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Caso Sgrena: la strana storia di Preite e di <intercettazioni telefoniche sul web>
by Andrea da GdM, Ansa e Campo Antiimperialista Wednesday, Apr. 06, 2005 at 1:05 AM mail:

Alcune informazioni sulla strana vicenda delle presunte "intercettazioni telefoniche sul web" effettuate da Gianluca Preite di cui l'avvocato Taormina aveva portato a conoscenza la Procura di Roma sostenendo "la gestione da parte dell'eversione italiana di sinistra dei sequestri in Iraq, dai rapimenti di Simona Pari e Simona Torretta a quello di Giuliana Sgrena".

da "La Gazzetta del Mezzogiorno" http://www.gdmland.it

Sgrena - Indagato per intromissioni in Rete
5/4/2005
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_esteri_NOTIZIA_01.asp?IDNotizia=134842&IDCategoria=1

Si tratta dell’esperto informatico che ha raccontato di avere intercettato sul web, il 4 marzo scorso, una telefonata che faceva riferimento a un ordine di sparare sull’auto su cui viaggiavano la giornalista e il funzionario del Sismi Nicola Calipari

ROMA - La Procura di Roma ha indagato l’ingegnere informatico, Gianluca Preite, ascoltato ieri a palazzo di Giustizia nell’ambito della vicenda sul sequestro di Giuliana Sgrena e la morte dell’alto funzionario del Sismi Nicola Calipari. L’uomo, assistito dall’avvocato Carlo Taormina, è stato ascoltato in qualità di indagato dai pubblici ministeri Franco Ionta,Pietro Saviotti ed Erminio Amelio, titolari dell’inchiesta sulla liberazione della giornalista del «Manifesto» e la morte di Calipari.
In particolare, massima attenzione è stata riposta nell’estrazione dai supporti magnetici della conversazione che Preite sostiene aver prelevato dalla rete web nel primo pomeriggio del 4 marzo. Le attività espletate dalla Procura non hanno tuttavia consentito il reperimento dei files nei quali dovrebbe essere registrata, come sostiene Preite, la voce di sconosciuti due interlocutori che avrebbero dato l’ordine di sparare contro la Toyota sulla quale viaggiava la Sgrena in compagnia di Calipari e di un altro ufficiale del Sismi.
Era stato l’avvocato Taormina a portare a conoscenza della Procura la presunta esistenza di una simile registrazione effettuata da Preite.
Dopo una denuncia subita dalla polizia tributaria di Chieti per contraffazione di pubblici sigilli, sostituzione di persona,usurpazione di titoli e false dichiarazioni, l’igegnere era stato denunciato e perquisito anche a Lecce il 15 marzo scorso. Nella sua abitazione la Guardia di Finanza aveva trovato una divisa e un portatessere con placche distintive del ministero della Difesa.
L’avvocato di Preite, Carlo Taormina, aveva dichiarato ai pubblici ministeri che l’ingegnere era in possesso di documenti che provavano la gestione da parte dell’eversione italiana di sinistra dei sequestri in Iraq, dai rapimenti di Simona Pari e Simona Torretta a quello di Giuliana Sgrena.

---

ROMA, 12.21
Calipari: continua inchiesta pm romani
05/04/2005 12.21.00
[Notizie dall´Italia]
http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=319698

(ANSA)-ROMA,5 APR-Niente tracce di una telefonata nella quale una voce italiana avrebbe detto di sparare sulla Toyota in cui erano Nicola Calipari e Giuliana Sgrena. E' quanto emerge, secondo indiscrezioni, dalle indagini della procura di Roma sulle rivelazioni di un uomo che dice di essere ingegnere informatico, Gianluca Preite, e che ieri e' stato interrogato. Questi sostiene di aver intercettato la telefonata attraverso il web.Ora e' indagato per intromissione abusiva in un sistema di comunicazione informatica. BD

---

da Notiziario del Campo Antimperialista ... 8 febbraio 2005
http://www.antiimperialista.com/view.shtml?category=23&id=1107890133&keyword=+

[...]

