Anomala epidemia di varicella a Rebibbia,nel reparto femminile, coincidenze con le proteste in
atto dei detenut@ ?
Ha causato una vittima l'epidemia di varicella che ha investito il carcere femminile di Rebibbia. Secondo quanto si è appreso, infatti, una detenuta di 21 anni malata di Aids è morta il mese scorso dopo aver contratto il morbo. Il suo organismo, compromesso e debilitato dall'Aids in forma conclamata, non avrebbe retto all'ulteriore infezione e a nulla è valso il ricovero all'ospedale Spallanzani. Attualmente quattro detenute colpite da varicella sono state ricoverate all'ospedale Sandro Pertini. Il virus, sempre a quanto si è appreso, avrebbe contagiato anche alcuni agenti di polizia penitenziaria.
Tutti i permessi per il resto degli agenti sono stati sospesi.
Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, annuncia l'avvio di un'inchiesta amministrativa sul caso dell'epidemia di varicella scoppiata nel carcere di
Rebibbia "ma per capire cosa è successo - dice - ci vorrà del tempo". A chi, come i medici penitenziari, sostiene che la detenuta morta di varicella non avrebbe dovuto essere in carcere, Castelli replica (la solita cantilena)che "questo non è competenza del ministero, ma del magistrato di sorveglianza".
Alla domanda se i recenti suicidi dietro le sbarre sia il sintomo che l'emergenza carceri sta esplodendo, il ministro ha risposto: "I suicidi sono in diminuzione, basta andare a vedere i numeri, invece del fragore mediatico che la sinistra mette in atto. Sotto Fassino c'erano più suicidi che con il ministro Castelli".
La detenuta di 21 anni morta a causa della varicella contratta all'interno del carcere di Rebibbia Femminile era già stata dichiarata, tempo fa, incompatibile con il regime carcerario a causa delle sue gravi condizioni di salute: era, infatti, affetta da tempo da Aids conclamato. La conferma arriva dall'Ufficio del Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti diretto dall'avvocato Angiolo
Marroni.
"Quella giovane donna non doveva più essere in carcere da tempo - ha dichiarato il Garante Angiolo Marroni - diversi mesi fa era stata certificata la sua incompatibilità con il carcere a causa delle sue condizioni di salute, ma nulla
in questo lasso di tempo è stato fatto. Con la sieropositività ogni contagio può essere letale, soprattutto in un luogo chiuso come il carcere. La responsabilità di questa vicenda è di chi non ha ottemperato velocemente alla disposizione di incompatibilità di questa donna con il regime carcerario".
|