una opportunità in più, e non una punizione, è solo perchè nel superoomismo da baraccone che avete raccattato qua e là esiste l'equazione assistenza psicologica= roba per i matti.

non è davvero colpa di nessuno se arrivate solo fino li'

ah, aspetto ancora una qualsiasi contestazione -puntuale- di miei eventuali errori, e non generici "sei stato smentito" "la metà delle cose che hai detto sono cazzate" e via cazzeggiando.

è per quello che alla fine ti ho insultato caro reduce, perchè arrivi, dici che io dico balle, ma non dici quali, e in più non rispondi alle mie domande, mentre pretendi che io risponda alle tue mentre insulti l'intelligenza mia e quella di chi ti legge.
L'educazione nella Folgore non te l'hanno insegnata eh?
L'arte di conservare neppure, troppo Schifani in Tv ti ha ridotto così?

per cosa?
per mettermi la tua etichettina di -comunista- con la quale ti sollevi dal confrontarti sulle cose che ti turbano?

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ebbasta!
by passante Wednesday, Mar. 16, 2005 at 12:40 PM mail:

Tutte le volte così.
Se qualcuno si azzarda a scrivere su un argomento spinoso (sotto diversi punti di vista)non importa quante e quali fonti possa citare: arriva il tarantolato di turno, coinvolto immancabilmente (direttamente o indirettamente) nella vicenda, che si scatena scompostamente -a prescindere dal linguaggio forbito, beninteso.
Arrivano, vedono un articolo in merito al quale sentono di aver titolo per parlare, e leggono avidamente, alla disperata ricerca di qualunque sillaba possa esser presa come pretesto per sentirsi ingiustamente attaccati e dar loro modo di inferocirsi contro l'autore. Leggono con la lente d'ingrandimento ogni parola alla ricerca di qualcosa di utile a cui appigliarsi per sfogare la loro rabbiosa frustrazione. E lo trovano SEMPRE, anche perchè ben si guardano dal capire il contesto del discorso, e le ragioni di chi argomenta: decontestualizzano le frasi per strumentalizzarle.
E così saltano fuori i "io sono uno di quelli, e sono normalissimo, e così molti altri!" come se l'autore avesse scritto "tutti gli ex-folgore sono da internare perchè resi socialmente pericolosi dalle esperienze vissute e la formazione ricevuta". Un gran peccato che non abbia scritto proprio così, nevvero? Ma non importa, basta tirare per i capelli le sue affermazioni per poter far finta che lo abbia detto davvero.

Mazzetta ha proposto un problema reale, dei dati di fatto. Non volerli vedere, né accettare è da irresponsabili e, con permesso, pure da fanatici.

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X passante
by X passante Wednesday, Mar. 16, 2005 at 1:26 PM mail:

E tu passante invece? Difendi a spada tratta Mazzetta non apportando nessun dato specifico alla discussione.
tu dici "Mazzetta ha proposto un problema reale, dei dati di fatto. Non volerli vedere, né accettare è da irresponsabili e, con permesso, pure da fanatici. "
Quali sono i dati di fatto? Studi e statistiche per la metà elaborate in Paesi stranieri su corpi effetivemnte impegnati in battaglia? Non vedo dati di fatto. Gli ho chiesto più volte di poratrmi dati sui militari italiani in Somalia non mi ha risposto. Quanti hanno problemi pschici? Dalle visite obbligattorie loro fatte è stato rscontrato qualcosa? Se mi portasse dei dati che dicessero che alcuni o anche molti avessero patologie psichiche sarei d'accordo con lui invece si base solo su studi e statistiche, che non è detto non abbiano fondamento ma che in molti casi non si possono verificare. Quindi invece sempre di dare contro a qualcosa per qualcosa che non esiste perchè non spreca le sue enegie verso qualcosa che veramnte non funziona.

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X mazzetta
by X mazzetta Wednesday, Mar. 16, 2005 at 1:27 PM mail:

Per ti arrabbi se una persona ti dà del comunista visto che tu più volte hai amesso di esserlo?

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a
by a Wednesday, Mar. 16, 2005 at 1:36 PM mail:

Mazzetta ha ragione, i problemi con questo tipo di militari esistono, e da sempre. Oggi - per la crescita (...) del nostro collettivo immaginario, ciò è divenuto intollerabile.

Per tutti i militaristi come me che cerchino di negarlo, è un'idiozia. Il problema esiste, ed in tutti gli eserciti.

