Bologna
Un bilancio negativo del primo anno della giunta Cofferati
di Carlo Simoni
Un anno fa l’elezione di Sergio Cofferati a sindaco di Bologna aveva suscitato enormi speranze nel popolo di sinistra della città. La lunga campagna elettorale, con assemblee affollate in ogni quartiere, aveva portato al risveglio di migliaia di lavoratori, studenti, precari, immigrati.
Cofferati veniva visto non solo come un alternativa a cinque anni di amministrazione della destra, ma anche a quelle politiche della precedente giunta di centro-sinistra (Vitali) che con le privatizzazioni, i finanziamenti alle scuole private e la logica della sussidiarietà, i tagli ai servizi e i progetti urbanistici speculativi, avevano prodotto una profonda disaffezione a sinistra.
Il "cinese" era dunque riuscito a crearsi un’immagine molto popolare nello stesso ambito del centro-sinistra. Quest’immagine derivava in larga misura dal fatto di essere identificato come il segretario della CGIL del risveglio operaio del 2001-2003.
A ciò si era aggiunta una campagna condotta a colpi di dichiarazioni altisonanti, anche se in verità piuttosto fumose e senza impegni programmatici definiti.
In ogni comizio o assemblea Cofferati parlava di partecipazione, valorizzazione delle risorse umane dei dipendenti comunali, politiche per combattere la crescente esclusione sociale e per contrastare il peggioramento del tenore di vita dei lavoratori, spazi e sostegno alle culture e forme associative giovanili e di molte altre belle cose.
Il PRC contribuì ad alimentare le speranze nella svolta a sinistra, decine di militanti parteciparono appassionatamente ai tavoli tematici per contribuire alla stesura del programma. Si disse che il PRC era riuscito a spostare a sinistra il programma e che l’entrata nella giunta aveva la funzione di garantirne l’applicazione e di ulteriore stimolo per spostare il baricentro a sinistra.
Dalle pagine di questa rivista ci permettemmo allora di segnalare le profonde contraddizioni tra le speranze suscitate da Cofferati e la natura di classe della coalizione che lo sostiene. Spiegammo come il ruolo determinante del centro borghese avrebbe portato il governo della città su tutt’altri binari. Ricordo che a quel tempo diversi compagni ci accusarono di non capire la sfida, la grande occasione, di seminare pessimismo. Qualcuno scomodò persino Lenin e la sua affermazione secondo cui un progetto rivoluzionario ha bisogno anche di sogni che prefigurino la società futura.
Il risveglio da quei sogni è stato piuttosto traumatico. Da alcuni giorni Cofferati ha sferrato un attacco a Rifondazione e la tensione tra i compagni consiglieri e il sindaco è giunta al punto di avere un’eco sulle pagine dei quotidiani nazionali. Quello che si impone ora per affrontare questa crisi è innanzitutto un bilancio complessivo di un anno di amministrazione Cofferati.
Già in autunno la nuova giunta si era preoccupata di affermare la continuità con alcune politiche del centro-destra, ribadendo i finanziamenti alle scuole private e inserendo a bilancio un ulteriore aumento degli stanziamenti per il prossimo anno.
Riguardo alla grande biblioteca “Sala Borsa” Cofferati ha applicato il progetto di Guazzaloca, che, affidando parte degli spazi del prestigioso edificio restaurato con fondi pubblici ad esercizi commerciali privati, ha sottratto ingenti spazi per la lettura e le attività della biblioteca. Nulla è cambiato inoltre sul lato del personale che continua ad essere in buona parte composto da giovani precari dipendenti di cooperative che hanno in appalto i servizi.
Sul tema dell’immigrazione Cofferati aveva puntato il dito contro la condizione disumana dei CPT parlando della necessità di un loro “superamento”. Affermazione comoda visto che l’esistenza dei CPT non è di competenza del sindaco.
In compenso gli immigrati che tre anni fa avevano occupato il Ferrhotel (un edificio dimesso di proprietà delle Ferrovie dello Stato) sono stati trasferiti a Villa Salus, tranne quelli senza permesso di soggiorno, costretti a tornare nelle baracche sul lungo Reno (come se la condizione di “clandestino” fosse una scelta e non la conseguenza della legge razzista Bossi-Fini) da dove vengono a loro volta sgomberati e portati al CPT!!
Più recentemente il Sindaco ha raggiunto toni leghisti nell’attacco ad alcune famiglie di profughi bosniaci che avevano edificato abusivamente alcune baracche, peraltro su un terreno da essi acquistato alcuni anni fa.
Le baracche sono state demolite dalle ruspe, il terreno requisito, mentre le stesse persone dovranno ora pagare l’affitto su un’area attrezzata dal comune.
Di fronte a ciò il PRC ha preso le distanze con una lettera aperta a Cofferati che chiede il rispetto del programma.
Alla quale Cofferati ha risposto con un attacco ai compagni e al partito: al PRC si chiede in sintesi di cessare ogni sostegno all’ “illegalità”. E con ciò smettere di difendere profughi che costruiscono una baracca sul loro terreno, o studenti-precari che occupano appartamenti sfitti o stabili abbandonati per farne un centro sociale: la proprietà privata insomma non si mette in discussione!
Nei confronti dei dipendenti comunali Cofferati sta indubbiamente facendo tesoro della sua esperienza di sindacalista… per attaccare i lavoratori. E’ così riuscito a compattare l’intero fronte sindacale da CGIL, CISL e UIL all’RdB annunciando che non pagherà il premio di risultato stabilito dal contratto firmato da Guazzaloca. Per poi precisare che aumenti salariali potranno venire solo da un aumento di produttività. Proprio in queste ore è stato firmato un accordo che analizzeremo al più presto su questo sito o sul nostro giornale.
Anche sui temi del proibizionismo Cofferati è scivolato bruscamente sul terreno caro alla destra varando un’ordinanza che vieta il consumo di bevande alcoliche per strada (quindi fuori dai locali) dopo le 21. Se hai voglia di berti una birra in piazza con gli amici, anche perché non puoi sempre permetterti di pagarla 5 euro in un pub, sei un fuorilegge!
Il bilancio di un anno di giunta Cofferati è dunque disastroso. Non semplicemente alcuni provvedimenti, ma l’intera linea di un anno di amministrazione è diametralmente opposta alle ragioni per cui il Prc aveva dichiarato la sua entrata in questa giunta.
Nonostante l’attenzione delle masse, in particolare dopo l’ultima tornata elettorale, sia ora anche a Bologna rivolta all’obiettivo di cacciare Berlusconi dal governo, il che porta ad un certo grado di sopportazione verso le politiche locali del centro-sinistra, diverse misure di Cofferati sono già state contrastate da mobilitazioni. Il PRC dovrebbe inserirsi in questi processi invece che tentare di placare le tensioni col sindaco. Non di ricucire lo strappo abbiamo bisogno, ma di utilizzare ogni nuovo spostamento a destra per una denuncia aperta, allo scopo di preparare il terreno per una uscita dalla giunta. Tale rottura non provocherebbe la caduta della giunta Cofferati, con l’apertura della strada alla destra, ma consentirebbe al nostro partito di lanciare una campagna con un obiettivo preciso: la sinistra e il movimento operaio in città devono rompere con quei poteri forti che Cofferati ha scelto di tutelare.
Solo così il Prc potrà tornare ad essere un punto di riferimento per le mobilitazioni che nasceranno in città.
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