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Diamoci un taglio
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Collettivo Lorena Bobbit Thursday, Feb. 24, 2005 at 11:20 AM |
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volantino del collettivo Lorena Bobbit
A grande richiesta, per festeggiare il primo meseversario del topic Sessismo in Riot Zone e per fornire materiale per la discussione su sessismo/revisionismo qui di seguito il volantino del collettivo Lorena Bobbit parzialmente riprodotto in Rudy M. Leonelli e Vincenza Perilli, Nuovo? No, lavato con Perlana. delle procedure di riciclaggio nel paese del trasversalismo reale, Invarianti, n.35, 2001.
“Per una ricostruzione delle “provocazioni” transmaniache nel contesto alternativo bolognese, riproduciamo ampi stralci dal volantone Diamoci un taglio, diffuso a Bologna nel marzo 1997 da un ironico “Centro studi femministi Lorena Bobbit”, un testo che ricompone diversi frammenti critici circolati in numerosi scritti e volantini negli anni precdenti:
(…) Nel 92 i Lion Horse Posse (LHP) - un gruppo rap italiano già attaccato da femministe a Roma e Milano per i testi sessisti - vengono pesantemente contestati da alcune compagne a Bologna durante un concerto sulla questione del carcerario per la liberazione dei detenuti politici comunisti. Durante lo scontro (verbale e non) che ne segue, le compagnee femministe vengono accusate di avere un atteggiamento “non politico”, di porre questioni moralistiche su problemi in quel contesto meno importanti e, naturalmente, di essere portatrici di un atteggiamento “censorio” (…) In seguito alla contestazione bolognese degli LHP, alcune compagne tedesche, informate dell'accaduto, bloccano una serie di concerti del gruppo in Germania. Dall'ambiente rap bolognese dominato da uno spirito di solidarietà di corpo e di corporazione con i compari LHP nel febbraio 93 parte una provocazione contro alcune compagne femministe e lesbiche (coll. Artemide e le Furie) che si riunivano in una sede “separata” nelle case occupate di via del Pratello. Un componente dell'Isola Gay Posse (IGP), attraverso una finestra, scatta fotografie durante una riunione delle compagne che reagiscono inseguendolo e pretendendo la restituzione del rullino. Lo scontro provocato ad arte e la legittima autodifesa delle compagne, che non avrebbe scandalizzato nessuno in qualsiasialtro ambito politico, fa da pretesto per scatenare una vera e propria “caccia alle streghe” contro femministe e lesbiche “intolleranti e settarie”. L'attacco alle compagne raggiunge l’apice in una trasmisssione di Radio Kappa Centrale, condotta dal collettivo Transmaniacon e con “ospiti in studio”, Isola gay posse, ex Isola nel Kantiere (una parte di questi ultimi si é di lì a poco riciclata nel neonato progetto Link) e alcuni personaggi dell'ambiente “alternativo” bolognese quali Helena Velena e Pina D’Aria. Da questa trasmissione partono minacce contro le compagne e vengono date informazioni false e faziose sui fatti. Gli IGP & CO, indicono una “festa” all'interno del cortile di via del Pratello, festa che viene annunciata con i toni di un vero e proprio "regolamento di conti". I compagniinterni al progetto radio non prendono una decisa posizione contro il collettivo dei transmaniaci, nascondendosi dietro la foglia di fico della “libertà d'opinione” e del rifiuto di atteggiamenti censori. Le trasmissioni del collettivo Trasmaniacon continuano come se niente fosse. Pochi giorni dopo, il 17 febbraio 93, le compagne lesbiche e femministe - coll. Artemide e le Furie e coll. Siam Tornate (eravamo a far la spesa) - occupano RKC nelle ore destinate alla trasmissione Trasmaniacon.(…) Nei giorni seguenti il transmaniaco R. B. (che di lì a poco indosserà la nuova non-identità di Luther Blissett) preleva i nastri registrati della trasmissione incriminata e li ripulisce opportunamente regalandone copie a destra e manca. In questo modo si prepara a passare da aggressore a calunniato. Contemporaneamente diffonde un comunicato dove attribuisce alle compagne rivendicazioni di tipo identitario e differenzialista, come dire: neorazzista. Ai primi di marzo dello stesso anno, immediatamente dopo una festa femminista e lesbica organizzata dal coll. Siam Tornate al Circolo Barneri (Cassero di Porta S. Stefano), la banda di RKC e i loro collaboratori della libreria di "movimento" Grafton 9 (che ancora non avevano “occupato” il Livello 113), lanciano l'ennesima provocazione chiedendo i locali del Berneri per una propria festa. Le compagne del collettivo – che da circa un anno utilizzavano, nel pieno rispetto della propria autonomia, queglis pazi per i loro incontri –, chiedono agli anarchici di assumere una precisa posizione rispetto ai fatti, ma tra questi prevale “un atteggiamento più liberale che libertario” e i transmaniaci & Co ottengono i locali. Le compagne femministe, giudicando oramai inaccettabile la condivisione di quello spazi, abbandonano il Cassero. Per non ridurre il fatto ad un caso isolato, basti ricordare che gli anarchici di Porta S. Stefano qualche mese fa hanno messo a disposizione i locali del Berneri per una tre giorni organizzata da tal Caffè Acratico: tra gli eventi un incontro con Helena Velena, già ospite di Trasmaniacon, già organizzatore/trice di varie edizioni della manifestazione “Erotica” e già