E' un trade off ancora in sperimentazione. Una sperimentazione che viene comunque dopo la ricerca dell'eccellenza di questi militari: eccellenza operativa s'intende.


Ciò che è indubbiamente volgare - e lo è - è il tentativo vigliacco dei vari mazzetta - ce ne sono a mazzette - che rigirano politicamente questo issue, cercando di posizionarlo a favore della "causa" pacifondaia.

Ecco, per questo riconfermo il disprezzo per tutti coloro che lo fanno.

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squallido
by passante Wednesday, Mar. 16, 2005 at 1:50 PM mail:

"e tu passante invece"??
appunto
Cercano difetti nell'interlocutore per cercare di invalidarne il discorso per proprietà transitiva. un po' come in USA: se non riescono a opporsi a te con i soli strumenti politici, ti tirano in mezzo a uno scandalo a sfondo sessuale, e sei fregato. Non ti riescono a screditare nell'ambito del discorso, provano a farloo uscendo dal contesto.
Io non difendo mazzetta a spada tratta, piantala con questa disonestà intellettuale.

Per me il riciclo di certe persone nell'ambito del G8 di genova, con le relative conseguenze disastrose, già testimonia abbastanza bene quanto le menti di alcuni fra coloro che sono stati in Somalia possano essere state minate.
O FORSE preferisci che pensiamo che in realtà sono sanissimi, ed è per connaturato piacere che massacrano la gente inerme? Dobbiamo pensare che sono fanatici fascistoidi e violenti o che è colpa di quello che hanno vissuto, eh??

Il punto in verità è un altro: non è detto magari che le menti degli ex folgore siano state distorte, ma dati i fatti inquietanti che si verificano in tutto il mondo dopo certi tipi di stress (americano, inglese o italiano che tu sia ...sei sempre un uomo, e la guerra è sempre guerra)rendono legittimo pensare che POTREBBE SUCCEDERE. Magari non succederà, ma perchè rischiare? Non si tratta di guerra preventiva, come si diceva sopra: sarebbe "guerra preventiva" se li internassimo a prescindere, o se li uccidessimo per sicurezza. Qui si tratta solo di offrire loro assistenza gratuita.
Cacchio, che dir si voglia l'uomo non è nato per uccidere: è NORMALE che vivere certi tipi di esperienza possa lasciare dei segni. Non è invece del tutto normale tornare sani e tranquilli come prima dopo aver visto gente fatta a pezzi, o averne fatta a pezzi in prima persona.
Complimenti a proposito per la freddezza, caro ex folgore. Mi farebbe più piacere sapere che il mio vicino di casa gode di assistenza per i traumi post-bellici, piuttosto che sapere che ho un vicino di casa in grado di vedere gente fatta a pezzi e uccidere, e poi magari andare a comprare il pane come niente fosse.

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x a
by mazzetta Wednesday, Mar. 16, 2005 at 2:25 PM mail:

Scrivi:
>Ciò che è indubbiamente volgare - e lo è - è il tentativo vigliacco dei vari mazzetta - ce ne sono a mazzette - che rigirano politicamente questo issue, cercando di posizionarlo a favore della "causa" pacifondaia.

però, però.....
restiamo sempre nell'area del processo alle intenzioni...anche se mi dai ragioni, dici che ne parlo perchè sono pacifondaio.

ora ti prego si seguire questo ragionamento.
-fare la guerra comporta dei costi.
- i costi, anche per i non comunisti, vanno previsti e raffrontati ai benefici, quando di pensi a fare la guerra.

chi vuole fare guerre incurante di qualsiasi rapporto costo-benefici, di solito tende ad occultarne i costi e ad ingigantire i benefici.

perchè?
perchè chi organizza guerre ha speso in mente benefici personali, p di casta, di clan, di appartenenza, ottenibili solo a costo di costi pazzeschi da mettere a carico delle universalità coinvolte.

in Iraq abbiamo, per esempio, poche centinaia di persone che impongono un costo incalcolabileall'umanità per trarne vistosi benefici particolari (riservati a pocchi), mentre propongono come unica controparte l'inestimabile "esportazione della democrazia"

vedi, non occorre essere pacifinti per gridare alla truffa quando ti raccontano che gesu' cristo è morto dal freddo, o quando ti vogliono vendere a 1.000 una cosa che si dubita possa valere 1.
Significa solamente non amare essere presi per il culo.