2. CARO LETTA, NON C’E’ PROBLEMA

[...]

E intanto in Italia l'attività del SISMI alla ricerca di stretti legami tra l'ambiente antiimperialista italiano e i vertici del terrorirmo iraqeno fa acqua da tutte le parti. Pare addirittura che un funzionario delle divisioni tecniche del Sismi, Gianluca Preite (il nome è preso da alcune pubblicazioni fatte su varie testate giornalistiche), sia stato denunciato per sostituzione di persona perchè Forte Braschi non avrebbe chiarito in tempi brevi la sua posizione, bloccato dalla Guardia di Finanza a reperire insieme ad alcuni colleghi informazioni su presunti finanziamenti illeciti all'attività terroristica da parte di un importante istituto di credito abruzzese. Davvero interessante.

[...]

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taormina chi? PPPPRRRRR!!!!
by è proprio l'ultimo degli idioti in malafede Wednesday, Apr. 06, 2005 at 1:50 AM mail:

certo che il misero e miserabile taormina, è proprio l'ultimo degli ultimi tra i servetti scemetti.
sorge spontanea una domanda:
taormina chi???
quello delle impronte contraffatte nel caso cogne?


toarmina? PPPPPRRRRR!!!!

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SGRENA: INCHIESTA SU PRESUNTO DEPISTAGGIO INDAGINI
by xxx Wednesday, Apr. 06, 2005 at 10:00 AM mail:

SGRENA: INCHIESTA SU PRESUNTO DEPISTAGGIO INDAGINI
by maicol Tuesday, Apr. 05, 2005 at 2:56 AM
http://italy.indymedia.org/news/2005/04/766396.php

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Caso Calipari, indagato un ingegnere
by da "il domani" Wednesday, Apr. 06, 2005 at 10:02 AM mail:

Caso Calipari, indagato un ingegnere
L'uomo è stato ascoltato dai pubblici ministeri titolari dell'inchiesta
http://www.ildomani.it/index.php?categoria=I&id=6219&action=mostra_primopiano&primopiano=2

Roma La Procura di Roma avrebbe indagato l'ingegnere informatico Gianluca Preite, ascoltato lunedì a palazzo di Giustizia nell'ambito della vicenda sul sequestro di Giuliana Sgrena e la morte dell'alto funzionario del Sismi Nicola Calipari. L'uomo, assistito dall'avvocato e parlamentare di Forza Italia Carlo Taormina, è stato ascoltato in qualità di indagato dai pubblici ministeri Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio, titolari dell'inchiesta sulla liberazione della giornalista del Manifesto e la morte di Calipari. In particolare, massima attenzione è stata riposta nell'estrazione dai supporti magnetici della conversazione che Preite sostiene aver prelevato dalla rete web nel primo pomeriggio del 4 marzo. Le attività espletate dalla Procura non hanno tuttavia consentito il reperimento dei files nei quali dovrebbe essere registrata, come sostiene Preite, la voce di sconosciuti due interlocutori che avrebbero dato l'ordine di sparare contro la Toyota sulla quale viaggiava la Sgrena in compagnia di Calipari e di un altroufficiale del Sismi. Era stato l'avvocato Taormina a portare a conoscenza della Procura la presunta esistenza di una simile registrazione effettuata da Preite. Dopo una denuncia subita dalla polizia tributaria di Chieti per contraffazione di pubblici sigilli, sostituzione di persona, usurpazione di titoli e false dichiarazioni, l'ingegnere era stato denunciato e perquisito anche a Lecce il 15 marzo scorso. Nella sua abitazione la Guardia di Finanza aveva trovato una divisa e un portatessere con placche distintive del ministero della Difesa. L'avvocato di Preite, Carlo Taormina, aveva dichiarato ai pubblici ministeri che l'ingegnere era in possesso di documenti che provavano la gestione da parte dell'eversione italiana di sinistra dei sequestri in Iraq, dai rapimenti di Simona Pari e Simona Torretta a quello di Giuliana Srena.