autore/autrice di Dal cybersex al transgender. Tecnologie, identità e politiche di liberazione, dove, dopo aver ringraziato l’amico LutherBlisett, l’avvelenata Velena per spiegare come “liberarsi” tramite il sesso mediatico (dove sì “le donne la fanno vedere” ma “mica gliela danno”), a p. 36 sentenzia: “le vetero femministe continueranno a parlare di sfruttamento del corpo femminile... autoproducendo la propria condizione di subalternità e schiavitù” (detto altrimenti: la colpa è nostra!). Il testo di Helena Velena è stato pubblicato nel 95 da Castelvecchi, casa editrice già tristemente nota per pubblicazioni che celebrano le delizie della “contaminazione” con la Nuova Destra, tra cui Come si cura il nazi di monsieur Bifo (…) Da questa prima panoramica, oltretutto lacunosa, emergono alcuni fili di una fitta rete di scambi e relazioni. È proprio questa struttura reticolare ad essere significativa (…) Al di là dei meri “dati” (che comunque servono e auspicheremmo un lavoro di mappatura di eventi e situazioni più articolati) su un piano più “teorico” assistiamo (…) all’emergere di una cultura fortemente reazionaria dietro la maschera movimentista. Soprattutto vorremmo attirare l’attenzione da una parte sulle “accuse” che nella maggioranza dei casi vengono mosse alle compagne – settarie, censorie, presunte portatrici di discorsi identitari e differenzialisti –, dall'altra su discorsi quali il meticciato, la contaminazione e l'anti-identitarismo, ormai moneta corrente in ambito “alternativo”. Questi discorsi, nella loro “banalizzazione” movimentista sono molto più vicini ai discorsi del femminismo differenzialista (…) e ai discorsi della Nuova Destra di quanto, apparentemente, non possa sembrare o vogliano far credere. Qui si aprono nuovi problemi. Non basta, anche se è indispensabile, denunciare singoli episodi, e neppure - come abbiamo cercato di fare qui - vedere i legami, le sequenze, le reti che li collegano, ma occorre cercare di capire come si stia formando (o si sia già formata) una nuova cultura. E' una cultura nemica della nostra autonomia che è fatta di comportamenti, piccoli enunciati di ogni giorno, ma anche di vere e proprie “linee” e indirizzi teorici che collegano in diagonale la cultura “alta” e le sottoculture (dalla musica alle radio, dalle fanzine alle scritte sui muri, anche quelle sulle pareti dei cessi del 36, ecc.) (…)”.
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Metodi berluscoidi
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Tina M Thursday, Feb. 24, 2005 at 5:31 PM |
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Avevo parlato nel NW dei metodi berluscoidi dei WM. Ora mi sembra proprio che ci avessi visto giusto. Con un passato fatto di provocazioni odiose e manovrine gli ex di Tansmaniacon avevano interesse a confondere le piste cambiando pseudo collettivo.E mi ricorda tanto i giri dei soldi del berlusca nei vari conti esteri di Previti, un sistema per disperdere le tracce! Quindi io insisto sui metodi berluscoidi.
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Ecco perchè
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marina Thursday, Feb. 24, 2005 at 7:34 PM |
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Ecco perchè quando c'erano degli attacchi a Lavorare con lentezza i Wu Ming rispondevano che erano di gente che ce l'aveva con loro già da prima! Mi ha fatto sempre pensare quella cosa: perchè qualcuno o tanti e tante dovevano avercela da prima? Adesso è chiaro il perchè.Come potrebbero non avcercela con chi ha fatto delle schifezze così? E cmq per attaccare quel filmetto non c'è bisogno di avercela da prima: anche per me che non sapevo niente di queste storie era un film pessimo e così per tanti altri e altre che non sapevano nemmeno chi fossero i Wu Ming.
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Il "femminismo parolaio"
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Antissessita Friday, Feb. 25, 2005 at 10:41 AM |
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Kissaà xché dove passano questi bravi guaglioni ti capita spesso di leggere qualche stronzata contro il femminismo. Vedi questo commento a "Lavorare con lentezza", dove salta fuori la battutina contro il "FEMMINISMO PAROLAIO". Si trova in http://www.fratellosole.it/cineforum:
E’ l’affresco di un’epoca e delle sue contraddizioni: “la frustrazione dei figli di fronte al destino di genitori operai, IL FeMMINISMO PAROLAIO, l’integralismo musicale, l’idealismo borghese (Claudia Pandolfi avvocato)”, l’ironia degli indiani metropolitani e l'elogio della P38… “Non era facile, in una manciata di minuti rispetto alla ricchezza di base, sintetizzare i numerosissimi mondi altri partoriti dalla generazione del ’77. (…) Lavorare con lentezza si dipana con leggerezza e psichedelia tutta anni ’70, sia nella messa in scena che nella scelta di una colonna sonora puntualmente anarchica.” (Aldo Fittante, FilmTV). Notevole la ricostruzione di quegli anni (i costumi di Lina Taviani, le scenografie di Sonia Peng, le location…) e divertenti i siparietti girati come reperti da Cinema Muto. La sceneggiatura è stata scritta dal regista Guido Chiesa (che aveva già dedicato a Radio Alice il documentario Alice è in paradiso) e dal collettivo letterario Wu Ming. Premio Mastroianni al Festival di Venezia ai due giovani attori protagonisti.