L'articolo sulla Folgore mira ad evidenziare un -costo occulto-, che a livello governativo viene ignorato per -risparmiare- sulla pelle dei reduci".

spiace che gli utili idioti che si schierano in difesa di chi li sfrutta ci siano sempre, non solo incapaci di ribellarsi, ma fedeli fino all'autolesionismo.....fino a mettersi a fare i cani da guardia di quegli stessi che approfittano di loro e della loro pochezza.


quello che voi prendete per comunismo, si chiama "inflazionare i costi della guerra", che è l'unico sistema per renderla impraticabile a chi la vuole a tutti i costi.

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strano
by strano Wednesday, Mar. 16, 2005 at 2:38 PM mail:

strano che se la prendano con mazzetta che in realtà difende i loro stessi interessi
e non abbiano una parola da dire sulle note dichiarazioni di Kissinger uomo che per altro ha fatto ampio uso di carne da cannone.

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strano
by strano Wednesday, Mar. 16, 2005 at 2:50 PM mail:

che "a" si disprezzi chi solleva il problema e non chi si avvantaggia nascondendolo

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il reduce è un idiota
by è provato Wednesday, Mar. 16, 2005 at 3:22 PM mail:

"Cosa vuole, se alcune persone imparassero ad essere un po’ meno arroganti e presuntuose, e anziché limitarsi a sputare frettolose sentenze dedicassero più tempo a se stessi nel tentativo di liberarsi dall’ottusità che attanaglia le loro idee e di innalzare il proprio livello culturale e soprattutto quello intellettuale, forse la nostra sarebbe una società migliore.
Capisco che per soggetti come lei la cosa potrebbe richiedere uno sforzo insostenibile, però con un po’ d’impegno magari… chissà!!!"
-----------------
questo lo scrive nel suo primo messaggio, e poi quando mazzetta, che nel frattempo ha gia ricevuto 118 insulti, gli dà del "donchisciotte al cazzo" (offesa che peraltro gli era appena stata rivolta) cosa fa il reduce?

SI OFFENDE!!!!!!
"I) Vista la caduta di stile e soprattutto di linguaggio (ovvero le uniche cose positive che ti si potevano riconoscere) possiamo mettere da parte il “lei” perché non lo meriti."

QUESTI HANNO DAVVERO LA FACCIA COME IL CULO!

sfrontatissimi, ribaltano e fanno finta che tutto quello che hanno scritto non sia lì, a pochi scroll di distanza.

solid con smazz che sopporta questi pèezzi di merda.

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x
by .................. Wednesday, Mar. 16, 2005 at 3:37 PM mail:

per -x-
1 non mi sono arrabbiato
2 mai scritto di essere comunista
3 che cazzo t'inventi? :D

per -altri-
senso del dovere?
Io non mi sento per nulla inadempiente ai miei doveri di cittadino.
Senso del dovere de che?

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X Mazzetta
by X Mazzetta Wednesday, Mar. 16, 2005 at 4:43 PM mail:

Mazzeta ma perchè neghi quello che scrivi? Ti ripeto o dicevi balle prima o dici balle adesso.
Non ti ricordi i post a cui rispondi e cosa rispondi? Evidentemene sono pieni di palle che neanche ti ricordi quello che scrivi.
Io non intendevo che in questi post hai detto di essere cominusta ma in altri si.
Ti ricorda niente il fatto che tu mi rispondevi che a Bologna bisognava votare Cofferati?
Un pochino di fosforo amico mio.

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chi è il reduce
by iolosò Wednesday, Mar. 16, 2005 at 4:47 PM mail:

"V) Ancora una volta hai dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, che i tuoi ragionamenti del cazzo sono la logica conseguenza di un tuo chiaro schieramento politico."

ce lo dice lui, che pirla.

da questa frase deriva:
- che il reduce legge abitualmente indy e mazzetta, e tutti e 2 gli stanno sul cazzo
- che il reduce capisce solo le appartenenze politiche
- che il reduca ci ha messo 20 giorni per preparare la sua vaccata, metterla sul Nw e spedirla a reporterassociati, che poi storpia facendo finta di non sapere niente di nessuno
- esibisce e rivela la sua clamorosa malafede
- ha fatto un'altra delle sue inuumerevoli figure di merda.
- circostanza confermata e condivisa con gli interventi del resto della muta di merde, dall'elettore a -x-

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X iolosò
by X iolosò Wednesday, Mar. 16, 2005 at 5:15 PM mail:

Giaà il nome rivela tutta la tua arrgonza e spocchia.
Tu dici alcune cose del ruduce che si possono tranquillamente dire a te.
Non hai portato nessuna argomentazione al discorso niente di niente hai solo sparato a zero su una eprsona che non la pensa come te dandogli del pirla. Lo conosci? come ti permetti?
Poi dai delle merde ad altre persone compreso me ma questo detto da te mi fa solo ridere.
Quando vuoi scrivere fallo e scrivi qualcosa di utile dare della merda o del pirla lo sa fare chiunque.
Adesso lo sai ancora?