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a fare il sequestro sgrena sono stato e gli altri sequestri sono stato IO
by disoccupato Wednesday, Apr. 06, 2005 at 10:15 AM mail:


rivendico io tutti i sequestri fatti in iraq
dichiaro di aver fatto tutto da solo
senza il sostegno di nessuno


ma vaffanculo

A FARE I SEQUESTRI IN IRAQ SONO STATI I SERVIZI SEGRETI
ITALIANI IN ACORDO CON LA CIA(SERVIZI SEGRETI DEGLI STATI
UNITI D'AMERICA)
E LO SANNO TUTTI

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Il fumogeno di Taormina
by il manifesto Thursday, Apr. 07, 2005 at 5:04 PM mail:

da il manifesto http://www.ilmanifesto.it

Il fumogeno di Taormina
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/05-Aprile-2005/art76.html

Nell'inchiesta sull'uccisione di Nicola Calipari spunta un falso agente segreto
«Prove» La magistratura interroga Preite, difeso da Taormina. Un millantatore che vanta intercettazioni telefoniche: «proverebbero» che il sequestro Sgrena è stato organizzato dall'Italia. Da dove sarebbe arrivato l'ordine di uccidere Calipari e Giuliana
SARA MENAFRA
Dice di essere un informatore del Sismi, Gianluca Preite, l'uomo che ieri mattina, accompagnato dall'avvocato Taormina, si è presentato dai magistrati romani sostenendo di avere importanti rivelazioni sulla sparatoria costata la vita a Nicola Calipari. Ma di lui si sanno solo due cose: che è finito in una indagine per falso proprio per essersi qualificato come un graduato agente dei servizi e che più volte nel corso degli ultimi rapimenti di italiani ha bussato alla porta di magistrati e governo sostenendo di conoscere i dettagli più oscuri di ogni vicenda. Ai magistrati romani che indagano sulla sparatoria del 4 marzo a Baghdad ha raccontato di aver rintracciato attraverso il web una intercettazione in cui una voce in italiano dice a qualcun altro a Baghdad: «Sparate sulla macchina di Calipari e uccidete lui e la Sgrena». Un ordine in italiano? E a chi? All'esercito americano? O ai rapitori? Il contenuto dell'interrogatorio è stato immediatamente secretato, ma accanto a quelle dichiarazioni Preite avrebbe presentato anche un lungo e corposo memoriale redatto dall'avvocato Taormina. Pure di questo non si sa nulla e Taormina dice che «è una questione molto delicata, di grande rilievo istituzionale» e pertanto non se ne può parlare. Qualche agenzia di stampa, però, ha avanzato qualche idea. Nel documento, che ricostruirebbe minuto per minuto il delitto, si parlerebbe di un legame tra i rapitori di Giuliana e alcune aree della sinistra antagonista italiana. «Non sono gli anarco insurrezionalisti - ha chiarito proprio Taormina - che ormai in Italia vengono accusati di qualunque cosa». E allora? Si tratterebbe di un gruppo «antagonista» che avrebbe voluto la morte di Giuliana perché la nostra inviata avrebbe ascoltato conversazioni telefoniche in lingua italiana tra i suoi rapitori e qualcuno in Italia. Insomma un romanzone giallo scritto da un autore con poca fantasia.

Già da qualche giorno Taormina aveva preso a fare dichiarazioni sulla sparatoria di Baghdad. L'ultima, del 30 marzo a dir poco preoccupante: «Per tutti i sequestri che hanno riguardato cittadini italiani in Iraq c'è stata una gestione che parte dall'Italia, e in alcuni casi dall'Italia potrebbe essere partita addirittura la mano ideatrice. Giuliana Sgrena sa qualcosa di più, spero che si decida a parlare». Mentre i magistrati ascoltavano le dichiarazioni di Preite e promettevano tutti gli accertamenti del caso sulla registrazione via web presentata come prova, nessuna novità di rilievo arriva sull'inchiesta italiana su quella notte. Nonostante tutte le pressioni, nonostante le assicurazioni del governo italiano, nonostante le lettere infuocate del procuratore della macchina su cui viaggiavano Calipari e Giuliana non si sa ancora nulla. Di certo la vettura è ancora nelle mani della commissione di inchiesta interna americana che per conto suo e senza dover rendere conto a nessuno continua a lavorare. Alcuni giorni dopo la morte di Calipari l'esercito Usa aveva promesso che in quattro settimane l'indagine si sarebbe risolta. Ieri è caduto il trigesimo della morte dell'agente del Sismi che ha salvato la nostra inviata ma da Washington non è arrivata nessuna novità.