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Revisionismo
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mavalà Friday, Feb. 25, 2005 at 11:26 AM |
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Anche in questo c'è del revisionismo perché ribaltano la relatà dando del parolaio o della parolaia a chi li critica, mentre se ci sono dei parolai sono proprio loro che si fanno belli esaltando delle cose che non hanno fatto dal nonno deportato di Bui al 77 alle foibe.
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Berneri
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una che ... Sunday, Feb. 27, 2005 at 6:48 PM |
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Hai ragione a sottolineare l'errore, un po' di precisione non guasta di questi tempi, ma non farne un dramma, credo che sia un errore di battitura della povera e volenterosa Maramara che ha avuto la pazienza di ricopiare tutto il volantino pubblicato nell'articolo di Invarianti, dove invece (ho controllato ora) nè Il collettivo Lorena Bobbit, nè gli autori di Nuovo, no! fanno questo torto al povero Berneri.
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Tutto il volantino
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curiosa (femmina) Monday, Feb. 28, 2005 at 11:11 AM |
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Non è tutto il volantino come dice "una che..." Ci sono dei puntini tra parentesi che significa che ci sono dei tagli. Non è che qualcun* che l'ha conservato può pubblicarlo intero? Per una delle rare volte che esce un documento sarebbe il caso di darlo completo.
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Volantino collettivo Lorena Bobbit
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una che ... Monday, Feb. 28, 2005 at 6:53 PM |
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Non ho detto che è tutto il volantino, ma che Maramara ha ricopiato tutto il volantino pubblicato in Invarianti. Ma non c'è nessun mistero, i puntini di sospensione come dici tu non sono dei tagli fatti da Maramara abusivamente ma sono già presenti nell'articolo citato, dove gli autori avvertono che pubblicano non la totalità del volantino, ma "ampi stralci". Comunque dovrei avercelo, lo cerco. Ma poi finiamola.
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forse troppo interessante
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pippi calzelunghe Wednesday, Mar. 02, 2005 at 6:34 PM |
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forse troppo interessante! nel senso che dei trscorsi così non se li azspettatva nessuno e mplti fan dei wuming sono un po' spiazzati altri soprattutto donne anche incarognite. C'è stata un adiscussione al TPO un po' di tempo fa che guardate! apriti terra! io poi mi sono defilata ma comunque l'impressione è quella, un senso di tradimento per molti. Non so bene perchè ma qualcuno ancora sperava che fossero frottole, poi quando cominci a leggere documenti su documenti è dura. Non è proprio un caso se su queste questioni i fedelissimi dei wuminghi non abbiamo detto beo, ma cazzeggiano qui e la nel forum
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C'è taglio e taglio: vorrei chiarire
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curiosa (femmina...) Wednesday, Mar. 16, 2005 at 12:28 PM |
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Rispondo in ritardo a "una che..." (Non seguo Indymedia tutti i giorni,scrivo tardi ma spero che lei trovi questa mia risposta.
"Una che.." mi aveva risposto: "Non ho detto che è tutto il volantino, ma che Maramara ha ricopiato tutto il volantino pubblicato in Invarianti. Ma non c'è nessun mistero, i puntini di sospensione come dici tu non sono dei tagli fatti da Maramara abusivamente ma sono già presenti nell'articolo citato, dove gli autori avvertono che pubblicano non la totalità del volantino, ma "ampi stralci". Comunque dovrei avercelo, lo cerco. Ma poi finiamola."
RISPONDO PER CHIARIRE: Vorrei che non ci fossero dei malintesi fra compagne. Io parlavo di tagli segnalati dai puntini (assolutamente corretti perché sono appunto segnalati), quindi non ho mai sospettato nessun* di aver fatto dei tagli stile RB (fatti per cancellare le sue malefatte!) di cui parla l'interessantissimo volantino! Io vorrei solo leggerlo tutto perché è maledettamente utile per come documenta certe stronzate molto gravi di cui spesso sappiamo poco o niente e anche per la traccia di analisi che propone. Cmq se tu lo ritrovi e riesci a scannerarlo e postarlo o se qualcun* che ne ha una copia lo mette in rete è ringraziato in anticipo da me e immagino da tant* altr*.
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Anarkonfuso
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Correttore semiautomatico Thursday, Mar. 17, 2005 at 1:01 PM |
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anarko ha scritto:
Nell'articolo Diamoci un taglio c'è scritto :"Circolo Barneri"! Si scrive BERNERI, Camillo Berneri: uno dei più grandi anarchici italiani, diavolo!
Peccato però che il titolo del suo articolo sia "Beneri" (c'è la E al posto giusto, ma gli manca una R!).
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