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per x
by che pirla..... Wednesday, Mar. 16, 2005 at 5:37 PM mail:

e secondo te tutti quelli che han votato cofferati sono comunisti?


lo vedi che sei pirla dentro?

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iolosò = mazzetta?
by reduce Saturday, Mar. 19, 2005 at 10:14 AM mail:

Anche se mio malgrado, mi vedo costretto a ritornare su questo forum per sbugiardare una persona.
Cito testualmente una frase scritta da tale iolosò:

“- il reduce ci ha messo 20 giorni per preparare la sua vaccata, metterla sul Nw e spedirla a reporterassociati, che poi storpia facendo finta di non sapere niente di nessuno”.

Domandina: oltre a me e Barbara (della redazione di reporterassociati) chi altri poteva conoscere il contenuto e soprattutto la data di spedizione della suddetta e-mail visto che la stessa non è mai stata pubblicata sullo spazio “lettere al direttore”?
Risposta: Mazzetta naturalmente.
D’altronde chi altri potrebbe accanirsi in tal modo per le cose che il reduce scrive di Mazzetta se non lo stesso Mazzetta?
Allora mi chiedo chi sia il vero Mazzetta, quello che usa questo nome per scrivere articoli dal contenuto socio-politico spacciandosi per intellettualotto impegnato oppure colui che vigliaccamente utilizza pseudonimi tipo “iolosò” o “è provato” per dare libero sfogo alla sua indole insultando pesantemente me e le altre persone che non la pensano come lui?
Caro Mazzetta, abbi almeno il coraggio delle tue azioni e non provare neanche ad insinuare che tali interventi possano appartenere a Barbara o a qualcun altro della redazione, perché ti daresti solo la zappa sui piedi!
Per concludere volevo puntualizzare un paio di cosette:
- non ti ho mai dato del comunista, ti ho solo accusato di essere politicamente schierato;
- non ho mai detto che dici balle, ho solo contestato il tuo modo di vedere le cose;
- non conosco affatto Indy e non ho mai letto niente che lui abbia scritto; la mia contestazione era rivolta solo ed esclusivamente a te quindi non cercarti compagnia.
Vedi caro Mazzetta, ormai ci sono tante di quelle persone che ti danno addosso per le fregnacce che scrivi che tu stesso fai fatica a ricordare chi ti ha scritto cosa.

Ora dimmi piccolo Mazzetta, chi è in malafede?
Chi ha confezionato la sua ennesima figura di merda?

MAZZETTA, SEI VERAMENTE PATETICO!!!!!!

P.S.: non ho impiegato 20 giorni a preparare la mia “vaccata”, semplicemente ho letto il tuo pseudoarticolo l’11 marzo, ovvero il giorno in cui ti ho risposto.

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per il ridicolo
by ioloso' Saturday, Mar. 19, 2005 at 5:41 PM mail:

sei davvero un antimazzettiano convinto, eh?

lo ha scritto mazzetta, e lo hai scritto tu, si capisce dal contesto dei vostri scambi che hai postato contemporaneamente su indy e mandato a reporterassociati

tu sei completamente fuso e fuori di testa.
chi è Barbara, chi è "indy" chi sei tu?

iolosò, sei un fanatico, o un pazzo, oppure uno totalmente pirla dentro.

che ti ha fatto mazzetta, perchè lo odi?
sei un altro di quei giornalisti veri che ogni tanto si affaccia su indy a prendere badilate nei denti senza sapere un cazzo del mondo ?


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x iolosò
by e falla finita va!!! Monday, Mar. 21, 2005 at 10:18 AM mail:

E tu invece perchè lo ami così tanto?

Sei solo un povero imbecille, ma sopratutto...

STAI DIVENTANDO SEMPRE PIU' PATETICO!!!!!!