Si è saputo invece il risultato dell'inchiesta fatta sulla morte del soldato bulgaro morto sotto il «fuoco» amico lo stesso 4 marzo, poche ore della sparatoria di Baghdad. A dare la notizia è stato, due giorni fa, il New York Times. E il risultato è ovvio: «E' stato un incidente».

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Dichiarazione alla stampa di Moreno Pasquinelli
by Campo Antimperialista Thursday, Apr. 07, 2005 at 5:30 PM mail:

Dichiarazione alla stampa di Moreno Pasquinelli
by Campo Antimperialista Wednesday, Apr. 06, 2005 at 7:27 PM
http://italy.indymedia.org/news/2005/04/767726.php

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Indagato l'ingegnere che parlò di telefonate e mandanti italiani
by il gazzettino Saturday, Apr. 09, 2005 at 2:47 PM mail:

da Il Gazzettino On Line http://www.gazzettino.it

Mercoledì, 6 Aprile 2005

LA MORTE DI CALIPARI
Indagato l'ingegnere che parlò di telefonate e mandanti italiani
Roma
http://www.ilgazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Codice=2366694&Luogo=Main&Data=2005-4-6&Pagina=11

Nessuna traccia, allo stato, di una telefonata nella quale si sentirebbe una voce italiana dire di sparare sulla Toyota nella quale si trovavano Nicola Calipari e Giuliana Sgrena in Iraq. È quanto emerge, secondo indiscrezioni, dalle indagini avviate dalla procura di Roma sulle rivelazioni di un uomo che dice di essere ingegnere informatico, Gianluca Preite, che ieri è stato interrogato dai pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio. Le indagini erano partite dopo il deposito, da parte dell' avvocato Carlo Taormina, legale di Preite, di una documentazione. Preite, che sostiene di aver intercettato la telefonata attraverso il web, aveva denunciato una serie di minacce e per questo la procura ha aperto un fascicolo. Ma, contemporaneamente, ha aperto un altro fascicolo che vede lo stesso ingegnere informatico indagato per intromissione abusiva in un sistema di comunicazione informatica e truffa alle procure di Chieti e di Lecce.

Parlando della telefonata intercettata, Preite, secondo quanto si è appreso, avrebbe detto di aver registrato la comunicazione nella memoria del suo computer. Ma dall'esame del pc, sequestrato dagli inquirenti, non è finora emersa traccia della conversazione citata. I magistrati sospettano un tentativo di disinformazione. Tra l' altro, nell'abitazione dell'uomo, sono stati trovati divise e tesserini della guardia di finanza nonché porta tessere dei carabinieri. Le ipotesi di truffa ai danni delle procure di Chieti e di Lecce farebbero riferimento ad episodi avvenuti quest'anno.

L'uomo, secondo quanto accertato dagli investigatori romani, si sarebbe spesso spacciato per capitano delle fiamme gialle ed in un'occasione, a Chieti, con questo pretesto non avrebbe pagato il conto di un albergo sostenendo che avrebbe provveduto il comando locale della guardia di finanza. In altre occasioni Preite avrebbe esibito un falso tesserino del Sismi.

Intanto a Bruxelles, il deputato europeo della Sinistra unita Vittorio Agnoletto ha chiesto conto al vice segretario di Stato Usa Robert Zoellick, presente per un'audizione parlamentare, della dinamica dell'incidente occorso al momento della liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, nel corso del quale l'agente Nicola Calipari è stato ucciso da 'fuoco amico'.

