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Giustizia: appalti sulle carceri, in un video il passaggio di mazzette
Il Messaggero, 1 aprile 1005
Video, tangenti e non solo carceri. Annuncia sorprese l’inchiesta sugli appalti dei penitenziari e su un presunto giro di mazzette che ha portato il pm romano Pietro Giordano a iscrivere sul registro degli indagati anche Giuseppe Magni, consulente dimissionario del ministro della Giustizia Roberto Castelli per l’edilizia carceraria, sindaco di Calco (Lecco) e candidato alle regionali per la Lega. L’ipotesi, corruzione e istigazione alla corruzione. Attualmente sono sei le persone coinvolte, ma il nucleo speciale Tutela dei mercati della Guardia di finanza sta ancora lavorando. Ruota tutto intorno al computer di Angelo Capriotti, l’imprenditore a capo della Sve, consorzio edilizio di famiglia.
Nel pc, sequestrato un paio di mesi fa nell’ambito di altri accertamenti, la sorpresa: Capriotti registrava e filmava senza che i suoi interlocutori se ne accorgessero. Per gli inquirenti, conversazioni preliminari all’affidamento degli appalti, accordi sulle tangenti e persino la consegna del denaro. E sul settimanale L’Espresso , in edicola oggi, uno di quei video viene ricostruito nei minimi dettagli. Protagonisti Giuseppe Magni, Angelo Capriotti e Giorgio Craveri, ingegnere di Parma con studio a Milano e Roma, coinvolto nell’inchiesta. Secondo il settimanale, i tre parlano della costruzione delle carceri di Varese e Marsala e Magni si vanterebbe di "essere in grado di determinare i nomi delle ditte appaltatrici", inoltre, il consulente di Castelli direbbe: prima di firmare al ministero dovete passare da me". Di fatto quegli appalti sono stati affidati ad altre ditte. Ma nel corso del video si parla anche di possibili affari legati al cambio di destinazione di penitenziari dismessi nell'ambito del progetto Dike Aedifica, società controllata dal governo. Tutto da chiarire. Come chiede lo stesso ministro della Giustizia Roberto Castelli.
Nel computer di Capriotti però ci sono molte altre immagini e registrazioni realizzate dall’imprenditore. Le Fiamme Gialle hanno visionato soltanto il dieci per cento del materiale. Documenti importanti, come quello che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di Carlo Bonifazi, responsabile delle procedimento per l’Adisu, l’Ente del diritto allo studio del Lazio. Un video che documenterebbe la consegna di denaro. Per gli inquirenti una tangente. Nel 2000 la società Sie di Capriotti si è aggiudicata un appalto da due milioni di euro per realizzare la mensa di Tor Vergata.
Il 23 marzo sono scattate le perquisizioni, la Guardia di finanza ha portato via scatoloni di documenti e materiale che sta ancora esaminando dagli studi e dalle abitazioni degli indagati. Due giorni fa Craveri ha parlato per nove ore davanti agli inquirenti, ieri è toccato a Capriotti. Per sei ore, assistito dal suo avvocato Gianluca Tognozzi, ha respinto tutte le accuse sottolineando in particolare di non avere mai eseguito lavori nelle strutture carcerarie. Giuseppe Magni sarà sentito la prossima settimana. Intanto definisce "baggianate" le ipotesi accusatorie e aggiunge: "Facciano tutto quello che vogliono, non ho nulla da tremere". L’ex consulente di Castelli sarà interrogato a elezioni concluse, era stato convocato per mercoledì ma ha chiesto un differimento per gli impegni elettorali. Sul registro degli indagati intanto sono iscritti anche i nomi di Roberto Capriotti, fratello di Angelo, e di un dirigente dell’Autorità garante dei lavori pubblici, anche lui finito nell’archivio di Capriotti.
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