giornata di mobilitazione contro due delle più eclatanti manifestazioni della quotidiana negazione del diritto allo studio
Un euro è bastato! Questa mattina noi studenti della Rete Universitaria siamo entrati nella mensa universitaria di Piazza Puntoni per praticare un iniziativa di autoriduzione incontrando il sostegno di molti studenti presenti, consumendo oltre 150 pasti al prezzo che hanno ritenuto giusto. Al grido di "1 EURO PUO' BASTARE" abbiamo distribuito i buoni "Mo' Pasta!" e comunicato con striscioni, megafono e volantini ai lavoratori, agli studenti e ai passanti le motivazioni che da mesi ci spingono a portare avanti una campagna contro la gestione della mensa universitaria. La Concerta, l'azienda privata che gestisce la mensa, ha deciso ha rifiutato ogni forma di dialogo e trattativa sospendendo la distribuzione dei pasti per poi mandare i propri buttafuori a chiudere addirittura le porte impedendo a molti studenti di entrare. Usciti dalla mensa ci siamo diretti in corteo verso la Facoltà di Scienze Politiche, dove era previsto lo svolgimento del Consiglio di Facoltà al quale doveva prendere parte il Rettore Pier Ugo Calzolari, per protestare contro le innovazioni adottate per limitare l'accesso alle lauree specialistiche. Peccato però che il "magnifico" abbia deciso all'ultimo momento di non farsi vedere. Abbiamo deciso di entrare comunque all'interno del Consiglio per parlare direttamente con la Preside, i professori e tutti gli studenti presenti, per dire a chiare lettere che siamo e saremo sempre contrari ad ogni forma di selezione e di negazione del diritto allo studio. Dopo aver constatato l'assenza di risposte da parte delle istituzioni universitarie abbiamo fatto pressioni per ottenere un momento pubblico di discussione sulla vicenda durante il quale dovranno darci delle risposte o assumersi la responsabilità di un ulteriore passaggio a vuoto. L'assemblea rivolta a tutti gli studenti, anche a quelli delle altre Facoltà perchè il problema dell'accesso alle lauree specialistiche è un problema che riguarda tutti gli studenti, è previsto per
GIOVEDI' 21 APRILE alle ore 15 a SCIENZE POLITICHE, Strada Maggiore 45
*********************************************************** Rete Universitaria Assemblea tutti i lunedì ore 21 al VAG di via Paolo Fabbri 110 - *********************************************************** seguono il volantino che abbiamo distribuito agli studenti e quello dato ai lavoratori:
Mo’ pasta! Oggi hanno offerto loro…
Oggi autoriduzione in mensa
Un euro è bastato. Oggi noi studenti delle Rete Univesitaria abbiamo deciso di praticare un’autoriduzione nella mensa di piazza Puntoni, incontrando il sostegno e la partecipazione di moltissimi studenti, pagando oltre 150 pasti al prezzo che ritenevamo giusto perché crediamo che i prezzi che ci vengono imposti siano inaccettabili. Abbiamo voluto in questo modo cominciare a riappropriarci di un piccola parte di ciò che quotidianamente ci viene sottratto e rivendicare contemporaneamente la completa gratuità della mensa. Abbiamo continuato così la campagna portata avanti in questi mesi attraverso inchieste e distribuzioni gratuita di pasta davanti alla mensa, con nuove pratiche ma con gli stessi obbiettivi. La Concerta, l’azienda privata a cui l’Arstud ha appaltato il servizio, ha rifiutato qualsiasi forma di dialogo o di trattativa, attuando come unica risposta la sospensione della distibuzione dei pasti, nonostante i molti studenti in fila, per poi addirittura chiudere l’ingresso.
Ma una reazione di questo tipo non ci impedirà certo di proseguire il nostro percorso, perché siamo stanchi di una mensa appaltata a un privato che impone i prezzi più alti d’Italia e che non è in grado con soli 200 posti di far fronte alle esigenze di una città con più di 100.000 studenti.