«La morte di Calipari è stata una tragedia, percepita anche negli Usa come un infelice tragedia», ha replicato Zoellick. «Non so che cosa è successo, né la causa, non sappiamo come la Sgrena è stata rilasciata. C'erano seri rischi anche per il comportamento degli iracheni, se rilasciano una persona, magari poi ne rapiscono altre, tutte le informazioni devono venire alla luce, e le indagini le realizziamo con gli italiani».

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IL MISTERIOSO INGEGNERE ELETTRONICO
by newsletter misteri d'italia Wednesday, Apr. 13, 2005 at 11:41 PM mail:

LA NEWSLETTER DI MISTERI D'ITALIA
Anno 6 - n. 99 13 aprile 2005
http://www.misteriditalia.com



ASSASSINIO CALIPARI:

IL MISTERIOSO INGEGNERE ELETTRONICO

Ci si interroga - per ora senza risposta - sul significato del probabile depistaggio messo in atto, con l'avallo del suo legale, dall'ingegnere elettronico Gianluca Preite, che, secondo quanto da egli stesso affermato, sarebbe in possesso della traccia di una telefonata in cui si sentirebbe una voce italiana che dice "sparate sull'auto di Calipari e uccidete lui e la Sgrena".

Per i pm che indagano sulla morte di Nicola Calipari ed il ferimento di Giuliana Sgrena, però, non ci sarebbe nessuna traccia di questo nelle registrazioni acquisite finora dagli inquirenti ed inoltre sono molti i sospetti riguardo quanto dichiarato dal sedicente professionista che è assistito dall'avvocato Carlo Taormina. In ogni caso la procura ha aperto un'indagine rispetto a quanto detto da Preite, parallelamente però lo stesso è indagato per intromissione abusiva in un sistema di comunicazione informatica e truffa alle procure di Chieti e Lecce.

La complessa ricostruzione delle fasi dell'incidente avvenuto vicino alle porte di Baghdad e che ha portato alla morte di Nicola Calipari potrebbe aver subito un rallentamento. Per questo gli investigatori, diretti dai pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio, hanno già affidato l'incarico agli uomini del Gat della Guardia di finanza guidati dal col. Umberto Rapetto, di acclarare quanto è stato affermato da Preite, che getta comunque un'ombra su quella convulsa operazione che portò al rilascio della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena e all'uccisione del funzionario del SISMI.

Parlando della telefonata intercettata, Preite avrebbe detto di aver registrato la comunicazione nella memoria del suo computer. Ma dall'esame del pc, sequestrato dagli inquirenti, non è finora emersa traccia della conversazione citata. I magistrati sospettano un tentativo di disinformazione.

Tra l'altro, nell'abitazione dell'uomo, sono stati trovati divise e tesserini della guardia di finanza, nonché porta tessere dei carabinieri. Le ipotesi di truffa ai danni delle procure di Chieti e di Lecce farebbero riferimento ad episodi avvenuti quest'anno. L'uomo, secondo quanto accertato dagli investigatori romani, si sarebbe spesso spacciato per capitano delle fiamme gialle ed in un'occasione, a Chieti, con questo pretesto non avrebbe pagato il conto di un albergo, sostenendo che avrebbe provveduto il comando locale della guardia di finanza. In altre occasioni Preite avrebbe esibito un falso tesserino del SISMI.

Difficile capire anche perché Preite, nel suo colloquio con i magistrati romani, si sia lasciato andare ad affermazioni facilmente smentibili, come quella che il body guard Fabrizio Quattrocchi - rapito ed ucciso in Iraq lo scorso anno - in realtà sia vivo. L'ingegnere informatico ha sostenuto di aver appreso la circostanza riguardante Quattrocchi nell'ambito delle sue consultazioni di siti web. Va ricordato che sui resti di Quattrocchi ci furono due esami del Dna che non lasciarono dubbi sulla morte del vigilante rapito assieme con Salvatore Stefio, Umberto Cupertino e Maurizio Agliana: uno disposto dalla Procura di Roma, l'altro eseguito da un'equipe medica scelta dalla famiglia Quattrocchi.

