Il traghetto Moby Prince, della compagnia Navarma di proprietà dell' armatore Vincenzo Onorato, salpa alle 22 del 10 aprile 1991 dal porto di Livorno con destinazione Olbia. A bordo si trovano 141 persone: l' equipaggio, sardo, e alcuni turisti che si recavano in Sardegna provenienti da tutta Italia e dall' estero. Alle 22,25 il traghetto entra in collisione con la petroliera Agip Abruzzo, carica di petrolio greggio, ancorata in rada. Il traghetto prende fuoco, alle 22,26 il marconista del Moby lancia il may day. I mezzi di soccorso - capitaneria di porto, vigili del fuoco, pilotine, guardia di finanza e polizia - si dirigono verso la petroliera in fiamme. Il traghetto viene individuato alle 23,35. Una pilotina degli ormeggiatori si avvicina e vede una persona aggrappata al bordo della nave: è Alessio Bertrand, il mozzo, l' unico supersite. Le operazioni di soccorso si prolungheranno per tutta la notte. Nella mattinata dell' 11 aprile la carcassa del traghetto è finalmente spenta e fredda e viene rimorchiata nella darsena industriale. I periti e gli inquirenti salgono a bordo dove trovano 140 cadaveri, molti dei quali carbonizzati. Il traghetto viene posto sotto sequestro e così rimarrà fino al 1999, quando per un cedimento strutturale, il relitto affonda. Verrà poi recuperato e rimorchiato fino in Africa del nord, dove è stato smantellato.
La più grave tragedia nella storia della marina mercantile italiana. 140 persone carbonizzate, in un incidente avvolto ancora oggi nel mistero. Il 10 aprile 1991, alle 22, il traghetto Moby Prince molla gli ormeggi nel porto di Livorno, destinazione Olbia. A bordo, l'intero equipaggio, 65 marittimi, con il comandante Ugo Chessa e 75 passeggeri. Nella notte scoppia un incendio pauroso dopo la collisione con la petroliera dell'Agip Abruzzo. E' come se il traghetto fosse colpito da una bomba al napalm. Avvolto da duemila tonnellate di greggio incendiate da una scintilla venuta dal contorcersi delle lamiere, s'è trasformato in una trappola da cui riesce a scampare soltanto il mozzo Alessio Bertrand. Dopo due processi sembra che il disastro sia stato causato dalla nebbia e dalla distrazione che regnava a bordo del traghetto. Si è parlato anche di traffici di armi che in quelle ore, nelle ore del disastro, si stavano svolgendo nel porto di Livorno. Altre navi sarebbero state impegnate in una spola continua tra la base militare Usa di Camp Derby – vicinissima a Livorno – e le operazioni militari in corso nella ex Jugoslavia. Si è parlato di strane bettoline in movimento, quella notte. Ma le indagini non sono approdate a nulla.
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