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dimensione carcere:Pantelleria: 23enne arrestato per possesso marijuana s’impicca
by "giustizia" assassina Friday, Mar. 25, 2005 at 8:26 AM mail:

Pantelleria: 23enne arrestato per possesso marijuana s’impicca

Pantelleria: 23enne arrestato per possesso marijuana s’impicca







I carabinieri gli piombano in casa, trovano alcuni vasetti con la marijuana appena germogliata e fanno scattare subito le manette. Il giorno dopo Giuseppe A. legge il suo nome sui giornali, assieme a quelli di altri ragazzi arrestati per qualche pasticca di ecstasy e di altri ancora che abitano in un’altra città al di là del Canale di Sicilia, che con lui hanno in comune solo l’età. L’impatto è micidiale. I genitori, anziani coltivatori, sono sconvolti. Il figlio è un "drogato".

A Giuseppe crolla il mondo addosso. Prende una corda, la lega forte al soffitto e si lascia andare. Così muore un giovane di 23 anni. Così muore un ragazzo normale, con un diploma di geometra in tasca e una vita tutta ancora da vivere. Sette vasetti di marijuana coltivati in casa e una legge che crea tossicodipendenti e accomuna consumatori a trafficanti lo hanno ucciso. Giuseppe non ha retto all’onta, si è impiccato, soffocato dalla morale proibizionista che trasforma ragazzi normali in "mostri", che li sbatte sui giornali, accanto a mafiosi e criminali. Il corpo di Giuseppe è stato trovato domenica dal fratello, un ragazzino di appena 18 anni che probabilmente non si libererà facilmente di quell’immagine di morte. Agli anziani genitori rimarrà il rimorso di un figlio perso. Pantelleria è sotto choc. I suoi amici lo hanno pianto ai funerali che si sono svolti lunedì pomeriggio nella chiesa di Scauri, la contrada dove si trova la casa della famiglia di Giuseppe.

"Era un ragazzo per bene, tranquillo (ricorda Walter Pane). Ho avuto modo di conoscerlo quando ha fatto alcuni lavoretti a casa mia. Era geometra, ma per guadagnare un pò di soldi a volte faceva il manovale. È assurdo che un ragazzo arrivi a questo punto per una legge sbagliata che demonizza tutti senza alcuna distinzione". Giuseppe lavorava in uno studio e si dava da fare per aiutare la famiglia e soprattutto il padre, rimasto senza una gamba a causa di un potente diabete. Negli occhi dei suoi genitori ha visto la delusione, dettata dall’ignoranza e da una cultura sbagliata alimentata anche da leggi che determinano false morali.

Chiuso in casa, dov’era agli arresti domiciliari, è stato stritolato da un macigno di infamità e quando i carabinieri gli hanno comunicato che il giorno dopo sarebbe stato condotto a Trapani per il processo per direttissima, ha pensato di farla finita. Chissà cosa gli sarà passato per la testa. È uscito di casa, al bar ha incontrato alcuni amici, un modo per dare l’ultimo saluto, e rientrato in tempo per pranzare con gli anziani genitori. Poi nel silenzio e nella solitudine il gesto estremo. "Non si può morire a 23 anni per alcune piantine di marijuana - dice ancora un suo amico - Pantelleria è un’isola contadina, non è quella del turista che viene solo d’estate. Bisogna creare un movimento ampio di riflessione attorno a questi fenomeni. Da mesi sull’isola è in atto una caccia alle streghe".

Nel 2004 come si legge nei bollettini dei carabinieri sono state arrestate 30 persone e 80 sono state segnalate alla prefettura come consumatori di droga. "Purtroppo quello di Giuseppe non è il primo caso - spiega Francesco Piobicchi, responsabile nazionale del Prc sulla questione delle droghe - La sua vicenda è frutto di una morale proibizionista creata dal centrodestra e contro cui il centrosinistra deve schierarsi con argomenti seri e non in maniera altrettanto morale come fanno coloro che parlano di consumo zero". E il problema non è fermare la legge Fini che inasprisce le pene, sostiene Rifondazione, ma contrastare "una cultura sbagliata alimentata anche dall’attuale legge". Alfredo Pecoraro
"giustizia" assassina

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Titolo Autore Data
Per non dimenticare edy Thursday, Apr. 27, 2006 at 2:41 PM
scus scus Wednesday, Mar. 30, 2005 at 1:47 AM
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