Dal canto suo il presunto ingegnere elettronico ha chiesto un confronto davanti all'autorità giudiziaria, oppure un incontro riservato, con Giuliana Sgrena "per unire le forze a beneficio della verità".

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IL MISTERIOSO INGEGNERE ELETTRONICO
by www.misteriditalia.com Friday, Apr. 29, 2005 at 12:20 AM mail:

ASSASINIO CALIPARI:
IL MISTERIOSO INGEGNERE ELETTRONICO
tratto da http://www.misteriditalia.com

Ci si interroga - per ora senza risposta - sul significato del probabile
depistaggio messo in atto, con l'avallo del suo legale, dall'ingegnere
elettronico Gianluca Preite, che, secondo quanto da egli stesso affermato,
sarebbe in possesso della traccia di una telefonata in cui si sentirebbe una
voce italiana che dice "sparate sull'auto di Calipari e uccidete lui e la
Sgrena".

Per i pm che indagano sulla morte di Nicola Calipari ed il ferimento di
Giuliana Sgrena, però, non ci sarebbe nessuna traccia di questo nelle
registrazioni acquisite finora dagli inquirenti ed inoltre sono molti i
sospetti riguardo quanto dichiarato dal sedicente professionista che è
assistito dall'avvocato Carlo Taormina. In ogni caso la procura ha aperto
un'indagine rispetto a quanto detto da Preite, parallelamente però lo stesso
è indagato per intromissione abusiva in un sistema di comunicazione
informatica e truffa alle procure di Chieti e Lecce.

La complessa ricostruzione delle fasi dell'incidente avvenuto vicino alle
porte di Baghdad e che ha portato alla morte di Nicola Calipari potrebbe
aver subito un rallentamento. Per questo gli investigatori, diretti dai pm
Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio, hanno già affidato
l'incarico agli uomini del Gat della Guardia di finanza guidati dal col.
Umberto Rapetto, di acclarare quanto è stato affermato da Preite, che getta
comunque un'ombra su quella convulsa operazione che portò al rilascio della
giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena e all'uccisione del funzionario
del SISMI.

Parlando della telefonata intercettata, Preite avrebbe detto di aver
registrato la comunicazione nella memoria del suo computer. Ma dall'esame
del pc, sequestrato dagli inquirenti, non è finora emersa traccia della
conversazione citata. I magistrati sospettano un tentativo di
disinformazione.

Tra l'altro, nell'abitazione dell'uomo, sono stati trovati divise e
tesserini della guardia di finanza, nonché porta tessere dei carabinieri. Le
ipotesi di truffa ai danni delle procure di Chieti e di Lecce farebbero
riferimento ad episodi avvenuti quest'anno. L'uomo, secondo quanto accertato
dagli investigatori romani, si sarebbe spesso spacciato per capitano delle
fiamme gialle ed in un'occasione, a Chieti, con questo pretesto non avrebbe
pagato il conto di un albergo, sostenendo che avrebbe provveduto il comando
locale della guardia di finanza. In altre occasioni Preite avrebbe esibito
un falso tesserino del SISMI.

Difficile capire anche perché Preite, nel suo colloquio con i magistrati
romani, si sia lasciato andare ad affermazioni facilmente smentibili, come
quella che il body guard Fabrizio Quattrocchi - rapito ed ucciso in Iraq lo
scorso anno - in realtà sia vivo. L'ingegnere informatico ha sostenuto di
aver appreso la circostanza riguardante Quattrocchi nell'ambito delle sue
consultazioni di siti web. Va ricordato che sui resti di Quattrocchi ci
furono due esami del Dna che non lasciarono dubbi sulla morte del vigilante
rapito assieme con Salvatore Stefio, Umberto Cupertino e Maurizio Agliana:
uno disposto dalla Procura di Roma, l'altro eseguito da un'equipe medica
scelta dalla famiglia Quattrocchi.

