La Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) ha condannato oggi Israele per l'uccisione nel 2003 del cineoperatore britannico James Miller da parte dei soldati israeliani, accusando le autorità di "insabbiamento crudele e spietato".
Questa settimana, si legge in un comunicato dell'Ifj, il generale Avichai Mandelblith ha detto alla famiglia di Miller che il soldato responsabile dell'uccisione potrebbe essere sanzionato soltanto per violazione delle Regole d'ingaggio (Rules of engagement) e per aver cambiato la sua versione dei fatti (cosa che ha fatto sei volte). Secondo Mandelblith, infatti, non esistono sufficienti prove balistiche per giustificare accuse più gravi.
"Questa è una risposta criminale all'ingiustizia della morte di James Miller - ha dichiarato nella nota il segretario generale dell'Ifj, Aidan White - È un insabbiamento crudele e spietato, che sottolinea ancora una volta il modo in cui i militari, anche quelli di paesi democratici, attaccano e uccidono i giornalisti con impunità".
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