Siamo stanchi delle politiche dell’Arstud che, attraverso l’esternalizzazione dei propri servizi, rende fonte di rofitto per pochi e oggetto di spartizione politica la necessità degli studenti di soddisfare i propri bisogni materiali. In una città in cui si affittano singole a 500 euro, in cui persino in mensa un pasto completo costa quasi 6 euro; l’Arstud lascia interi studentati vuoti e trasforma l’ex mensa delle scuderie in uno dei locali più cari di Bologna.
Sulla necessità di dormire, spostarsi, mangiare si costruisce la possibilità di studiare e quella di affrontare il presente e progettare il futuro: su questi bisogni primari non siamo disposti a trattare.
Come segmento di quel precariato che vive le contraddizioni e la durezza delle condizioni materiali imposte dall’ipermercato-Bologna, crediamo che l’unica risposta stia nella riappropriazione diretta. Questa pratica si colloca proprio sul terreno dei bisogni, individuando contestualmente anche la via più rapida alla loro soddisfazione; saltando qualsiasi mediazione istituzionale, ma inchiodando l’istituzione alle sue stesse contraddizioni. Oggi abbiamo scelto la forma dell’autoriduzione, sapendo di percorrere una strada comune al precariato che si riappropria della case e degli spazi sociali occupandoli, della libertà di movimento con lo sciopero del biglietto, della cultura con il p2p. La stessa strada che porta all’ EuroMayDay il 1 maggio a Milano.
AI DIPENDENTI DELLA MENSA UNIVERSITARIA
Da alcuni mesi stiamo portando avanti una campagna di iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione legate alla situazione della mensa universitaria. In sintesi contestiamo i prezzi troppo alti (la mensa di Bologna è nettamente la più cara d’Italia), l’inadeguatezza della struttura di Piazza Puntoni rispetto al numero di studenti universitari bolognesi e il fatto che tale servizio non è gestito direttamente dall’Università o dall’Arstud ma da un’azienda privata come la Concerta.
Ciò che ci preme sottolineare immediatamente è che la nostra protesta è indirizzata verso l’Università in primo luogo e i dirigenti della Concerta in secondo luogo, e non investe in nessun modo i dipendenti che lavorano in mensa. Siamo infatti consapevoli del fatto che anche i problemi riscontrati nel servizio, in particolare i tempi d’attesa lunghissimi e le code interminabili tra le 13 e le 14, sono da imputare all’insufficienza strutturale della mensa e non a cause soggettive legate al lavoro dei dipendenti. Sappiamo anzi che se qualità dei pasti resta assolutamente dignitosa è anche e soprattutto grazie alla coscienza dei singoli dipendenti. Alla Concerta (e all’Università, che dovrebbe quantomeno vigilare su come vengono gestiti i servizi che appalta ai privati) noi contestiamo il modello di gestione che non ci sembra adeguato alla nostra idea di mensa universitaria: basta pensare ai milioni di euro spesi per una ristrutturazione che ha cambiato solo esteticamente gli spazi della mensa senza aumentare realmente il numero dei posti a sedere, o alla scelta di investire soldi in due televisioni al plasma con abbonamento a SKY invece che sulla qualità del cibo, sull’efficienza del servizio o meglio ancora su una riduzione generalizzata dei prezzi.
Crediamo che questo modello di gestione basato su logiche puramente commerciali che nulla hanno a che vedere con un servizio pubblico abbia conseguenze negative anche sulle vostre condizioni di lavoro: basta pensare al ritmo di lavoro frenetico e al livello di stress a cui siete sottoposti nei momenti di maggiore affluenza.
Tra l’altro sappiamo che anche tra i dipendenti della Concerta vi sono malumori e proteste legate agli stipendi non certo altissimi, alle condizioni di lavoro spesso inadeguate e ad un livello di mobilità interna assolutamente eccessivo. Rispetto a questi problemi, che crediamo assolutamente legati ai nostri, non possiamo che ribadirvi la nostra solidarietà e la massima disponibilità a iniziative comuni.
Non abbiamo intenzione di chiedervi un sostegno attivo alla nostra lotta, che sappiamo non potreste darci essendo come lavoratori dipendenti in una condizione di perenne ricattabilità, quello che vi proponiamo è di immaginare possibili percorsi di collaborazione basati sull’idea che determinate politiche azienda li colpiscono sia i lavoratori sia gli utenti del servizio.
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