La questura di Roma diffida 265 ultrąs di Livorno e Lazio. Il ministro degli Interni dopo gli incidenti dell'Olimpico: «Bilancio intollerabile, solo domenica feriti in tutto 85 agenti».
ROMA - «Bilancio intollerabile». Č il commento, molto netto, del ministro degli Interni Giuseppe Pisanu all'indomani degli epidosi di violenza che hanno accompagnato alcune partite nel fine settimane calcistico in serie A, B e C. Tafferugli si sono concentrati soprattutto all'Olimpico, dove la curva della Lazio si č resa protagonista di cori e striscioni razzisti e antisemiti. I tifosi ospiti del Livorno hanno dato il meglio di sč invece a fine partita lanciando dei sassi alla stazione San Pietro. Per 265 di loro, 256 del Livorno e nove della Lazio, č scattato il provvedimento di diffida ad assistere ad eventi sportivi sul territorio nazionale. I provvedimenti, emessi dalla questira di Roma, sono stati notificati anche ad 11 ultrį rinchiusi nel carcere di Regina Coeli, di cui 6 livornesi e 5 romani.
Ce n'č abbastanza insomma per provocare la reazione di Pisanu che difatti non ha escluso di adottare contro gli ultrąs violenti misure drastiche, compresa quella di chiudere gli impianti a rischio. «Mentre l'Italia offre al mondo dimostrazioni di civiltą, negli stadi torna a scatenarsi la violenza pił becera - dice il titolare del Viminale -. In occasione delle partite di calcio Lazio-Livorno, Palermo-Messina, Perugia-Ternana e Cavese-Juve Stabia si sono viste all'interno e all'esterno degli stadi barbarie di ogni genere che hanno duramente impegnato le forze dell'ordine. Alla fine della giornata si sono registrati 17 arresti in flagranza, 259 denuncie a piede libero e, purtroppo, il ferimento di ben 85 operatori delle forze dell'ordine.
«Č un bilancio intollerabile - continua Pisanu - Ancora una volta, risulta evidente che per arginare la violenza non bastano le sole misure di ordine e sicurezza pubblica, ma occorre anche il contributo rigoroso e determinato delle stesse societą e, soprattutto, degli organi della giustizia sportiva. Debbo ribadire che se le circostanze mi costringessero a scegliere tra l'incolumitą degli operatori di polizia e la presenza del pubblico alle manifestazioni calcistiche, non esiterei un istante a far chiudere gli stadi pił a rischio».
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