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Genova 2005: "sgradevole episodio" alla scuola Diaz
by team illegale Saturday, Apr. 09, 2005 at 3:45 PM mail:

in tedesco (con foto) su http://de.indymedia.org/2005/04/111360.shtml

Siamo tre vittime dell'irruzione alla Scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001, in questi giorni nella città ligure per presenziare all'apertura del processo contro 29 persone per la sanguinaria irruzione, che tutti noi chiamiamo ormai “notte cilena”
(maggiori informazioni su http://www.supportolegale.org). Ieri, 8 Aprile 2005, siamo tornati, accompagnati da un attivista di “Supportolegale” sul teatro di quei terribili fatti.
All'inizio tutto sembrava tranquillo. Dall'ingresso principale della scuola ci siamo recati nella palestra, dove abbiamo scattato delle foto, con il beneplacito di un bidello. Tuttavia non potevamo andare al piano di sopra, dato che la porta di accesso era chiusa.
Siamo, pertanto, andati dall'altra parte e abbiamo preso l'ascensore per salire al piano superiore. Anche lì era tutto tranquillo e abbiamo fatto altre foto. All'improvviso sono spuntate un paio di persone dall'altra ala, che ci hanno chiesto chi eravamo e perché stavamo scattando fotografie. L'atmosfera si è fatta subito tesa quando abbiamo spiegato che eravamo stati vittime dei pestaggi in quella scuola e che volevamo rivederla. Il custode, in particolare, è stato molto aggressivo e voleva subito sbatterci fuori. Era presente anche la vicepreside, che voleva che aspettassimo per discutere poi di una eventuale autorizzazione. Abbiamo insistito e ripetuto che non eravamo né estranei, né intrusi e che non volevamo essere mandati via. Successivamente è arrivata anche la preside, che, insieme al custode, ci ha minacciati, a suon di urla, di chiamare la polizia per farci uscire da lì. Abbiamo cercato di spiegare loro cosa avevamo passato e abbiamo chiesto se non trovavano fuori luogo minacciarci di chiamare la polizia, invece di ascoltarci; non stavamo facendo niente di male! Ci hanno detto che loro erano responsabili per la sicurezza degli studenti e che, dunque, dovevano proteggerla (ma da chi?). La nostra risposta è stata che non volevamo farci cacciare e che eravamo noi ad aver vissuto quel tragico episodio e che, dunque, avevamo diritto a rimetterci piede, soprattutto prima di eventuali dichiarazioni in tribunale. Il nostro accompagnatore ha, inoltre, fatto notare di essere collaboratore di un avvocato e, pertanto, di essere autorizzato a fare un sopralluogo con noi. Sono seguite affermazioni particolarmente brillanti, come “Questo è un luogo pubblico, non potete prendere ed entrare così”, mentre i tre, in particolare il custode (una persona piuttosto sgradevole), continuavano a minacciare di chiamare la polizia se non ce ne fossimo andati. Scendendo le scale abbiamo incontrato un insegnante, che si è unito alla discussione, dicendoci che tutti loro avevano sofferto durante i giorni del G8. Era molto arrogante e pretendeva di spiegare lui cos'era successo lì. Gli abbiamo chiesto se veramente credeva di poter arrogarsene il diritto e a che titolo voleva cacciarci. Mente ce ne andavamo attraversando il cortile, è arrivato un mezzo dei carabinieri, poi un altro. Quattro carabinieri ci sono, dunque, venuti incontro, e ci hanno chiesto i documenti. Il nostro accopagnatore ha spiegato la situazione e ha chiamato un avvocato, che potesse anche informare la stampa. I carabinieri, soddisfatti, ci hanno preso i documenti e ci hanno trattenuti nel cortile per un po'. Intanto la scuola chiudeva e tutti gli studenti se ne andavano passandoci davanti. Molti erano stupiti dalla presenza della polizia, ma nessuno ha domandato cosa stesse succedendo. Abbiamo chiesto a vari insegnanti se stessero capendo cosa si verificava sotto i loro occhi e perché non intervenissero, se trovassero corretto trattarci così e farci ritrovare di nuovo i carabinieri addosso. Risposte scontate: “Certo, non potete prendere ed entrare, senza permesso... Io non voglio essere immischiato, ho fame e voglio tornare a casa”. Dopo circa un quarto d'ora i carabinieri ci hanno ridato i documenti e hanno preteso che lasciassimo la zona. Non sappiamo cosa abbiano fatto con i nostri dati.
Questo episodio mostra in che modo venga affrontato il tema g8 a Genova, come ci è stato confermato da membri di “supportolegale”. Ogni tentativo di elaborazione o visione critica degli eventi di quei giorni viene ostacolato. La gente si sente, sì, vittima di quei fatti, ma non è disposta a confrontarcisi realmente. E i docenti che giorno dopo giorno lavorano in quella scuola, come abbiamo visto oggi, non fanno eccezione. Siamo stati percepiti come elemento di disturbo e dovevamo, dunque, essere allontanati in maniera rapida ed efficace.

