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Si e' suicidato nel carcere di Sulmona, dove si trovava da sei anni per scontare una condanna all'ergastolo, Guido Cercola, braccio destro di Pippo Calo', coinvolto nella strage del Rapido 904 compiuta nel 1984. L'uomo si sarebbe suicidato con lacci di scarpe. Il cadavere si trova ora nell'obitorio dell'ospedale di Sulmona. Sessant'anni, romano, Cercola era stato condannato definitivamente all'ergastolo il 24 novembre 1992, otto anni dopo la strage nella quale, il 23 dicembre 1984, morirono 16 persone e ne rimasero ferite altre 267. La V sezione della Suprema Corte, riconoscendo la matrice "terroristica mafiosa" dell'attentato, confermo' la sentenza della Corte d'assise d'appello di Firenze, che in sede di rinvio e in parziale riforma di quella di primo grado, aveva riconosciuto il 14 marzo 1992 Giuseppe Calo', Guido Cercola, Franco Di Agostino e Friedrich Schaudinn responsabili della strage del treno rapido "904" Napoli-Milano, fatto esplodere nella "galleria degli Appennini". In base alla sentenza, Guido Cercola aiuto' il presunto cassiere della mafia Pippo Calo' "a vivere a Roma nel piu' completo anonimato, e condusse in prima persona tutte le operazioni relative all'ordinazione, alla costruzione e al pagamento dei congegni fabbricati da Schaudinn" per organizzare l'attentato. Cercola sarebbe stato trovato in fin di vita questa mattina nella sua cella dagli agenti di polizia penitenziaria che stavano effettuando i controlli di rito. L'uomo sarebbe morto durante il trasporto in ospedale. Nel supercarcere di Sulmona, il 16 agosto 2004, si suicido' il sindaco di Roccaraso (L'Aquila), Camillo Valentini, arrestato due giorni prima nell'ambito di un'inchiesta su presunte tangenti. Quello di Cercola e' il quarto suicidio di un detenuto a Sulmona, in una struttura considerata "di massima sicurezza" dove, nell'aprile 2003, si uccise anche la direttrice dell'istituto, Armida Miserere, sparandosi un colpo di pistola alla tempia nel suo ufficio. Pochi mesi dopo si suicido' in cella Diego Aleci, prima killer della "stidda" e poi di Cosa Nostra, condannato all'ergastolo. A giugno dell'anno scorso si impicco' alla grata della cella, con dei lacci di scarpe, Francesco Di Piazza, 58 anni, condannato all'ergastolo e ritenuto componente del clan di Giovanni Brusca.
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