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dibattito Olimpiadi
by Collettivi di Scienze Thursday, Feb. 24, 2005 at 9:34 AM mail:

Nell'ambito della settimana di protesta contro il ddl Moratti, per promuovere dentro l'università la diffusione di saperi critici. Dibattito su: “Torino non sta mai ferma... ma dove va?”

Torino è una città che cambia e acquisisce giorno dopo giorno una nuova fisionomia; i cantieri invadono il centro e la metropoli sembra perennemente intenta ad agghindarsi per la festa del 2006. In realtà, se guardiamo dentro alle nostre tasche, notiamo che a Torino stanno in primo luogo cambiando le condizioni di vita dei suoi abitanti. I gran galà olimpici e la promessa di grandi opere come il TAV sono specchietti per allodole per nascondere i veri mutamenti della città: la FIAT chiude ma le prime pagine di cronaca sono troppo impegnate a reclamizzare il 2006 per dar voce agli operai. E poi in questo sistema tutto deve essere gioioso e ordinato per gli avventori dei giochi; il dissenso va messo a tacere e quindi sgomberi di centri sociali e operazioni repressive varie sono all’ordine del giorno. Si estende quotidianamente la cappa di piombo per cui nessuno può dire nulla al di fuori del coro di osannanti tributi agli eventi olimpici.
Ma i futuri disoccupati FIAT hanno qualcosa da dire; magari vorrebbero affermare che non è esattamente vero che le Olimpiadi creano lavoro. Chiunque cerchi un impiego in questo periodo si imbatte inevitabilmente in lavori precari e altamente sottopagati. E’ questo il lavoro creato dalle Olimpiadi: della manovalanza schiavizzata privata di tutti i diritti del lavoratore.
Magari avrebbero qualcosa da dire gli abitanti delle comunità montane, letteralmente devastate dagli impianti olimpici e, ancor di più, da un velleitario progetto di Treno ad Alta Velocità (TAV) che sventrerà la Val di Susa.
Magari avrebbero qualcosa da dire gli studenti e i pensionati che sempre più a fatica raggiungono la fine del mese, per colpa del carovita.
E tutte queste cose vengono quotidianamente dette, urlate, ma contemporaneamente sovrastate dalla lancetta che rimbombando scandisce quanto manca all’inizio della festa.
L’università, nella sua ormai abituale veste di azienda alle dipendenze del mondo del lavoro-sfruttamento, partecipa alla gioia Olimpica interrompendo in quei giorni ogni attività e regalando, ad hoc, due crediti a tutti coloro che faranno i volontari per i giochi. L’accettare passivo e disinteressato dei mutamenti di Torino è quindi, dal loro punto di vista, un degno sapere da valorizzare con crediti formativi.
Tutto questo è l’esatto opposto dell’idea di un’università libera in cui vengono trasmessi saperi critici.
Questo è il motivo per cui abbiamo organizzato un dibattito per dar voce, davanti agli studenti, agli esclusi dalla gioia olimpica, a coloro che parlano al di fuori del coro; per non accettare passivamente che Torino ci crolli addosso prima che noi ce ne rendiamo conto.

Martedì 1 Marzo, ore 14.00
Aula A, istituto di fisica (V.Giuria 1)
LAVORO, PRECARIATO E OLIMPIADI
DOVE VA LA TORINO CHE NON STA MAI FERMA?

Intervengono:

Giorgio Airaudo, FIOM Torino
Stefano Bertone, Comitato NO Olimpiadi
Piergiorgio Tosoni, Docente Politecnico di Torino


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