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Carcere è morte: Rebibbia, muore detenuta sieropositiva
by infocarcere Tuesday, May. 10, 2005 at 7:15 PM mail:

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E' polemica per il decesso per varicella della giovane di 21 anni
Il ministro della Giustizia annuncia l'apertura di un'inchiesta
Rebibbia, muore detenuta sieropositiva
il ministro Castelli apre un'inchiesta
Contagiate altre tredici donne, di cui tre malate di Aids
e due sorveglianti del carcere femminile romano


Il carcere di Rebibbia

ROMA - E' emergenza nel carcere femminile di Rebibbia per un'epidemia di varicella che ha causato la morte di una detenuta di 21 anni, malata di Aids. L'organismo della giovane, compromesso e debilitato dal virus dell'Hiv in forma conclamata, non avrebbe retto all'ulteriore infezione e a nulla è valso il ricovero all'ospedale Spallanzani.


L'epidemia di varicella si è diffusa nel settore "Camerotti" del carcere romano, dove si trovano circa 160 detenute. Il reparto femminile di Rebibbia ospita circa 400 detenute di cui 51 in regime di alta sicurezza, quattro in 41bis e 13 collaboratrici di giustizia.

E sono in tutto tredici le detenute nel carcere romano contagiate dalla varicella, di cui due ricoverate recentemente all'ospedale Spallanzani e una al Sandro Pertini. Questi tre casi, oltre a quello della detenuta morta una decina di giorni fa, sarebbero stati ritenuti i più gravi perché il morbo avrebbe contagiato detenute sieropostive e quindi già debilitate. Le altre dieci detenute sono tutt'ora in carcere.

Ma la detenuta morta per varicella era stata dichiarata, alcuni mesi fa, incompatibile con il regime carcerario perché affetta da Aids conclamato. La notizia è stata confermata dall'Ufficio del Garante regionale dei diritti dei detenuti. "Quella donna non doveva essere in carcere - ha detto il garante Angiolo Marroni - perché era stata dichiarata incompatibile con la detenzione a causa delle sue gravi condizioni di salute, ma nulla in questo lasso di tempo è stato fatto. Con la sieropositività ogni contagio può essere letale, soprattutto in un luogo come il carcere. La responsabilità di questa vicenda è di chi non ha ottemperato celermente alla disposizione di incompatibilità con il regime carcerario".

"In questi casi facciamo inchieste interne di natura amministrativa e verifichiamo cosa è accaduto" ha detto il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, annunciando l'avvio di un'indagine amministrativa sul caso di epidemia di varicella. A chi sostiene che la detenuta morta di varicella non avrebbe dovuto essere in carcere, Castelli replica che "questo non è competenza del ministero ma del magistrato di sorveglianza".

"Bisogna vedere, intanto, se i medici lo hanno segnalato doverosamente - ha detto Castelli - e verificare se il magistrato di sorveglianza ha preso delle misure o meno. Ma io condanno fermamente questo sistema, che non è solo italiano, e cioé che due decimi di secondo dopo che è accaduto un avvenimento ciascuno ha la propria verità rivelata in tasca. Io penso, invece, che bisogna stabilire esattamente cosa è accaduto e quindi ci vuole del tempo".

"Si tratta di una morte annunciata" dopo il "chiaro allarme" sulle "disastrose condizioni" sanitarie del carcere di Rebibbia, lanciato nei giorni scorsi dal garante dei detenuti Marroni e dai sindacati. E' quanto ha affermato Roberto Giachetti, coordinatore della Margherita di Roma. Sull'argomento Giachetti ha presentato un'interrogazione al ministro della Giustizia Castelli chiedendo un'ispezione nel reparto per "controllare la 'reale' situazione igienico-sanitaria, chiarire i motivi che hanno impedito la concessione dei benefici di legge e la rimessa in libertà della donna e verificare le responsabilità di chi ha disatteso le norme che si applicano in questi casi".

E un'interpellanza al ministro Castelli è stata annunciata anche dal deputato verde Paolo Cento, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera. "La notizia della morte di una detenuta a Rebibbia e quella che da diversi giorni circola dei casi di varicella sono fatti gravi che denunciano una situazione sempre più insostenibile cui sono sottoposte le oltre 300 detenute del carcere romano" ha detto Cento, sottolineando che c'è un'emergenza che continua a essere negata dal ministro Castelli e che invece richiede interventi immediati. "Anche per questo è forte la responsabilità politica che continua a ostacolare quel provvedimento di clemenza che consentirebbe di affrontare l'emergenza carceraria in attesa di una riforma del sistema delle sanzioni penali".

(10 maggio 2005)

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