ROMA - Giuliana Sgrena ha confermato al pm Erminio Amelio quanto gia' dichiarato in occasione del primo interrogatorio di sabato scorso: azione di fuoco ingiustificata e repentina dei militari statunitensi, nessuna presenza di un quarto uomo, nessuna notizia del pagamento di un riscatto.
Circostanza, quest' ultima, che anche se trovasse fondamento (ma il Governo ha smentito), non costituirebbe reato in quanto la legge sul blocco dei beni riguarda solo i rapimenti ai fini di estorsione, mentre nel caso della giornalista del Manifesto si tratta di un sequestro con finalita' di terrorismo. L' interrogatorio della giornalista, davanti al pm Erminio Amelio e' durato un paio di ore. Anche sulle voci fuori campo che si sentono nel video girato dopo la liberazione, la Sgrena ha detto di non sapere nulla. Secondo gli inquirenti quelle parole sarebbero state inserite successivamente poiche' contengono riferimenti alla sparatoria in cui e' morto Nicola Calipari. Non e' escluso che la giornalista possa essere riascoltata prossimamente per approfondire altri aspetti della vicenda.
PM AL LAVORO PER VERIFICARE LA PRESENZA DI UN'ALTRA AUTO Accertamenti per stabilire se la Toyota con a bordo Giuliana Sgrena, Nicola Calipari ed un agente del Sismi fosse in un qualche modo scortata, o protetta, almeno da un' altra auto saranno svolti dalla procura di Roma.
I magistrati intendono cosi' attivare accertamenti per verificare la presenza di un'altra auto, forse una staffetta, accanto a quella che trasportava i due agenti del Sismi e la giornalista. Agli atti dell'inchiesta, tuttavia e' stato fatto notare, al momento, non ci sono tracce ne' di un'altra auto e, tanto meno, di un quarto uomo. Oggi, intanto, l' avvocato Alessandro Gamberini, del foro di Bologna, ha depositato la nomina di costituzione di parte offesa di Giuliana Sgrena nei procedimenti aperti rispettivamente sul suo sequestro e sulla morte di Calipari.
FOLLINI: CON QUEI BANDITI NON SI TRATTA ''La speranza di tutti e' che non ci siano piu' sequestri in Iraq, ma dobbiamo anche fissare un punto fermo per dire con chiarezza che con quei banditi non c'e' trattativa di sorta''. Lo dice il vicepremier Marco Follini conversando con i cronisti prima di partecipare all' assemblea della Lega delle Cooperative al Teatro Capranica. ''Questo - aggiunge Follini - e' un tema che appartiene al paese tutto intero''.
FINI, MAI PAGATO ALCUN RISCATTO PER LIBERAZIONE SGRENA - ''Una cosa deve essere chiara: il governo italiano non ha mai avviato alcuna trattativa in cambio di denaro: voglio che sia chiaro!'': Lo ha detto il ministro degli Esteri Gianfranco Fini parlando ieri sera a Porta a Porta. In generale, per Fini ' sembra difficile'' che possa essere arrivato del denaro ai sequestratori ''senza l'autorizzazione del governo italiano''. Cio' non toglie, ha aggiunto il titolare della Farnesina ''che il governo ha aperto tutta una serie di canali, politici, diplomatici di intelligenze'' nello sforzo di liberare la Sgrena ed ha aggiunto che in questa occasione e' stata molto utile la mobilitazione popolare''.
BERLUSCONI, NON TUTTO COINCIDE CON VERSIONE USA - Il presidente del Consiglio ha confermato in Senato la ricostruzione del governo italiano sugli ultimi momenti della liberazione di Giuliana Sgrena, ricalcando quanto gia' esposto ieri alla Camera dal ministro degli Esteri Gianfranco Fini. Una versione che, come ha osservato lo stesso presidente del Consiglio, ''non coincide totalmente'' con quella ''sin qui comunicata'' dagli Stati Uniti. Il governo italiano smentisce anche la tesi statunitense della forte velocita' della vettura. Non solo: ''Alla vista del segnale - riferisce Berlusconi - il funzionario dei servizi alla guida dell'auto frenava immediatamente, bloccando cosi' la vettura in pochi metri''. L'Italia scarta dunque anche l'ipotesi, inizialmente sostenuta in ambienti Usa, che l'auto non si sia fermata all'alt.
USA, HANNO SPARATO I RAGAZZI DI GROUND ZERO - Fonti militari nella capitale irachena hanno indicato al New York Times che il posto di blocco risultato fatale a Calipari era gestito dal Primo Battaglione, 69mo Fanteria, che fa parte della Guardia nazionale dello stato di New York. Si tratta dei soldati del 'Fighting 69th' di New York, quelli che avevano pattugliato, piangendo, le rovine fumanti del World Trade Center. Secondo il quotidiano, i militari avevano piazzato due Humvee ai lati della strada e due barriere di materiale indeterminato sulla sede stradale. 'Soldati della domenica' e' la definizione con cui vengono chiamati con sufficienza i volontari che fanno parte di unita' come quella coinvolta nella sparatoria.
ansa
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