G8, torna in aula il sasso di piazza Alimonda. E il militare si contraddice.
Bugie e colpi di scena ieri alla quarantottesima udienza del processo a 25 manifestanti per i fatti del G8. Alla ribalta, ancora una volta, piazza Alimonda. Filippo Cavataio, il carabiniere che alla guida del Defender ha letteralmente arrotato Carlo Giuliani morente, si è prodotto in una sequenza di «non ricordo». Ex imputato in procedimento connesso, Cavataio ha inanellato una serie di reticenze. Sostiene di non avere sentito i due spari, avvenuti a meno di un metro di distanza. Il corpo di Carlo? «Credevo fossero rifiuti». Non si riconosce nelle immagini. E cade in contraddizione su dopo Alimonda: «Siamo andati subito in ospedale». Ma non ricorda in quale. Di fronte all'incongruenza di orari e riscontri, Cavataio ammette che prima di tutto sono andati al Comando dell'Arma di Forte san Giuliano ¡ dove lui, Raffone e Placanica sarebbero stati «medicati». Vera star dell'udienza è stato però il vicequestore aggiunto Adriano Lauro, immortalato in tanti video su Genova. È quello che drammaticamente, quasi scandisse una battuta shakespiriana, mentre Carlo muore urla «sei stato tu a ucciderlo. Tu, con il tuo sasso». E con furia insegue un manifestante sui gradini della chiesa di piazza Alimonda. «Ho pensato istintivamente e stupidamente che fosse stato colpito da una pietra... non per coprire prove, ma perchè ero sconvolto e davo la responsabilità ai manifestanti per quello che era accaduto... e ancora oggi gliela do», ha detto ieri. Peccato che alla Commissione parlamentare Lauro avesse dato la colpa dell'equivoco ad un sasso visto vicino a Giuliani. Si tratta di una pietra dalla forma a stella ¡ recuperata dalla scientifica. Si muove misteriosamente sulla scena del delitto: la troviamo in decine di immagini e consente di inserire i concitati minuti dopo lo sparo in una sequenza spazio-temporale precisa. Il sasso appare vicino a Giuliani solo dopo che il Reparto Mobile di Milano e il Battaglione Sicilia dei cc hanno ripreso possesso della piazza. Ed è intriso di sangue. Poi scompare, per riapparire a fianco al corpo nelle foto della scientifica. Ieri Lauro ha riconosciuto il sasso dicendo di averlo visto per la prima volta vicino alla testa di Giuliani, quando i sanitari toglievano il passamontagna. La difesa gli ha mostrato foto che dimostrano che in quel momento il sasso non c'era. C'era, invece, una ferita a forma di stella sulla fronte di Giuliani ¡ ma non una scalfitura sul punto corrispondente del passamontagna, mostrato in aula.
Al termine è toccato all'avvocato Menzione tirare le fila e accusare Lauro: «La prospettiva della difesa è che uno dei suoi uomini ha colpito con la pietra in fronte Carlo Giuliani, e lui per coprirlo ha dato la colpa ai manifestanti, mettendosi a gridare». La storia di Lauro e del suo sasso è in L'Orrore in piazza Alimonda: http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa.
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