Dal canto suo il presunto ingegnere elettronico ha chiesto un confronto
davanti all'autorità giudiziaria, oppure un incontro riservato, con Giuliana
Sgrena "per unire le forze a beneficio della verità".

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NUOVA PROVOCAZIONE CONTRO IL CAMPO
by antiimperialista.com Friday, Apr. 29, 2005 at 12:22 AM mail:

1. NUOVA PROVOCAZIONE CONTRO IL CAMPO
http://www.antiimperialista.com/it/view.shtml?category=23&id=1113738352&keyword=+

Visto che governo e magistratura non riescono in alcun modo ad indagare sulla sparatoria del 4 marzo che, per mano statunitense, ha provocato la morte di Calipari e il ferimento di G. Sgrena, qualcuno ha ritenuto opportuno trovare un capro espiatorio e sollevare una cortina fumogena. E chi poteva essere scelto, come vittima sacrificale, se non coloro che da subito hanno espresso la loro solidarietà alla Resistenza irachena?
Il fatto e’ che il sicofante Gianluca Preite (che ci accusa di aver organizzato praticamente tutti i sequestri italini in Iraq) e’ stato accompagnato in Procura di Roma dal noto avvocato Carlo Taormina, il quale deve essere il vero demiurgo della provocazione in questione. Infatti l’avvocato commentando la sera del 25 marzo (ore 23,00) su TeleLombardia, la vicenda Sgrena, ha accusato il Campo e specialmente Moreno Pasquinelli, di essere “dietro” al sequestro della Sgrena (!!) (che doveva essere uccisa!!). Ha cioe’ sparato il suo sgangherato siluro prima ancora di accompagnare il sicofante da Ionta e gli altri magistrati (non si lamenti dunque della “fuga di notizie” che “metterebbe in pericolo la vita del suo assistito, poiche’ proprio lui ha reso pubblica la bufala).

Ora leggete attentamente, che ha dell’incredibile.

(AGI) - Roma, 5 apr. - Dietro al sequestro di Giuliana Sgrena ci sarebbero i gruppi antimperialisti. È quanto ha sostenuto Gianluca Preite, il tecnico sentito ieri dai pm della procura di Roma e indagato per 'accesso abusivo ad un sistema informatico o telematicò per aver intercettato illegalmente, il 4 marzo scorso, una telefonata con voce italiana che ordinava di sparare contro l'auto su cui viaggiavano la giornalista del Manifesto e il funzionario del Sismi Nicola Calipari. Ai magistrati Preite ha detto di aver estrapolato dalla rete alcuni documenti che dimostrerebbero il fondamento di tale tesi. Documenti che, però, non sono stati ancora visionati dagli inquirenti che hanno avviato immediatamente indagini per verificare quanto raccontato dal tecnico. Gli antimperialisti cui ha fatto riferimento Preite sono quelli che ruotano intorno alla figura di Moreno Pasquinelli, originario di Foligno, arrestato lo scorso anno nell'ambito dell'operazione di terrorismo internazionale 'Tracià assieme ad Alessia Monteverdi e Maria Grazia Ardizzone (ma poi scarcerati) e con i turchi Er Avni e Zeynep Kenic, presunti appartenenti al gruppo DHKP-C (Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo). All'indomani del rapimento della giornalista, Pasquinelli, mentre era in corso l'udienza preliminare sui due turchi, aveva dichiarato: «L'azione del sequestro di Giuliana Sgrena non è addebitabile a formazioni genuine della resistenza irachena; è un'operazione molto sporca e per questo l'abbiamo condannata», aggiungendo che la morte di Calipari non era dovuta a un errore.

