Notte alla questura di Roma per i circa 200 tifosi del Livorno, fermati ieri dopo la partita giocata contro la Lazio. Le provocazioni sono cominciate ancor prima del fischio d’inizio: a quei tifosi livornesi, notoriamente di sinistra, che vestivano un qualsiasi tipo di indumento color rosso è stato impedito l’ingresso, mentre dall’altra parte i tifosi laziali hanno potuto tranquillamente entrare con svastiche e striscioni fascisti. Alla fine della partita, dopo il vergognoso saluto romano del calciatore laziale Di Canio, alcuni tifosi livornesi sono stati fermati dalla polizia e portati in questura. I rimanenti sono stati costretti a salire sul treno di ritorno, che però ha percorso solo due stazioni, dato che i tifosi hanno tirato il freno d’emergenza, per fermarsi e attendere i loro compagni. A questo punto la polizia è salita sul vagone, l’ha distrutto e ha portato anche questi livornesi in questura, accusandoli, tra le altre cose, del danneggiamento del treno. La corrispondenza con uno dei tifosi all’interno della questura.
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