Gli stenografi del potere tanno cercando di tappare una falla che potrebbe far crollare la diga delle menzogne
In questo momento, nel quale gli impiegati dei media controllati italiani si fanno in quattro per giustificare la tesi dell’incidente, riscatto ecc. per l’agguato a G. Sgrena, infangando così anche la memoria dei veri giornalisti assassinati per aver voluto svolgere il loro dovere professionale, e mentre negli USA è iniziata la campagna diffamatoria contro la Sgrena stessa (US SPOOKS UNLEASH SMEAR CAMPAIGN TO SELL THE PUBLIC ON THE IDEA THAT SGRENA ONLY GOT WHAT SHE DESERVED http://mparent7777.blog-city.com/read/1119487.htm ), è utile ricordare come è iniziata la caccia ai giornalisti indipendenti in Iraq. * * * Il 28 febbraio 2003 l’addetto stampa presidenziale Ari Fleischer avvertì le organizzazioni dei media di tirare fuori da Baghdad i loro inviati prima dell’invasione. Quando, durante la conferenza stampa, viene chiesto a Fleischer se il suo avvertimento fosse da intendersi come una velata minaccia, egli replicò: “… se i militari dicono qualcosa, esorto fortemente tutti i giornalisti a tenerne conto. E’ nel vostro interesse e nell’interesse delle vostra famiglia. E parlo sul serio”. Si suppone fosse una risposta affermativa. In Iraq vi sarebbero stati solamente due tipi di giornalisti. I giornalisti incorporati, sotto il controllo fisico delle forze USA, ed i giornalisti potenzialmente morti. Da allora, i reporter passati da “potenzialmente morti” a effettivamente morti sono stati decine, mentre le prostitute dei media, complici di crimini di guerra, si sono arricchite, come i loro padroni.
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