Per quanto riguarda l'attendibilità della versione fornita da Preite, ci sarebbe un elemento - su cui sono in corso approfondimenti dei carabinieri del Ros - che smonterebbe la sua ricostruzione: la telefonata ascoltata dall'esperto risalirebbe alle 16 circa del 4 marzo quando ancora il rilascio della Sgrena non era avvenuto. (AGI) Pot (Segue) 051654 APR 05 NNN (AGI) - Roma, 5 apr. - Anche i trascorsi di Preite sono al vaglio degli investigatori: ai primi di febbraio di quest'anno era stato denunciato per essersi spacciato per un capitano della Finanza e per aver tentato di passare anche per agente del Sismi che si trovava a Chieti per espletare indagini riservate. Ma il conto non pagato in un albergo aveva portato i militari del nucleo di polizia tributaria della Finanza a risalire alla vera identità del ventiseienne, di Casarano (Lecce), residente a Roma. Le accuse formulate contro di lui erano quelle di contraffazione di pubblici sigilli, sostituzione di persona, false dichiarazioni ed usurpazione di titolo. Nella sua abitazione le Fiamme Gialle, su decreto di perquisizione del pm di Chieti, Rosangela Di Stefano, avevano sequestrato una divisa della Finanza completa di placche, mostrine e gradi da capitano, altra oggettistica militare tra cui portatessere con placche distintive del ministero della Difesa e dei carabinieri, oltre a materiale informatico. (AGI) Pot 051654 APR 05 NNN

AGI) - Roma, 5 apr. - Nella memoria depositata da Preite ai pm si afferma, inoltre, che alla base della partecipazione di antagonisti nostrani ci sarebbe stata una preoccupazione legata al fatto che la Sgrena avrebbe ascoltato alcune conversazioni telefoniche in lingua italiana tenute dai suoi carcerieri con interlocutori da identificare. Una circostanza, però, che non risulta alla procura e che la giornalista non avrebbe riferito ai magistrati. Ma a chi indaga non sfugge che le informazioni raccolte da Preite siano da tempo di dominio pubblico. Fu lo stesso leader degli antimperialisti, Moreno Pasquinelli, a divulgare, per esempio, lo scorso anno, il contenuto di una telefonata con Jabbar al Kubaisi, il quale avrebbe chiesto tre nominativi di pacifisti italiani ai quali consegnare i tre ostaggi, Maurizio Agliana, Umberto Cupertino e Salvatore Stefio, ancora nella mani degli iracheni. Un'attività, quella di Pasquinelli, nient'affatto clandestina, dunque, e dedicata soltanto agli aderenti al movimento. (AGI)

Dichiarazione alla stampa

Ancora una volta c’e’ lavoro per i nostri avvocati.
Entro un paio di giorni essi sporgeranno infatti querela per calunnia contro tal Gianluca Preite per le affermazione da egli rese ai Pm romani e pubblicate oggi da alcuni quotidiani.
Secondo questo stravagante personaggio il Campo Antimperialista, ed io in quanto dirigente, saremmo “dietro” al sequestro della giornalista e compagna Giuliana Sgrena (sic!). Come se non bastasse, a questa accusa farneticante, il Preite ne aggiunge un’altra, davvero esilarante, secondo cui noi avremmo ordinato, dall’Italia, “di sparare contro l'auto su cui viaggiavano la giornalista del Manifesto e il funzionario del Sismi Nicola Calipari” (doppio sic!!).
L’assurdita’ delle accuse non sminuisce la loro gravita’: si cerca con ostinazione di punire e criminalizzare il Campo Antimperialista per la nostra ferma difesa della Resistenza irachena che si va consolidando e da filo da torcere agli occupanti e la quale, come abbiamo puntualmente precisato, non ha nulla a che fare con sequestri e assassini di giornalisti amici e pacifisti. Per quanto riguarda il sequestro delle quattro guardie private italiane e’ infine universalmente noto il nostro impegno, assieme al leader della Resistenza (ora non a caso desaparecido dopo essere stato catturato dagli americani) Jabbar al-Kubaisi, affinche’ il gruppo guerrigliero li rilasciasse in segno di amicizia verso il popolo italiano che era contro l’aggressione angloamericana e non ha mai condiviso la decisione del governo Berlusconi di partecipare all’illegale e criminale occupazione dell’Iraq.

Moreno Pasquinelli
6 aprile 2005

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