Un durissimo articolo del New Yor Times sul caso Callipari
NEW YORK - Il New York Times in un durissimo editoriale ha oggi criticato le regole di ingaggio che hanno portato alla tragica sparatoria di venerdì in cui è rimasto ucciso il funzionario del Sismi Nicola Calipari e la giornalista Giuliana Sgrena, appena liberata dai sequestratori, è stata ferita.
"La cosa peggiore di questa vicenda è che l'attacco non è un caso isolato", scrive il quotidiano americano ricordando anche la sparatoria documentata da un fotografo di Getty Images in cui in gennaio, nei pressi di Mossul, due genitori iracheni sono stati crivellati di colpi ad un posto di blocco americano davanti agli occhi dei quattro bambini che viaggiavano in macchina con loro.
Secondo il Times entrambi i casi, "e presumibilmente altre centinaia", sono "la terribile testimonianza del costo umano della guerra dell'America con l'Iraq e della successiva occupazione". I civili iracheni "non devono vivere solo nel terrore dei kamikaze e dei ribelli mascherati, ma devono aver paura anche di essere scambiati per ribelli da forze americane sul chi vive, a cui è stato detto di sparare prima e poi chiedersi perchè lo hanno fatto".
Il New York Times osserva che ogni caso di civile ucciso dal 'fuoco amico' "danneggia l'immagine già scossa degli Stati Uniti all'estero e fa gioco agli estremisti che le usano per denigrare gli Stati Uniti e il soldato americano".
E' compito dunque di chi sta ai vertici - di chi scrive queste regole - far sì che le regole di ingaggio siano più a prova di errore possibile perchè "nessuno - scrive il Times - vuole che i nostri soldati siano uccisi da attentatori suicidi che arrivano troppo vicino, ma nessuno vuole neppure che i nostri soldati abbiano sulla coscienza il peso di aver ucciso per errore un eroico agente dell'intelligence o di aver massacrato per errore i genitori di quattro bambini davanti ai loro occhi'
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