La stragrande maggioranza dei 400.000 abitanti di Ramadi si trova ancora lì.
BEIRUT - Sotto i colpi della martellante offensiva di marines Usa e governativi iracheni, da ormai cinque giorni impegnati nell'operazione 'Bliz del fiume' per snidare gli insorti dalla provincia sunnita ribelle di Al-Anbar, gli abitanti del capoluogo Ramadi hanno cominciato ad abbandonare la città, temendo che possa essere presto investita da un assalto sanguinoso come quello di tre mesi fa alla vicina Falluja.
A centinaia, si sono già trasferiti a Baghdad oppure hanno trovato rifugio nei campi dove prima di loro erano riparati gli abitanti di Falluja, che a metà strada verso la capitale porta ancora le devastanti cicatrici delle tre settimane di feroce battaglia del novembre scorso (almeno 2.000 insorti uccisi assieme a più di 100 soldati americani).
Ma anche per chi è rimasto, vale a dire per la stragrande maggioranza dei suoi 400.000 abitanti, la vita a Ramadi si è trasformata in un incubo dal 20 febbraio, quando i marine della Prima divisione al comando del generale Richard Natonski hanno isolato tutti i punti di accesso alla città (110 km. a ovest di Baghdad) per evitare l'infiltrazione di armi, munizioni ed esplosivi e, soprattutto, di miliziani di rinforzo a quelli già annidati nel capoluogo di Al-Anbar.
ATS
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