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ao' reduce
by mazzetta Tuesday, Mar. 22, 2005 at 12:53 PM mail:

hai rotto i maroni
ti ho risposto, accontentati

è inutile che ora tu ti faccia compatire impegnandoti a costruire misteri dove non ce ne sono, quello che ho scritto l'ho firmato

non ho certo problemi a dare dell'idiota a chi si comporta come tale
adieu

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era un serial killer
by altro che misteri Monday, May. 30, 2005 at 9:20 AM mail:

Era un serial killer, l'amico di Ascierto ed ex guardia padana.


by )))i((( Friday, May. 27, 2005 at 11:50 AM mail:

Il detective privato di Bergamo che uccise una ucraina e 2 agenti sulla statale di Verona, avrebbe colpito anche a Osio Sopra (BG): un'albanese venne trovata con la testa mozzata e con le mani amputate

Il detective privato di Bergamo che uccise una ucraina e 2 agenti sulla statale di Verona, avrebbe colpito anche a Osio Sopra (BG): un'albanese venne trovata con la testa mozzata e con le mani amputate

Svolta nel giallo dell'omicidio di Giegji Fatmira, la giovane prostituta albanese trovata decapitata e con le mani amputate a Osio di Sopra, in provincia di Bergamo, nel novembre 2004.
A ucciderla sarebbe stato Andrea Arrigoni, il detective privato di Osio di Sotto che il 21 febbraio scorso a Verona ha assassinato una prostituta ucraina e due poliziotti, rimanendo a suo volta ucciso nel conflitto a fuoco con gli agenti della polizia.
A stabilire il legame tra l'insospettabile detective e l'omicidio della prostituta albanese è stata la Polizia Scientifica della Direzione Anticrimine Centrale (Dac), diretta dal prefetto Nicola Cavaliere.

Il giallo di Giegji Fatmira era rimasto irrisolto dopo il ritrovamento del cadavere, privo di mani e testa, poi ritrovate nelle acque del fiume Brembo. La prostituta albanese era scomparsa il 16 novembre del 2004 e il corpo, orrendamente mutilato, venne scoperto solo il 19 dicembre successivo. Solo allora l'autopsia potè stabilire che la giovane albanese era stata uccisa con un colpo di pistola alla testa, sparato da una calibro 6.35. La stessa, ha accertato la polizia scientifica, che fu ritrovata mesi dopo a casa di Arrigoni.

E' stato analizzato un frammento di proiettile estratto dalla testa delle prostituta albanese, accertando che il colpo è stato effettivamente sparato dalla Beretta 6.35 sequestrata dalla Squadra Mobile di Verona nell'abitazione del detective dopo la sparatoria nella quale morirono gli agenti Giuseppe Cimarrusti e Daniele Turazza.
Una scoperta che getta una luce inquietante sul passato di Arrigoni.

http://www.panorama.it/italia/cronaca/articolo/ix1-A020001030974

Dice di lui Filippo Ascierto, un vecchio amicone di noi noggglobbal e presidente in coppia con Gasparri (ergo superiore di Arrigoni) della CON.IPI:

"Tra tutti quelli che avevo conosciuto e che fanno il suo mestiere devo dire che mi era sembrato il meno esaltato. Mi aveva dato l’impressione di essere preparato."

http://italy.indymedia.org/news/2005/02/728744.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/02/732649.php
http://www.sulpm.info/sulpm/archivio2005/02/vigilantes.htm

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CVD
by curate i folgorati Thursday, Aug. 25, 2005 at 12:01 PM mail:

Irak - Le ferite invisibili dei veterani


by dal manifesto Thursday, Aug. 25, 2005 at 11:26 AM mail:

Circa 70mila militari Usa soffrono la sindrome da stress post-traumatica.

Sono decine di migliaia i militari, americani e inglesi, a soffrire del post-traumatic stress disorder - la sindorme da stress post-traumatica -, un disagio vecchio quanto la guerra. 1874 soldati statunitensi e 92 alleati britannici hanno perso la vita dall'inizio dell'agressione in Iraq, il 20 marzo 2003. Più difficile è dare il numero delle vittime irachene direttamente collegate al conflitto. Dalle stime della rivista medica inglese The Lancet, uno studio dello Small arms survey aveva valutato quasi 40mila persone uccise. Ma tra aggressori e aggrediti, le vittime non si contano solo con morti e feriti. La rete di News della Bbc ha dedicato al tema dei reduci, la scorsa settimana, un documentario in cinque parti. «In guerra sei circondato da nemici e devi essere preparato a uccidere senza esitazione per non essere ucciso», ha detto il dottor Jonathan Shay. Si annullano le emozioni che non servono alla sopravvivenza e crescono rabbia e violenza, così «si torna a casa con le emozioni annullate eccetto per la rabbia». Alcuni preferiscono cancellare la vita sociale per paura di far male agli altri: «Se uscissi so che incrocerei qualche idiota e farei qualcosa per cui passarei il resto dei giorni in prigione», si è sentito dire da un reduce il dottor Shay.

