come Raffaele Ciriello, nessun processo per chi ha ucciso il cameramen britannico a Gaza. Eppure il video di Channel4 "death in Gaza" č chiaro e fa vedere bene in presa diretta (senza nessuna ricostruzione a posteriori) la dinamica dell'uccisione.
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L'esercito israeliano ha annunciato oggi che non metterą sotto accusa uno dei suoi ufficiali, presunto responsabile della morte di un cameraman britannico avvenuta due anni fa nella striscia di Gaza. Questo per "mancanza di prove".
La decisione, annunciata dal procuratore militare Avihai Mandelblit, č arrivata al termine di un'inchiesta durata 18 mesi condotta dalla polizia militare sulle circostanze della morte di James Miller, 35 anni, ucciso a Rafah, nel sud della striscia di Gaza nel maggio 2003.
Seppure il rapporto d'inchiesta stigmatizza il militare per "aver, secondo testimonianze, aperto il fuoco in violazione delle regole d'ingaggio" dell'esercito israeliano, non č stato stabilito alcun legame tra questo e la morte di Miller, č scritto nel comunicato dell'esercito. "Non č possibile, legalmente, legare questi colpi sparati alla ferita d'arma da fuoco subita da Miller".
"L'analisi del dossier della polizia militare - spiega ancora il comunicato - in particolare i dati incontrovertibili dei test balistici e delle analisi audio, portano alla conclusione che le prove disponibili non sono sufficienti per pronunciare una condanna secondo la legge".
Le conclusioni dell'inchiesta sono state presentate oggi alla famiglia del giornalista da Mandelblitt in persona.
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