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Con voi..
by B Saturday, Apr. 09, 2005 at 5:39 PM mail:

Carissimi,
immagino cosa abbiate potuto provare nel trovarvi in quella situazione. Per le forze dell'ordine ancora in quella scuola e per l'indifferenza e l'arroganza mostrata da più persone. Oltre tutta questa gente e nonostante il tentativo delle forze dell'ordine di oscurare tutta Genova2001, c'è però chi come noi non può dimenticare e che, come ne esempio la vostra lettera, non può essere messo a tacere, nonostante tutto. Leggerò questa lettera a Roma a degli studenti di una scuola che stanno subendo un "processo" dai propri consigli di classe che dovranno deliberare la loro sospensione per aver occupato la scuola. La leggerò a loro per far arrivare la votra voce nelle scuole di Roma, per mantenere viva quella voglia di verità che abbiamo, quel desiderio di riscatto che nessuno ci potrà togliere. So quanto è difficile parlare di quello che è successo in quei giorni a Genova per chi ne ha subito le conseguenze in prima persona...e vi ringrazio di averlo fatto. Mi sento vicino a voi, perchè c'è un filo che lega tutti noi che in modo diverso abbiamo vissuto quei giorni, un filo che ci terrà uniti, anche se non ci conosciamo.
Con tutta la mia solidarietà.
Un abbraccio.


Continuiamo a ricordare, a parlarci, a lavorare per quella verità che tanto fa paura..

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Io non lo dimenticherò
by al green Sunday, Apr. 10, 2005 at 2:38 PM mail:

Io non lo dimenticherò... lo racconterò a tutti finchè vivo!
Tenete duro.
Ciao

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Non sono d'accordo !
by alberto Monday, Apr. 18, 2005 at 11:30 PM mail:

No, stavolta non lo sono. Non ero alla Diaz ma so cosa è successo. Mi hanno raccontato, ho letto ed ho letto ancora. Nessun commento se non quelli fatti a suo tempo e che ora, ogni volta che leggo qualcosa, m'incazzo su come in Italia possano essere diventate così flebili le nostre libertà.
Ma se parliamo di libertà in una scuola non dovrebbe entrare nessuno senza un permesso. Quelli che sono entrati sono bravi ragazzi, hanno tentato di spiegare ed hanno trovato un muro davanti.
Ma se invece d'improvvisare avessero agito secondo la legge che vieta, che vieta (e ci mancherebbe altro!!) che in una scuola possa entrare chiunque non sarebbe stato meglio.
Lezione.
Gli stupidi, gli ottusi, i prepotenti esistono dovunque ed aspettiamoceli. Rendiamo impossibile farci dire di no!
Meno improvvisazione, più strategia.

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