I ricordi di morte inseguono i soldati nei loro sogni: «Ci avevano detto di non fermarci per evitare di subire imboscate», ha raccontato alla Bbc il sergente MacMaster, responsabile di un'unità di trasporto. «Se qualcuno vi sbarra il passo, passategli sopra». E non ha dovuto attendere molto per vedere un autocarro investire una giovane donna che chiedeva un aiuto. McMaster continua a vedere i corpi dei suoi commilitoni straziati dalla guerra. «Non potevo né dormire né mangiare». I suoi superiori lo hanno mandato da uno psicologo, poi l'ospedale militare e il ritorno a casa: vittima della sindrome da stress-post traumatica.

Secondo una ricerca dell'ospedale militare Reed di Washington, condotto sui soldati di ritorno dalla seconda guerra del golfo, almeno il 17% soffre la sindrome da stress post-traumatica: circa 425mila soldati Usa hanno combattuto in Iraq dal 2003, almeno 70mila sono vittime di disagi psichici. La percentuale dei divorzi tra gli ufficiali è triplicata negli ultimi 3 anni. Stando all'esperienza del Vietnam, i reduci hanno bisogno di un periodo tra i 12 e i 15 anni per recuperare. Ma può diventare un disagio cronico se, come capita per molti veterani convinti di poter «fare da soli», non è trattato adeguatamente.

Completamente negletto rimane il dato dei militari e, soprattutto, dei civili iracheni. Baghdad ha un ospedale psichiatrico, ma è totalmente insufficiente per affrontare il cataclisma provocato da più di due anni di guerra. Khalid, un chirurgo della capitale irachena, ha dichiarato alla Bbc che «la salute mentale non è un tema di grande priorità nell'Iraq del dopo-guerra. Non c'è nemmeno il tempo per chiedere: «Hai paura? Soffri di disagi psichici?».

In un articolo della scorsa settimana il Boston globe aveva reso nota l'intenzione dello stato del Massachusetts di sottoporre a una valutazione psichiatrica obbligatoria i reduci della guardia nazionale. Il timore è che il disordine psicologico da stress post-traumatico produca atti di violenza incontrollata. Proprio in Massachusetts infatti, a Laurence, un sergente dei marines reduce dall'Iraq aveva sparato un colpo di fucile contro gli invitati a una festa nel vicinato che, a suo dire, facevano troppo rumore. John Henry Parker di Veterans and families, un'associazione californiana che si occupa del reducismo, ha parlato di circa 25 milioni di reduci che popolano gli Usa. «Aggiungete a questo numero le loro spose, i figli, i genitori, e avrete un idea più esatta del problema». Nella spirale guerra-terrorismo, anche questo è un modo per far rientrare la guerra «in casa prorpia».

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si sa
by benissimo Thursday, Aug. 25, 2005 at 12:47 PM mail:

quelli della folgore sono proprio dei tosti..di comprendonio! ha proprio ragione Kissinger.

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sindrome al lavoro
by dal wp Saturday, Nov. 26, 2005 at 6:28 PM mail:

Esempio di articolo che dice che la sindrome per qualcuno E' BENE!
Se perdi una gamba ne guadagna la psiche secondo i geniali supporter della guerra che scrivono sul WP

From Wounds, Inner Strength
Some Veterans Feel Lives Enlarged by Wartime Suffering

By Michael E. Ruane
Washington Post Staff Writer
Saturday, November 26, 2005; Page A01

As Hilbert Caesar told his harrowing war story one night recently in the living room of his apartment, he patted the artificial limb sticking from a leg of his business suit. "This, right here," he said, "this is a minor setback."

Eighteen months after Caesar's right leg was mangled by a roadside bomb near Baghdad, and after weeks of coming to terms with what he thought was the end of his life, the former Army staff sergeant believes he has emerged a richer person -- wiser, more compassionate and more appreciative of life.


