esule da 15 anni a Perigi, torna oggi a rendere omaggio a Rafiq Haririe e a chiedere un Libano moderno, democratico (filoUSAeIsraele)

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Il cristiano maronita Michel Aoun è tornato oggi dal suo esilio in Francia. L'aereo con a bordo il generale che combatté contro le truppe siriane e le organizzazioni palestinesi in esilio durante la guerra civile è atterrato nel pomeriggio all'aeroporto di Beirut.


Giovedì la magistratura libanese aveva sospeso il mandato di arresto nei suoi confronti e aperto così la strada a rientro del generale dall'esilio francese.

Aoun guidò il governo libanese nell'ultimo anno della guerra civil del 1975-1990, fino a quando non fu deposto da una operazione militare siro-libanese per la sua opposizione agli accordi di Taif con cui si metteva fine alla guerra civile e si ridisegnava la struttura politico-istituzionale dello Stato.

"Il tribunale di Beirut ha deciso di congelare il mandato di arresto contro Aoun, spiccato in sua assenza il 24 ottobre 2003, e di rinviare il verdetto al 5 luglio prossimo", aveva annunciato un funzionario. Il generale cristiano è stato accusato, tra l'altro, di usurpazione di potere, malversazione di fondi, corruzione, e di avere attentato alle relazioni con un Paese amico, la Siria.

Il rientro del leader dell'opposizione cristiana è considerato da molti una minaccia per il mantenimento delle buone relazioni tra Beirut e il governo di Damasco, il cui ultimo soldato ha lasciato il territorio libanese undici giorni fa.

Il generale maronita non ha risparmiato accuse gravi alla Siria, che considera il mandante dell'assassinio di due presidenti libanesi durante la guerra e certamente implicata nell'uccisione dell'ex premier Rafik Hariri. Le sue informazioni, inoltre, contribuirono a fare sì che gli Stati Uniti adottassero sanzioni contro Damasco.

La presenza di Aoun sulla scena politica, soprattutto in vista delle elezioni legislative anticipate del 29 maggio, è destinata a creare ulteriori problemi nel complesso scacchiere libanese. Il Movimento patriottico libero, guidato da Aoun, è deciso a portare avanti un programma di cambiamento del sistema politico e di secolarizzazione dei costumi e il leader maronita non nasconde ambizioni presidenziali.

A bordo dell'aereo noleggiato a Parigi da Aoun viaggiavano la moglie, Nadia, i suoi collaboratori e una cinquantina tra giornalisti e cineoperatori. Uno scroscio di applausi ha accolto il generale sulla pista di atterraggio dell'aeroporto internazionale di Beirut. Tra la folla di sostenitori e parenti vi erano anche un fratello, che Aoun non vedeva da quindici anni, le tre nipoti e pronipoti.

Molti, con al collo sciarpe di colore arancione, hanno pianto di gioia nel vedere il generale uscire dall'aereo. Tra questi anche Issam Abu Jamra ed Edgar Maalouf, due generali in congedo dell'esercito, che furono agli ordini di Aoun.

Tra la comunità cristiano-maronita libanese il ritorno di Aoun è paragonato a quello del generale Charles de Gaulle nella Francia liberata, dopo il ritiro dell'esercito tedesco nel 1945. Ma i suoi detrattori, che mal sopportano le sue arie da 'grandeur'e il suo populismo, la chiamano "Napolaoun".

"È un giorno di gioia... Sono tornato, mentre il sole della libertà è tornato a splendere per ricostruire insieme un Libano nuovo", ha detto il settantenne Aoun in una breve dichiarazione prima di dirigere a piazza dei Martiti, nel centro di Beirut, per rivolgersi alle migliaia di sostenitori, tra cui molti giovani, che da ore lo attendevano. Questa stessa piazza, dopo l'attentato contro Hariri del 14 febbraio, è stata scenario per settimane delle manifestazioni dell'opposizione che chiedevano le dimissioni del governo e il completo ritiro delle truppe siriane dal Libano.