Asked whether he would endure it all again, he replied: "The guys I served with were awesome guys. . . . I would go through it again -- for the guys that I served with. Yes. Absolutely. I wouldn't change it for the world."

Although the shattering psychological impact of war is well known, experts have become increasingly interested in those who emerge from combat feeling enhanced. Some psychiatrists and psychologists believe that those soldiers have experienced a phenomenon known as "post-traumatic growth," or "adversarial" growth .

Although war left him with a leg of plastic and steel, Caesar, 28, of Silver Spring, appears to be among those who return home with psyche intact and a sense that they are in some mysterious way improved.

"I'm the same person," he said, "but I'm a different person now."

Combat's potential to inflict psychic wounds has been recognized as far back as the ancient Greeks, but so has its ability to exhilarate, intoxicate and instruct those who experience it, experts say.

"If you think about all of the heroes and heroines in cultures across the world . . . all of them, in one sense or another, faced some sort of a dragon," said Matthew J. Friedman, director of the National Center for Post-Traumatic Stress Disorder and a professor of psychiatry at Dartmouth Medical School. "The transformation from that encounter has been celebrated from antiquity."

University of North Carolina psychologists Lawrence G. Calhoun and Richard G. Tedeschi, who have studied post-traumatic growth for 20 years, said they are careful in describing what occurs.

"We're talking about a positive change that comes about as a result of the struggle with something very difficult," Calhoun said. "It's not just some automatic outcome of a bad thing."

Calhoun said their studies suggest that for growth to occur the trauma must be severe. "We tend to use the metaphor of an earthquake."

He said the person first ponders the details of what happened. "And then there's a much more abstract process of finding some higher meaning . . . in what has transpired," he said.

Tedeschi said there can be feelings of spiritual development, improved relationships, a sense of personal strength, a better appreciation of life and new interests and priorities.

Both men stressed that growth is not necessarily a goal, nor is trauma "good." Calhoun said: "Post-traumatic growth occurs in the context of . . . suffering. We hope everybody who goes to Iraq comes back safe and sound and doesn't have any traumas to grow from."

continue to worry about war's impact on mental health, experts say research now shows that most people exposed to combat and other traumatic events do not develop chronic mental health problems.

"It used to be thought that virtually everybody who experienced these kinds of catastrophic events would go on to develop" PTSD symptoms, said Lt. Col. Charles C. Engel Jr., a psychiatrist at Walter Reed Army Medical Center in Washington. "That was kind of a post-Vietnam War assumption. What we've learned over time is that probably, on average, really about two-thirds to three-fourths don't develop PTSD."

Friedman, of Dartmouth, said that research on the issue has not been that extensive and that the "deleterious" effects of trauma have received the most attention.

But that is changing. "The whole field, in the last four years, has shifted to a certain extent [to focus on] resilience, on human potential," he said.

Friedman said studies of World War II veterans often showed that they valued the experience, even though they had serious post-combat stress: "Yes, I've suffered," he said men would report, "but I wouldn't have given up this experience for anything in the world. . . . The things I experienced have made me a better man today."

Studies of Vietnam War POWs have shown similar sentiments. One study, in 1980, found that 61 percent of American POWS in North Vietnam believed their experience was ultimately beneficial.

Tom McNish, a former Air Force pilot who was a prisoner in North Vietnam for six years, said: "There is no question in my mind that the experience I had in Vietnam has had an overall very positive effect on my life. But I don't recommend it for anybody else. And I don't want to have to do it again."

Wounded veterans of the Iraq war say similar things. Adam Replogle, 25, of Wellington, Colo., a former Army sergeant and tank gunner who lost his left hand and the vision in his left eye in a battle in Karbala in 2004, said that he still has ups and downs but that after his experience in Iraq, not much worries him.

"Sometimes it takes people a lifetime to realize what it's all about and what's important and what's not," he said. "And you go through something like this and it grows you up a little bit and makes you realize that stuff a lot earlier in life."

Caesar, a native of Guyana who grew up in New York City, was a six-year Army veteran and a section chief in a field artillery unit in Iraq. He was in charge of a long-range, self-propelled 155mm howitzer -- a huge vehicle with treads that resembles a tank.



He was out on patrol in the self-propelled gun when the explosion occurred April 18, 2004. When the black smoke cleared, he looked down at his leg. It was flipped backward and "just dangling by the skin," he said. "It was severed at three different places in the knee. . . . The bone was splintered in different places. I knew there was no way they could put that back together."

He tried to hand his machine gun to a comrade but realized it was bent. He could hear gunfire and yelled for the hatches to be closed. He thought: "Oh, man. This is it. My life is over."


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Emerging Stronger From War's Trauma
Despite losing part of his right leg in Iraq, Hilbert Caesar, 28, leads a positive life. While the shattering psychological impact of war is well known, experts are increasingly interested in those, like Caesar, who emerge from combat feeling enhanced.

But it wasn't. The insurgents who staged the ambush melted away. He was medevaced to safety, and six days after the attack, he arrived at Walter Reed.

There, he was all right, except when he was alone. Then he would worry about the pain -- and the future. He was an athlete but realized that he might never run again. He wondered how women would react to a man with an amputated leg. It was depressing. Again, he said he would think, "My life is over."

A few days after he reached Walter Reed, he got more bad news: Eight men from his platoon had been killed by a car bomb in Baghdad. They were men he knew. One, in particular, had been a role model. "I was really devastated," he said.

Not all mental health experts believe in post-traumatic growth. Some think such positive attitudes simply stem from individual resilience or a natural course of psychological recovery.

George Bonnano, a psychologist at Teachers College, Columbia University, is skeptical of the growth theory. He said such reactions to trauma are better explained by personal resilience.

"I'm saying most people are able to maintain equilibrium pretty well after a traumatic event," he said. In addition, "it's fine to just recover," he said. "Bad things happen, and we get over them. We get better, and we put it behind us, and we move on."

In the weeks after his arrival at Walter Reed, Caesar met other severely injured soldiers and heard stories about their recoveries. "You start to build your confidence up," he said. "You start to shift focus.

"I'm a positive person," he said. "I try to look for the best. It could be worse. I lost a few friends out there. I made it back with just one missing limb, and I'm grateful for that. I'm thankful for just being here. Period."

At the same time, he said, he believes that he has changed. "It makes me appreciate life a whole lot more. . . . I'm looking forward to settling down, having a family."

Caesar said he has a friend who lost both arms in the war. Caesar said his friend once told him: "I would give anything to lose a leg. I would give both of my legs to have one of my arms" to be able to hold a child someday, should he ever become a father.

"Things like that make you think," Caesar said. "I can't complain. I haven't lost enough to complain."

Since being wounded, Caesar became a U.S. citizen last year, participated in three marathons using a racing wheelchair that he pedals with his hands, left the Army in January and landed a job with the U.S. Department of Veterans Affairs.

His leg still bothers him, and he walks with a pronounced limp.

At times, the opaque plastic socket of his artificial limb, which fits over his stump, lacerates his skin. The stump hurts when the thigh bone pokes against the skin. And he still gets down when he thinks about his dead buddies.

"It was a long journey back," he said. "I'm still not fully there. I'm still not 100 percent. I'm never going to be 100 percent. But at the same time, I can get as close to it as possible."

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somalia
by antonio Sunday, Jul. 02, 2006 at 10:45 AM mail:

carissimo amico non giudicare se non sei stato in somalia, tu sei rimasto nel tuo studio,davanti al computer con il climatizzatore posizionato sui 22 gradi con tutti i comfort della nostra civilta' mentre noi eramo in terra +/- ostile a 45 gradi senza alcun comfort , con il dubbio se il somalo che ti trovi davanti e che hai aiutato,mentre gli dai le spalle ti lancia una bomba a mano nella tua jeep.
Diversi giornalisti che sono stati nostri ospiti in somalia molto tempo dopo hanno pubblicato dei libri sulla nostra missione. ti invito a leggerne qualcuno.
antonio

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@@
by @@@@ Sunday, Jul. 02, 2006 at 12:31 PM mail:

carissimo amico non giudicare se non sei stato in somalia, tu sei rimasto nel tuo studio,davanti al computer con il climatizzatore posizionato sui 22 gradi con tutti i comfort della nostra civilta' mentre noi eramo in terra +/- ostile a 45 gradi senza alcun comfort , con il dubbio se il somalo che ti trovi davanti e che hai aiutato,mentre gli dai le spalle ti lancia una bomba a mano nella tua jeep.
Diversi giornalisti che sono stati nostri ospiti in somalia molto tempo dopo hanno pubblicato dei libri sulla nostra missione. ti invito a leggerne qualcuno.



per forza che andavate in stress, eravate abituati a grattarvi le palle in caserma 24 ore su 24,e poi lì siete dventati dei torturatori di merda,pedofili e assassini.
fate schifo al mondo

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